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Autore: Cabiria Minerva    06/04/2013    2 recensioni
Londra, periodo imprecisato tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo.
Il Blanc Fauve, teatro molto noto, assume una giovane promettente - Miss Potter - per affiancare Mr. Piton, l'esigente cantante. Con la sua innocenza e la sua voce affascinante, la giovane Potter scombussola la vita di Piton quasi senza accorgersene, costringendolo a far luce su un passato misterioso e insinuandosi nei suoi pensieri...
[AU]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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II.


 

Quel giovedì Mr. Piton arrivò a teatro, alle 9 precise, quasi di buonumore. Non perché avrebbe finalmente conosciuto (e giudicato) la nuova cantante tanto acclamata dal vecchio direttore, bensì perché era una delle rare volte in cui avrebbe potuto avere un paio d'ore tutte per sé. Quasi tutti i membri della compagnia, infatti, avevano approfittato dell'inizio posticipato delle prove per rimanere a letto qualche ora in più, perciò il teatro – di solito brulicante di persone – sarebbe stato semi-deserto almeno fino alle 12.30, e il palco almeno fino alle 12.50. In altre parole, quasi nessuno lo avrebbe disturbato per un'intera mattinata.

Indossò una delle camicie che usava sempre per le prove: beige, un poco stinta, ed ampia, le maniche arrotolate fino al gomito e la stoffa morbida. Non ricordava con precisione quando avesse iniziato ad indossarle, ma sapeva che da allora non aveva mai più provato con le solite camicie candide ed inamidate. Con queste altre si sentiva molto più comodo, riusciva a muoversi senza problemi e, nella loro informità che nascondeva il corpo fin troppo magro, quelle camicie lo facevano sentire protetto dagli sguardi altrui.

Passeggiò sul palco mentre rileggeva uno dei nuovi brani, mormorando tra sé e sé di tanto in tanto, alzando lo sguardo solo per controllare di essere veramente solo – ah, che bella sensazione quella di essere sul palco senza nessuno seduto ai bordi, senza rumori che lo disturbassero in continuazione né pause imposte dalle esigenze altrui.

Si bagnò le labbra con un po' di vino dolce – un toccasana per la voce.

 

Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!1

 

«Mmmh.» Mr. Piton aggrottò le sopracciglia, rileggendo la didascalia posta accanto al testo. Inspirò profondamente e provò nuovamente l'ultimo pezzo.

 

Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!

 

Apparentemente soddisfatto, annuì e lasciò degli appunti, la scrittura minuta e precisa, accanto alle indicazioni sul modo in cui le parole avrebbero dovuto essere interpretate e rappresentate. «Alzare... ottava... pausa.» mormorò quasi senza accorgersene, facendo eco allo scricchiolio del pennino. Lesse le linee successive mimando le parole con le labbra. Annuì nuovamente tra sé e sé.


 

Ed il mio bacio scioglierà il silen–

 

Voltò la testa di scatto alla ricerca della fonte del rumore che l'aveva disturbato, socchiudendo appena gli occhi in un gesto che esprimeva la sua irritazione: quella mattina nessuno avrebbe dovuto essere lì, e lui non avrebbe certo accettato presenze importune in quell'oasi di pace.

Scorse una macchia rossa svanire dietro una tenda e si lasciò sfuggire un grugnito scocciato. «Chiunque sia, posso assicurarle che nascondersi dietro ad una tenda, per quanto spessa, non rende la sua presenza meno fastidiosa.»

Alle sue parole ci fu un movimento dietro la stoffa purpurea e pesante, che s'increspò prima di liberare dal suo abbraccio una giovane ragazza. «Mi dispiace, non volevo disturbare, volevo solo...»

«Chi è lei?» l'interruppe Mr. Piton, perplesso da quell'apparizione.

«Lily Luna Potter, signore.» rispose con voce pacata l'estranea, l'ammasso di boccoli rossi ondeggiante che incorniciava il lieve inchino.

«Mr. Piton.» borbottò, stranamente turbato. Quella ragazzina che lo fissava con occhi spalancati sembrava talmente tanto a... no, meglio non pensarci. Distolse con veemenza lo sguardo dal corpo sottile, e ancora un poco acerbo, fasciato in un semplice vestito azzurrino con appena un accenno di pizzo sugli orli – una cosa decisamente molto poco cosmopolita. Doveva venire dalla campagna.

