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Autore: Kaimy_11    06/04/2013    1 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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39. Respiro.

 

 

 

Aveva aperto la porta con un sorrisino distratto e tirato, la testa bassa e qualche ciuffo corvino sulla fronte, mentre il resto dei capelli scendeva ai lati del viso come morbidi boccoli. Lo sguardo riservato, imbarazzato. Le ciglia nere che sfioravano con delicatezza gli zigomi, prima che gli occhi si aprissero del tutto rivelando due iridi di un blu incantevole. Intenso. Il corpo magro e slanciato avvolto in un vestitino estivo, semplice, bianco a fiori rossi.

Vedendo quelle labbra sottili dischiudersi per lo stupore, il ragazzo fece un ghigno divertito.

-Draco…- Sussurrò la ragazza, quasi senza voce.

Vestiva con un pantalone bianco dal taglio classico e una camicia nera con le maniche risvoltate fino ai gomiti. L’aria disinvolta e strafottente, accentuata da quel ghigno fra le labbra seducenti e dalla mano lasciata distrattamente nella tasca dei pantaloni. I capelli biondi erano ordinati e lisci, ed il viso come sempre pallido dai lineamenti decisi con il naso dritto.

Areal lo guardò negli occhi, lui non sembrava sorpreso e rincuorato quanto lei, era il solito Draco Malfoy: irritante nella sua spensieratezza.

-Draco!- Ripeté la ragazza, gettandosi fra le sue braccia e abbandonando finalmente lo stipite della porta sotto cui era rimasta imbambolata.

Il ragazzo si concesse un sorriso, la strinse contro il suo petto e le accarezzò i capelli. –Non piangere- le sussurrò gentilmente, anche se sembrava un ordine.

-Non sto piangendo!- si affrettò a dire lei, scostando la testa dalla sua spalla e asciugandosi frettolosamente gli occhi.

Draco rise in quel suo modo irritante ma dannatamente sexy.

-È solo che…- Provò a dire lei, ma quando guardò quegli occhi grigi le tornò la voglia di piangere. –Credevo fossi morto, o che non ti avrei mai più rivisto-

A dire il vero ad Areal sembrò molto strano di trovarsi di fronte a quel Draco Malfoy, così simile al ragazzino di cui si era innamorata. Immaginava di ritrovarsi davanti un ragazzo avvolto dalle tenebre e dallo stile di vita dei Mangiamorte.

Lui le accarezzò la fronte sistemandole un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. –Ed io pensavo che mi odiassi-

Areal lo guardò negli occhi e gli si avvicinò per sussurrargli all’orecchio –Tu non sei un assassino…-

Draco la guardò con un sopracciglio alzato, rimanendo a riflettere per qualche altro secondo –Come lo sai?-

-Quella sera…- disse a fatica, senza smettere di guardarlo negli occhi –Ho sentito Potter che raccontava agli altri come erano andate le cose, di Piton…-

-Sai tutto, quindi!- affermò Draco, voltandosi a guardare da un’altra parte per nascondere la sua espressione rabbiosa ed infastidita. –Potter! Ha occhi ovunque…-

Areal sospirò, le mani del ragazzo erano ancora attorno ai suoi fianchi.

–Vieni con me- Gli disse dolcemente, prendendolo per mano e guidandolo sul retro della casa.

Il ragazzo si concesse uno sguardo distratto alla villa con la casa dalle pareti esterne bianche, con i balconi, il tetto, e tutte le rifiniture, in legno scuro. Il giardino era ampio e spazioso, non c’erano grandi zone di verde ma tantissimi fiori di tutti i tipi. Proprio in quel momento i due passarono sotto un albero dalle fronde curvate in avanti che creavano una piccola tettoia. I colori predominanti erano quelli dell’autunno, nonostante si trovassero in estate. Rose rosse, margherite, girasoli, tulipani. Era ovvio che chi curasse il giardino usasse la magia, altrimenti non si sarebbero potute avere quelle varietà di fiori nelle stesso periodo dell’anno.

-Draco?- chiese la ragazza, mentre lui si guardava introno, lasciandosi trascinare dalla mano.

-Dimmi-

-Come sei arrivato qui?-

-Mi sono Smaterializzato-

Areal si fermò e lo guardò ad occhi sbarrati.

L’anno prima avevano fatto l’esame di Smaterializzazione solo quelli nati entro la fine di maggio. Areal odiava quel metodo per spostarsi, ma alla fine aveva seguito tutte le lezioni, senza dispiacersi più di tanto di non poter fare l’esame essendo nata a Dicembre. Ed era certa che neanche Draco avesse dato l’esame.

