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Autore: chiaretta78    08/04/2013    3 recensioni
Emma è andata a trovare Manuela in Irlanda e si trova a Dublino proprio nei giorni in cui i Loaded sono in tour da quelle parti. Non ha il biglietto per il concerto, ma riuscirà non solo ad entrare, ma addirittura a finire nel backstage e realizzare il sogno di una vita: conoscere Duff McKagan.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo lo dedico a Giulia... e non dico altro!! XD

Duff lasciò Emma fuori dall'hotel e la ragazza salì nella sua stanza, dopo aver chiesto le chiavi al consierge.
Si chiese per qualche istante se dovesse avvisare che non avrebbero passato la notte lì, nessuna delle due, ma poi pensò che non erano affari suoi e andò dritta in camera sua.
Non le era passato minimamente per la testa che avrebbe passato la notte con qualcuno, quindi urgeva un serio check up della presenza o meno di peli superflui sulle gambe... e non solo! Non poteva certo mandare all'aria la nottata della sua vita perché non si era fatta la ceretta... o no??
Una volta pronta, afferrò il suo pigiama, non molto sexy a dire il vero, e qualunque altra cosa le potesse servire la mattina seguente e cacciò tutto non proprio ordinatamente in quella borsa super capiente che si era portata come bagaglio a mano.
Un ultimo sguardo in giro per controllare di aver preso tutto ed Emma lasciò la stanza.
Duff nel frattempo era sceso dalla macchina e la stava aspettando appoggiato alla portiera.
Controllò l'orologio e vide che erano già quindici minuti che Emma era salita... che avesse cambiato idea e non sapesse come dirglielo?!
Cazzo, in fondo come darle torto?? Era assurda tutta quella situazione! Era un uomo di una certa età ormai, il padre di due figlie adolescenti, cazzo! Non poteva andarsene in giro per il mondo a scoparsi ragazze come quando era uno sbarbatello!
E poi improvvisamente la vide che usciva dall'hotel, sorridente e luminosa in viso, i capelli che ondeggiavano ribelli incorniciandole i tratti delicati.
In pochi passi Emma gli fu davanti e si appoggiò al suo corpo, facendogli sentire il soffice contatto delle sue curve.
"Scusa se ci ho messo tanto e ti ho fatto aspettare qua fuori al gelo, spero di risucire a farmi perdonare..."
E senza aspettare una risposta, Emma intrecciò le dita della mano sinistra tra i capelli di Duff e iniziò a baciarlo sensualmente, spazzando via in un colpo solo tutti i dubbi e le paure dell'uomo.
Giocarono con le loro lingue per un tempo indefinito e si godettero il calore dei loro corpi così vicini, finché Duff non si staccò da quel contatto, rimanendo però a pochi millimetri dal suo viso, accarezzandole una guancia.
"Andiamo al mio hotel."
Quella voce bassa e roca fece immediatamente percepire ad Emma uno stuzzicante calore tra le gambe e per un istante la ragazza pensò che forse era meglio andare nel suo di albergo, già che erano lì.
Duff aprì però la portiera e la fece sedere, portandosi subito dopo al volante. Mise in moto e i due si allontanarono velocemente da quell'area di Dublino.
Solo dieci minuti dopo arrivarono all'hotel di Duff.
Emma era emozionata e anche un po' nervosa. Aveva sognato un'avventura come quella tantissime volte, ma una cosa erano i sogni e un'altra era la realtà! Stava succedendo davvero e lei ancora non riusciva a crederci! E se non fosse stata all'altezza?? E se avesse fatto qualcosa male o comunque non nel modo che piaceva a lui?? E se vedendola nuda avesse cambiato idea, abituato decisamente a donne molto più belle di lei??
Tutti questi dubbi la stavano mandando letteralmente in tilt, ma quando Duff allungò la mano verso di lei e le afferrò la sua, conducendola dentro all'albergo, sorridendole in quel modo così sexy... si dimenticò improvvisamente di tutto e decise che era molto meglio spegnere il cervello da quel momento in avanti.
Fanculo le paranoie, un'occasione così si aveva una volta sola nella vita, no?!
Arrivarono nella hall e Duff, sempre tenendole la mano, chiese la chiave della sua stanza.
Emma approfittò del tempo impiegato dal ragazzo alla reception per dare un'occhiata veloce in giro e notare che quel posto era davvero bello... decisamente diverso dall'hotel in cui lei e Manuela alloggiavano!
Duff la tirò verso gli ascensori e stranamente mantenne una certa distanza da lei nell'attesa, guardandosi circospetto in giro. Emma si chiese per qualche istante se ci fosse qualcosa che non andasse o se avesse detto o fatto qualcosa di male, ma poi scrollò via quei pensieri paranoici. Andava tutto bene, punto. Semplicemente lui non voleva dare spettacolo in giro e aveva ragione.
