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Autore: Angel_Books    05/04/2013    1 recensioni
salve a tutti mi chiamo Laira Malfoy.
mio padre semina il panico in casa mia.
mia madre è impazzita.
mio fratello è chiuso in sè stesso.
ma questa non è una richiesta d'aiuto.
questa è la storia di come ho cambiato la mia vita.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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AVVERTENZA!!!!!!!!!!!

I CARATTERI DEI PERSONAGGI QUI CITATI E APPARTENENTI A J.K. ROWLING NON SONO QUELLI ORIGINALI, QUINDI CHIEDO CORTESEMENTE DI EVITARE DI LAMENTARVI DI QUESTO NELLE RECENSIONI. GRAZIE

Mi alzo nella mia stanza bianco slavato e indosso la mia vestaglia verde scuro. Odio quel colore.

Mentre scendo le scale (quelle odiate scale d'ebano) sento il rumore delle stoviglie al piano di sotto.

voglio tornare a scuola” penso. Quando arrivo al piano di sotto mia madre mi lancia uno stirato sorriso mentre la nostra nuova elfa domestica mi passa un piatto di uova e pancetta. Quando fa un inchino un brivido di orrore mi attraversa la schiena. “in che posto abominevole abito?” mi chiedo.

In quel momento la porta si spalanca e mio padre entra freneticamente. Mia madre mormora un soffocato:

-Lucius...-

e poi si volatilizza. So perchè se n'è andata, ha paura che lui rovesci la sua ira contro di lei. Mio padre si volta verso di me con gli occhi iniettati di sangue. “se osa anche solo toccarmi, io lo ammazzo.” mi dico. Invece lui mi dice con voce monotona e spenta:

-passami qualcosa da mangiare.-

immediatamente alle sue spalle compare l'elfa domestica, ma io la mando via con uno sguardo. Gli passo un po' di uova e mi alzo. Voglio allontanarmi da quell'essere che è ormai solo il guscio di quello che era una volta mio padre. Sulle scale incontro Draco e gli sorrido debolmente, dopotutto anche se ormai è un Mangiamorte è pur sempre mio fratello gemello. Lui non ricambia il mio sorriso, ma mi fissa con i suoi occhi di ghiaccio e io ci trovo in fondo una disperata supplica. Allungo lentamente una mano e gli sfioro un braccio. Basta quello a fargli capire che gli voglio ancora bene e che credo ancora in lui. Mi si avvicina piano e mi mormora all'orecchio:

-mi dispiace-

e poi mi passa davanti senza degnarmi di uno sguardo. Ormai prossima alle lacrime corro in camera mia. Appena apro la porta scorgo sul fondo della stanza una figura accovacciata.

- “Mamma...”-sussurro.

Narcissa alza piano lo sguardo. ha il viso coperto di lacrime e altre continuano a sgorgarne copiose dagli occhi azzurri. Mi avvicino piano e la faccio sedere sul mio letto. Respira appena. La guardo ancora una volta e capisco cosa le è successo: il dolore che ha provato nell'ultimo periodo l'ha così consumata che si è rinchiusa in se stessa ed ora è come una bambina piccola. L'aiuto a sdraiarsi e inizio ad accarezzarle i capelli. Il suo respiro affannoso piano piano diventa regolare e il suo corpo si rilassa. Quando si addormenta le bacio la fronte e la sua faccia corrucciata si distende. Entro in bagno e mi vesto. Mentre mi lego i capelli biondi in una coda fluente sento un urlo provenire da piano inferiore. So di chi è quella voce. Draco. Apro piano la porta e sento dei passi affrettati che salgono le scale. Socchiudo la porta mentre mio fratello mi passa davanti furente. Sento una porta sbattere, mio padre è uscito. Finisco di vestirmi e poi passo a vedere mia madre in camera mia. Dorme contenta, a quanto pare l'urlo non l'ha sentito. Passo davanti alla porta di Draco e sento un pianto sommesso. Busso piano. Il pianto si ferma di colpo.

