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Autore: kannuki    06/04/2013    3 recensioni
"Non avrebbe saputo dire se, vedendola, egli avesse provato più gioia o più dolore, ma quel ch'era certo era che non l'aveva veduta con animo indifferente."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Capitolo 3 – Lost Girls


Il sole è così forte, stamattina, che temo che il mio braccialetto diurno non funzioni. Calco bene gli occhiali scuri contro la radice del naso e scosto il bicchiere di Coca Cola da un lato del tavolino, girando pigramente una pagina del piccolo decalogo dello shopping intelligente. Per un momento ho creduto che la sua richiesta scivolasse nel mero atto fisico, ero così stupita che ho dimenticato di respirare, e la cosa non deve essere passata inosservata. Mi ha guardato come se non credesse ai propri sensi. Ha esitato e poi mi ha chiesto di incontrarci in un luogo aperto per 'due chiacchiere fra vecchi amici'.

E' la prima volta che un uomo non vuole far sesso con me. Dovrei offendermi? Essere lusingata dalla sua ricerca di un contatto spirituale e non fisico? Mordo l'unghia del mignolo e mi concentro sul libricino, chiudendolo con un colpetto e girandolo a faccia in giù. Devo andarci a letto per sdebitarmi?

La cameriera porta via la consumazione e mi chiede se voglio qualcos'altro. Scuoto la testa e nel momento stesso in cui lo faccio, vedo l'attenzione della donna catturata da un nuovo elemento del quadretto. Non ho bisogno di girarmi per sapere chi sta arrivando. Molte donne hanno quella reazione quando lo vedono. Attraente e con un gusto impeccabile. Neppure sembra fratello di Klaus, rozzo e selvatico fino al midollo. “Ciao” mormoro a denti stretti.

Elijah sposta la sedia e si accomoda con un sospiro e uno sguardo seducente alla cameriera. Buffone.

Quello che ha preso la signora.”

Non ti piace, la Coca Cola...” mugugno smettendo di mordere il mignolo.

La lista dei vini, grazie.”

Sono le undici del mattino. Gli lancio uno sguardo fra il serio e il faceto. “Vizioso.”

Elijah mi ignora e indica il libricino con gli occhi. “Vedere.”

Non fa per te.”

Mi sottrae il libro e le nostre mani si sfiorano. Lo ignoro, per un po'. Lui sogghigna e spinge di nuovo il manuale verso di me.

Stai ficcanasando.”

Abbiamo stretto un patto.”

Tzè! Il patto è solo una scusa per impicciarsi della mia vita privata. “Avanti, poni le domande.”

Elijah mi guarda mentre mi addosso allo schienale della sedia, gli occhiali ben aderenti al naso. Il menù arriva prima del previsto ma nessuna voce al suo interno lo soddisfa.

Conosco un posto migliore di questo se vuoi sbronzarti alle undici del mattino...”

Non voglio sbronzarmi. Voglio mostrarti l'enorme differenza che intercorre fra il gustare la vita e l'annegarci dentro con tutte le scarpe.”

Sta insinuando che non so stare al mondo? Tolgo gli occhiali e piego le stecchette con attenzione. Raddrizzo la schiena e sorrido, davvero arrabbiata. “Preferisco affrontare Klaus da sola che farmi prendere in giro da te” sibilo spingendo indietro la sieda. “I miei rispetti!”

Elijah mi ferma, posando la mano sulla mia. E' bollente, deve essersi nutrito da poco. Il calore mi scalda il polso ma un brivido freddo scivola fra le scapole. Non cedo di un millimetro e gli conficco lo sguardo dentro. Non ho paura di lui. Katherine Pierce non ha paura di niente.

Odori di verbena.”

La assumo quotidianamente” mormoro ricordando l'ultima volta che Klaus mi ha soggiogato e costretta a pugnalarmi la coscia per tutto il giorno. Provo ancora dolore, quando il pensiero ci corre sopra. Anche adesso, non posso fare a meno di muovere la gamba su e giù e stringere il muscolo fra le dita della mano destra. “Non sono una sprovveduta. Io non annego.”

Katherine non annega. Katerina è ormai persa nei ricordi passati, nelle corse in mezzo al bosco, inseguita dai cani e dai servitori di Klaus. Il respiro cresce, finché non mi scopro ad ansimare e allora strappo la mano dalla sua, raccolgo la borsa e mi precipito lungo la strada, camminando il più velocemente possibile.

***

Cala la notte ma non la mia agitazione. Sfogo la rabbia repressa su un paio di poveracci che hanno avuto la sfortuna di incrociare la mia strada, e capisco che questa situazione instabile è dovuta propria alla presenza di Elijah. Riapre troppe ferite e porta a galla i ricordi che Katherine ha cacciato nelle profondità per impedire che Katerina si facesse del male. Cerco di ignorare il grido d'aiuto della mocciosa e il suo piantarello eterno, e mi concentro a nascondere i cadaveri, invece di lasciarli nel primo vicolo puzzolente. Trovo un badile e mi accingo a scavare una fossa bella ampia. Sembra di essere tornati indietro, all'orrore della prima uccisione. Seppellisco i corpi per nascondere le prove della mia bestialità. Scavo e piango, piango e scavo e quando ce li scarico dentro, non vedo più nulla. Tasto i jeans in cerca di un fazzoletto, mi arrangio a cancellare le lacrime con la manica della maglietta e quando getto la terra sui due corpi, la piccola Katerina ha smesso di singhiozzare e Katherine sta pensando a come ovviare il trucco sciolto senza un mini beauty case di emergenza. Torno a casa e mi nascondo sotto le coperte, lasciando una lucetta accesa sul fondo della stanza. Non mi piace dormire al buio completo. La luna era coperta, la notte in cui ho trovato i corpi mutilati dei miei famigliari. Era notte fonda quando sono scappata dal castello di Niklaus, ancora umana, accecata da un'amore senza senso e dall'orrore della verità.

Katherine la lascia sfogare un po', la piccola Katerina. La lascia piangere finché non è stufa di ascoltare quel cigolio dell'anima e solo quando si è calmata le promette che ficcherà la cura nella gola di Klaus e lo ucciderà lentamente, torturandolo fino alla consumazione dei tempi, infliggendogli lo stesso dolore che ha provato lei per cinquecento anni.

Katerina si calma, cullata dalla voce decisa di Katherine. E' sempre stato così. Katherine è la madre protettiva che non ha mai avuto. Katherine è l'unica che pensi davvero a lei. Katherine detesta dormire con la luce accesa ma pensa che anche per quella volta, può passarci sopra.


  
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