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Autore: LuxyCharm    07/04/2013    2 recensioni
John e Sherlock, finalmente insieme, come due normali coinquilini dipendenti l'uno dall'altro, vivono tranquillamente la loro vita al 221B di Baker Street; questo delicato legame verrà sconvolto dall'arrivo di Jasper, un vecchio amico di John, i due ritorneranno amici ma si manifesteranno nuovi sentimenti nella mente di Sherlock.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson , Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ormai tutto è cambiato, tutto sta sfuggendo dalle mie mani simile a della candida neve bianca ormai diventata acqua gelata come l'epiteto dato al mio cuore da John. I casi di Lestrade incominciano a diventare interessanti, contorti ed io mi ritrovo la maggior parte del tempo fuori casa senza John.. John, ormai lontano da me chilometri insieme a Jasper ad una cenetta a lume di candela dove lui non si sta nemmeno accorgendo della cameriera che persistente continua a fargli gli occhi dolci. "Sei un fottuto sociopatico" questa fu la sua ultima esclamazione prima di sbattermi la porta in faccia trascinandosi rumorosamente per le scale fino a scomparire fuori il portone.
Ed eccomi qui come un'idiota (Nessuno deve saperlo) cercando su google "come faccio a capire se sono innamorato?" .. spero che John non mi scopra, troppo imbarazzante sopratutto se scoprisse che è causa sua questo comportamento fuori dal normale! Internet pensavo mi potesse aiutare, però leggo solo commenti come "segui il tuo cuore" o "il cuore che batte all'impazzata".. che aiuti stupidi, come faccio a seguire il mio cuore? Questo è anatomicamente impossibile!
- Sono tornato..-
La sua voce mi fece sussultare leggermente, non mi ero accorto che fosse arrivato. Mi girai lentamente, continuava a massaggiarsi le tempie, voleva scusarsi per ciò che aveva detto prima. Si posizionò davanti a me con lo sguardo incollato al pavimento, poi appena lo alzò dolorante il mio cuore stranamente perse un colpo.
- Sherlock io.. Un momento! Perché stai usando il mio computer?-
- Il mio è nella mia stanza.-
Lo dissi come se stessi spiegando un concetto davvero banale, come può non capire? Ma non è di questo che dobbiamo parlare.
- Ora dammelo per favore.-
Quel "per favore" mi fece accapponare la pelle, era davvero arrabbiato ma non potevo permettergli di prendere il computer, prima dovevo cancellare la cronologia.
- No! Sto facendo una ricerca molto importante e non posso interromperla.-
Dal suo sopracciglio alzato e la testa inclinata verso sinistra ho come l'impressione che non abbia abboccato..
- Allora fammi vedere, così potrò aiutarti.-
Aveva un sorriso malizioso, troppo malizioso..
- Guarda che riesco a farlo da solo!-
Dopo quella risposta calò il silenzio, ci fissammo per un attimo, poi lui andò verso la cucina ma si fermò di colpo.
- Comunque Sherlock.. sei bravo.-
Cosa? E questo cosa centra? Perché dovrei esserlo? Dovrebbe scusarsi, non dire una cosa così insensata e non inerente al nostro discorso! E poi guardatemi, seduto nella mia poltrona con il suo computer a cercare inutili risposte su domande senza un nesso logico fra di loro! Mi alzai di scatto, cos'era questo prurito alle mani? Questa voglia di spaccare la faccia ad Anderson, per la prima volta senza nessun motivo apparente? E poi le risposte alla mia domanda sono stupide, banali così scaraventai fortemente il computer contro il muro rigato dai miei spari.
- Oh Dio Sherlock, cosa hai fatto?-
Mi girai, John con le braccia allargate, la bocca aperta e le sopracciglia alzate non voleva dire nulla di buono.
- Ho appena scaraventato contro il muro il computer.-
Ovvio.
- Ma che diavolo ti è preso? Ho capito che hai scaraventato il mio computer contro il muro! Dio santo, contro il muro! Va bene i tuoi strambi esperimenti nel frigo o sparsi per tutta la casa, ma questo comportamento non lo accetto! Ma che diavolo ti è saltato in mente?-
Bip Bip.
Un messaggio, possibilmente di Lestrade guardando l'ora, a quanto pare non ha il coraggio di parlarmi in faccia per la nostra piccola discussione.
Una seconda vittima, stesse iniziali. Vieni.
-GL