-Draco lo so che sei lì dentro. Sono io, dai, fammi entrare.-

passano i minuti, ma la porta non si apre. Sto per andarmene quando sento una serie di chiavistelli scattare. Mi giro sorpresa con un mezzo sorriso, che presto scompare quando vedo in che stato è Draco. Ha un taglio sanguinante su una guancia, un occhio pesto e trema convulsamente. Mi guarda aspettando una mia mossa. Lo abbraccio forte cercando di salvare quel poco calore che ancora c'è in quel corpo freddo. Lui non si scosta, ma non ricambia l'abbraccio. Quando lo lascio andare, mi fa segno di entrare. Era da tantissimo tempo che non entravo in quella stanza e non sono pronta per quello che mi si para davanti: la stanza, una volta di un bianco abbacinante, ora è nero pece, il bellissimo letto a baldacchino è stato sostituito da un lercio pagliericcio,ma la cosa più orribile è una scritta rosso sangue sulla parete più in fondo: “si, mio Signore.” quella scritta mi fa rabbrividire e un alito di freddo mi sfiora il collo. Mi giro spaventata, ma non vedo nessuno. La stanza è avvolta nella penombra e noto appena Draco che mi invita a sedermi su una sedia in centro alla stanza. Lui si siede davanti a me e i nostri occhi sono l'unico punto di luce in quel mare d'ombra. Continuiamo a fissarci fino a quando mio fratello non distoglie lo sguardo e mormora:

- è stato nostro padre a farmi questo.-

probabilmente si aspettava sgomento da parte mia, ma non mi stupisce più di tanto il fatto che quel mostro sia in grado di fare anche questo.

- non mi ha solo picchiato- continua -a quello sono abituato- questa ultima affermazione mi fa spalancare gli occhi. Aspetto che continui col fiato sospeso.- ha usato la maledizione cruciatus su di me- sussurra- e sai perchè?- adesso sta urlando- solo perchè non aveva nient'altro da fare!!- si accascia per terra e ricomincia a piangere. Mi avvicino e lo abbraccio. Questa volta non si oppone e si abbandona completamente su di me. Inizio a cullarlo e lui mormora:- lui rideva, si divertiva.- poi finalmente si lascia avvolgere da quel movimento regolare. Sento le sue lacrime bagnarmi il collo e infilarsi nella mia maglietta, ma lo considero una cosa positiva: vuol dire che è ancora umano. gli accarezzo i capelli e li trovo esattamente come quelli di mia madre. Questo mi tranquillizza. Quando l'orologio a pendolo del salotto segna il passare di un'ora Draco alza lo sguardo su di me.

-Laira...-

Io gli sorrido e questa volta anche lui ricambia il sorriso. È un sorriso nuovo, un sorriso di chi ha vissuto troppo e vorrebbe tornare indietro.

- giochiamo come quando eravamo piccoli?- mi chiede timidamente.

- ma certo!- esclamo. La vitalità che c'è in me lo risveglia e si alza di scatto.

- allora siamo due spie del Ministero!-

mi alzo anch'io e, schiena contro schiena, usciamo e ci dirigiamo verso il piano inferiore. Quando passiamo davanti a camera mia mi fermo un attimo, ma avverto il respiro tranquillo di mia madre.

