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Autore: Melitot Proud Eye    06/04/2013    3 recensioni
[vecchio titolo -> Doveri]
«Thor, tu hai bisogno di una moglie.»
«Io ho già una moglie» dice lui. «E un marito, e un fratello e un amico. E sei tu. Non ho bisogno di sconosciuti nel mio letto.»

Doveri e desideri di due sovrani.
{Presso fuochi di campo e troni di re incoronati - XII}
[future!fic post-Avengers/TDW] [Thorki-Thunderfrost + Jarnsaxa/Thor]
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Presso fuochi di campo e troni di re incoronati'
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Note doverose.
Qui trovate riferimenti agli episodi V e VI della serie, le benedette shot che ho plottato da una vita e speravo tanto di concludere, ma ancora non riesco a finire. Per cui, due spiegazioni veloci in modo che il capitolo non sia privo di senso.
Nel mio headcanon, lasciando perdere i fumetti Marvel Thor, Loki e compagnia dei film sono le reincarnazioni dei Thor, Loki e compagnia mitologici; mi spiego così il fatto che abbiamo un Loki fratello di Thor e non di Odino, principe di Asgard senza figli mostruosi ecc. ecc. *handwave* Con "sonno delle Norne" intendo un esperimento magico che in Presso fuochi di campo blocca Loki in una sorta di coma connesso alla coscienza delle Norne, permettendogli di vedere quel passato e lasciandogli intendere che il ciclo si sia ripetuto più di una volta. Vai con l'angst, le recriminazioni, il senso di colpa e la paura di finire con l'ammazzare di nuovo Thor; Loki ripete l'incantesimo e fa vedere tutto a Thor, ma lui lo convince che non si ripeterà. Ora si tratta solo di verificare, muhaha.
Járnsaxa, secondo la mitologia, diede a Thor due figli ;>
Kaunan è una runa - e mi riferisco alla sua grafia più antica.

[edit 2/3/14]
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Messaggi dal passato



I


Ci sono i Guerrieri Due e Sif che lo fissano dall'ansa di un pilastro. Non ci sarebbe nulla di strano se lo guardassero storto – secoli di ragazzate, la questione con Thor – ma l'atmosfera è diversa. Incerta. Ansiosa.
Loki corruga la fronte. Si fida del suo fiuto, per cui abbandona il suo seguito alla distesa dorata della piazza e raggiunge il colonnato che la racchiude, immerso nei riflessi di Asgard. Vedendolo arrivare, i tre si scambiano un'occhiata. I saluti che riceve sono un rimbombo del suo nome, un cenno del capo e un mezzo sorriso – l'unico spontaneo è Hallbjorn, il mostriciattolo rubicondo premuto contro il fianco di Sif: gli fa una boccaccia.
«Com'è andata ad Álfheim?» chiede Loki.
Sono appena tornati dal viaggio diplomatico. Il viaggio che avrebbero dovuto fare lui e Thor, soli.
«Bene» risponde Volstagg, gaio.
Loki lo scruta. «Thor è ancora là?»
«Sì» risponde Sif, impegnatissima ad aggiustare il peso del figlio. «Mi dispiace, Loki-Re, non troverai che tua madre su Hliðskjálf.»
«Oh.»
Vorrà dire che saluterò lei, vorrebbe aggiungere. Ma non vede Thor da un mese e quelli gli nascondono qualcosa, ne è sicuro. Nel rimuginarvi sopra la frase va persa.
«Gaaa» miagola il moccioso di Sif, preparandosi a un'urlata da piccolo Jötun.
Che le Norne se lo prendano. Con un ultimo sguardo sospettoso, Loki li saluta e prosegue.




II

Járnsaxa è alto, ceruleo e forte. Ha un profilo orgoglioso, con due kaunan sinuose per corna; capelli neri raccolti in tiare di rame, sete Vanir al collo. E Thor non avrebbe mai pensato di incontrarlo qui, baluardo rassicurante in un mondo cosmopolita.
Lo riconosce subito, benché in questa vita non l'abbia mai visto. Segue il suo portamento elegante e riassapora il sonno delle Norne, con tutti i suoi "furono" e "forse saranno". Dov'è stato, per questi secoli?
Come hanno potuto – domanda colpevole – non incrociarsi prima?
Lo Jötun lo vede e s'avvicina per un inchino, attraversando la corte straniera. Indossa pelli di volpe bianca. Sorride, e suo malgrado Thor lo rivede in un altro luogo, in un altro tempo, con due bambini in braccio.
«Padretutto.»
Thor sente la trama del nuovo presente sfrangiarsi, curvando verso il vecchio destino.
   
 
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