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Autore: naley3gwain46    06/04/2013    4 recensioni
Destiel of course ...Dean è un poliziotto un detective della omicidi di Ny si trova alle prese con un misterioso Killer si è portato via la madre di suo figlio..e come se non bastasse c'è un nuovo detective in città che sconvolgerà la sua vita...I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro... Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
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*sto cercando di rendere il distretto il più realistico possibile, così come la città di NY, perciò se trovate qualche incongruenza o simili spero che possiate passarci sopra :D... in questo capitolo finalmente ne sapremo qualcosa di più del nostro occhi-blu spero vi piaccia, se volete che continui fatemelo sapere baci.. e grazie a tutti quelli che leggono e commentano... ovviamente Cas o Dean non mi appartengono... volesse il cielo!!!*



Dannazione possibile che ogni volta con quel tizio collezionasse colossali figure di merda? “Salve detective Novak , mi dispiace per prima, per quello che ha sentito voglio dire, sa com'è quando arriva uno nuovo si tende a diffidare..” “puoi chiamarmi Castiel..” “Anche tu ..cioè anche tu puoi chiamarmi Dean.. è cosi che mi chiamo non Castiel ovvio..” Ma che diavolo gli succedeva eccolo a balbettare di nuovo come un cretino
“E comunque Castiel volevo chiederti scusa anche per questa mattina sono stato un po’ brusco..” brusco era un eufemismo “e volevo ringraziarti da parte di mio figlio Ben”si riprese “non c’è problema è davvero un bravo ragazzo l’ho capito da come gioca ai videogiochi, mi ha spiegato che si capisce molto di qualcuno da come gioca alla Pes”sorrise e guardò Dean dritto negli occhi. Il calore che trasmettevano quegli occhi avrebbe potuto sciogliere l’Antartide. “Già l ho sentito dire”rispose Dean abbassando gli occhi,cavolo non ce la faceva proprio a sostenere quello sguardo. “Beh credo che sia meglio che torni alla mia scrivania a lavorare su questi”disse Castiel e indicò gli incartamenti presi alla scientifica  “se c’è qualcosa di rilevante vi faccio sapere”detto questo si sedette alla sua scrivania e si mise a lavorare.
Dean pensava che probabilmente la figura del novellino l’aveva fatta lui. Del resto si era messo a farfugliare come un deficiente, di nuovo. Così per dimostrare che anche lui era utile a qualcosa scese in laboratorio a ritirare il referto dell’autopsia della ragazza. Arrivato in laboratorio Sam era immerso fino al gomito nello stomaco di un tizio, del fratello si poteva dire tutto ma non che non avesse uno stomaco di ferro, certe cose anche al duro Dean Winchester davano il voltastomaco, ma non a Sammy. Lo stereo sparava a tutto volume le note di una canzone di musica classica: Beethoven, Mozart o vattelappesca, non era molto ferrato in materia, non aveva la più pallida idea di chi fosse. Si avvicinò allo stereo e lo spense. E poi si rivolse al fratello dicendo “chi ti credi di essere Sammy? Walter Bishop?”* Walter Bishop era quello che si poteva definire riduttivamente uno scienziato pazzo, uno dei personaggi di una serie tv tra le sue preferite, altro che quelle stupidate melense sui vampiri che guardava il suo vicino. Il fratello non fece caso alla sua battuta “Ho delle novità Dean sul caso di Lisa, ho confrontato i referti e ho trovato sul corpo della ragazza mora, Ruby ,un marchio una specie di simbolo e uno identico si trovava anche sul corpo  di Lisa a quanto pare..” si interruppe per controllare che parlare di Lisa in quel modo non fosse troppo dura per lui e Dean capì subito il motivo per cui si era fermato, perciò lo rassicurò: “Non preoccuparti puoi continuare Dexter..