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Autore: Nashiko    28/10/2007    9 recensioni
Pensava che fossimo simili? Se era così, aveva sbagliato di grosso. Fremeva e provava dolore nella sua impotenza. Ed io ancora lo consideravo una nullità. Una nullità che in futuro avrebbe cambiato totalmente la mia esistenza. (Gaara x Naruto)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sabaku no Gaara , Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Roses and Chains~

~Roses and Chains~

 

CAPITOLO IV

Vetri Rotti

 

 

Delizioso tepore che l’avvolgeva. Silenzio ed oscurità. Era morto. Sentiva il corpo pesante. No, era vivo. Un cadavere non avrebbe dovuto percepire la gola inaridirsi e le mani formicolare. Probabilmente aveva perso i sensi, anche se non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Maledetta l’emozione che aveva lasciato trapelare. Maledetta la debolezza che l’attanagliava. Avrebbe accettato ogni conseguenza. Tutto per lui. Sarebbe stato meglio morire, piuttosto che vedere Gaara in quello stato. Strinse ancor di più gli occhi ancora chiusi, tentando di trattenere un colpo di tosse. Gola troppo secca. Il suo corpo s’era già involontariamente contratto in un rantolo, mentre cercava di recuperare ossigeno.

Sei sveglio…” sentì mormorare e subito sgranò gli occhi, associando un volto a quella voce. Si mise a sedere velocemente, avvertendo una dolorosa fitta ai polsi. Li guardò entrambi. Violacei e gonfi. In quel momento s’accorse di trovarsi proprio nell’ultimo posto che la propria mente gli suggeriva. Nello studio del rosso e precisamente sul grande divano ad angolo, collocato contro la parete opposta a quella avente una dozzina di finestre tondeggianti. Poteva scorgere i vetri in frantumi sul pavimento ed i pochi residui rimasti negli infissi. Aveva sollevato il volto, cercando con occhi allarmati colui che aveva parlato, trovandolo poi seduto sulla grande scrivania di legno chiaro. E quei capelli cremisi, rilucenti al crepuscolo, ancora una volta gli sembrarono incantevoli. Teneva il capo chino, impedendogli quasi completamente la vista del suo viso. Porcellana che non sarebbe mai stata scalfita. Un demone in un corpo angelico e perfetto. Delizioso assassino. Giacente in quell’oblio di ricordi. Solo un ragazzo emotivamente instabile. S’era sentito soffocare, quando la sabbia gli aveva avvolto il collo, in un dolce abbraccio dal sapore di morte. Per un attimo, gli era quasi parso che, dalle labbra sottili di Gaara, fosse sfuggito un sospiro spezzato. Ma in quel momento ogni certezza sembrava vacillare imperterrita.

“Credevo d’averti ucciso” lo sentì parlare e la sua voce era appena un sussurro “Invece eri solo svenuto. Tu… sei stato tu. Con le tue parole mi hai illuso di poter scegliere e non era vero niente. Io sono un assassino. Sono… un…” non era riuscito a terminare la frase che le parole gli erano morte in gola, messe a tacere da insolenti lacrime ribelli. Lacrime represse brutalmente e costrette a tornare da dov’erano venute.

“Non ti ho illuso! Sei veramente cambiato, Gaara, non sei un assassino! Avresti potuto uccidermi e non l’hai fatto!”

“Ma c’ho provato… che ci sia riuscito o meno… No, questo non cambia le cose” ed era sprofondato ancor di più nella pesante maglia bordò, nascondendo la parte inferiore del viso nel bavero, chiudendo gli occhi.

Il biondino lo imitò. Tutti i suoi pensieri si erano dissolti, lasciandolo fluttuare in quella tensione che sembrava poterlo sbranare. Non avvertiva una sensazione neppure lontanamente paragonabile al freddo, eppure sentiva il proprio corpo scosso da brividi inspiegabili. Tremava. Chiuse gli occhi e nelle sue palpebre rivide il corpo di Gaara steso su un prato. Morto. Ricordava ancora, seppure fossero passati anni da allora, l’atroce dolore che aveva provato, quando gli avevano sottratto Shukaku ed era morto, così come ricordava l’immensa felicità che l’aveva pervaso, quando la vecchia Chiyo l’aveva riportato in vita, a discapito della sua stessa sopravvivenza. Le parole di quell’anziana donna gli tornarono alla memoria, insieme ad eventi che credeva d’aver rimosso.

