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Autore: Small Wolf    05/04/2013    1 recensioni
II secolo, Impero Romano d'occidente. Naruto da figlio di un re diviene un semplice schiavo di Roma. Fra combattimenti, amori proibiti, battaglie e sangue inizia la fine della stabilità dell'impero...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Naruto continua come i suoi compagni ad allenarsi duramente tutti i giorni sia col sole che sotto la pioggia e dopo aver parlato con Kakashi, quel giorno nel cortile, va più o meno d'accordo con tutti i suoi compagni di cui ha anche imparato i nomi: Deidara, Sasori, Kakuzu, Hidan e molti altri. I ragazzi hanno riconosciuto la sua forza e lo spirito determinato che lo caratterizza anche se non sono certamente aperti come degli amici d'osteria hanno perlomeno smesso di rubargli il pranzo o trattarlo da zimbello. L'unico che non si degna di dimostrargli un pò di umanità e Gaara che oltre ai brevissimi dialoghi col capo durante gli alleamenti non emette suono per tutta la giornata. Naruto proprio non sopporta questo suo comportamento talmente distaccato da farlo sembrare addirittura schifato dalla presenza altrui. Non sopporta di vederlo sempre così monotono e noioso e non capisce come possa fare a vivere in modo tanto triste. Gli sono arrivate delle voce di recente, voci parecchio tristi che riguardano il padre del rosso. Sembra che Gaara in origine fosse il fglio di un nobile romano della zona ma che per una storia con una serva della sua casata suo padre l'avesse scomunicato e venduto al colosseo come semplice schiavo, per punizione. Quando una sera durate la "CENA", se così si poteva chiamare la brodaglia che servivano, sente le indiscrezioni per bocca di Deidara e Sasori, due tipi tanto forti quanto pettegoli, non riesce più a mangiare nulla nonostante gli allenamenti sfiancanti appena affrontati. -Hei amico, non la mangi questa?-domanda un ragazzo panzuto di nome Choji, seduto affianco a lui, afferrando la ciotola e senza aspettare risposta si butta il contenuto in gola. Naruto sospira: davvero non può credere che un padre riuscirebbe a fare una cosa del genere al proprio figlio solo per una storia amorosa con una serva che poi purtroppo è stata punita con la morte. Certo l'onore è importante, importantissimo per le casate ricche ma forse un allontanamento dalla famiglia è davvero troppo. Il biondo si alza lentamente dalla panca legnosa, suscitando gli sguardi curiosi di tutto il gruppo. Sa che per gli schiavi è meglio tenere la bocca chiusa ma non riesce ad abbandonare l'idea di dare una mano a Gaara che in fondo è fragile. -Dove vai?-domanda Hidan scrutandolo con gli occhi dal taglio deciso e indagatore, il viso coperto dalla ciotola su cui posa le labbra. -Vado... ad allenarmi con Gaara-risponde, senza alcuna agitazione, anche se non esce subito dalla mensetta per lasciare il permesso subliminare agli altri di esprimere il loro parere che è inizialmente totalmente assente. Osserva con la coda dell'occhio i visi sconvolti o scettici dei suoi compagni. -E' solo che voglio misurare la mia forza attuale-si giustifica con calma cercando di evitare di pensare alla tensione generale e agli sguardi indagatori degli altri. Si allontana nel più totale silenzio, sicuro di trovare chi cerca nella cella, steso sul suo pagliericcio nell'angolo buio e lontano dalle sbarre. Apre silenziosamente la porta della cella, sorvegliata da lontano da due soldati, ed entra in punta di piedi temendo di svegliarlo di colpo e farlo imbestialire più di quanto già normalmente sia. -Che vuoi da me?-la sua voce lo fa irrigidire. Non sapeva che fosse sveglio! Deglutisce con una gocciolina di sudore che gli casca lenta sulla fronte. -So la tua storia, Gaara-mormora cercando di mantenere la voce più ferma possibile. -Non ti permettere di nominare gli affari miei-ordina con rabbia alzandosi di scatto in piedi, parandoglisi davanti con un frammento di legno appuntito. -Risolviamola da uomini-Dice il biondo tenendo i suoi occhi profondi in quelli verdi e decisi dell'altro che afferra una spada nascosta per sicurezza sotto il suo pagliericcio. -Andiamo. Escono di nascosto dalla mensa seguiti dalle occhiate stupite degli altri e si dirigono nel cortile illuminato dai pallidi raggi lunari. L'unico rumore attorno a loro sono i passi fra la polvere rossastra che si solleva leggerente a ogni loro movimento e il canto lontano delle cicale fra i pochi cespugli isolati. Si mettono l'uno di fronte all'altro a pochi metri di distanza impugnando le spade con forza, intimandosi mentalmente sicurezza. Le lame pulite fremono fra le dita dei loro possessori come cani che si agitano per essere sguinzagliati all'attaco. Poi, come telepaticamente, i due partono all'attacco con un grido che squarcia la quiete notturna e prendono a combattere con foga. E' la prima volta che Naruto combatte contro Gaara ma nota subito l'agilità e la potenza dei suoi muscoli che, uniti a una difesa incredibilmente ferrea, lo rendono praticamente imbattibile. Ma Naruto si è allenato e non vuole assolutamente perdere. Gaara sbatte la lama contro quella di lui con incredibile potenza facendo risuonare nell'aria lo stridio metallico che fanno le due armi l'una contro l'altra. I suoi occhi sembrano pieni d'odio ed ogni colpo diventa più intenso, rivolto forse non al suo vero avversario. -Gaara so cosa è successo alla donna che amavi, mi spiace!