*” tipico di Dean, si nascondeva dietro il sarcasmo. “Sembrerebbe che questo tizio, chiunque sia, segua un rituale specifico, rapisce queste ragazze narcotizzandole le lega mani e piedi e poi le uccide con qualche tipo di sostanza, le analisi non hanno ancora decifrato quale, in seguito le pugnala quando sono già morte..”  “Un idea del perché?” “Non saprei Dean probabilmente perché non vuole che il dolore traspaia sul loro volto rovinando il suo capolavoro, poi le posiziona al centro del palco di un teatro e mette in scena la storia dell’angelo, disegnando le ali sul pavimento almeno questo e quello che credo io …” “Dai simboli possiamo risalire a qualche setta o qualche gruppo specifici?” “Non li ho mai visti prima d’ora, ma ho fatto qualche ricerca e sembrerebbe una lingua molto antica, su internet è conosciuta come Enochiano e pare, tieniti forte, sia stata dettata dagli angeli in persona” “Insomma questo psicopatico è un fanatico degli angeli, o magari no, visto che li odia al punto di ucciderli per finta” “Già niente che possa servirci sul serio,è sicuramente un fanatico religioso, non ho trovato sette o gruppi che siano legate a questi simboli a parte i feticisti degli angeli, e non puoi immaginare quanti siano” “Invece lo immagino, ce n’è uno proprio al distretto ora!” Il fratello lo guardo interrogativo “il novellino “Detective Castiel Novak””  e lo pronunciò  imitando la voce profonda di Castiel “Dice che il suo nome è quello di un angelo e … “Oh mio dio Dean, si chiama come il tuo vicino” Evidentemente Ben allo zio Sam l’aveva detto il nome del vicino, penso Dean. “È proprio lui genio” “Non lo credevo possibile in una città..” “come New York.. lo so è la stessa cosa che ho pensato io”  “E allora com'è questo vicino?”gli chiese Sam. Avrebbe potuto dire simpatico, generoso, intelligente, una brava persona, qualsiasi cosa, invece quello che gli uscì fuori, non seppe mai da dove, fu:“Carino”, appena lo disse rimase immobile e atterrito, ma che diavolo aveva? era posseduto? Se avesse creduto nei Demoni sarebbe andato a prendere l’acqua santa, aveva appena definito un uomo.. carino?  Sam distolse lo sguardo dal fegato del tipo sdraiato sul tavolo, e lo fissò stupito: “Sul serio Deanna è carino?” e continuò sarcastico  “Non voglio mica portarmelo a letto Dean, intendevo se è in gamba..” “Non lo so ok” gli rispose Dean cercando di nascondere l’imbarazzo “lo conosco da un ora, intendevo che è una persona carina…”si giustificò infastidito dall'atteggiamento canzonatorio del fratello. “Ok vedremo, se riesce a sopportarti per due giorni consecutivi avrà tutta la mia stima”e detto questo si lavò le mani e si preparò ad uscire “Vado da Ben ci vediamo domani.. divertiti con il ragazzo carino!” e con un sorriso malizioso sparì oltre la porta. Dean pensò che se lasciava che “Samantha la donna di casa” gli parlasse così era proprio posseduto.
 Castiel Novak  non era affatto così tranquillo come voleva sembrare.
Se qualcuno gli avesse raccontato quella mattina che il suo collega sarebbe stato il padre di quel ragazzo sarebbe scappato a gambe levate.