“Tu sei l’unico a poter comprendere il dolore di Gaara… Così come Gaara è l’unico a poter comprendere il tuo”.

Aveva ormai dato per scontata l’esistenza del rosso e i suoi disperati tentativi d’essere amato. Proprio così, aveva dimenticato quanto quel ragazzo si sentisse irrimediabilmente solo. Gli aveva mentito, imponendosi quell’assurda scelta. Convincendosi che quella fosse la scelta migliore. S’alzò dal divano, scostando la coperta che aveva addosso, facendola finire sul pavimento in un debole fruscio. In quell’assordante silenzio gli parve che il flebile strofinio della stoffa fosse insopportabile. In un baleno coprì la distanza che lo separava dal ragazzo seduto sullo scrittoio. Protese le braccia in avanti, quasi non potesse aspettare un attimo in più e lo strinse con quanta più forza gli era stato dato di recuperare in quegli ultimi attimi. Con tanto vigore da mozzargli il fiato, gli cinse le spalle, affondando il viso nell’incavo della sua spalla. Stava abbracciando il suo assalitore, senza curarsi di quale reazione avrebbe scatenato. E neanche gli importava. Dopo quello che era accaduto, dare peso a certe eventualità sarebbe stato solo un atto d’immensa codardia.

Gaara rimase immobile, con gli occhi spalancati dallo stupore. Il suo cuore era ormai saturo di sentimenti talmente contrastanti che gli sembrava volesse scoppiare da un momento all’altro. Gli palpitava rimbombante nelle tempie e non pareva affatto voler rallentare. Inspirò profondamente, per poi liberare l’aria in un soffio di timorose parole “Mi hai mentito. Perché?” e chiuse gli occhi lentamente. In quel momento sarebbe voluto sprofondare all’inferno. D’altronde aveva tentato di ucciderlo. Irrilevante il fatto che dopo si fosse precipitato da lui e l’avesse soccorso e accudito, nell’attesa che si riprendesse. Era lui ad essere nel torto, eppure perché le proprie parole gli suonavano quasi accusatorie, nei confronti del biondo? Perché quel ragazzo, invece di cercare vendetta, lo stringeva così forte? Perché sentiva i loro cuori pulsavano, tanto velocemente, pressoché all’unisono? Era confuso. Sentiva le membra intorpidite e la testa scoppiargli. Per quanto si sforzasse, in quel momento, proprio non riusciva a trovare risposte e tanto mento smentite.

“Perché so che tutto questo è profondamente sbagliato, eppure…” Naruto lo strinse ancor di più come se, allentando la presa, avesse potuto svanire tra le sue braccia “È così bello”. Sollevò tremante il volto, rivolgendo uno sguardo ansioso al rosso, ricevendone in cambio uno colmo di malinconia. Gaara lo distanziò lentamente con le braccia, ormai la furia omicida l’aveva completamente abbandonato “Quando ti penso, sento tanto dolore qui” e gli prese la mano, guidandola in corrispondenza del suo cuore “E quando sei lontano… è ancora più forte… Non ho mai provato una cosa simile, fa male. Mi hanno detto che questo si chiama ‘amore’… È così?”.