Entrarono nell'ascensore e le porte si chiusero giusto in tempo per lasciare tutti gli altri fuori.
Improvvisamente Emma sentì la parete dura dell'ascensore contro la schiena e le labbra di Duff sulle sue. L'uomo le aprì frettolosamente il cappotto e iniziò ad accarezzarle il corpo un po' dappertutto, iniziando anche ad intrufolare le mani sotto il maglione e la maglietta.
Quando Emma sentì le dita di Duff sfiorarle la pelle della pancia, sentì lo stomaco andarle quasi sottosopra. Dio, non poteva credere che tutto quello fosse davvero reale e non una delle sue solite fantasie!
Duff si separò dalla sua bocca e iniziò a baciarle e morderle il collo, scendendo dall'orecchio fino alla spalla, scostandole il più possibile il maglione e la maglietta. Lui non poteva saperlo, ma quello era uno dei punti più sensibili di Emma e quei baci la mandarono subito in estasi. Chiuse gli occhi, per godersi appieno i brividi che le percorrevano ormai la schiena, e reclinò leggermente il capo all'indietro, appoggiandolo alla parete.
Quando Duff sentì i suoi gemiti trattenuti a stento, sentì il sangue andargli al cervello e non capì più niente. Cazzo, si sentiva come un ragazzino arrapato in quel momento!! Forse per la lunghissima astinenza, forse per il corpo morbido e sinuoso di Emma o forse per la sensualità della voce della ragazza in quel momento, Duff pensò che se l'ascensore non fosse arrivato alla svelta all'ultimo piano l'avrebbe presa lì dentro!!
La porta dell'ascensore si aprì di scatto, ma loro non se ne accorsero nemmeno. Un leggero ed imbarazzato colpo di tosse però li riportò bruscamente alla realtà.
Duff si staccò velocemente dal corpo di Emma e afferratale la mano, la tirò via di lì il più velocemente possibile, un sorrisetto furbo sul volto.
"Scusate... è tutto vostro..."
Emma passò accanto a quella coppia di mezz'età con il volto in fiamme, imbarazzatissima per come li avevano appena beccati, ma allo stesso tempo divertita dalla situazione e dalla faccia scandalizzata di quei due.
Si avviarono piuttosto velocemente lungo il corridoio, finché Duff non si fermò davanti alla porta di camera sua e inserì la chiave elettronica nella serratura.
Quel clic fece andare lo stomaco di Emma sottosopra, conscia di quello che sarebbe successo di lì a poco lì dentro.
Duff aprì la porta e poi la lasciò entrare per prima.
Emma posò la borsa su una poltrona e rimase colpita dalla stanza intorno a lei. Non era chissà che albergo di lusso, per carità, ma lei non era decisamente mai stata in una suite all'ultimo piano.
Scorse tra le persiane un'incredibile vista della città e si avvicinò alla finestra.
"Ti spiace se esco un attimo sul balcone?"
"Prego piccola, fai come se fossi a casa tua."
Emma gli sorrise e poi scostò le persiane, uscendo su un balcone grande abbastanza da ospitare un tavolino e quattro sedie.
Tutto era illuminato in modo molto soft da delle lampade a terra che davano l'effetto soffuso di candele accese. Uno spettacolo ridimensionato solo dalla bellezza della vista sulla città illuminata davanti a loro.
Emma, assorta nei suoi pensieri, quasi trasalì quando sentì le labbra di Duff lasciarle una scia di baci sul collo che le fecero subito chiudere gli occhi e sospirare.
"Sei nervosa?"
Emma annuì impercettibilmente.
"Un po'."
Duff sorrise sulla sua pelle e questo le provocò degli ulteriori brividi.
"Ti confesso che anch'io lo sono..."
Emma spalancò gli occhi dalla sorpresa.
"Tu?! E perché?"
Duff tirò su la testa e si appoggiò alla nuca di lei, dandole un lieve bacio tra i capelli, le mani intrecciate sotto i seni della ragazza.
"Perché è più di un anno che non sto con una donna e non so come reagirà il mio amico là sotto... Perché tu hai sicuramente delle aspettative su di me e ho paura di non essere all'altezza delle tue fantasie."
Emma sorrise, intenerita da quella confessione inaspettata e dal fatto che, in fondo, anche lui fosse un uomo come tutti gli altri.
Posò le mani su quelle di Duff, accarezzandole dolcemente.
"Non preoccuparti, sono sicura che andrà tutto bene... e anche fosse, abbiamo un sacco di tempo per riprovare e migliorare, non credi?"
Duff tornò ad appoggiare la bocca sul suo collo, senza baciarla però. Si sentiva molto più leggero dopo averle detto cosa gli passava per la testa ed era felice di averlo fatto. Non era scappata via, non l'aveva preso in giro, anzi... aveva capito al volo la situazione, dicendo subito le parole giuste al momento giusto.
