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Autore: Cheerry    28/10/2007    0 recensioni
Mi avvicinai al lavandino per lavarmi il viso e pettinarmi dovevo sbrigarmi! Aprii il rubinetto facendo scorrere l’acqua tra le mie dita, prima di chiudere a coppa le mani e bagnarmi la faccia; chiusi gli occhi e… Matt e Rayan stavano litigando furiosamente, io ero rintanata sotto un albero in preda al panico, guardavo Rayan minacciare Matt << SE LO FAI PAGHERAI ATROCI CONSEGUENZE!>> La sua voce da dolce e melodiosa si era trasformata in un ringhio basso e cupo << È SOLO…>> …scossi la testa per riprendermi ed affondai il viso nell’asciugamano; ma che cavolo mi prendeva adesso?...
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Beh che dire questo primo capitolo è un po' noiosetto l'ammetto...ma poi la storia prende una forma! Tanti riingraziamenti e baci a Flamma che ha recensito il prologo...Grazie amore ti voglio troppo bene! Ed ora ecco a voi...cercate di non addormentarvi ;) <<Poco…manca poco>>

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Era questo che continuavo a ripetermi da un mese circa sentendo i miei genitori litigare per l’ennesima volta.

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La voce di mio padre era vicina…troppo vicina ero sicura che avrebbe irrotto nella mia stanza da lì a poco…forse per farmi una ramanzina del perché non aiutavo la mamma in casa…

Neanche a dire che ce ne fosse bisogno; avevamo tre domestiche per farlo ed elle facevano uno splendido lavoro nonostante la casa fosse grande. E grazie tante con quello che le pagavamo!

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Anche la voce della mamma era vicina…chissà per quale futile motivo stavano litigando…forse per qualche bolletta dimenticata e non pagata…

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Mistero risolto papà aveva perso nuovamente una delle sue cartelline che gli servivano a lavoro quelle piene di documenti di vario genere che un’adolescente come me non poteva capire…chissà dove l’aveva messa questa volta…

<?!>>

Robaccia? Robaccia non era per niente un termine appropriato! Anzi non ci azzeccava proprio visto che con quella “robaccia” facevamo una vita da re…

Tutto era cominciato da un mio bis, bis, bis, bis nonno che quando era giovane era entrato nelle grazie di una nobile e antichissima famiglia che l’avevano in un certo senso adottato e fatto sposare con la propria figlia diventando poi un bravissimo affarista. Così furono tramandate casa, ricchezze e mestiere di generazione in generazione finendo con mio padre che è poi diventato il miglior affarista del mondo!

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Mio padre, come avevo previsto irruppe nella mia stanza…il viso paonazzo e uno sguardo furibondo che per un istante mi mise paura…

Cominciò a frugare tra le mie cose…possibile che credesse che la sua dannata cartella fosse tra le MIE cose??

Mi alzai di scatto dal letto per cacciarlo via dalla mia stanza e dalla mia roba ma mia madre mi precedette

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La sua voce stranamente calma tradiva una nota divertita. La guardai e lei mi accennò un sorriso

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Continuò a sbraitare lui fulminando, Gabrielle, mia madre con lo sguardo

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Rimasi un po’ scioccata dal comportamento di mia madre come mai tutta quella fretta a fare uscire papà dalla mia camera?

La guardai nuovamente ma lei continuava a fissare mio padre con le braccia conserte…era giunto il momento di intervenire nella discussione

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Il viso di mio padre s’ illuminò, segno che non ci aveva pensato

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Gli sorrisi ma ero inorridita alla sola idea di mettere a soqquadro casa per cercare una cartellina che, molto probabilmente aveva lasciato in ufficio o nello studio.