-Ma non hai superato l’esame- disse.

Draco fece un ghigno fra il temibile e il divertito. A dire il vero Areal vi lesse anche una certa tristezza.

–L’Oscuro Signore ha preso il comando, i Mangiamorte girano a piede libero, mio padre è evaso da Azkaban, e secondo te il ministero fa caso a me che mi Smaterializzo?-

Areal alzò le sopracciglia, il biondo aveva ragione.

Lo trascinò senza dire niente per qualche altro passo fin quando non arrivarono davanti all’albero più grande del giardino. La ragazza fece una cosa strana, di fatti infilò la mano in un piccolo buco nella corteccia e, quando la ritrasse, apparve una porta aperta.

I due scesero delle scale e giunsero in una stanza molto accogliente. Le pareti erano tutte di legno ovviamente, così come il tavolino ed il divanetto.

Per renderlo più morbido, il divano era stato ricoperto da un’imbottitura lilla. Si sedettero lì e Draco osservò il lampadario appeso e i merletti sparsi sui piccoli mobili.

-Zio Phil l’ha creata per me come regalo per il mio decimo compleanno. I babbani hanno la casetta sull’albero, io ho questa!- disse Areal con un’alzata di spalle.

Draco sollevò un sopracciglio osservando la stanza segreta. –Nemmeno mio padre ha mai fatto tanto per me-

Areal rise, ma si fece subito seria quando guardò il braccio di Draco, lo prese fra le sue mani e se lo appoggiò sulle ginocchia. Il modo in cui il ragazzo indossava la camicia, con le maniche risvoltate, lasciava in evidenza il marchio nero con un’espressa disinvoltura.

La ragazza lo accarezzò con le dita, lo sguardo basso. –Non lo nascondi neanche più?-

Draco fece spallucce, non aveva ritratto il braccio ma non la stava guardando. –Non qui. Tornerò a coprirlo quando sarò a scuola-

Areal sussultò, era una bella notizia, ma non sorrise. –Tornerai?-

Dal tono di voce usato, Draco capì cosa la spaventava e, togliendo il braccio sinistro dalle sue mani, le accarezzò una guancia.

–Nessuno sospetta di me…- la rassicurò.

Areal fece un cenno. Era vero, solo Harry e i suoi amici sapevano la verità, chissà come.

-Comunque sia, io non volevo tornare- Disse ad un tratto il ragazzo, appoggiando la testa allo schienale del divano. –Ma mia madre e mio padre mi hanno praticamente obbligato a tornarci. Dicono che sarò più al sicuro a scuola che a casa. E hanno ragione…-

La ragazza lo guardò incuriosita, dopo un sospiro Draco continuò a parlare.

-La mia casa è diventata il quartier generale dei Mangiamorte. Alcuni di loro rimangono anche dopo le riunioni. Mia zia non si è più mossa di lì-

Areal non sapeva cosa dire, la parola Mangiamorte la faceva ancora rabbrividire. E pensare che ne aveva uno accanto, probabilmente la cosa più logica da fare sarebbe stata fuggire via. Sapeva perfino che Draco era coinvolto in un omicidio, perché era ancora lì? Non sapeva rispondere neppure lei, forse restava per amore, o forse perché sapeva che quel marchio sul braccio non faceva di Draco un vero Mangiamorte.

-Tuo padre è tornato a casa…- esclamò la ragazza per cambiare discorso.

Era apparsa su tutti i giornali la notizia dei Mangiamorte liberati ad Azkaban, ma voleva sentire la risposta da Draco.

-Sì-

Areal gli sorrise. –Draco?-

-Cosa c’è?- le rispose guardandola negli occhi.

In verità aveva un po’ di paura a chiedere, ma di fronte a lei c’era Draco, quindi poteva stare tranquilla –Cosa succederà quest’anno ad Hogwarts?-

Draco serrò per un attimo la mascella, poi si mise a sedere in modo tale da poter guardare dritto negli occhi la ragazza.

Le prese una mano fra le sue. –Piton è il nuovo preside-

-Lo so. Mio zio lavora al ministero. Bé, in quello che è rimasto del ministero-

Draco fece un cenno.  -Amycus Carrow, uno dei Mangiamorte che è entrato ad Hogwarts quella sera, sarà l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure-

Areal strabuzzò gli occhi –Un Mangiamorte insegnante di Difesa?-

Draco ghignò per l’intuito di Areal. –Ovviamente trasformerà la materia in Arti Oscure e basta. Ne parlava con Piton e tu-sai-chi giusto la settimana scorsa-

Areal ebbe un altro brivido. Ogni tanto dimenticava che Draco vedeva Voldemort quotidianamente.

