Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: londonlilyt    26/10/2007    6 recensioni
"...Oscar si rilassò, lasciandosi andare tra le braccia forti che la stringevano con tanta tenerezza, perdendosi nel calore che le labbra di lui le avevano acceso dentro, tanto che le ci volle qualche istande per rendersi conto che lui non stava partecipando al loro bacio con il suo stesso entusiasmo.
-André...?- lo chiamo piano, con il fiato corto e un accenno di paura. Che avesse cambiato idea? che stesse cercando un modo gentile per dirle che ormai era troppo tardi?
-Oscar...sei sicura di quello che fai?- le chiese, guardandola intensamente negli occhi -ma sopratutto con chi?-
Ed in quel momento, Oscar si rese conto quanto gli avvenimenti di quella notte l'avessero ferito e ancora lo tormentassero..."
Lei è la principessa di un antico regno...Lui è un umile cavaliere che ha giurato di proteggerla con la sua stessa vita...Una storia dai sapori medievali ricca di intrighi, passioni, tradimenti e amori che non vedranno mai la luce del sole! N.B il rating è stato cambiato a causa dei contenuti del capitolo 27
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Oscar non poteva credere ai suoi occhi, ma quello che essi vedevano era ineluttabile: lui era lì, davanti a lei. Come era cambiato in quegli ultimi anni: le spalle erano più larghe, i capelli più lunghi, il fisico più robusto, aveva perso i tratti da ragazzo ed ora era diventato un uomo a tutti gli effetti. Gli occhi invece erano rimasti gli stessi, di un verde brillante come l'erba appena cresciuta; solo allora lo sguardo di lei si posò sulla benda che gli copriva l'occhio sinistro. Cosa poteva essergli accaduto?

-Ti senti bene Oscar? Non starai per svenire vero?-

Per poco la sua voce non le strappò un sussulto: anche quella era cambiata, più profonda e roca, completamente diversa da come se la ricordava.

-Io non svengo!- rispose secca, ma al momento c'era più vicina di quanto non lo fosse mai stata in vita sua.

Cosa ci faceva lui in quella stanza? Dove era stato per tutto quel tempo? Che fosse passato dalla parte del nemico? No! Si rifiutava di crederlo!

-Cosa ti è successo all'occhio?- fu invece tutto quello che riuscì a chiedere, con un tono di voce che stentava a riconoscere.

-Questo?- con un gesto imbarazzato si sfiorò la benda con le dita -nulla di grave, un semplice incidente di percorso-

Nulla di grave, pensò con sgomento, ma se aveva perso l'occhio!

-André...- fece qualche passo verso di lui annullando la distanza che li separava, all'improvviso fu come se tutti gli anni passati non contassero nulla, che tutto quello accaduto tra loro fosse irrilevante tanto era intenso ciò che provava in quel momento. Per un'istante le sembrò di essere tornata di nuovo la ragazzina sola e confusa di tanti anni prima, che finalmente aveva trovato un amico fidato e il compagno di mille avventure.

-Oscar, io non...- ma non riuscì a dire altro, l'emozione di riaverla accanto dopo tanto tempo gli serrava la gola.

Oscar sollevò la mano come per volergli accarezzare il viso, poi...poi invece la strinse a pugno e gli sferrò un diretto dritto sullo stomaco togliendogli il respiro.

-Brutto idiota! Dove accidenti sei stato per tutto questo tempo!- lo aggredì furiosa.

André si massaggiò il punto dolente senza fiato, era stato colto alla sprovvista e quel pugno gli aveva fatto male sul serio. Avrebbe dovuto aspettarsi una reazione del genere dalla sua Oscar: quando era messa alle strette da emozioni troppo forti da controllare ricorreva alla violenza, se non gli fosse mancata l'aria avrebbe sorriso. Certe cose non cambiavano mai!

-Anche tu mi sei mancata tanto Oscar...- sussurrò con un sorriso stentato.