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Fece mia madre indicandogli la porta per uscire dalla stanza

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Disse mio padre dandomi un bacio sulla fronte prima di uscire dalla camera…

Rivolsi lo sguardo sulla mamma che chiuse la porta dietro Jack e mi si avvicinò sorridendo mentre io mi rimettevo a sedere sul letto

<mancano solo due giorni alla tua vacanza in Inghilterra…>>

Cominciò sedendosi vicino a me. Prese le mie mani e mi guardò come solo una mamma poteva guardare la figlia

<ci sono problemi…>>

Ecco il perché di tutta quella fretta doveva parlarmi del viaggio…la zittii con un sorriso

<sono grande ormai me la posso cavare da sola e poi sei mesi lontana da casa cosa sono??>>

 Ecco avevo toccato il tasto dolente…non voleva che io partissi lo avevo capito guardandola in quegli occhi tristi…

<un eternità! Ho paura che ti possa capitare qualcosa di brutto…>>

Disse stringendomi forte le mani

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Le spiegai per farla tranquillizzare e funzionò

<chiamerai ogni giorno e che starai vicino…anzi no attaccata alle tue compagnie soprattutto ad Angelica, mi piace quella ragazza>>

-A me no!- Pensai subito…io e Angelica non ci sopportavamo proprio era una di quelle ragazze perfettamente odiose…

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Mi sorrise rassicurata prima di uscire dalla mia stanza…

Io mi precipitai a chiudere la porta a chiave e mi buttai sul letto pensierosa. Presi da un cassetto del comodino il lettore cd e m’infilai le cuffie nelle orecchie, schiacciai il pulsante “Play” e cominciai a sentire il cd della mia vita…

Chiusi gli occhi e affondai la faccia nel cuscino per poi addormentarmi da lì a poco…

********

Mi svegliai, guardai l’orologio sul comodino erano le 4:30 di domenica mattina! Sbuffai per l’orario, sapevo che non mi sarei più addormentata…mi stropicciai gli occhi e mi accorsi d’avere ancora le cuffie nelle orecchie ma, avevo fatto volare il lettore cd per terra dall’altra parte della camera. Accesi la luce dell’abat-jour e mi alzai, ero ancora completamente vestita con tanto di scarpe!

Me le tolsi e infilai le pantofole, andai a raccogliere il lettore, che per fortuna non era né rotto né graffiato…lo riposi nel cassetto con le cuffie che mi ero appena tolta e cominciai a svestirmi mi sarei fatta una bella doccia per distendere i nervi…

Entrai nel bagno. Avevo un bagno personale…di quelli attaccati alle stanze da letto degli alberghi…ma il mio con quello degli alberghi non centrava affatto…

Era grande e spazioso avevo una doccia e una vasca da bagno gigantesca fatta di marmo con una forma stranissima, uno specchio enorme con una mensola sempre di marmo con sopra svariati profumi e candele…adoravo le candele, il bagno n’era pieno! Ce n’erano sopra il bordo della vasca, sul lavandino, vicino il wc, sopra il porta rotoli di carta igienica, su altre mensole…su tutto insomma…perfino la mia camera n’era zeppa avevo candele d’ogni genere, dalle forme più strane ai profumi più rari; ma quella che prevaleva in assoluto era la candela al profumo di rosa…eh sì la rosa era il fiore che preferivo in assoluto…

Accesi delle candele e m’infilai nella doccia. Un profumo intenso invase le mie narici mentre aprivo il rubinetto per far uscire l’acqua calda cominciando a rilassarmi.

Rimasi sotto l’acqua calda per parecchio tempo tanto da finirla e farla diventare freddissima…uscii dalla doccia presi un asciugamano e mi ci avvolsi dentro, strizzai i capelli e mi posi davanti allo specchio per asciugarli.

