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Autore: williamsbraces    06/04/2013    58 recensioni
GLI ESAMI LI HO FINITI, MA SONO TROPPO PIGRA. ENTRO FINE AGOSTO AGGIORNO.
Ho avuto un paio di giorni per studiare i cinque elementi: Harry Edward Styles il perverso, Niall James Horan l'ingordo, Liam James Payne il buono, Louis William Tomlinson il divertente e Zayn Jawadd Malik il vanitoso. Sono le personalità emerse da questi cinque ragazzini, ma negli ultimi tempi hanno preso la strada sbagliata, e chi deve riportarli sulla retta via? Indovinato, la sottoscritta.
[...]
Ho solo 5 mesi per riuscire a completare la missione.
[...]
Il mio unico compito è far si che il destino di questi cinque ragazzi, che prevede un sogno comune, anche se nascosto e sepolto nell'angolino più remoto del cassetto, si compia.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Londra, 5 settembre, 16 in punto.

- Dai Harry, bussa - Vedo che sta quasi tremando, e che comincia a manifestare un po' d'ansia, mentre le mani gli sudano e lo sguardo si muove velocemente in ogni punto di quel corridoio bianco.
Bussa, dopo averci pensato veramente a lungo. Una voce femminile dà l'assenso per farci entrare.
L'ambiente interno è moderno, l'appartamento piccolo, ma ordinato.
Il salotto, rigorosamente sui toni del bianco e del grigio, è ordinato, mentre la ragazza che ne è la proprietaria è comodamente seduta a gambe incrociate sul divano, con un blocchetto in mano e una penna che picchietta sul labbro inferiore.
- Ehi! Benvenuti, fate pure come se foste a casa vostra! -
La ragazza si è alzata in piedi, lasciando sul divano il quaderno e la penna, ed è venuta verso di noi a grandi falcate.
Non cambierà mai.
- Summer, da quanto tempo! - Dice con la sua voce salita di un'ottava per l'emozione, mentre mi abbraccia stritolandomi.
- E tu devi essere Harry! - E gli stringe la mano calorosamente e con un sorriso - Piacere, Jade! -
Sorrido davanti a quella scena. Harry è ancora sbalordito davanti a quella ragazza così energica e che non sta ferma un attimo. Continua a parlargli, mentre lui, piano piano, comincia a sorridere, rispondendo a monosillabi.
- Bene. Mi hanno detto del tuo caso - Eh, ormai lo so. Jade è così diretta e schietta, che non può non metterti allegria! Nemmeno quando parla di cose così serie.
- Già... - Harry si rabbuia per un momento, abbassando la testa per l'imbarazzo.
- Ehi! Non osare essere triste in mia presenza! Sono qui per aiutarti, perciò sorridi! -
Andiamo a sederci tutti e tre sul divano. Io sono vicino ad Harry, e lo tengo per mano, cercando di rassicurarlo.
- Allora, raccontami un po' della tua vita, partendo dall'infanzia! -
Vedo il suo viso diventare cupo, e lui comincia ad innervosirsi.
- La mia vita, fin da piccolo, non è stata uno spasso. Mia madre, Anne, è sempre stata presente, vicino a me, ma era più legata a Gemma, mia sorella. Invece mio padre ed io avevamo legato moltissimo. Fin da quando ero piccolo eravamo complici, niente ci divideva. Quando avevo un ginocchio sbucciato, era lui che mi diceva che dovevo comportarmi da uomo, e non piangere, perchè lui era vicino a me, e poteva curarmi. Quando uno dei miei giocattoli preferiti si rompeva, lui gli dava importanza come a una persona; non voleva comprarne uno nuovo uguale, preferiva passare il suo tempo ad aggiustarlo e rubarmi un sorriso quando me lo ridava, come nuovo. Quando un bambino più grande se la prendeva con me, era lui a dirmi che dovevo prendere tutto il mio coraggio, e rispondergli a tono. Lui mi ha insegnato come comportarmi. Ad essere delicato con le persone fragili, ad essere rude con quelle cattive, ad essere indifferente con quelle maleducate, a prendermi cura di chi aveva bisogno. Ma avevo solo sette anni quando mi lasciò. Mia madre volle il divorzio, perchè amava un altro. Mia sorella non soffrì quanto me. Fu allora che diventai sempre più distante dagli altri, mi sentivo lasciato solo al mondo, senza nessuno. Mentre gli altri bambini giocavano, io me ne stavo in un angolino con la mia macchinina preferita e la tenevo stretta al petto, perchè era l'ultimo giocattolo che mi aveva aggiustato mio padre. A causa di mia madre, che non voleva più vederlo, cominciai a incontrarlo sempre più raramente, fino a quando sparì completamente dalla mia vita. Al suo posto entrò Robin. Quell'uomo era un mostro. Prima del matrimonio era gentile con mia madre, e diceva anche di amarla, ma dopo... -