Quando raggiungiamo la cucina troviamo i nostri due elfi domestici che preparano il pranzo. La nostra missione: impadronirci della cioccolata. Ci avviciniamo strisciando alla dispensa e arraffiamo in fretta quattro barrette di cioccolato. Con il nostro bottino usciamo in fretta dalla cucina e torniamo in camera di Draco, la nostra base. Nascondiamo i nostro tesoro sotto una coperta e decidiamo la prossima missione, optiamo per qualcosa di più difficile: entrare nello studio di nostro padre. Arrivati davanti alla porta ci scambiamo uno sguardo d'intesa e tiriamo fuori i nostri attrezzi da scassinatori. Con le graffette cerchiamo di sbloccare i 10 chiavistelli che bloccano la porta. I primi due saltano via facilmente, il terzo e il quarto hanno solo un indovinello come chiusura e il quinto, il sesto, il settimo e l'ottavo sono solo a combinazione di un numero. Gli ultimi due mi fanno paura. Sono troppo semplici. Mi avvicino al primo e sento il chiavistello che sussurra “Crucio” faccio appena in tempo a scansarmi, che una maledizione cruciatus si schianta contro il muro del corridoio. Anche questo chiavistello salta. Guardo Draco ma lui è perso. Si avvicina all'ultimo chiavistello. -no..- mormoro, ma è troppo tardi. “Avada kedavra” non perdona. Mio fratello è steso per terra morto. La porta si apre. Corro da lui e lo abbraccio. Sento ancora un po' di calore e mi chiedo come sia possibile. Le sue labbra si schiudono in un sorriso, un sorriso innocente e genuino, di un bambino che ha vinto il gioco. Piango tutte le lacrime che ho, ma un sorriso amaro mi tende le labbra. “lui sapeva che sarebbe morto” mi dico “e ha scelto di morire felice, con il ricordo di un momento d'amore tra questa pareti zuppe d'odio.” questo pensiero mi fa alzare e prendere una decisione: seppellirò io Draco. E lo farò come avrebbe voluto lui. Corro in camera sua e cerco freneticamente nell'armadio. Trovo in uno scomparto segreto un vecchio vestitino. “sì, è lui.” mi dico. È il vestito che gli ho cucito io quando avevamo 8 anni, per il suo compleanno. È una semplice maglietta di lana a righe rosse e blu e un paio di pantaloncini arancioni con un gattino su una tasca. “Lui vorrebbe questo addosso” decido “perchè è morto da bambino.” torno da mio fratello e gli sfilo i vestiti. Non mi vergogno a vederlo in mutande, non solo perchè siamo gemelli, ma perchè ormai è morto. I vestiti gli vanno piccoli, ma ci sta dentro grazie alla sua piccola corporatura. Me lo carico in spalla e lo porto fino al vecchio acero in centro al giardino dove giocavamo da piccoli. Lo appoggio al tronco e vado a prendere una pala. Mentre scavo inizio a chiacchierare da sola, ma i miei discorsi sono rivolti a Draco. Gli parlo di quando rubammo la spilla preferita della mamma e di quanto si fosse arrabbiata. Di quando facemmo scappare il pony del panettiere e di tante altre volte. Quando finisco, le braccia mi fanno male ma dentro mi sento molto meglio. Depongo Draco delicatamente sul fondo e lo ricopro di terra continuando a fissare quel volto con gli occhi chiusi e un dolce sorriso. Quando è tutto coperto prendo un legnetto e scrivo sulla terra fresca: qui riposa Draco, un ragazzo che mi ha insegnato cosa vuol dire vivere e ha capito e corretto i suoi sbagli.