Le lasciò un bacio nell'incavo del collo, seguito da un morsetto, e nel momento esatto in cui Emma gli lasciò libere le mani, lui le posò immediatamente sui suoi seni, tastandoli per bene. Non vedeva l'ora di metter la faccia in mezzo a quel ben di Dio!!
Emma si lasciò scappare un piccolo mugolio e Duff allora fece scivolare le mani sotto gli indumenti della ragazza e risalì velocemente il suo busto, prendendo tra le mani entrambi i seni e tastandoli per bene.
A quel contatto così morbido e invitante, Duff sospirò soddisfatto e avvicinò la bocca all'orecchio di Emma.
"Dio mio... mi sono mancate così tanto queste sensazioni... Perdona la franchezza, ma hai un paio di tette meravigliose, piccola... Lasciamele sentire ancora meglio..."
Duff tirò giù la stoffa del reggiseno e strinse i seni ormai nudi con un mugolio di piacere, eccitandola da impazzire. Sentì immediatamente i suoi capezzoli indurirsi al suo tocco e iniziò a stuzzicarli lentamente.
Emma sentì una scarica di piacere percorrerle la spina dorsale e arrivarle direttamente in mezzo alle gambe. Sospirò e portò la mano sinistra dietro la nuca di Duff, carezzando i suoi capelli.
"Vacci piano, sono un po' ipersensibile da quelle parti..."
"Mmm... ipersensibile... mi piace questa parola..."
Duff ovviamente fece tutto il contrario di quello che Emma gli aveva detto e cominciò a stuzzicarla sempre di più e con sempre più maestria, facendola velocemente impazzire.
"Vuoi fare il cattivo?? Ok..."
Emma portò una mano dietro la schiena e abbassò velocemente la zip dei pantaloni di Duff. Il solo rumore gli fece venire caldo.
"Ehi ehi... cosa stai facendo??"
"Ti rendo pan per focaccia..."
Detto questo, Emma slacciò anche il bottone e infilò la mano dentro i suoi pantaloni, iniziando ad accarezzargli e  massaggiargli l'erezione dall'alto verso il basso. La ragazza si compiacque di sentire che era esattamente come se l'era sempre immaginato, ossia ben dotato e pronto all'azione.
"Ehi piccola, non dimenticarti che sono a secco da un sacco... se continui così combiniamo un gran casino!"
Duff le bloccò quasi subito la mano e afferrandola per un braccio la girò verso di sé, trovandosi così faccia a faccia. Non le diede tempo di dire niente e la baciò con veemenza, spingendola verso di sé il più possibile. Emma infilò le mani sotto gli indumenti dell'uomo e iniziò a risalire verso i pettorali e le spalle, per poi scendere nuovamente giù lungo gli addominali.
Duff si staccò dalla sua bocca e con estrema gentilezza le sfilò la manica del maglione dal braccio ferito, in modo da toglierglielo immediatamente dopo. Fu poi il turno della maglietta e come l'ebbe levata, Duff piantò gli occhi su quelle tette meravigliose che lo facevano impazzire e non riuscì a trattenersi dal portarci subito le mani sopra.
"Dio mio... che spettacolo..."
Con un rapido gesto le slacciò il reggiseno e dopo aver giocato per qualche minuto con i suoi capezzoli si mise in ginocchio davanti a lei e le lasciò una scia di baci fino al bordo dei suoi jeans. Ne slacciò il bottone e li tirò lentamente giù, aiutandola poi a liberarsene. Accarezzò gli stivali di pelle della ragazza, un luccichio negli occhi.
"Ti spiace tenerli questi?"
Emma increspò le labbra in un sorriso malizioso.
"Come vuoi tu..."
Le mani di Duff risalirono sempre molto lentamente le cosce di Emma, spostandosi ad ogni movimento sempre più all'interno della gamba. Una volta raggiunta la zona più sensibile della ragazza, prese ad accarezzarla da sopra la stoffa delle mutandine.
Emma in quella posizione si sentiva completamente in balia di Duff, incapace di fare qualunque cosa, se non godersi le sensazioni che lui le stava dando in quel preciso istante.
Duff iniziò a tirarle giù anche le mutandine, ultimo indumento che le era rimasto addosso, e le fece cadere a terra senza prestare la minima attenzione ad esse.
Tutto il suo interesse infatti lo convogliò nel baciarle delicatamente la sua zona più sensibile, facendole accelerare immediatamente il respiro e il battito cardiaco.
L'ultimo tentativo disperato di Emma di mantenere in qualche modo il controllo di sé e della situazione le uscì senza troppa convinzione.
"Aspetta..."
"Shhhh..."
