Driin,è ora di alzarsi e come ogni santissima mattina non ho per niente voglia.
Spengo la sveglia e rimango altri cinque minuti nel letto ,ma il sonno sta quasi per avere il sopravvento su dime.
Mi alzo furiosamente,mi bagno varie volte con l'acqua gelida il viso per svegliarmi per bene e mi dirigo in cucina per mangiare qualcosa.
Mi vesto velocemente,prendo al volo la borsa e mi incammino per andare a scuola.
Il tragitto è decisamente breve in cinque minuti arrivo a destinazione  e come sempre ho per qualche secondi gli occhi di tutti puntati su di me.
Non sono la tipica ragazza popolare semplicemente sono conosciuta perché quasi tutti mi temono eppure non ho fatto nulla, ma a me va bene cosi.
Meno gente mi sta accanto meglio è per me.
Mancano ancora dieci minuti all’inizio delle lezioni perciò ne approfitto per fumarmi una sigaretta.
Prendo il pacchetto dalla mia prosperosa borsa,prendo la sigaretta la porto alla bocca e l’accendo.
Inizio a farmi il primo tiro e mi lascio trasportare da quel sapore di nicotina che ormai scorre nelle mie vene da anni.
Continuo a deliziare la mia bocca con quel sapore e per mia sfortuna la sigaretta finisce,getto il mozzicone a terra e lo spengo con la suola della mia scarpa.
Mi alzo furtivamente,la campanella suona e a passo lento mi dirigo in classe o forse dovrei dire ‘nella gabbia di matti’.
Apro la porta e parcheggio il mio fondo schiena sulla sedia,è iniziato un altro giorno d’inferno.
Mentre quell’oca della prof spiega l’ennesima guerra accaduta migliaia di anni fa io mi dedico al disegno,scarobocchio qualcosa per non addormentarmi e fortunatamente in mio soccorso arriva la campanella che suona rumorosamente come se volesse dire “Ragazzi la lezione è finita vi sto salvando il culo”.
Le ore passano tutte cosi e il mio quaderno mi ringrazia per aver riempito quelle pagine bianche rallegrandole.
Ed ecco che finalmente l’ultima campanella suona,prendo tutte le mie cose e lentamente come sempre,esco dalla classe.
Sto per varcare il cancello quando sento dei lamenti provenire dal retro della scuola,mi dirigo velocemente verso quel suono e come immaginavo trovo i soliti bulletti del cazzo che tormentano Jenna una delle ragazze più brillanti della scuola che ammiro molto.
Mi avvicino ai ragazzi gli squadro dall’alto al basso e lo stesso fanno loro.

“Hai bisogno di qualcosa Monroe?” mi chiede uno dei ragazzi.
Non rispondo,mi avvicino a lui e lo guardo in modo assassino,leggo nei sui occhi il terrore quasi avesse visto la morte e senza pensarci prende velocemente le sue cose e inizia a correre con la coda fra le gambe.
“Grazie Bessie” sussurra Jenna.
Annuisco e riprendo la mia camminata verso casa.

Finalmente a casa,finalmente sono sola non ho nessuno intorno, non ho nessuno che mi guarda con il terrore negli occhi,non ho nessuno che mi squadra come se fossi un aliena appena atterrata con la sua navicella spaziale.
Le persone non sanno chi sono veramente semplicemente perché non vogliono conoscermi,pensano che sia una bulla ,una ragazza da temere, ma non è cosi ,sono solo una persona riservata che preferisce stare sola che in compagnia.
Vorrei tanto avere un amico anche uno solo,uno che mi capisca magari che abbia i miei stessi gusti musicali non importa,una persona vera e non una di quelle che ha la doppia faccia che è capace di tutto pure di essere accettata da questa società di merda.
Ma mi dispiace io non arrivo a questi livelli,io rimango me stessa e se la società non mi accetta beh sinceramente a me non fa ne caldo ne freddo anzi.
Devo accettare che la società fa schifo e che non verrò mai accettata da nessuno,semplicemente perché tutti sono fatti tutti con lo stampo.