-E la sorella di Amycus, Alecto, insegnerà Babbanologia-

Spalancò gli occhi –Draco ma mi prendi in giro?-

Il ragazzo rise.

-No aspetta, fammi indovinare, trasformerà la materia in “uccidiamo tutti i Babbani”!-

-C’eri vicina- disse il ragazzo –Saranno lezioni anti Babbani-

Areal sospirò, se non prendevano con ironia quella discussione, rischiava di impazzire. –Altro?-

-No- fece una pausa tornando a guardarla negli occhi –Ma non sarà facile. Tu-sai-chi ha messo l’obbligo di frequenza a scuola, questo solo per scovare fino a l’ultimo Babbano–

La ragazza rimase ad ascoltare.

-Faranno domande a tutti, per capire da che famiglia provengono. Ci saranno disparità continue, tutte e favore dei Purosangue e dei Serpeverde. Scordati la tolleranza per gli impediti come quel Paciock di Grifondoro-

Areal si morse il labbro.

Draco abbassò la testa, gli occhi cupi –Scusa, ma almeno non avrai sorprese-

La ragazza non disse nulla. Ormai Silente non c’era più, la vecchia Hogwarts era un ricordo lontano. Voldemort era al potere, presto i Purosangue avrebbero preso il controllo e i figli di Babbani sarebbero stati scacciati dal mondo magico.

L’unica cosa che rimaneva era cercare di limitare i danni.

-Non mi hai mai detto cosa pensi veramente- disse Draco, lo sguardo penetrante e deciso.

Areal capì e sospirò. –Sono una Purosangue, Draco, e per quanto riguarda la nostra presunta superiorità… bè, forse potrei darti ragione. Quel che so per certo è che odio le ingiustizie, siamo tutti esseri umani, non voglio vedere qualcuno costretto a fuggire o… o a morire!-

In realtà non voleva più vedere morire nessuno.

-In altre parole potresti essere come me, se non fossi un angioletto sceso dal cielo. Pensi sempre a proteggere gli altri, anche se sono tuoi nemici- Ghignò Draco.

La ragazza si voltò e gli si posizionò ad un palmo dal naso. –Mi prendi in giro, Draco?-

Il ragazzo sorrise, ma in un attimo, un lampo crudele gli balenò negli occhi. Afferrò Areal dai polsi a la immobilizzò contro lo schienale del divano.

–Come ti ho già detto quest’anno ad Hogwarts sarà diverso. Non metterti nei guai, obbedisci a ciò che ti dicono di fare. Non metterti in mostra, spacciati per una Purosangue convinta, e non per una proteggi Babbani!-

Areal rabbrividì sotto la serietà di Draco. Aveva ragione. Era chiaro che, quell’anno, chiunque si fosse mostrato contro Voldemort l’avrebbe pagata a caro prezzo. Serrò le labbra e fece un cenno e Draco le lasciò pian piano i polsi che le aveva serrato.

La ragazza si strinse nelle spalle. Aveva paura. Paura di veder soffrire le persone che amava, paura del lato oscuro di Draco. Ma era anche forte, decisa a rimanere al fianco del ragazzo fino alla fine.

Non lo avrebbe abbandonato, avrebbe lottato con lui. Ma il destino scritto non si può cambiare, ed Areal conosceva il cuore di Draco, lui non era un assassino spietato. Sarebbero rimasti insieme, sarebbero andati avanti, anche se il mondo sotto i loro piedi andava a fuoco.

Anni prima avrebbe detto addio al Draco Mangiamorte senza troppi problemi, non poteva certo compromettere sé stessa o seppellire i suoi ideali. Ma adesso capiva di non poter dividere le due cose, non poteva vivere senza Draco per salvarsi l’anima, perché Draco era la sua vita.

Chiuse gli occhi.

Quanto altro sangue doveva scorrere prima che riuscisse ad ammettere di amarlo? Per tutta l’estate era stata praticamente chiusa in camera dalla disperazione per averlo perso.

-Vuoi vedere casa mia? Sono tutti lontano oggi, ecco perché sono riuscito a venire da te!- Esclamò Draco, chiaramente per distrarre Areal dopo averla turbata con i suoi discorsi.

-Casa tua?- Areal arrossì.

Draco Ghignò. –Saremo al sicuro… non avrai certo paura di me?…-

-No!- squittì.

Draco rise in quel suo modo a metà fra il seducente e il minaccioso e Areal restò in silenzio.

-Anche qui siamo da soli… nascosti… se volessi saltarti addosso potrei benissimo farlo-

-Ma non è quello il punto!-

-E qual è allora?-

Areal non sapeva spiegarlo.