Guardai John, non potevo affrontare quella discussione adesso e lui non poteva venire con me.
- Lestrade ha bisogno di me, non aspettarmi sveglio.-
Lo sorpassai sentendo i suoi occhi incollati su di me anche quando mi ritrovai ad indugiare sul portone di casa.. Cosa è questa sensazione?
                                                                         ****
Stupido. Stupido. E pensare che continua a dirlo a me che sono stupido, ma si è visto? Scaraventare un computer contro un muro senza motivo, chi può essere più stupido? A volte non lo capisco proprio, si può essere più ottusi?
Bip Bip.
Hei piccolo militare, che ne dici di una cenetta?
Sempre se il tuo capo te lo conceda.
-J
Come posso dirgli di no? Da quando è entrato nella mia vita Jasper ha solo migliorato le cose. Sorrido, forse solo a Sherlock concedevo questo tipo di sorrisi ma a quando pare a lui non importa molto.. Perché sono così dispiaciuto? "Sempre se il tuo capo te lo conceda" Sherlock non può decidere della mia vita.
Certo, vediamoci al nostro ristorante ;)
-JW
Il nostro ristorante.. mi sento uno stupido, cosa voglio dimostrare? Di potermi fare una vita dove Sherlock Holmes non è il protagonista? Perché non mi dimostra qualcosa? Che ne so "John in verità ti porto con me nelle scene del crimine perché ho bisogno di te" non deve scaraventare il mio computer e uscire di casa come se nulla fosse!
Bip Bip.
Wow, serata libera? Devo considerarmi fortunato!
Ci vediamo fra mezz'ora.
-J

A quanto pare sono disoccupato.
-JW
Piccolo militare, così mi provochi.
-J
Cosa ti fa pensare il contrario?
-JW
Subito al ristorante, non voglio di certo perdermi un'occasione d'oro.
-J
Ai suoi ordini.
-JW
Ma si può essere più idioti? D'istinto presi il giubbotto, pensavo non ci fosse bisogno di cambiarsi per una cena tra amici ma poi all'improvviso cambiai idea. Guardai l'armadio e vidi il maglione usato per il primo "appuntamento" con Sherlock (che in verità era un appostamento), con lui non mi ha portato fortuna, forse con Jasper potrebbe. Un momento, io non sono gay! Volevo dire che porterà fortuna alla nostra amicizia, è ovvio che a me piacciono le donne! Devo smetterla di parlare con me stesso, peggioro semplicemente la situazione. Mi cambio velocemente e scendo per le scale, chiamo un taxi e dopo aver detto il posto desiderato mi posiziono tranquillamente sul sedile.. PERCE' PENSO TUTTO IL TEMPO A SHERLOCK?! Va bene che ormai prendo il taxi sempre con lui, quindi una specie di "senso di mancanza" deve esserci per l'abitudine però devo smetterla di preoccuparmi, è adulto e vaccinato, può cavarsela anche senza di me!  
-Se non lo ha capito, siamo arrivati!-
-Si, grazie!-
Sbuffai e scesi  dal taxi, l'odore del ristorante mi investii completamente, che fame! Cercai Jasper con lo sguardo, c'è davvero tanta gente oggi.
- Hei!-
Mi girai, eccolo! I suoi occhi chiari in questo momento risplendono come due pietre preziose, è vestito davvero bene, con quella camicia color vino mi ricorda.. NO! Non mi ricorda nessuno!
- Buona sera. -
- Come mai così formali?-
Devo ammetterlo, oggi Jasper sembra un gay, possibilmente Sherlock lo avrebbe già preso in giro... Devo smetterla!
- Mi conservo per le occasioni speciali.-
Sorride, un gran bel sorriso devo dire.
- Oggi sei davvero imprevedibile.. mi piace.-
Un occhiolino e poi dritti dentro il ristorante. Mi fermo all'entrata, un posto davvero di classe con tanto di camerieri vestiti come dei pinguini e persone con abiti eleganti come se fossero ad un'opera teatrale. Un cameriere alto, giovane e simpatico ci mostra un tavolo accanto ad una coppietta di anziani dall'aria davvero snob. Mi siedo, tovaglioli ricamati a forma di cigni, quattro forchette, due cucchiai e tre coltelli.. ma dove sono finito?!? Ehm.. quale forchetta dovrò usare per prima?
- Mi sembri spaesato.-
Per un momento mi ero dimenticato di avere Jasper davanti a me.
- No, è che non sono abituato a questo tipo di ristoranti.-
- Pensavo che con Sherlock uscissi.-
- Infatti usciamo, ma lui non è tipo da merletti e camerieri.-
Ridiamo, una risata spontanea e calda, mi mancava davvero tanto una vita così.
- Sembri conoscerlo bene.-
- Non proprio, a volte sembra una persona completamente diversa..-
L'ho fatto di nuovo. Sto fissando il vuoto immaginandomi lui che scaraventa il mio computer per terra senza curarsi del suo gesto.
- Scusa, non volevo.-
- Ma che dici! Tanto tutti lo sanno che è strano.-
Rido amaramente, nemmeno io so perché l'ho detto.. autoconvinzione? No, Sherlock non è strano, è semplicemente diverso e mi manca da morire in questo momento.
- Comunque è meglio ordinare.-
Annuisco e prendo il menù, devo cercare di distrarmi.
Bip Bip.
- Deve essere il tuo cellulare.-
Il mio? Chi dovrebbe mandarmi un messaggio a quest'ora?
- Si, scusami, una attimo rispondo.-
- Tranquillo, fai pure.-
Prendo il cellulare e leggo:

