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Autore: RealMocking    07/04/2013    1 recensioni
《Oddio, Gwendolyn, guarda!》 Disse Gideon.
Mi girai. La mano era ancora all'interno del cronografo.
Poi il lampo rosso, il mio solito lampo rosso rubino.
Mi ritrovai nella mia camera di diciotto anni prima, spaesata.
E con il cronografo in mano.
Ho voluto aggiungere un continuo alla storia, cambiando qualcosa.
E inserendo un problema apparentemente irrisolvibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Primaditutto cercai di capire come potesse essere successo. Poi mi resi conto che quando Gideon mi aveva chiamata stavo ancora stringendo la parte superiore del cronografo con la mano destra, e probabilmente toccarlo mentre il mio sangue mi faceva scomparire in un lampo rosso rubino aveva fatto si che fosse trasportato con me nel 1993. Pian piano il panico inizió ad impadronirsi di me ed io presi a sudare freddo. Ok, mi era successo proprio ció che era successo anche ai miei genitori diciassette anni prima. Cioé, tra un anno. Decisi che sarei andata di corsa da mio nonno, perché era l'unica persona di cui mi fidavo in quell'epoca e inoltre l'unica a sapere della mia esistenza.

Non so come riuscii, quella sera ad infilare il cronografo in una delle grandi buste lasciate accanto al divano verde e ad uscire dall'edificio di Temple (Violet Purpeplum mi era di nuovo tornata utile) Ma mi trascinai per le strade di Londra fino a trovare la mia casa, facendo crescere ad ogni passo la convinzione di essere rimasta bloccata nel tempo. Quando mi ritrovai fuori dalla mia casa decisi che avrei dovuto intercettare mio nonno in qualche modo, senza peró che Lady Arisa, zia Glenda o il suo povero marito se ne accorgessero. E magari nemmeno Charlotte, perché scommetto che giá nel pancione aveva uno spiccato spirito intuitivo. Aspettai per ore poggiata con la schiena al muro posteriore del palazzo, e mi accorsi che avevo dormito per tutto il tempo, sfinita dallo shock, solo quando una mano mi scrolló delicatamente.

-Gwendolyn, cosa ci fai tu qui?

Quando vidi il viso anziano di mio nonno mi venne quasi da piangere. 

-Nonno...- Bisbigliai, e subito mi tornarono alla mente tutti i presentimenti negativi che avevo avuto fino ad allora. Mi buttai tra le sue braccia ed indicai il cronografo all'interno della della busta.

-Come... come hai fatto a portarlo fin qui?- Chiese lui sconvolto. 

-L'ho toccato involontariamente mentre stavo per trasmigrare. Oh nonno, che cosa succederá adesso? Non voglio rivivere la vita che ho giá vissuto... cioé...- Cominciai a balbettare, terribilmente agitata- Voglio solo tornare alla mia realtá!- Dissi, scoppiando a piangere. Mi ero cacciata in una situazione piú grande di me. Nemmeno quando ero stata uccisa avevo avuto cosí tanta paura.

-Adesso dobbiamo solo concentrarci su dove nasconderti, poi ne parleremo con calma. In casa non posso farti entrare, Gwendolyn, Glenda fiuterebbe la tua presenza a un chiloketro di distanza e Arisa noterebbe qualunque cosa fuori posto. Fai cosí. Vai nell'albergo a due isolati da qui, hai presente quale? - annuii con la testa. - Bene, io prenoteró per te e passerai la notte lí. Noi due ci incontriamo domattina alle nove al bar lí vicino. Adesso devo rientrare - mi diede un bacio sulla fronte -tu sta stranquilla. E sta terribilmente attenta a quello -indicó il cronografo- se lo perdi siamo finiti.

Si giró e fece per ritornare in casa di soppiatto. -Ti voglio bene, nipotina.

-Ti voglio bene, nonno. Sono felicissima di rivederti.

 

Quando mi svegliai erano le otto passate. La sera prima ero arrivata all'albergo trasportando a fatica il peso del cronografo e avevi trovato una prenotazione per Violet Purpeplum fatta da Lucas Montrose, che aveva pagato una notevole somma per far si che non fosse esposto un documento. Il giorno dopo alle nove, credendo di trovarmi in un sogno, ero andata verso il bar dietro l'angolo, immersa nei pensieri piú negativi, con il cronografo sempre trascinato all'interno della busta. Mio nonno era giá seduto al tavolino.

Quando mi sedetti, mi fu portata una tazza fumante di cioccolata.

-Buongiorno, nipotina.

-Ciao, nonno.- vederlo mi aveva subito risollevato il morale. Avevo sofferto tantissimo per la sua morte, soprattutto dopo aver scoperto che non era avvenuta per cause naturali.

-Dunque, prima dobbiamo discutere su dove farti stare finché sarai qui. Dobbiamo essere certi che tu sia al sicuro e che nessuno possa ricordare il tuo viso tra diciassette anni o meno.

-Ma nonno, a ma non importa niente! Io non voglio assolutamente rimanere qui, anzi, l'unico lato positivo é che posso stare con te.

Qui mio nonno mi rivolse un sorriso dolce. Preferivo mille volte la versione anziana di lui a quella giovane e immatura, con cui la prima volta mi ero trovata a disagio. In fin dei conti lui mi conosceva molto piú adesso che da giovane.

-Potresti stare giá da adesso con Grace e Nicolas. No, no, non devono assolutamente sapere che sei tu la viaggiatrice. Allora potresti...-

-Nonno- lo interruppi -io voglio soltanto riuscire a trovare un modo per convincermi che non dovró ricominciare a vivere dal 1993.

-La situazione é complicata, Gwendolyn. Chiaramente il fatto che tu debba vivere qui, onsarebbe meglio dire ora, é da prendere in considerazione. Non voglio sconfortarti, ma non mi si presentano alternative.

Le sue parole contribuirono a calarmi nello sconforto. Ero demoralozzata al massimo.

-Questo vuol dire che...- Mi bloccai. Ripensai a mia madre, ai miei fratelli, a zia Maddy, a Leslie. A Gideon.

-Però... ma certo! Se non sbaglio voi avete a disposizione un altro cronografo.

Un barlume di speranza si accese dentro di me. -Si, esatto-, dissi.

-Allora basterebbe che il tuo amico diamante calcolasse quanto tempo sia passato dal momento in cui haibsaltato ieri pomeriggio e appaia qui da un momento all'altro- Disse lui, con una evidentente espressione di sollievo.

La mia incontenibile euforia duró per un attimo, poi sparí di nuovo. Gideon non avrebbe esitato un attimo a venirmi a prendere e riavermi con lui.

-Ci dev'essere qualche problema- dissi - qualcosa che non abbiamo considerato.

Pensammo insieme per qualche minuto, poi una tetra lampadina si accese dentro di me. 

Gideon. Il mio ragazzo diciannovenne. Era nato nel 1992.

E un viaggiatore nel tempo non puó viaggiare all'interno della propria vita.

  
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