Mi guardai nello specchio mentre con la spazzola mi pettinavo i capelli. Avevo i tratti di mia madre; gli occhi di un azzurro intenso quasi blu, le labbra carnose di un bel rosso acceso e il naso sottile, fine; ma i capelli erano come quelli di mio padre, neri corvino, li avevo lunghi fino a metà schiena e lisci. Anche la carnagione pallida l’avevo presa da lui…

Finito di spazzolarmi mi tolsi l’asciugamano di dosso e cominciai a vestirmi. Avevo un pranzo importante con i miei genitori quel giorno e quindi mi dovevo vestire piuttosto bene. M’infilai una maglietta elegante a maniche lunghe bianca con un’ampia scollatura a “V” che lasciava intravedere la mia candida e morbida pelle, un pantalone attillato nero e degli stivaletti in pelle…lasciai i capelli sciolti con una mollettina a forma di stella dorata tra essi e mi truccai in modo piuttosto leggero: matita nera per gli occhi mascara e lucidalabbra…

Quando uscii dal bagno erano passate le 6:40 ero stata quasi due ore l’ha dentro…andai ad accendere la luce del lampadario e spensi quella dell’abat-jour a quell’ora le domestiche erano già in piedi a preparare la colazione. Spuntai un altro girono dal calendario che avevo attaccato alla parete sul quale contavo i giorni che mancavano alla partenza…e domani finalmente sarei partita!

Cominciai a passeggiare avanti e indietro misurando la camera, non avevo il permesso di scendere ed andare in sala da pranzo fino alle 7:00 così, decisi che era meglio cominciare a preparare la valigia…non mi sarei portata molto, di questo ne ero sicura, avrei fatto shopping non appena arrivata a Londra…

Bussarono alla porta e io stupita alzai gli occhi dal vestito che stavo piegando e infilando nella valigia per guardare la radiosveglia: le 8:20? Neanche me ne ero accorta!!

<posso entrare?>>

La voce della mamma si fece strada nei miei pensieri

<si si…aspetta>>

Andai a girare la chiave nella serratura della porta per aprirla e fare entrare mia madre in tutto il suo splendore. I capelli biondi raccolti in un elegante chignon, un abito lungo rosa pallido con un paio di fiocchi hai lati dello stesso colore, un rossetto rosa sulle labbra con sopra un po’ di lucido trasparente, gli occhi leggermente truccati di rosa, una matita leggera e mascara. Era bellissima, anziché ad un pranzo sembrava stesse andando ad una cena di qualche riccone.

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Esclamai prima che lei dicesse qualcosa guardandola con tanto d’occhi

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Mi sorrise dolcemente

<??Non sei scesa ancora a fare colazione? Tuo padre ed io pensavamo che fossi sparita…>>

Disse divertita guardandomi, io le sorrisi

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Dissi io a mo’ di scusa

<<Si ma adesso fila giù altrimenti non ti faccio fare colazione ed, aspetterai per mangiare fino l’ora di pranzo quando saremo al ristorante!>>

Non me lo feci ripetere due volte…mi precipitai fuori dalla stanza, percorsi l’enorme corridoio del secondo piano fino alle scale che presi. Hai piedi delle scale c’era Martien il mio pastore maremmano di tre anni. Appena mi vide cominciò a saltare, scodinzolare ed abbaiare…

<<Ciao Piccola>>

L’accarezzai e la coccolai per un po’ sperando che papà non passasse da quelle parti in quel momento, non gli piaceva che toccavo troppo Martien “dopotutto è un animale” mi diceva ogni volta. Per farmela prendere avevo dovuto pregarlo! Poi mi diressi in sala da pranzo…Una di quelle enormi sale da ricevimento con un gran tavolo, tre sedie due a capotavola e una da un lato dove normalmente sedevo io, un vaso di rose poggiato al centro, fiori da tutte le parti, grandi tende dorate per una gran vetrata che dava al giardino, mobili antichi e di valore…

Sopirai e mi sedetti al mio solito posto, presi la campanellina che era poggiata sul tavolo e la scossi leggermente. La campanellina emise un dolce tintinnare e una delle domestiche Sandy, quella più mingherlina e con una simpatica faccetta da elfo arrivò subito con una tazza di cioccolato caldo su un piattino, dei biscotti per la colazione una scodella con dello zucchero e un paio di cucchiaini

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Dissi con un sorriso guardandola mettermi lo zucchero nella cioccolata e avvicinandomi un paio di biscottini, ma era un gesto inutile, sapeva che non li avrei toccati, odiavo i biscotti!