Il biondo annuì senza fretta e, sorridendo comprensivo, aveva azzerato le distanze tra i loro volti, posandogli un morbido bacio sulla guancia e cogliendo alla sprovvista l’altro, che s’era voltato di scatto. Trovandosi così a naso a naso, imbarazzati e impacciati. Naruto aveva reclinato il viso verso sinistra, posando le labbra sue, sfiorandole delicatamente, quasi fossero petali di un fiore. Ben presto il semplice carezzarsi non era più bastato ed il biondo aveva, quasi involontariamente, cominciato a lambire amabilmente il labbro inferiore del rosso che teneva gli occhi socchiusi, godendo dei brividi che gli correvano lungo la schiena come fossero leggere scariche elettriche. Gaara aveva preso a strusciarsi languidamente sul corpo dell’altro che, nel frattempo, cercava di introdurre la lingua tra le sue labbra, richiedendone tacitamente l’accesso, concesso dal lento schiudersi di queste ultime. Il rosso aveva posato le mani sulla nuca del suo compagno, insinuandole tra quei morbidi capelli d’oro. Le loro lingue danzavano in quel bacio s’apprestava a diventare sempre più passionale e lascivo. Il dolce tepore di quel contatto umido e sensuale s’era interrotto quasi bruscamente, lasciando Gaara con un amaro senso di calda insoddisfazione. Le labbra roventi del biondo avevano cominciato a provocare la gola sensibile dell’altro che giaceva tra le sue braccia ormai immerso nella stasi più totale. Il ragazzo dai capelli cremisi aveva ormai rinunciato a cadenzare il proprio respiro, rovesciando il capo all’indietro e chiudendo gli occhi per godere maggiormente di quei baci. Annegato in quell’oceano di calore e desiderio. Aveva sentito le mani di Naruto carezzargli il petto, per poi scendere, arrivando sul bordo spesso dei pantaloni ed insinuando all’interno un dito, guadagnando la pelle calda del ventre. Un brivido all’apparenza gelido, ma in realtà ardente come un incendio, era partito sconvolgente dall’altezza del linguine, quando proprio quella mano era arrivata al cavallo dei pantaloni, fregando sulla stoffa ruvida. Si strinse di più a lui, spingendolo a continuare ancora e ancora. Si unirono ancora in un lungo quanto intenso bacio.

Un colpo, poi due ed ancora un altro. Il frenetico bussare sulla porta giungeva come ovattato alle loro orecchie. Ma ben presto erano stati bruscamente costretti ad interrompere quelle deliziose effusioni.

Kazekage, è lì? Il consiglio la attende da oltre mezzora, è urgente! Eh, ma perché è chiusa? Kazekage, risponda!”

Naruto si staccò velocemente dal rosso, allarmato, per poi sentire la voce di velluto dell’altro sussurrargli a fior di labbra “L’ho chiusa a chiave, la porta… Nel caso tu fossi morto, avrei dovuto trovare un modo per sbarazzarmi del tuo cadavere in tutta calma”. Quell’affermazione agghiacciante era stata però tradita dal tono che aveva utilizzato, rivelando nient’altro che uno scherzo di cattivo gusto. Gaara aveva baciato ancora Naruto sulle labbra, cercando di ricomporsi “Si, arrivo subito!”.

Avevano udito la voce dell’uomo fuori dalla stanza ringraziare in tutte le lingue conosciute ed i suoi passi che si allontanavano per il corridoio. Si guardarono per un secondo, sì, il più lungo della loro vita. Non c’era bisogno di parole. Tuttavia, il senso d’insoddisfazione di Gaara tornava prepotente, quasi scacciando il benessere che gli invadeva anima e corpo. Mancava forse qualcosa?

“La prossima volta… non saremo interrotti” aveva sogghignato Naruto, intanto che Gaara era impegnato a sistemarsi la maglia.

Gli occhi cerchiati di nero si erano assottigliati un po’, nel momento in cui aveva avvertito l’ennesimo bacio sul collo, seguito da parole mormorate appena in un orecchio che erano rimaste sospese nel silenzio della camera, senza risposta.

“Ti amo”

Il giovane del deserto aveva spalancato gli occhi, incredulo, quando il biondo gli aveva regalato in un istante tutto quello che aveva desiderato di sentirsi dire da una vita intera. L’aveva visto sgattaiolare fuori della finestra senza dire una parola, in fretta.