«Mr. Piton.» La ragazza mormorò il suo nome con sguardo interrogativo. «Lei è il cantante, se non erro?»

«Esatto.»

«È talmente un onore conoscerla! Finalmente!» Improvvisamente scomparso il timore iniziale, gli occhi nocciola s'illuminarono. «Ho sentito parlare così tanto di lei.» Miss Potter mosse qualche passo verso il palco, fermandosi nel notare lo sguardo perplesso rivoltole dall'uomo. «Oh, pensavo che l'avessero avvisata del mio arrivo. Mr. Silente ha detto che avrei avuto un'audizione privata con lei, prima di iniziare con le prove vere e proprie. Sono la sostituta di Mrs. Davies.»

«La nuova cantante...» Decisamente non quello che si era aspettato; d'altronde, Mrs. Davies e la sua predecessora – Mrs.... Mrs...Bulstrode, ecco – avevano certamente voci eccellenti, ma non erano delle bellezze. A dire il vero, non erano né belle né brutte; erano, più che altro, vagamente insignificanti. Mentre la ragazzina che Mr. Piton si era trovato davanti era già piuttosto affascinante e prometteva di diventare una donna se non molto bella – aveva una costituzione piuttosto minuta – decisamente degna di attenzione. Si schiarì la voce. «L'audizione sarà solo tra qualche ora, Miss Potter.»

La giovane gli rivolse un sorriso – un sorriso che gli fece comprendere che l'emozione di trovarsi lì era talmente grande da impedire alla ragazza di provare la naturale soggezione che Mr. Piton era ben conscio d'inspirare: proprio come un bambino cresciuto in campagna che, arrivato in città per la prima volta, è troppo eccitato per provare timore. «Lo so, ma mentre seguivo il consiglio di Mr. Silente di curiosare un po' ho sentito qualcuno cantare. Allora ho seguito la sua voce e sono arrivata qui... Non intendevo disturbare, ma era una melodia così bella...»

«Non si deve scusare.» Mr. Piton chiuse e riaprì per alcuni istanti un pugno. Quella ragazzina lo innervosiva. Forse era il suo sguardo ingenuo, oppure la o formata dalle sue labbra mentre ammirava la sala, stupendosi degli affreschi e delle ricche stoffe dei tendaggi.

Miss Potter lo ringraziò con un altro piccolo inchino. «Se vuole la lascio solo, posso fare una capatina dietro le quinte e tornare quando avrà finito...» si mordicchiò spontaneamente un labbro e inghiottì un però, cosa che non sfuggì a Mr. Piton.

«Però?» le chiese quindi, facendola arrossire un poco.

«Però mi piacerebbe assistere alle sue prove.» Il rossore si sparse sulle guance e raggiunse le orecchie. «Solo se non sono di disturbo, ovviamente.»

Ovviamente. «Come preferisce.»

La osservò mentre si sedeva in una delle poltroncine di prima fila, sistemando il vestito affinché non facesse troppe pieghe. Quando Miss Potter si fu accomodata alzò lo sguardo su di lui, che distolse il proprio con uno scatto, come se si fosse bruciato, e lo rivolse al foglio che teneva in mano.


 

Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che...

 

Mr. Piton lanciò un'occhiata alla giovane, che lo osservava con estrema attenzione. S'interruppe per schiarirsi la gola.


 

Che...


 

Accidenti! Era abituato ad esibirsi davanti a un pubblico decisamente molto più numeroso e raffinato, come mai la mera presenza di quella ragazzina sembrava deconcentrarlo così? S'interruppe nuovamente per bere un sorso di vino, furente senza nemmeno bene saperne il motivo.


 

Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.


 

Sorrise soddisfatto e continuò a provare, cercando di ignorare la presenza di Miss Potter.