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Disse con tono un po’ severo ma ugualmente dolce. La guardai con faccia tipo “devo-proprio?” E le mi fece cenno di si

Presi uno dei biscotti…perfetto erano anch’essi di cioccolato! Li guardai un po’ schifata e sotto lo sguardo vigile di Sandy ne addentai un pezzo che quasi mi andò di traverso. Bevvi un po’ di cioccolata per riprendermi

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Esclamai guardandola i biscotti non mi piacevano proprio

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Disse lei ironica togliendo quei “cosi” dalla mia vista

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Chiesi io con faccetta d’angelo

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Mi guardò severa, poi la sua espressione si addolcì andò a posare i biscotti e a prendermi la brioche, lasciandomi lì impalata fino al suo ritorno

<<Senta facciamo una cosa…>>

Disse entrando nuovamente nello stanzone

<dovrò dirlo al signor Bacedi>>

Mi sorrise e mi accarezzò il viso

<provo…ma non dire niente a papà ti prego!!>>

La supplicai guardandola negli occhi

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Disse dandomi un buffetto in guancia, ed uscì dalla sala chiudendosi la porta alle spalle…

********

Era passato mezzogiorno i miei ed io eravamo seduti al tavolo di uno di quei ristoranti alla moda con dei colleghi di papà, che parlavano allegramente del lavoro e di…me…

Eh già ero diventata l’argomento principale della conversazione, io e la mia partenza…Ma perché questa gente non si faceva i cavoli propri? Sbuffai infastidita quando l’argomento andò a cadere sui ragazzi…abbassai lo sguardo sul piatto e cominciai a mangiare quello che mi capitava a tiro facendo finta di non ascoltarli anche se mi facevano domande piuttosto inopportune per quel momento… uff perché invece di pensare a loro si impicciavano degli affari miei?

Quel dannato pranzo sembrava volesse durare in eternità mentre quei signori continuavano a fare domande le quali rispondevo con un cenno, anche perché ero troppo educata e rispettosa verso i miei genitori per rispondergli quello che volevo rispondergli realmente. Mentre immaginavo svariati modi per fare mangiare ad ognuno di loro le cravatte che avevano al collo, mio padre tirò fuori il vero argomento del giorno, quello per cui eravamo usciti di casa ed eravamo andati a quello stupido pranzo.

Continuarono a parlare degli affari per quasi tutto il giorno, tanto che usciti dal ristorante, verso le 13:47 eravamo andati in una specie di locale ed avevano continuato lì.

Finalmente tornammo a casa ed io imbruttii mio padre prima di filare in camera mia, chiudermi dentro, appoggiare la schiena contro la porta e sospirare. Mi lasciai scivolare a terra, chiusi le gambe tra le braccia e sprofondai la testa tra di esse. Ecco un altro motivo per “scappare” di casa, niente più stupidi pranzi o cene sarei stata benissimo in quei sei mesi di lontananza da casa…

L’indomani sarebbe stato il giorno tanto atteso da me, lunedì, il giorno della mia partenza per la sconfinata Londra! Il giorno in cui avrei fatto a meno di tutte quelle regole, di tutti quei soffocamenti e di tutti quei modi impeccabili che dovevo assumere ogni giorno appena mi svegliavo a quando andavo nuovamente a dormire da nobile fanciulla quale ero. Avrei partecipato anche io un po’ a quella meravigliosa e stupenda follia che in molti chiamavano libertà, e di cui alcune ragazze di “rango inferiore” –come diceva mio padre- mi parlavano tanto, mi sarei divertita anche io un po’ come desideravo da parecchio tempo, certo senza eccedere troppo, senza usare quei modi e parole scurrili e presuntuosi che utilizzavano molti ragazzi, sempre con il massimo rispetto verso tutto e tutti e sempre con i miei modi altezzosi ma in ogni caso mi sarei divertita ne ero sicurissima.

 

  
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