-ansima il biondo parandosi dall'ennesimo colpo. -Tu non sai niente di lei! Non la devi più neppure nominare!-ribatte il ragazzo allungando la gamba per dargli un calcio prontamente evitato. -Si è vero, non so nulla di lei ma posso capire quanto sia doloroso predere qualcuno a cui tieni ed essere strappato dalla tua famiglia.-aggiunge mettendosi una mano sul petto-Ma non è questo il motivo per essere tanto cupi! Ci si riprende, ci sono tante persone da amare! Non può finire tutto così nè per te nè per me... sono sicuro che ritroverai la tua felicità e io la mia. Gaara smette per un attimo di combattere guardando quel viso sincero ma duro che si ritrova davanti e che gli intima di sforzarsi di voltare pagina. -Tu non capisci, noi non siamo più niente. Moriremo qua dentro ammazzandoci a vicenda come animali-dice abbassando lo sguardo rassegnato e rabbioso per terra. Naruto non riesce a ribattere questa volta. Solo adesso sente tutte le sue speranza crollare come un castello di sabbia in riva al mare che per quanto resistente possa essere rimane comunque facile preda delle onde. Stringe le dita attorno al manico della spada stringendo i denti con forza. -Forse tu finirai così ma io credo in me e non sono affatto pessimista perchè ciò vuol dire aver già perso. E poi io devo combattere per poter tornare un giorno a casa dalla mia famiglia!-esclama tutto d'un colpo con le parole dettate dal suo cuore più che dal cervello come faceva sempre sua madre. "NON RAGIONARE SOLO CON LA TESTA NARUTO, PENSA ANCHE AL CUORE" la voce di Kusina gli risuona nella mente e per un secondo gli sembra vederla danzare fra le stelle "ANCHE SE CI FA FARE SCELTE DOLOROSE E DIFFCILI ALLA FINE SONO QUELLE CHE PORTANO ALLA NOSTRA FELICITà" Continuano a combattere per ore ma anche se stremati non intendono mollare la lotta finchè ad interromperli non è la voce canzonatoria e severa di Kakashi che avvertito da qualcuno della pericolosa situazione è dovuto intervenire. -Smettetela subito!-esclama avvicinandosi ai duellanti con una spada nell'intento di separarli. Ma nonostante lo stop del capo il rosso non intende lasciare andare Naruto. Continua a colpirlo con forza provocandogli anche un taglio al braccio. -Gaara basta o ti faccio sbattere in cella di isolamento!-lo minaccia l'argenteo prendendo a correre visto che anche minacciandolo l'altro non si ferma. Il panico poi avvolge Naruto quando Gaara riesce a disarmarlo e farlo cadere a terra. La spada di lui è protesa verso suo petto, pronta a colpire. Gli occhi del ragazzo sono come illuminati da un aura terribilmente malvagia e solo in quel momento Naruto nota, guardandoli fissi, quanto quell'odio cieco e sproporzionato non è rivolto a lui. Il biondo vede la lama di Gaara abbassarsi veloce su di sè e chiude gli occhi parandosi in un ultimo gesto disperato con le braccia quando invece di sentire la pelle lacerata dalla lama e il sangue scorrergli caldo sull'addome intrevede Kakashi bloccare l'azione del rosso con la propria spada. Rimangono in silenzio per un pò quando a interomperlo è il sospiro appena accennato del capo. -Ma che vi è saltato in mente?! Vi siete comportati da bambini capricciosi!-è la prima volta che sentono gridare Kakashi sempre con quella voce ferma e profonda-Tu 617, se fossi morto per mano del 302 sarei finito nei guai io, vi rendete conto!? In questo modo avete dimostrato di non portarmi il minimo rispetto e di non seguire le mie regole! Naruto abbassa la testa mentre Gaara la volta con stizza puntando il suo sguardo nel buio. Si sentono come due stupidi ragazzini, non di certo come dei lottatori quasi professionisti. -Ma se volete combattere vi faccio combattere sul serio...-dice a bassa voce passandosi le dita fra i capelli argentei che ai raggi della luna piena hanno assunto una colorazione quasi spettrale-Domani entrambi combatterete nell'arena ma non uno contro l'altro bensì cooperando contro l'avversario più forte del battaglione. Magari così imparerete cosa sigfnifica rischiare realmente la vita in campo. E adesso alla cella. Muovetevi! Naruto non ci crede tanto che i suoi occhi sno spalancati per la paura e l'eccitazione. Nel percorso verso la cella le gambe gli tremano e ha paura che di punto in bianco non reggano il suo peso. Stringe i denti ripetendosi il suo monito nella testa impulsiva. Domani loro due lotteranno assieme al colosseo davanti a centinaia di persone e all'imperatore mettendo in gioco le loro vite. Forse quella è l'ultima notte che vedono la luce della luna, l'ultima in cui possono dormire, sempre che ci riescano. Domani, il nuovo giorno con il suo sole caldo porterà la guerra!
  
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