Harry si asciuga una lacrima sfuggita dai suoi occhi a tradimento. Sento dei singhiozzi trattenuti, finchè non interviene Jade.
- Non trattenere le lacrime. Sfogati! Non hai mai avuto la possibilità di raccontare a nessuno ciò che senti, fallo ora! Se hai voglia di urlare, urla. Ti farà del bene, perchè trattenere tutta la rabbia e la stristezza dentro, per poi sfogarsi sugli altri fa solo più male! -
Harry fa uscire tante lacrime, e appoggia la testa al mio petto, mentre io gli accarezzo dolcemente i capelli ricci e morbidi.
- Quando te la senti vai avanti. - Harry annuisce, e continua il suo triste racconto.
- Beh, dopo aver spostato mia madre, Robin diventò violento. Cominciò a picchiarla e a volte se la prendeva anche con me e mia sorella. Mia madre, nel tentativo di difendermi, veniva pestata ancora di più, e quando quel verme usciva di casa a ubriacarsi e a tradire mia madre, io andavo da lei, e con le mie manine stringevo la sua, sussurrandole che ero io l'uomo di casa, che dovevo prendermi cura di lei. E mia madre ritrovava il sorriso. Mia sorella, lei era più grande, e preferiva fare finta di nulla, o uscire di casa. Ma, ai tempi delle medie, Robin cominciò a parlare con me. Mi diceva che quello che volevo, potevo ottenerlo con la violenza. All'inizio mi faceva paura, ma lui cominciò a chiamarmi "il suo ometto", e per paura cominciai ad ascoltarlo. A scuola cominciai a picchiare tutti coloro che non facevano ciò che volevo. Cominciarono a temermi, ad essere miei amici solo per sfuggire alla mia rabbia e alla mia violenza. Alle superiori cominciai a prendermela con le ragazze. Alcune cominciarono ad assecondarmi solo per non ritrovarsi piene di lividi. Altre si ribellavano, ma tutte finivano nello stesso modo. In lacrime, senza dignità, con la mente poco lucida e annebbiata a causa mia. Ma poi me ne pentivo. Le guardavo soffrire, e pensavo che anche io, il carnefice, dovevo soffrire. Perchè me lo meritavo. Cominciai a tagliarmi, e per qualche anno continuai così, fino a quando Robin non trovò tutte le mie lamette e non notò i miei tagli. Mi picchiò a sangue, avevo delle costole rotte, e anche un braccio fratturato. Le ferite si riaprirono e persero tanto sangue, facendomi perdere ripetutamente i sensi. Dovetti stare a casa e aspettare che i lividi scomparissero prima di andare all'ospedale e mentire sulla causa dei miei infortuni, mentre Robin mi teneva per il braccio stringendolo in caso facessi una mossa falsa o tentassi di rivelare la verità. -
Ormai Harry non riesce più a trattenersi. Forti singhiozzi escono strozzati dalla sua gola, mentre Jade annota tristemente tutti i fatti sul suo quaderno.
Mentre penso che Harry non dirà più nulla, sputa fuori un'ultima frase.
- E mia madre diceva di amarlo, nonostante tutto, lei lo amava... -
Jade annuisce, mentre riordina le idee sulla situazione del mio riccio.
- Tua madre ha manifestato la Sindrome di Stoccolma. Nonostante lui la violentasse, o la picchiasse, lei ha cominciato a provare un sentimento positivo verso di lui, arrivando all'amore - E mentre lo dice sento una nota d'amaro nelle sue parole, come se questi casi la colpissero particolarmente.
- Il tuo caso invece - Fa una breve pausa per prendere fiato prima di rivelarci la verità - E' complesso. La tua aggressività è dovuta principalmente a Robin, che ti ha insegnato che la violenza è un bene. L'abbandono di tuo padre non ha fatto che peggiorare la situazione: ti sentivi solo, il tuo è stato anche un tentativo di attirare l'attenzione, di farti notare. Hai cominciato a praticare l'autolesionismo, evidentemente, nonostante usassi la violenza, la tua coscienza non era d'accordo, e voleva far bilanciare i conti - Non riesco a capire cosa prova Harry.
Non si sposta di un millimetro dalla posizione in cui è. Respira, ma lentamente. Non da segni di vita.
- E... E cosa, cosa dovrei fare? - Ha spiccicato due parole, mentre sento che non smette di tremare.
- La violenza non è la soluzione Harry. Dovresti parlare con tua madre, con tua sorella. E con tuo padre. Risolvere i problemi dalla radice! -
Mi alzo in piedi per prendere parola, perchè Harry in questo momento non ne è in grado.
- Grazie mille Jade, sei stata gentilissima! -
Anche Harry si tira su dal divano. Stringe il mio braccio e cammina come uno zombie. Lo trascino su un taxi, e prima che se ne sia accorto siamo già tornati all'hotel.