-Bando ai convenevoli e inizia a parlare!- lo choc iniziale di averselo trovato davanti, stava lentamente lasciando il posto alla rabbia e alla diffidenza: perché si trovava lì?

-Cosa vuoi sapere?- chiese cercando di prendere tempo, per raccogliere le idee e cercare dirle la verità senza scendere troppo nel personale.

-Inizia con il dirmi dove sono e cosa ci faccio qui-

-Sei nel mio castello, e ti ho portato qui perché eri ferita ed era il posto più vicino-

-Tuo!- e da quando possedeva un castello? Poi afferrò il resto nella sua spiegazione mentre il sangue le si ghiacciava nelle vene -cosa vuoi dire con "ti ho portata qui..."? Eri tra i soldati che ci stavano attaccando?- come era possibile che non l'avesse notato?

-No, io ero tra quelli che, dalla collina, sono venuti in vostro soccorso- rispose, calcando l'accento sull' "io".

-Mi ricordo benissimo che i soldati che ho visto avanzare dalla collina, portavano le uniformi di Paris, così come quelli che ci stavano attaccando- c'era puzza di bruciato e aveva tutte le intenzioni di scoprire da dove venisse.

-Le uniformi erano quelle, ma i soldati non appartenevano all'esercito di Paris- rispose pensieroso.

-Come fai ad esserne così sicuro?-

-Perché se lo fossero stati, sarebbero stati ai miei ordini...e ti garantisco che non lo erano- aspettò in silenzio che lei assimilasse l'informazione.

-Ai tuoi ordini...- involontariamente fece un passo indietro, come se si trovasse davanti un nemico mortale -così sei passato dalla parte degli avversari!-

-Quando si è messi alle strette Oscar, si fa quello che si può per sopravvivere- quindi si inchinò formalmente davanti a lei -André Grandier, generale capo delle forze armate di Paris nonchè consigliere del re, vi dà il benvenuto nel suo umile castello, vostra altezza-

-Non è divertente!- non era possibile! Non era vero! Quello che aveva appena sentito non poteva essere vero! Non poteva essere stata tradita in una maniera talmente vile -come sarebbe a dire "generale capo delle forze armate di Paris"?-

Come poteva essere? Il generale si chiamava Gérard: che le sue spie si fossero sbagliate?

-Gérard è il nome della famiglia di mia madre- spiegò senza aggiungere altro: la sapeva abbastanza intelligente da fare le somme e arrivare da sola alla verità.

Lei rimase in assoluto silenzio mentre cercava di elaborare quella nuova e inaspettata informazione.

Gerard e Andrè erano la stessa persona e lei non si era mai accorta di nulla; neanche un piccolo pettegolezzo o un indizio che avrebbe potuto sollevare un qualche sospetto che la portasse a fare i collegamenti necessari. Ora si spiegava come avesse fatto a far sparire le sue tracce con tanta cura: aveva cambiato identità.

-Adesso capisco come l'esercito del re Alain sia riuscito a prevedere e a controbattere le mie strategie: dalla loro parte avevano qualcuno che le conosceva meglio di me!- lo accusò irritata e sentendosi molto stupida. Si vantava di essere tanto intelligente, ma non era riuscita a prevedere e a combattere ciò che le stava proprio sotto al naso.

-Ti sarai resa conto, Oscar che negli ultimi anni lo spargimento di sangue tra le due fazioni si è ridotto al minimo- tentò di scusarsi. Sapeva benissimo quale tipo di sconvolgimento le avesse portato la notizia e non poteva evitare che lei lo considerasse un traditore, ma poteva esporre le sue motivazioni e cercare di addolcire il colpo.

Non aveva bisogno che il fatto le venisse sottolineato. Anche lei aveva notato la stessa cosa: la situazione di stallo della guerra aveva salvato diverse vite e in pochi se ne lamentavano; eccetto suo padre naturalmente, che questa guerra la voleva vincere a tutti i costi. Ma ciò non scusava il fattoche lui l'avesse tradita con il nemico e chissà cosa stava complottando ora.