Aveva posato lo sguardo sul pavimento, vagante distratto tra i vetri rotti, sparsi un po’ ovunque. Così simili al proprio cuore, frantumato innumerevoli volte e ridotto in pezzi. Avrebbero sicuramente riparato le finestre del suo studio, senza fare troppe domande, come lui avrebbe disposto. Fino a pochi attimi prima aveva pensato che il suo dolore sarebbe stato un compagno per l’eternità. Si sbagliava. Il proprio cuore era stato mondato dalle schegge affilate che lo trafiggevano, che lastricavano il proprio animo, sbarrandogli ogni possibile strada e lasciandolo in una straziante immobilità. Sorrise. I vetri rotti non c’erano più e forse non sarebbero più tornati, per loro non c’era posto. E in quel momento aveva capito che probabilmente, il proprio nome, non aveva più tanto senso.

 

Fine.

 

 

Nashiko: ecco l’ultimo capitolo. Purtroppo sono stata parecchio lenta con l’ultimo aggiornamento, ma ho notato con piacere che questa breve storia è stata letta e apprezzata parecchio (anche più del dovuto!). mi spiace di non aver inserito la lemon che avevo in programma, ma mi sembrava un po’ eccessivo (d’altronde Gaara aveva appena provato ad accoppare Naruto O_O), per questo ho preferito tagliar corto e lasciare tutto in sospeso ^^ in ogni caso non escludo a priori un seguito (anche se ora non mi viene in mente XD). Peccato per l’interruzione, chissà sennò che avrebbero combinato quei due… e poi… che avrà voluto dire Naruto conla prossima volta’?!?! Mah… XD

La storia dei vetri rotti mi è venuta in mente solo dopo aver concluso il capitolo e ho pensato che fosse incompleto. Così m’è sembrato migliore e l’ho dato per buono! Per inciso, nel caso aveste dei dubbi, l’ultima frase si riferisce al significato del nome di Gaara: Demone che ama solo se stesso. E con questo ho detto tutto! Ah, mi piange il cuore ad archiviare questa storia… -.- ho dovuto cestinare diverse idee… magari le userò in futuro, chi può dirlo? ^_^ Fatemi sapere se vi è piaciuta questa storia (se volete suggerirmi un seguito contattatemi… please *_*) A prestissimo!

Rispondo ai commenti *ç*

 

X Temari: come vedi non è finita tanto male (anche se lascia l’amaro in bocca)… penso di essere stata fin troppo clemente, dato che all’inizio pensavo di farlo schiattare sul serio Naruto O_ò poi, credo abbia mentito per non far soffrire Gaara… insomma! Di pippe mentali Narutino se n’era fatte già parecchie e tutte inutili mwauahua! A presto, Baci Baci :*

 

X : AHahahah… in effetti ce l’ho una specie di doppia personalità… scherzo! Grazie del commento, spero di aver concluso bene la fic! :**

 

X Artemis00: ecco a te, capitolo pronto! A quanto pare il nostro beniamino s’è sciolto un po’! secondo te può andare così? O è troppo smielata?! ^_^;;;

 

X pamao: ciao cocchine! *_* mwah… non so se ho reso troppo bene le scene descritte, ma mi ci sono messa d’impegno XD almeno quello, eh??? La storia è ‘finita’ purtroppo… ma sto scrivendo una tonnellata di altra roba ^_^ la prossima sarà migliore! Alla prossima!

 

X fanchan: *_* ho deciso di continuare… però l’ho conclusa subito! Non tirava aria buona per dilungarmi oltre!!!

 

X crazyphoenix: in effetti Naruchan ha rischiato brutto, ma tutto è bene… tutto è bene. XD

 

X Silvercat: mwauhauahauahu grazie di complimenti (immeritati XD)… in effetti l’idea di sbattersi il Kazekage era in programma ma… su su, facciamo le serie! Non sparirmi eh *_* ci sentiamo presto tesò!

 

X Kaley: ciao amorina *_* oddio io ODIO beautiful… avevo pensato di raccogliere le sfere del drago a Kankuro, assoldato come ricercatore ma… che sto dicendo? @_@ cmq la reazione del rosso è facilmente interpretabile, dato che un maniaco omicida skizzopazzo. *_* cià cocca a presto

 

 

GRAZIE

A COLORO CHE SI SONO DATI LA PENA

DI LEGGERE E COMMENTARE

LA MIA BREVE STORIA.

  
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