Vieni subito.
-SH
 
Rido, starà scherzando sicuramente, sa che sono fuori a cena con Jasper.
- Qualcuno ti ha mandato una barzelletta?-
- Diciamo di si. -
Bip Bip.
Non ignorarmi.
Ho bisogno di te.
- SH
Quel "ho bisogno di te" mi fece rabbrividire, sicuramente sarà una scusa.
Per aiutarti a mandare un messaggio?
No, grazie.
-JW
Misi il telefono in tasca, non volevo interruzioni per questa serata. Jasper fece cenno ad un cameriere di venire, non avevo molta fame così mi limitai a prendere degli spaghetti alle verdure senza secondo, invece Jasper prese un sacco di cose, nonostante la sua magrezza mangia come un lottatore di sumo.
- Perché ridi?-
Mi disse squadrandomi in cerca di una risposta.
- Certo che mangi tanto.-
Incominciai a ridere senza motivo mentre Jasper mi guardava offeso con le braccia incrociate al petto.
Bip Bip.
Cosa vuole ancora?
E se fossi in un vicolo di Londra con un coltello conficcato nel fianco?
-SH
        
                                                                 ****
Mezz'ora prima.
- In verità non potresti essere qui, dovresti ringraziarmi.-
Sbuffai, a volte Lestrade è davvero noioso.
- Ho un fratello simpatico.-
Tagliai il discorso, in questo momento devo concentrarmi sulla vittima davanti a me.I tagli sulla fronte sono stati procurati quando la vittima era viva e possibilmente cosciente; causa della morte: soffocamento dovuto ad una corda di medio spessore. Residui di pelle sotto le unghie, deve essersi ribellata; livido sul gomito destro, possibile caduta dalle scale con conseguenze di stordimento. L'assassino ne ha approfittato e l'ha legata alla sedia e a quel punto l'ha uccisa.
- Era incinta. Né sposata né fidanzata. Era una scrittrice emergente mantenuta dai genitori e aveva un gatto, un certosino per la precisione. Deve essere andata nella soffitta perché aveva sentito dei rumori, appena arrivata è stata aggredita. Si è ribellata ma è stata buttata giù dalle scale, in quel momento l'assassino l'ha bloccata sulla sedia e le ha inciso le iniziali, è morta per soffocamento dovuto ad una corda precedentemente procurata dall'assassino. Però c'è una cosa che mi sfugge..-
 - Cosa?-
- Come è uscito l'assassino? -
Un rumore proveniente dalla soffitta. Stivali bassi, di gomma.. Nessun poliziotto li usa. Ma certo! Corsi velocemente facendo gli scalini due a due e poi vidi davanti a me una persona vestita di nero intenta ad uscire dalla finestra. Trovato. Velocemente gli andai incontro, ma ormai si era calato dal tetto e io feci lo stesso, non poteva scapparmi. Incominciai a corrergli dietro, è un uomo robusto però molto agile, a quanto pare non conosce queste strade perché si sta dirigendo verso un vicolo cieco.
- Non puoi scappare!-