 

* * *


 

Aveva lasciato il suo alloggio poco dopo la colazione – la cui partecipazione le era stata imposta da Hermione, la moglie di suo zio, che le aveva ripetuto fino allo sfinimento quanto fosse importante e necessaria affinché socializzasse con i suoi cugini. Certo, sua zia era una brava persona, una madre affettuosa e una donna molto colta, ma sapeva essere spossante, soprattutto quando decideva di far qualcosa (o meglio, di obbligare gli altri a far qualcosa, come le aveva confidato sua cugina Rose ridacchiando. «Una volta ha deciso che avrebbe fatto bene a tutti noi imparare una lingua orientale, soprattutto ora che viaggiare è diventato così semplice! Mio padre ha dovuto subire quattro ore di lezione prima che lei desistesse dal suo intento.»)

Era talmente emozionata che le sue mani inguantate avevano iniziato a tremare mentre saliva sulla carrozza mandatale da Mr. Silente, e ancora adesso che vagava tra i corridoi deserti del teatro – Mr. Silente, dopo averla accolta con tè e pasticcini, l'aveva licenziata dicendole che se la sarebbe sicuramente cavata benissimo – non riuscivano a calmarsi.

Inspirò profondamente e accarezzò quasi senza accorgersene una parete con la punta delle dita. Era in un teatro. Un teatro vero! Con cantanti, ballerini, … Si mordicchiò le labbra, eccitata da tutte quelle novità.

Una voce lontana la distrasse dall'esplorazione. Qualcuno stava cantando. Incuriosita, decise di andare alla ricerca del proprietario della voce – il magazzino, tappa caldamente consigliatale da Mr. Silente in quanto «piena di meraviglie», avrebbe sicuramente potuto aspettare un altro po'. Raggiunse la sala principale, la voce che man mano si faceva più chiara e distinta, e la vista che le si parò davanti accrebbe, se possibile, la sua meraviglia: pesanti drappeggi ricoprivano i muri, incorniciavano i balconcini le cui balaustre erano delle esplosioni dorate su uno sfondo bianco. Il rosso e l'oro erano ovunque, riempiendole gli occhi.

Rapita, entrò nella sala e, senza notare che una delle listelle di legno del pavimento era leggermente alzata, vi poggiò sopra un piede. Il rumore non fu esageratamente forte, ma di certo venne sentito dall'uomo che, solo, stava provando un'aria piuttosto famosa. S'interruppe, infatti, e Miss Potter non attese che si voltasse a guardarla per fiondarsi dietro una delle tende che aveva ammirato pochi istanti prima. Solo quando il tessuto le sfiorò il viso si rese conto di quanto fosse stata stupida quell'idea. E poi, perché mai avrebbe dovuto nascondersi?

«Chiunque sia, posso assicurarle che nascondersi dietro ad una tenda, per quanto spessa, non rende la sua presenza meno fastidiosa.»

Perfetto... Miss Potter inspirò profondamente e si liberò dalla stoffa che l'avvolgeva. «Mi dispiace,» cominciò «non volevo disturbare, volevo solo...»

«Chi è lei?»

Miss Potter si chiese se, per caso, non ci fosse qualcosa d'incastrato tra i suoi capelli – era stata una mattinata alquanto ventosa, in fondo – perché quell'uomo la guardava con perplessità. «Lily Luna Potter, signore.» Approfittò dell'inchino per osservarlo con discrezione: aveva un incarnato pallido, come se non fosse solito passare molto tempo all'esterno, e capelli neri che ondeggiavano ad ogni suo movimento, sfiorandogli le spalle. La giovane non avrebbe saputo dargli con precisione un'età – avrebbe potuto avere poco più di quarant'anni, ma non si sarebbe stupita troppo se avesse scoperto che, invece, era coetaneo di suo nonno. Malgrado la voce, profonda e particolare, per il resto l'uomo non era niente di che; Miss Potter non si sarebbe fatta troppe remore a dire che la bellezza non era sicuramente una delle sue doti. Non che fosse brutto, però con quell'aspetto gracile, il naso aquilino e lo sguardo truce... beh, non esattamente una delle creature con cui Dio era stato particolarmente generoso.

«Mr. Piton.» si presentò a sua volta l'uomo, inconsapevole dell'esame a cui era sottoposto.

«Mr. Piton...» Quel Mr. Piton? «Lei è il cantante, se non erro?»

«Esatto.»