Io e Harry ci sediamo sul divanetto della suite, con i frullati alla frutta in mano.
- Quando parlerai con tuo padre? Vuoi chiamarlo ora? -
- Posso? - La sua innocenza infinita mi stupisce.
- Harry, hai sentito anche tu Jade. Ha detto che devi parlarci al più presto, e penso che lui sia il primo a cui dovresti rivolgerti! -
Harry chiama suo padre, e mi chiede di stargli vicino.
- Pronto! - La voce esce dal telefono, in vivavoce.
- Papà... - Harry risponde con voce tremante.
- HARRY?! Sei davvero tu? Da quanto tempo... - Anche la voce al di là del telefono si intristisce notevolmente.
- Ehi, cosa fai ultimamente? - Harry tentenna al telefono, è insicuro su cosa dire, cosa fare.
- Beh, lavoro. E' l'ultima cosa che mi è rimasta dopo... Il divorzio - Pover'uomo. Amava sicuramente da morire la madre di Harry. Lo si capisce dal suo tono affranto.
- E dove sei? Cosa combini? -
- Sono a Londra, la città che non dorme mai! Ma non sai quanto mi manca la nostra Holmes Chapel, così tranquilla e pacifica - La malinconia assale il padre di Harry. Non immagino il dolore che deve aver provato a separarsi dai figli, dalla donna amata, dalla sua città. Dal suo tutto.
- Anche io sono a Londra! Con un'amica - Mi sento onorata ad essere considerata tale.
- Beh, allora potremmo vederci, che ne pensi? -
- Anche oggi? - Harry è stupito, ma la felicità gli si legge in faccia.
- Certo Hazza, non sai quanto mi sei mancato! -
Vedo il viso di Harry intenerirsi al solo sentir nominare il soprannome dato dal padre. Evidentemente lo chiamava così da bambino.
Mentre si mettono d'accordo, mi metto in disparte, pronta a restarmene in hotel ad annoiarmi.
- Summer! - Lo guardo accigliata. Cosa vuole adesso?
- Cosa c'è? -
- Verrai o no? -
- Dove? -
- A cena con mio padre! Vuole conoscerti! -
Conoscere me? E chi sarei io di importante per conoscere il padre?


- Andiamo a fare shopping? - Harry mi guarda perplesso alla mia domanda.
- E perchè dovremmo? -
- Per l'audizione di domani, e per la cena di stasera! -
Harry scuote la testa divertito.
- Voi ragazze siete tutte uguali! -
Sgrano gli occhi indispettita.
- Oh, allora domani vestiti come un barbone! Io vado a fare shopping, così ti farò sfigurare! -
- Stavo scherzando, andiamo! -
Chiamo il secondo taxi della giornata, per dirigerci ai negozi più belli di Londra!
Cerco dei vestiti per l'audizione di Harry, ma tutti i negozi sono costosissimi. Mentre camminiamo noto un negozietto, nascosto in un angolino. Mi dirigo verso quello, e all'interno troviamo una vastissima scelta di vestiti.
Noto un manichino veramente bello. Pantaloni grigio scuro, una polo bianca, un cardigan grigio, e un foulard verde. Lo indico a Harry.
Sgrana gli occhi, è esattamente il suo stile.
- Summer, mi piace da morire! Dovrei comprarlo? -
- Harry, è perfetto! - I suoi occhi verdi luccicano per la felicità. Mi piace vederlo felice, mi piace vedere le sue dolci fossette spuntare quando sorride, mi piace vedere il naso arricciarsi mentre il suono della sua risata inonda le mie orecchie e invade i miei sensi.
Gli sorrido, mentre chiede alla commessa di provare i vestiti esposti. E' una donnina sulla quarantina, che cordialmente ci porta i vestiti.
Mentre Harry prova tutto, la signora si avvicina a me con dei braccialetti.
- Tenga. Voi due mi ispirate, sono sicura che vi porteranno fortuna -
Guardo i braccialetti. Sono bellissimi. La donna me ne allaccia uno al polso, e me ne consegna altri 5.
- Quanto le devo per questi? -
- Nulla. E' un regalo, da parte mia! - E mentre lo dice mi rivolge un sorriso caldo e avvolgente.
Vedo Harry che cammina verso di noi, con i vestiti addosso.
- Harry, sei bellissimo! -
Mi guarda sorridendo, e mentre si passa una mano tra i ricci, fa una capovolta su sè stesso, dicendo:
- Lo so! -
Dopo aver pagato e preso i braccialetti, accuratamente nascosti, tengo il mio, e ne allaccio uno al polso di Harry. Mi guarda interrogativo.
- Così ti ricorderai di me. Sempre - E dicendolo gli mostro anche il mio.
Dopo la sessione di shopping avevo rimediato i vestiti per quella sera.
Per me un vestito grigio perla che mi arriva al ginocchio. E' monospalla, e lascia la schiena nuda. L'ho abbinato ad un paio di tacchi neri e una borsetta dello stesso colore.
Harry ha preso un paio di jeans neri stretti, una camicia bianca, che avrebbe indossato sotto il blazer grigio scuro.