Lo avevo preso, ero riuscito a fare qualcosa senza John. Vidi l'assassino davanti a me coperto da un cappuccio, Lestrade arriverà a momenti però è meglio che lo blocchi. Mi avvicinai ma ad un tratto sentii un dolore al fianco destro, una coltellata. Mi girai, non avevo previsto l'arrivo di un'altra persona, che stupido. Mi accasciai per terra, il dolore era lancinante e nel mentre vidi i due uomini allontanarsi senza lasciare traccia.. con John non sarebbe successo.
- Ho bisogno di te. -
                                                                        ****
-Sei un'idiota!-
Gli gridai in faccia fregandomene di tutti che ci guardavano.
- Dai John, lascialo respirare almeno.-
- Lasciarlo respirare? Ma sei impazzito Greg? Io lo ammazzo!-
Non mi importava se aveva una ferita al fianco, lui non deve permettersi di farmi prendere certi spaventi.
- Ok, hai ragione però così non concludi nulla, almeno lascialo respirare.-
Fissai Greg e poi Sherlock, mollai la presa intorno al suo collo e lo feci sedere sulla poltrona.
- Almeno andiamo in ospedale.-
- Gli ospedali sono noiosi.-
Noiosi? Ora lo ammazzo sicuramente.
 - Dai Sherlock, John vuole aiutarti.. almeno fai ciò che ti dice!-
- Uno che non riesce a confessare ad una ragazza i suoi sentimenti non può farmi la predica.-
- Cosa? E questo cosa centra adesso?E poi come fai a...-
- Laetitia.. giusto?-
Mi sono perso qualcosa?
-Ora lo ammazzo. -
Ci mancava solo Greg che voleva ammazzarlo, già bastavo io.
- Ok, Greg. Ricorda cosa mi hai detto!-
Ero un po' confuso da quella situazione ma per adesso quello che importa è portare Sherlock all'ospedale e poi ammazzarlo. Vidi Greg voltarsi per uscire dalla stanza ma ad un tratto si fermò, si voltò lentamente e con un dito voltato contro Sherlock incominciò ad urlargli contro.
- Se per te una persona che ammette i propri sentimenti a se stesso è stupida, allora una persona che non riesce ad ammettere ciò che prova nemmeno a se stesso cosa è? Ah, giusto, un sociopatico.-
Non avevo mai visto Greg così arrabbiato, non capivo cosa volesse intendere ma da come chiuse violentemente la porta capii che Sherlock aveva esagerato.
- Certo che tu riesci a far incazzare chiunque.-
Cercai di buttarla sul divertente nonostante fossi ancora arrabbiato con lui per il suo gesto.
- A quanto pare non riesco a fare niente da solo.-
Un dolce gattino nero sembrava in questo momento.
-Ma cosa dici? Sei il grande Sherlock Holmes!-
- Che non riesce a stare senza il suo Watson.-
Il suo Watson? Ok, forse lo dice perché siamo amici.. è assolutamente normale!
- Mi lusinghi. Ora rimani fermo così vado a prendere il necessario e ti cucio per bene.-
Mi alzai dalla mia poltrona e cercai il necessario per medicarlo, era una brutta ferita..
Bip Bip.
Forse è Jasper, devo scusarmi con lui per essere scappato.
Tu fai parte del mio lavoro.
-SH
Angolo autrice.
Scusate il ritardo, diciamo che non avevo completamente ispirazione però la mia Beta, Tovie, mi ha "convinto" ed eccomi qui.
Voglio ringraziare tanto Mrs Bored per la recensione e i suoi consigli, alla prossima! :)
 
  
  
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