Era appena sceso dal camion dei traslochi e già stava trasportando una poltrona su per le scale, non che fosse particolarmente forzuto ma odiava i traslochi e si voleva sbrigare, il giorno dopo avrebbe preso servizio e voleva che per allora fosse tutto sistemato. Così all'alba aveva iniziato a fare su e giù, fino a quando non era inciampato rotolando giù per le scale, rischiando di ammazzarsi e facendo un casino assurdo, nessun vicino si era affacciato. Soltanto uno. Un ragazzino sui tredici anni, con uno sguardo triste da cane bastonato ma con l’aria di chi ne ha passate tante e avrebbe fatto qualunque cosa pur di non fermarsi a pensare, anche aiutare uno sconosciuto a trasportare mobili su per le scale alle cinque del mattino. Il ragazzo l’aveva aiutato a tirarsi su e poi si era offerto di aiutarlo a trasportare i mobili. Bingo c’aveva preso,pensò. Lui gli aveva risposto: “Non preoccuparti faccio da solo.. sono Castiel Novak comunque.. piacere”  gli aveva porto la mano e il ragazzo gliela aveva stretta dicendo “sono Ben.. Ben Winchester . Abito vicino al tuo appartamento”. “Scusami se ti ho svegliato Ben ma torna a dormire prometto di non fare più casino..”si scusò Castiel.“In realtà non dormivo”gli confidò il ragazzo “Come mai”chiese stupito il vicino. “Ultimamente non riesco a dormire”  e mentre lo diceva Castiel aveva letto sul suo volto una tristezza cosi profonda, quel tipo di tristezza che non sarebbe mai dovuta stare sul volto di un ragazzino. Una tristezza che anche lui conosceva bene, perché per tanto tempo  l’aveva vista sul suo di volto, guardandosi allo specchio. “il suo angelo” cosi amava definirlo sempre sua madre, per questo lo aveva chiamato Castiel, dandogli il nome di un angelo del signore. Perciò la parte angelica che c’era in lui decise che non poteva starsene a guardare e accettò di farsi aiutare. Trasportarono mobili fino alle 8 e Ben lo aveva preso in giro perché aveva la collezione completa di “The vampire Diaries” una serie tv sui vampiri, che Ben aveva definito una scopiazzata di Twilight, e comunque una serie da femminucce, ma che aveva ammesso di aver visto con sua madre. Poi il ragazzo aveva visto che lui aveva una consol, la Pes l’aveva chiamata, “si è un regalo” aveva detto Castiel “ma non ci gioco mai” e Ben entusiasta gli aveva proposto di fare una partita, e mentre giocavano non si sa come il ragazzo gli aveva raccontato tutto su di lui. Che viveva col padre, che era però suo padre adottivo, che sua madre era morta e che il padre si era seppellito nel lavoro, che lui non andava più a scuola perché i suoi compagni avrebbero chiesto e fatto domande e lui non riusciva a parlare di quello che era successo. Gli disse che tutti volevano parlare di quello che era successo ma che lui non voleva, voleva semplicemente che tutti lo lasciassero in pace. Non sapeva perché stava raccontando quelle cose proprio a lui, a un estraneo, che aveva conosciuto da due ore e si scusò. Ma Castiel che si riconosceva in lui gli spiegò che tutte quelle cose che sentiva premevano su di lui da un po’, come un macigno, e che sarebbero venute fuori  comunque prima o poi. Gli spiegò che certe volte è più facile sfogarsi con uno sconosciuto, perché non si teme di essere giudicati. Gli aveva fatto capire che lui non aveva delle risposte da dargli. Che forse delle risposte non c’erano. Che semplicemente a volte le cose brutte succedevano anche alle brave persone. Ma che sapeva bene come si sentisse, anche lui aveva perso sua madre da giovane. Gli disse che anche per lui non era stato facile, che il dolore non sarebbe mai scomparso del tutto, ma sarebbe diventato pian piano meno sordo, meno costante e meno devastante. Gli raccontò che avrebbe continuato a fare le cose che faceva prima, che avrebbe scoperto, con sua grande sorpresa, la possibilità di ridere ancora, ma anche di piangere ancora, per cose inutili e stupide. Lo rassicurò che, anche se il dolore sarebbe rimasto li, in agguato da qualche parte riemergendo fuori quando meno se lo aspettava,  era possibile andare avanti, e che la gente avrebbe smesso di fare domande, che lui poteva fare un passo alla volta. Magari poteva iniziare col tornare a scuola, poteva affrontare un giorno alla volta, questo almeno aveva aiutato lui. Poi mentre parlavano lui si era distratto e si era fatto un autogol ed erano scoppiati in una risata e per un attimo l’ombra sul  viso del ragazzo era sparita. Ma poi il disastro aveva bussato alla sua porta.
 “Deve essere mio padre aveva detto il ragazzo” e lui era andato ad aprire ma non era preparato a quello che avrebbe visto.