Duff la zittì a pochi millimetri dalla sua pelle così sensibile, provocandole brividi di piacere ovunque. Prese poi a leccarle lentamente e delicatamente il clitoride, con lunghi movimenti circolari.
Emma sentì le gambe cederle e il piacere crescere velocemente dentro di lei, ma in un ultimo sprazzo di lucidità si disse che non voleva che andasse così, lei voleva sentirlo dentro di sé, completamente.
"Fermati per favore..."
Fece un passetto all'indietro e lo spinse giù con una mano sul petto muscoloso, mentre con il resto del corpo lo seguiva in quella discesa mettendosi a cavalcioni su di lui.
"Innanzi tutto non capisco perché io sia completamente nuda e tu ancora vestito..."
Velocemente gli sollevò contemporaneamente maglietta e maglione e lo aiutò a toglierli. Si prese una bella vista di quel petto scolpito da anni di arti marziali e con le dita tracciò delle linee immaginarie fino al bordo dei suoi pantaloni, stuzzicandolo leggermente con le unghie in quella discesa.
Accarezzò un paio di volte quei solchi vicino all'inguine che la facevano letteralmente impazzire e poi si scostò in modo da sfilargli via i pantaloni, che Duff prontamente scalciò via per avere libertà di movimento.
Emma tornò a cavalcioni di lui e afferrata la sua erezione, la lasciò scivolare dentro di lei il più lentamente possibile, in modo da godere di ogni centimetro che andava sempre più in profondità.
Duff dal canto suo chiuse gli occhi e appoggiò il capo a terra, assaporando le sensazioni che lo stavano stordendo in quel preciso istante. Da quanto non si sentiva in quel modo??
Emma iniziò a muoversi su di lui avanti e indietro, in modo quasi ipnotico, godendo delle sensazioni che le dava sentirlo quasi uscire da lei per poi rientrare immediatamente. Si inclinò verso di lui e Duff ne approfittò per afferrarle entrambi i seni e riprendere a giocare con loro.
Ad un certo punto però, l'uomo la afferrò per fianchi.
"Ora tocca a me condurre il gioco, piccola."
Si tirò su col busto provocandole un gemito che soffocò subito baciandola come se volesse divorarle la bocca e poi la tirò giù su un fianco con lui, capovolgendo nel giro di pochi istanti le posizioni. Iniziò a spingere dentro di lei aumentando man mano il ritmo e le sollevò leggermente una gamba, in modo da entrare ancor più in profondità, mentre con l'altra mano non smetteva di stimolarle quel delizioso capezzolo così invitante...
Emma sentì improvvisamente un'ondata di piacere crescere prepotente dentro di sé e pochi istanti dopo Duff sentì i muscoli della ragazza avvilupparlo completamente nell'estasi dell'orgasmo, facendo venire anche lui in pochi secondi.
Si lasciò cadere su di lei, ancora ansimante, la testa appoggiata nell'incavo del suo collo.
Si sentiva in paradiso, leggero come non mai e privo di pensieri e preoccupazioni dopo così tanto tempo...
Percepì la mano di Emma che gli accarezzava i capelli dolcemente e sorrise. Emma, che si stava godendo il suo viso rilassato e soddisfatto, lo vide sorridere.
"Che c'è?"
Duff aprì gli occhi, trovandosi quelle iridi marroni che lo fissavano divertita. Le sfiorò il viso con una carezza.
"Niente, è solo tutto così perfetto... le tue carezze, il sesso di prima... Grazie."
Fu la volta di Emma di sorridere.
"Grazie per cosa?!"
Il volto di Duff si fece improvvisamente più serio.
"Per essere te... per essere qui con me... per avermi ricordato che sono vivo e che posso andare avanti."
Emma gli sfiorò le labbra con un dito.
"Certo che puoi. Non so cosa sia successo... perché abbiate divorziato... ma sono sicura che tu abbia fatto tutto il possibile e se non è bastato, beh... forse significa che semplicemente non era destino. Hai ancora le tue due bellissime ragazze e hai la tua musica... e sono sicura che prima o poi troverai un'altra donna che ti renderà di nuovo felice e tutto tornerà ad essere perfetto. Devi solo darti tempo, tutto qui."
Duff la baciò, incapace di esprimere a parole quello che sentiva dentro in quel momento, ma desideroso di trasmetterglielo comunque.
Ed Emma effettivamente lo percepì. Percepì tutta la gratitudine che lui provava in quel momento per lei e il sollievo di sentirsi di nuovo vivo, il tutto mescolato all'incertezza, alla solitudine e alla paura che lo attanagliavano da troppo tempo ormai.
Emma percepì ogni cosa e gli rispose baciandolo con trasporto e stringendolo forte a sé, come a cercare di proteggerlo e infondergli un po' di quel coraggio che forse, ultimamente, gli era un po' venuto a mancare.
 







 





  
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