E' la terza volta che entriamo in un dannatissimo taxi, e proprio prima della cena con il padre di Harry, ci capita un autista che fuma sigarette a più non posso. Ci sono una ventina di mozziconi accanto a lui, e l'aria è pesante a causa della puzza di fumo.
Fortunatamente il ristorante è vicino, e in poco tempo arriviamo, scampando la tortura dell'abitacolo di quell'auto che puzza di fumo passivo.
Varchiamo la soglia del locale, e le luci diffuse mi fanno sentire subito a mio agio. Il nostro tavolo è appartato, e Des Styles, il padre di Harry, è già seduto. Non appena il suo sguardo si posa su Harry, vedo gli occhi diventare lucidi. Senza preoccuparsi di coloro che ci sono intorno, si alza e abbraccia calorosamente il figlio. Sul mio volto appare un sorriso soddisfatto. E' vero, la mia missione non comprendeva farlo riappacificare con la famiglia, ma gli avrebbe fatto bene, trovare la pace.
- Harry! Tu... Quanto mi sei mancato -
Si stacca dal figlio e lo scruta per un po'.
- Sei cresciuto parecchio! Sei più alto di me, ormai - Sento una punta di amarezza nella frase di Des. Sicuramente lo tormenta sapere che ha perso gli anni migliori del figlio. L'ha lasciato bambino, e l'ha ritrovato adulto.
A un certo punto la sua attenzione passa a me.
- E' la tua girlfriend? - Io e Harry scoppiamo a ridere, non tanto per la domanda in sè, ma per come mi ha chiamata suo padre. Girlfriend.
- No, siamo solo amici! - Nel dirlo, Harry stringe il mio fianco in una morsa ancora più forte. Come se volesse dimostrare che sono sua. Ma non è così.


Ci sediamo a tavola, e dopo aver ordinato, Harry e Des cominciano a parlare di tutto ciò che hanno fatto, che fanno, o che hanno intenzione di fare. Harry pensa che non me sia accorta, ma ha timidamente ommesso l'audizione del giorno dopo. Ma io voglio fargli una sorpresa.
Quindi non appena esce un secondo fuori, a prendere una boccata d'aria, comincio a parlare con suo padre.
- Signor Styles... -
- Mi fai sentire un vecchio se mi chiami così. Chiamami pure Des! -
- Bene, Des. Non so se sei a conoscenza del fatto che Harry canta - A quel punto, il padre del riccio strabuzza gli occhi - E lo fa in modo spettacolare... - Per la seconda volta, Des mi interrompe.
- Io... Certo, lo so. Ma io ero l'unica persona che ne fosse al corrente. Harry non ha mai voluto dimostrare al mondo il suo talento, nonostante avessi provato per anni a convincerlo! -
Sorrisi. Suo padre era una persona così allegra! Ora capisco come deve essersi sentito Harry a non averlo vicino per tanto tempo.
- Beh, io ci sono riuscita. Domani farà l'audizione per X Factor! E voglio chiederti un piccolo favore: da tempo Harry non parla con la famiglia, e vorrei che domani ci fossero tutti. Gemma, Anne, tu, amici! -
Il sorriso di Des, è uguale a quello di Harry. Le fossette ai lati della bocca si delineano, mentre il suo sorriso prende forma.
- Farò tutto il possibile! -
Sorrido riconoscente, a quell'uomo che in poco tempo è già entrato nelle mie simpatie.
- Ah, e non ne faccia parola con Harry! In caso ci chiedesse di cosa abbiamo parlato, le ho appena finito di spiegare il metodo di mia nonna per mettere e togliere la dentiera! -
La risata sincera di Des, mi ha impedito di rimanere seria per molto.