Tiro fuori piano la bacchetta e formulo un incantesimo (tanto ormai a scuola non ho intenzione di tornarci), non ricordo dove abbia letto quell'incantesimo, ne se sia buono o cattivo, so solo che mi è balenato in mente ed è quello che fa per me: un incantesimo che renderà la tomba e mio fratello intoccabili dal tempo e da chiunque cerchi di profanarla. Quando ho finito il cumulo di terra brilla leggermente come se fosse ricoperto da una cupola di cristallo. Mi allontano mandando un ultimo bacio in direzione del volto di Draco e rientro in casa. Mia madre dorme ancora e io vado a darle un ultimo saluto. La guardo e mi sento quasi veramente felice. È rannicchiata in posizione fetale con una mano sotto il cuscino. Respira tranquilla e ogni tanto sorride. Sta facendo un bel sogno. Afferro in fretta il mio zaino e ci metto dentro qualche maglietta, un maglione pesante, un altro paio di pantaloni e i miei stivali. Trovo poi un cappello rosso con il pon-pon e le mie iniziali ricamate sul davanti. Butto dentro anche quello. Sto per uscire, quando mi viene in mente il mio baule di scuola. Mi ci avvicino e sorrido sarcastica. Sul coperchio c'è il simbolo del Grifondoro “la prima Malfoy nei Grifondoro...” mi vengono in mente le parole del cappello parlante quando mi ha assegnato a quella casa. Sono stati anni d'inferno. Non frequenterò mai il quinto anno. Lo sguardo mi cade sulla chiusura della cassa e istintivamente lo apro. Dentro ci trovo i miei libri. “ non posso portarli via tutti” mi dico. Ne voglio solo uno: Difesa dalle Arti Oscure. Non sono mai eccelsa in quella materia eppure so che quel libro mi sarà utile. Lo metto nello zaino. Prima di uscire bacio mia madre sulla fronte. A quel contatto mi ritraggo stupita. la sua pelle è fredda, come quella di Draco. Provo a sentirle il cuore, ma è fermo. “non anche lei” mi dico. Da sotto il cuscino cade un foglietto spiegazzato. Lo apro con le lacrime agli occhi. Le parole sono scritte con la morbida scrittura di mia madre:

cara Laira, bimba mia,

questo ti farà male, ma so che capirai. Il dolore che sento in questa casa è troppo e non resisto più. Sono contenta di andarmene così, con le risate tue e di Draco, come quando eravate piccoli. Non morirò con un incantesimo (voglio chiudere con la magia perchè è per colpa sua che siamo ridotti così) ho usato delle pillole babbane che non mi faranno soffrire.

Addio bimba mia e auguri per il tuo futuro

la tua mamma”

chiudo la lettera e la metto in tasca. L'ultimo ricordo di mia madre.

Scendo al piano inferiore.Lo studio di mio padre è aperto e in un cassetto trovo qualche moneta, che metto in tasca. Entro in cucina e i due elfi domestici si fanno da parte. Li ignoro, perchè altrimenti mi metterei di nuovo a piangere. Afferro due pagnotte di pane e l'ultima cioccolata rimasta. Quella che abbiamo rubato io e Draco rimarrà dov'è. Metto tutto nello zaino ed esco. Sento gli sguardi dei due elfi contro la mia schiena, ma cerco di non pensarci. Metto il mio mantello nero. apro la porta. “è finita” mi dico. La porta sbatte dietro di me.

 

È ormai sera. Ho camminato tutto il giorno, ma finalmente sono arrivata a destinazione: casa Black, il covo dell'Ordine della Fenice. Ora devo solo trovare un modo per entrare. Mi siedo sul marciapiede davanti alla casa. “ stupida!” penso “ sei arrivata fino a qui senza sapere come entrare.” sto per alzarmi e cercare un posto dove dormire, quando sento dei passi dietro di me. Mi nascondo dietro una panchina e aspetto. Presto davanti a me arrivano tre figure che iniziano a parlottare.

- No Malocchio, ti dico che è impossibile!-

- Ti dico che è morto sul serio, Remus.-

- ragazzi, non è questo il posto per parlare di certe cose.-

i primi due si zittiscono. Il mio cervello lavora febbrilmente. So chi sono quei tre: Malocchio Moody, Remus Lupin e Ninfadora Tonks. “cosa devo fare? Cosa devo fare?”.stanno per andarsene. Non posso farmeli scappare e disperatamente esco allo scoperto e mi calo il cappuccio sugli occhi.

- scusate...- dico.

I tre si fermano immediatamente e si voltano piano. Moody estrae la bacchetta:

- Cosa vuoi?- sibila.