-La proposta di pace era tutta una messa in scena!- esclamò all'improvviso: come aveva potuto essere stato così subdolo! -aspettatavate solo il momento propizio per sferrare un attacco decisivo, dritto al cuore dell'avversario!-

-Parlami di questa proposta di pace- le chiese allora. Ne aveva già sentito parlare dai suoi uomini e dal colonello Dagôut; era chiaro oramai che la missiva era stata un falso, altrimenti lui ne sarebbe stato messo al corrente. Se le supposizioni che aveva fatto nelle ultime ore si fossero rivelate esatte, iniziava ad avere un quadro più preciso della situazione e di cosa stesse accadendo.

-É arrivata al castello qualche giorno fa, con tanto di sigillo reale. Il messaggio richiedeva un'incontro ai fini di discutere una pace duratura tra i due regni. Una delegazione si sarebbe dovuta recare all'abazia di San Benedetto- gelida lo guardò in viso, le si stringeva lo stomaco al pensiero di averlo davanti e di non potersi più fidare di lui come un tempo.

-Ecco perché eravate così a nord del confine- almeno quello era un mistero svelato -Ce l'hai ancora la lettera?-

-É tra le mie cose, che al momento non vedo in questa stanza- rispose acida.

-Mi scuso. Devono essere state messe insieme a quelle dei tuoi uomini- rispose evasivo, sorvolando sul fatto che le aveva portate nelle sue stanze lui stesso e che non aveva resistito alla tentazione di farle indossare il vestito che ora portava.

-Come stanno i miei uomini?- chiese allora momentaneamente distratta dalla rabbia che provava nei suoi confronti.

-Stanno bene, nessuno ha riportato gravi ferite. Si rimetteranno in fretta-

-Come siamo gentili- disse sarcastica.

-Contrariamente a quello che pensi, non farei mai del male né a te, né ai tuoi uomini: tra di loro ci sono persone che un tempo consideravo amici- avrebbe preferito tagliarsi un braccio piuttosto che vederla soffrire.

-Mi scuserai se sono scettica al riguardo, ma ho un bernoccolo grande quanto un uovo a riprova del contrario- e un mal di testa che sta peggiorando di minuto in minuto, pensò sofferente.

-Stiamo divagando,- rispose asciutto, non propenso a farsi ricordare come lei fosse stata ferita -perché invece non proviamo a fare il punto della situazione?- era deciso ad andare in fondo alla faccenda e a riscattarsi da crimini che non aveva commesso; incrociando le braccia sull'ampio petto iniziò a tirare le somme -uno, quegli uomini avevano le uniformi, ma non erano soldati di Paris. Due, il messaggio che hai ricevuto deve essere per forza stato un falso, altrimenti ne sarei stato a conoscenza. Tre, da quello che ho potuto vedere, quegli uomini erano intenzionati a compiere una carneficina. Niente prigionieri. Il che mi porta a pensare che qualcuno stia tramando nell'ombra per inasprire i dissidi già esistenti tra Paris e Arras. Quello che mi chiedo è: perché? Chi ne potrebbe beneficiare?-

-Stai dicendo sul serio?- chiese scettica e poco propensa a credere alla teoria del complotto.

-Ti posso assicurare che esiste ben poco di quello che accade nel regno di Paris di cui io non sia messo al corrente- rispose serio.

-Ipotizziamo che tu abbia ragione- iniziò, decidendo per il momento di assecondarlo -non mi viene in mente nessuno che potrebbe trarre vantaggio da una guerra che alla fine porterebbe entrambi i regni alla distruzione; non ha senso-

-A meno che...- si interruppe pensieroso, mentre un'altra idea prendeva lentamente forma. Forse si sbagliava, ma valeva la pena esplorare anche quel tipo di possibilità.