Una nuova ondata d'eccitazione spazzò via l'iniziale imbarazzo. «È talmente un onore conoscerla! Finalmente!» Si mosse nella direzione dell'uomo, per fermarsi quasi immediatamente, spaesata dal suo sguardo basito. «Oh, pensavo che l'avessero avvisata del mio arrivo. Mr. Silente ha detto che avrei avuto un'audizione privata con lei, prima di iniziare con le prove vere e proprie. Sono la sostituta di Mrs. Davies.»

«La nuova cantante...»

Sembra quasi deluso. Forse pensa che io sia troppo giovane ed inesperta per poter cantare al suo fianco... E non credo di potergli dar torto.

«L'audizione sarà solo tra qualche ora, Miss Potter.»

«Lo so, ma mentre seguivo il consiglio di Mr. Silente di curiosare un po' ho sentito qualcuno cantare. Allora ho seguito la sua voce e sono arrivata qui... Non intendevo disturbare, ma era una melodia così bella...»

«Non si deve scusare.»

Dalla sua faccia non si direbbe, pensò, mordendosi la lingua per non pronunciare a voce alta le parole, preferendo un accenno d'inchino. «Se vuole la lascio solo, posso fare una capatina dietro le quinte e tornare quando avrà finito...» aggiunse titubante, questa volta non solo tra sé e sé.

«Però?» le chiese Mr. Piton come se le avesse letto nella mente.

«Però mi piacerebbe assistere alle sue prove.» Avvampò, e le vennero in mente i rimproveri di sua nonna ogniqualvolta – a parer suo – diceva più di quanto fosse onorevole per una giovane a modo. «Solo se non sono di disturbo, ovviamente.» Si affrettò ad aggiungere, per non sembrare troppo invadente.

«Come preferisce.»

Colse al volo la concessione e, prima che l'uomo potesse cambiare idea, si accomodò in una poltroncina.

Quando alzò nuovamente lo sguardo – abbassato per controllare che la gonna non s'incastrasse da qualche parte – su Mr. Piton, le sembrò che lui la stesse osservando. Ma i suoi occhi si spostarono sullo spartito talmente in fretta che Miss Potter quasi non fu più certa di ciò che aveva visto. Forse era già preso dal resto e lei si era semplicemente sbagliata.

Mr. Piton cominciò a cantare, e la giovane era talmente concentrata, talmente rapita da quella voce, che quasi non s'accorse dell'iniziale inciampo, di quella pausa in cui le aveva lanciato un'occhiata che avrebbe fatto fuggire molti. E se anche se ne accorse, si dimenticò dell'accaduto non appena il cantante riprese l'aria da dove l'aveva interrotta, con voce più certa, facendola perdere tra le parole e le note.
 


1 «Nessun Dorma», Turandot


Buonaseeeera! Avendo aggiornato Myosotis solo due giorni fa volevo provare ad aspettare un po' prima di aggiornare questa storia, ma ormai chi mi conosce anche solo un po' sa che la mia pazienza è spesso e volentieri in vacanza ;)
Pazienza a parte, vorrei fare una piccola nota sulla forma di questa ff: per ora ho preferito dividere i capitoli in due parti per poter esplorare entrambi i punti di vista, ma non so se continuerò così. Per il momento mi soddisfa, ma domani chissà.. quindi non rimanete delusi se il prossimo capitolo seguirà un altro pattern (o se terrà questo, nel caso non vi piacesse XD).

Naturalmente, non fatevi problemi se qualcosa vi turba/non vi piace/non vi soddisfa/etc etc - in fondo è la prima volta che scrivo un AU quindi non è esattamente il  mio pane quotidiano :) E se non vi va di farlo tramite recensione mandatemi pure un msg privato o scrivetemi via facebook: sono alquanto nerdeggiante, perciò difficilmente dovrete aspettar molto per una risposta :D

Concludendo il solito papiro (logorroica.. sono logorroica.. XD), spero che questo capitolo vi sia piaciuto (o almeno che non mi tiriate addosso uova marce.. bleah!) e vi ringrazio di esser sopravvissute fino a qui! E un grazie speciale, naturalmente, va alla mia adorata beta (che, a differenza di voi che leggete, non può fuggire.. muhahaha), Unbreakable_Vow *purr purr*

A presto,
Cabiria Minerva

   
 
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