Prendo coraggio e dico:

-voglio entrare nell'Ordine.-

smetto di respirare, mentre loro si guardano.

- chi sei tu?- questa volta è Lupin a parlare.

- fatemi entrare e ve lo dirò- dico con fare cospiratrice.

- non possiamo mica farti entrare così...- inizia Moody, ma viene interrotto da Tonks.

- cosa vuoi che faccia di male una bambina così piccola?-

Bambina piccola???” se non fossi sotto copertura le strapperei i capelli. Moody mi guarda per un attimo e poi mormora:

- e va bene.-

mi fanno mettere dietro a Lupin, con Tonks alla mia destra e Moody dietro di me. Quando entro in casa Black mi sento soffocare. Sembra casa mai in miniatura. Mi spingono in una piccola cucina e mi fanno sedere su una sedia.

- allora vediamo un po' chi abbiamo qui.- mormora Malocchio con un sorriso sghembo sulla faccia martoriata. Mi faccio forza e mi tolgo il cappuccio. Loro fanno un passo indietro con un sussulto.

- innocente bambina eh?- mormora Lupin in direzione di Ninfadora.

-cosa vuoi tu qui?- dice Moody alzando gradualmente la voce.

- mi sembra di avervelo già detto.-

- non è possibile che una Malfoy entri nell'Ordine. Potresti essere una spia- continua Malocchio.

- questo mi sembra un stupido pregiudizio.-

- ti può sembrare quello che vuoi, ma tu qui non puoi restare.-

non è possibile che finisca così” penso. Ero pronta a un po' di resistenza, ma non mi aspettavo un rifiuto così diretto.

- potrei darvi informazioni importanti.- tento un bluff.

- facci un esempio.-

- mio fratello è morto.- è l'unica cosa che mi è venuta in mente. Loro non rispondono subito e questo fa scendere il mio morale sotto i tacchi. Per quanto io abbia cercato di scacciarla, mi appare nella mente il volto senza vita di Draco e gli occhi iniziano a bruciarmi. “ non devo piangere, non devo piangere.” mi ordino, ma una lacrima riesce comunque a scivolarmi su una guancia. Tonks si avvicina e mi accarezza una mano. Vorrei scostarmi, ma ho bisogno di sentire un po' di calore umano.

- Tonks...- mormora Lupin, ma lei lo fulmina con uno sguardo.

-vieni- mi sussurra dolcemente. Mi faccio portare per mano come una bambina in una piccola stanzetta con un letto militare e un comodino sgangherato. Mi fa sedere sul letto e inizia ad accarezzarmi i capelli. Penso a mia madre e a mio fratello e capisco quanto loro si siano sentiti bene grazie alle mie carezze. Ma ora sono io quella che ha bisogno di aiuto. Quando mi sento più tranquilla alzo gli occhi verso Tonks e lei mi sorride. Quel sorriso mi fa bene e senza sapere perchè inizio a raccontarle tutto quello che ho provato nelle ultime ore. Lei mi guarda fisso e sento che lei capisce o per lo meno prova a capirmi. Quando ho finito le lacrime sono tornate a scendermi copiose dagli occhi, però mi sento molto meglio. Qualcuno bussa la porta e Tonks va ad aprire. Lupin e Moody entrano e mi guardano. Abbasso gli occhi imbarazzata. Lupin si avvicina e mi alza il mento. Mi vedo riflessa nei suoi occhi e quella visione mi tranquillizza.

- benvenuta nell'Ordine della Fenice- dice sorridendo.

Sono così sorpresa che ricomincio a piangere, ma questa volta di felicità.

Questo è l'inizio della mia nuova vita, che sarà diversa. Sarà mia. Combatterò ricordando mio fratello e mia madre.

Mentre stringo la mano di Moody prendo un ultima, importante decisione: io, e solo io, ucciderò mio padre. lui ha distrutto la mia famiglia ed è arrivato il momento che anche lui soffra come ho fatto io.

  
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