-A meno che?- lo incitò, sulle spine a causa del suo prolungato silenzio.

-Non sia qualcosa di interno ad Arras- disse alla fine.

-Spiegati- ordinò brusca.

-Un complotto interno mirato alla scomparsa della famiglia reale- più ci pensava, più credeva di essere sulla strada giusta.

-Non essere assurdo!- esclamò sorpresa, sapeva che vi erano dissapori tra la famiglia reale e i nobili, ma arrivare ad organizzare un complotto del genere era impensabile.

-Tuo padre è avanti con gli anni e dalle ultime informazioni ricevute, non sta neanche tanto bene. La situazione di stallo della guerra ha creato ben poche possibilità di eliminare l'erede al trono attuale. Quindi, cosa meglio di un attentato per sbloccare la situazione, e visto che ti sei presentata di persona i nostri tessitori di trame non avranno creduto alla loro fortuna, scaricando le colpe sul nemico più ovvio-

-Assurdo!- ripetè di nuovo, non potendo però fare a meno di ammirare il modo di ragionare sopraffino -l'unico che potrebbe beneficiare della situazione appena descritta è mio cugino Girodel, e mi rifiuto anche solo di consideralo un traditore! Si è sempre dimostrato leale alla corona e degno di fiducia!-

-Devi ammettere, però, che ci sono quelli che lo vorrebbero sul trono e che magari hanno preso l'iniziativa e stanno agendo verso tale fine- neanche lui era propenso a puntare il dito contro Girodel, nel corso degli anni si era sempre dimostrato un cavaliere degno di rispetto.

Su quel punto aveva ragione: c'erano quelli che simpatizzavano all'idea di averlo sul trono di Arras e non vedevano lei di buon occhio in quanto donna. Messa sotto quella prospettiva il ragionamento filava. Tutti sapevano come lei volesse una pace definitiva con Paris e attirarla in quella trappola era stato fin troppo facile, come lo sarebbe stato anche eliminarla anonimamente sul campo di battaglia nel caso di uno scontro sanguinoso.

-Mio Dio!- sconsolata, si massaggiò le tempie doloranti -come è possibile! Come è possibile che una cosa del genere sia accaduta sotto il mio stesso naso, senza io che io me ne rendessi conto! Come!-

Ma la sua era una domanda retorica non si aspettava una risposta e André non ne diede, mentre la osservava passeggiare avanti e indietro con la grazia felina di un leone chiuso in gabbia.

André la guardava in silenzio, mentre irrequieta camminava da un angolo all'altro della stanza: la conosceva talmente bene che quasi riusciva a seguire il filo dei suoi pensieri. Attento, osservava il corpo sottile di lei tendersi ad ogni passo, i biondi capelli scarmagliati che ondeggiavano ad ogni scatto della sua testa, gli occhi azzurri che si facevano sempre più cupi con il passare dei secondi e le profonde linee di preoccupazione che le solcavano la fronte liscia. Era bella esattamente come il primo giorno in cui si era accorto che, gli era diventato impossibile non pensare a lei come si fa per una qualsiasi donna sulla soglia dell'età adulta.

Quel giorno era stata la sua rovina: rendersi conto che il tuo compagno di duelli era diventato la persona della quale ti eri innamorato era stato sconvolgente e rendersi conto che quello stesso amore non avrebbe mai visto la luce del sole era stato ancora peggio. Per anni le era stato accanto accontentandosi di poco, solo per il piacere di averla vicino ogni giorno, fino a quando era stato costretto a lsciare Arras...

Notò che Oscar si era fermata e lo stava guardando con un'espressione decisa che conosceva bene e che lei stava cercando di dirgli qualcosa.

-Mi hai sentito André?- chiese per l'ennesima volta, visto che la prima non aveva ottenuto risposta.

-Come?- rispose, cercando di concentrarsi e di sfuggire alla nebbia dei ricordi.