Io e Harry stiamo tornando nell'hotel, dopo una serata passata con Des. Non può nascondermi di essere felice di averlo rivisto.
Non appena rientriamo nella nostra lussuosa e spaziosa camera, Harry si fa una doccia e crolla a dormire. La stanchezza ha subito la meglio su di lui.
Io rimango sveglia ancora per un po'. Il giorno dopo, ci saremmo svegliati prestissimo, per essere fuori dagli studi di X Factor, prima che aprissero il pomeriggio, e riuscire ad entrare tra i primi. Sarà una bella giornata, soprattutto quando scoprirà la presenza delle persone a lui care. Ho organizzato tutto. E ora che Harry ha ritrovato i contatti con suo padre, e parlerà anche con tutta la famiglia, diventerà un ragazzo dolce, come l'ho conosciuto io.
Meno di ventiquattr'ore e sarei già stata in viaggio verso l'Irlanda. Già, il prossimo soggetto sarebbe stato il biondo, Niall. E ovviamente so che il 13 settembre compierà 16 anni. E ho già qualche idea per la mente.
Ma devo smettere di pensare al futuro! Devo concentrarmi su Harry, e godermi ogni secondo passato accanto a lui.
Mi cambio velocemente, rubando una delle magliette di Harry. Mi arrriva a metà coscia, ed emana il suo doce profumo.
Non appena mi sdraio sul letto, Harry sospira e si avvicina a me.
Le sue braccia mi stringono la vita, e le sue mani sono intrecciate, come per proteggermi e tenermi vicino a sè.
La sua testa è vicino alla mia, e i morbidi ricci mi solleticano la fronte e la guancia. Le sue gambe inermi e rilassate sfiorano leggermente le mie.
Godendomi quel momento di tenerezza, mi addormento, ripensando a cosa potrebbe succedere il giorno seguente.


Writer's Corner
Allora, sono in ritardo! E vi prego di scusarmi, ma non sono riuscita a postare prima!
Rileggendo il capitolo... Non mi piace molto. Sinceramente alcune parti mi sembrano stupide, scontate, banali. Vi prego, ditemi cosa ne pensate, ho bisogno di pareri!
E poi, volevo fare un ringraziamento speciale a nobodyishopeless, che mi ha aiutato nella parte "psicologica" del capitolo. Inoltre, anche lei scrive, e lo fa dannatemente bene! Passate da lei, se vi va.
Poi, dato che non ho nulla da fare, vi consiglio due FF stupende, che non potete non leggere!
Malik  
'Elizabeth.' 
E poi, voglio ringraziare, le 20 persone che mi hanno messo nei preferiti. Volete farmi venire una morte prematura per la troppa dolcezza?
1 - 1D_my_life
2 - BradfordBadGirl (scrive benissimo, passate da lei)
3 - Claudietta_directioner
4 - directioner xxxx
5 - EmAndOneDirection
6 - GEMELLINI23 (sta scrivendo una FF bellissima a quattro mani, passate)
7 - IJustLoveYourGreenEyes
8 - jenny_directioners
9 - louislove
10 - Luana__Oned
11 - matilol1D
12 - NiallEatMyNick
13 - OneDirection_Infection_
14 - Pez (la mia Sarah)
15 - TomlinsonAss
16 - virgysweetdirection
17 - xelpayne
18 - xharryspervy
19 - Youhavemyheart
20 - _jawaadmylove
Bueno ragazzuole, volevo solo dirvi che leggo sempre le vostre recensioni, e mi fate sciogliere con tutta la vostra gentilezza. L'altro giorno guardavo le storie più popolari sui One Direction, e fra quelle con più recensioni positive per capitolo la mia storia è 15°. Ed è tutto grazie a voi. Non smetterò mai di ringraziarvi!
Ok, ora mi dileguo perchè lo spazio autrice sta diventando chilometrico!
Hakuna matata a tutte!
Un bacione

Sabrina

 




   
 
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