Aveva aperto la porta a quello che sembrava un modello di biancheria intima fisico perfetto denti bianchissimi. Aveva alzato lo sguardo e aveva incontrato due occhi verdi che lo fissavano, non sapeva perché ma si agitò, quello sguardo malinconico e allo stesso tempo intriso di amarezza l’aveva colpito nel profondo, turbandolo. L’ uomo sembrava seccato del fatto che suo figlio fosse in casa sua e poteva capirlo, e poi lui aveva iniziato a blaterare, facendo  quelle stupide battute sui vampiri. Avrebbe voluto sotterrarsi dalla vergogna, aveva pensato sicuro che fosse uno squilibrato, un pedofilo magari. Non lo aveva neanche lasciato presentare tanta era la fretta che aveva di scappare. E si era sentito ancora peggio quando a lavoro aveva scoperto che il suo vicino, che pensava che fosse un pedofilo, non solo era anche uno dei suoi nuovi colleghi, ma pensava anche che fosse un inetto sul lavoro. Beh, bella prima impressione che aveva dato “complimenti Castiel dieci più” si disse. Quel poveretto balbettava dalla paura al solo pensiero di dover lavorare con un squilibrato.
Così adesso doveva dimostrare ai suoi colleghi che non era un completo idiota, e soprattutto voleva smettere di essere considerato un idiota da Dean. Non sapeva perché per lui fosse così importante riscattarsi ai suoi occhi ma doveva dimostrargli di essere all'altezza,voleva dimostrargli che di lui poteva fidarsi, aveva capito del resto dal suo sguardo che Dean non era il tipo che concedesse la sua fiducia a chiunque, perciò leggeva e rileggeva quei fogli finché qualcosa attirò la sua attenzione.
Dean stava osservando Castiel che rileggeva quei fogli da più di un ora ormai, aveva notato che non si era tolto il trench, sembrava il tenente Colombo e la cosa lo divertì. Osservò i suoi capelli scuri e la sua forma snella e penso che con quegli occhi poi, beh, forse Anna aveva ragione gli avrebbe rovinato la piazza era davvero un bell'uomo, poteva ammetterlo no? Si disse. Senza apparire una femminuccia. Era un bell'uomo, una pura e semplice costatazione punto. Da quando aveva iniziato a fare questo genere di costatazioni comunque? Si riscosse bruscamente da questi pensieri, Castiel era in piedi di fronte la sua scrivania, minacciando pericolosamente il suo spazio personale, da dove cazzo era sbucato? Pensò Dean. “Dean penso di aver trovato qualcosa, sai su quel caso del “killer degli angeli, non è granché ma è comunque una pista”disse Castiel e poi stette in silenzio, un silenzio che a Dean parve durare un eternità “Vuoi farti pregare Castiel ?” sbottò e giunse le mani in segno di preghiera, “stai ironizzando sul fatto che mi chiami come un angelo del signore? Davvero divertente” sorrise sarcastico Castiel, almeno, stava pensando, non balbettava più, forse dopotutto si era convinto che non era un pedofilo? “Andiamo sputa il rospo” lo esortò Dean. “Ok” disse “il referto dice che per tracciare le ali nere è stato usato un tipo di carboncino particolare e siccome di disegno un po’ ne capisco, so che non è cosi comune da reperire, perciò potremmo vedere chi lo vende, se tengono dei registri dei clienti, e restringere il campo”e poi successe. Dean non sapeva quale oscura forza dentro di lui  l’avesse spinto a farlo, ma si alzò di scatto e abbracciò Castiel. Si staccarono quasi subito guardandosi imbarazzati, ma non era il gesto ad averli imbarazzati, il gesto era stato dettato dalla gratitudine di Dean nei confronti di Castiel per avergli finalmente fornito una pista decente per cercare l’assassino di Lisa. Un gesto se non altro spontaneo, dettato dalla riconoscenza. Ad averli imbarazzati e in un certo senso spaventati, era stata la sensazione che avevano provato entrambi quando i loro corpi si erano incontrati, una sensazione che li aveva completamente spiazzati, potevano paragonarla alla  sensazione del naufrago quando avvista una nave. Alla sensazione dell’uomo che smarrito nel deserto trova un oasi. Era come la sensazione di chi si era perso e all'improvviso era tornato a casa.


 *chiaro riferimento alla serie Fringe dell'Abc :D*
 *Serie Dexter il protagonista è un medico fuori di testa :D*
  
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