-Ti sembra il momento per le distrazioni!- sbottò a corto di pazienza -ho detto che me ne devo andare subito, devo radunare i miei uomini e tornare immediatamente alla reggia e...-

-Cosa?- riportato immediatamente sul chi va là la guardò sorpreso: non poteva aver sentito bene.

-Cerca di prestare attenzione per un secondo! Devo tornare alla reggia di Arras, mio padre potrebbe essere in pericolo...-

-No- rispose secco.

-...devo fare delle indagini, prendere provvedimenti...cosa vorrebe dire no?- scattò sorpresa.

-Ho detto no; non sei in condizioni di viaggiare come prima cosa. Secondo sta per calare il sole, non andresti lontano al buio, e terzo, finché Alain non arriverà al castello ho l'ordine di trattenerti- quell'ultimo punto era sicuro di l'avrebbe fatta andare su tutte le furie, ma non poteva farci niente: avrebbe dato la sua vita per proteggerla, ma ora doveva rendere conto a qualcun'altro della sua fedeltà.

-Non ci credo, mi stai tenendo prigioniera!- era il colmo.

-Non sei prigioneria ma un ospite,- specificò; anche se sapeva che per lei non avrebbe fatto alcuna differenza -vista la situazione, credo che saresti più al sicuro qui che non alla reggia, almeno fino a quando non scopriamo cosa sta accadendo per certo-

-Vi ricordo- lo informò usando il tono altero che faceva tremare i guerrieri più stagionati -che avete davanti la principessa ed erede al trono di uno dei più potenti e antichi regni del continente. Fatto, che vi suggerirei di non dimenticare-

-Ne sono perfettamente cosapevole, vostra altezza- rispose nello stesso tono e con un leggero inchino -ma ho degli ordini da rispettare, e fino a quando sarete sotto la mia tutela, farò di tutto perché non vi accada nulla di male. Ora vi consiglierei di riposare; vi manderò immediatamente qualcuno con i vostri abiti-

Detto questo, André abbandono la stanza. Non sarebbe riuscito a reggere lo sguardo freddo e impersonale di lei per un'altro minuto, non l'aveva mai guardato a quel modo: come se lui fosse solo un subalterno e niente altro, come se tra loro non ci fosse nessun legame. Quegli occhi l'aveva colpito dritto al cuore, aprendo ferite che credeva chiuse per sempre e facendo riemergere sentimenti che credeva sepolti da tempo.

Oscar rimase esterrefatta a fissare la porta che si richiudeva: non poteva credere che avesse detto sul serio e che non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. Come erano arrivati a quel punto, si chiese mesta, erano davvero destinati a scontrarsi come opponenti e a trattarsi da nemici? Le sarebbe stato impossibile; André era la cosa più vicina ad un fratello che aveva: erano cresciuti insieme, erano stati inseparabili, fino a che...all'improvviso si sentì priva di forza. Con passo pesante e la testa che pulsava, si lasciò cadere su una delle pesanti sedie ricoperte di cuscini che stavano difonte al camino e si mise a fissare con espressione assente le fiamme rosso-arancio che danzavano impnotiche.

Sapeva cosa l'aspettava in quella lunga notte: i ricordi che aveva cercato di ignorare per tanto tempo erano stati liberati dalla comparsa di lui in quella stanza. Come un fiume in piena che rompe i propri argini, l'avrebbero sommersa togliendole ogni parvenza di pace...

 

Certo che siete difficili da sorprendere! Ed io che credevo di aver fatto un ottimo lavoro di copertura! ^__^  Volevo dirvi che come avrete capito ora inizieranno alcuni capitoli di flash back,, verrà spiegato il motivo dell'allontamento di André e che fine hanno fatto gli altri personaggi della serie!! Un grazie ancora a tutti quelli che son passati per leggere e quelli che hanno lasciato un commentino. A presto!!

 

  
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