-E dai! Ci tengo!-

La ragazza sospirò, non poteva resistere alla supplica di quegli occhi grigi.

Ma in quegli stessi occhi, che erano sembrati tanto docili pochi secondi prima, balenò una scintilla sinistra nel preciso istante in cui capì di aver ottenuto la vittoria. –Benissimo!-

-C’è un problema!- Disse Areal, quasi certa di poter ribaltare la situazione.

-Quale?- Draco inarcò un sopracciglio.

-Come ci arriviamo?-

Draco sorrise apertamente, facendo rabbrividire la ragazza. L’afferrò da una mano e la trascinò fuori dalla tana sotto l’albero, che si richiuse all’istante. Ritornarono davanti all’ingresso di casa e il ragazzo la prese dai fianchi.

-Ci Smaterializziamo!- esclamò tutto contento.

-Sei pazzo! Io non mi Smeterializzo!- Areal si staccò bruscamente da lui con un salto indietro.

Draco sbuffò infastidito. –Volando ci metteremo troppo tempo!-

-Io odio le scope!-

Il ragazzo la guardò incredulo. –Cosa?-

-A cinque anni sono salita di nascosto sulla scopa di mia madre, ho iniziato a volare non so come e cadendo mi sono rotta un braccio!- spiegò sbrigativamente.

Draco la guardò quasi sconvolto.

-Guarda che è vero!-

 Il ragazzo assottigliò lo sguardo facendo un sorriso maligno. –Oh ci credo, ne saresti più che capace-

Areal incrociò le braccia al petto.

Lui le si avvicinò quasi come un serpente che striscia verso la sua preda, ed Areal capì che le cose stavano proprio in quel modo: lui era il serpente e lei il topolino pietrificato dalla paura. La cinse dai fianchi e le sussurrò all’orecchio con voce calda. –Hai paura?-

Non rispose.

-Non devi Smaterializzarti tu, lo farò io e tu ti terrai a me-

-No- disse lei, senza osare guardarlo, se lo avesse fatto sarebbe stata la fine.

Draco fece il chiaro ghigno di chi sa già di aver vinto e si pregusta il momento in cui la sua vittima si arrenderà. –Io non potrei mai permettere che ti accada qualcosa, lo sai, vero?-

Areal rimase ostinatamente voltata. Ma perché doveva usare quella voce così dannatamente irresistibile?

-Se il ministero ci trova, potrai fare ben poco- gli rispose.

Draco sbarrò gli occhi –Hai paura di infrangere le regole?-

-Sì-

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. –Ma non è come quando usi la magia da minorenne, in quel caso hai addosso una traccia! Ma se ti Smaterializzi di nascosto nessuno lo verrà a sapere a meno che non ti spacchi-

-Spaccarsi?…- Piagnucolò lei.

Draco le baciò il collo, maledettamente sensuale. Quando rise le soffiò sulla pelle facendola rabbrividire. –Lo sai che sono bravo…-

Areal lo prese più che altro come un doppio senso, ma alla fine si arrese.

Il ragazzo fece un sorriso vittorioso e furbo quando lei gli disse che accettava, minacciandolo di morte qualora qualcosa fosse andato storto.

L’abbracciò forte, e poi, insieme, chiusero gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

**********************************************

 

 

 

 

 

 

Oh santo cielo, che dire? Quanti secoli sono che non aggiorno?

Chiedo scusa a chi seguiva la storia, sono rimasta ferma per tutto il tempo, ho chiuso la porta della Ff e adesso la voglia di ricominciare è forte e mi chiedo come ho fatto a mettere in pausa per così tanto tempo la mia passione per le storie, sia quella da scrivere che quelle da leggere.

 

In mia difesa ho un annuncio: aggiungerò un capitolo al giorno! sono tutti pronti, necessitano di qualche ritocco ma posterò tutto in fretta, promesso!

 

Oltre a scusarmi ancora non posso far altro che sperare che chi seguiva la storia torni a farlo anche adesso, e magari, se vi fa piacere, lasciate un piccolissimo commento giusto per farmi sapere che la leggete ancora e cosa ne pensate. Vi prego, dopo questo anno di standby (ma che dico? Più di un anno! O.o  meglio che scappo?!!) mi darebbe davvero tanta gioia poter leggere i vostri pensieri e potervi rispondere.

 

Un bacio a tutti i lettori (sperando che mi risparmino e che abbiano ancora voglia di seguirmi)

 

Grazie di cuore per gli ultimi commenti, grazie mille davvero a:

 

_Ielle_

kicchan_96

_Bj

Nocticula_Nott

   
 
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