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Autore: amazyn_97    08/04/2013    0 recensioni
Amelie era ferita mentalmente ed emotivamente.
Ogni giorno camminava con un sorriso, perché questo è ciò che era: la ragazza che non smetteva mai di sorridere.
Era bella, bellissima. E quando, d’ un tratto, all’ improvviso, alzava lo sguardo, pochi riuscivano a capire quello che le era successo.
Qualcuno aveva preso la sua autostima e ci aveva giocato a nascondino. Qualcuno ci aveva fatto addirittura a botte. Altri l’ hanno portata al limite della sopportazione e della forza.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2:
 
“ Ho acquisito negli anni, la capacità
Di apparire calma,
mentre dentro di me tutto sta cadendo a pezzi.
Funziona così bene, che a volte
Mi viene da piangere, perché nessuno
si accorge che sto chiedendo aiuto.”
 
 
 
“ 18,30…”  Pensò Amelie, una volta varcata la porta d’ uscita della biblioteca.
Alzò lo sguardo dal suo orologio da polso e lo spostò davanti a sé, notando la numerosa quantità di gente che si spostava da tutte le parti, entrava ed usciva dai negozi e si fermava in qualche bar per consumare un aperitivo o l’ ennesimo caffè della giornata.
Liberò dalle sue labbra un leggero sospiro, all’ apparenza un semplice gesto di stanchezza, ma in fondo nascondeva un turbinio di emozioni.
Paura
Insicurezza
L’ idea di inoltrarsi tra la folla per la seconda volta nel giro di una giornata la metteva particolarmente in ansia.
Un altro sospiro di maggiore intensità liberò nell’ aria una piccola nuvola bianca causata dal freddo gelido di febbraio.
Iniziò ad incamminarsi per le strade della suggestiva città incurante della stanchezza che oramai aveva preso possesso del suo corpo.
Un’ ultima piccola commissione.
Ecco quello che doveva fare prima di ritornare a casa e finalmente poter riposare.
Osservava le persone frettolose, quelle tranquille che si godevano la sana passeggiata,
Si meravigliava di quanta allegria alleggiava nell’ aria.
Famiglie felici, spensierate, tranquille.
Ecco quello che vedeva.
Famiglie completamente differenti dalla sua.
Ormai non era nemmeno sicura di poterla definire sua, infondo non c’ era più.
Erano veramente poche le persone che sapevano questo piccolo particolare su di lei, non era una cosa che amava raccontare a chiunque.
Strizzò gli occhi, cercando di scacciare via tutti quei pensieri che sfortunatamente erano ritornati, troppo facilmente, a galla.
Alcune immagini le sfuggirono dalle parti più remote del suo cervello, dove erano state conservate per anni.
Immagini tristi, vaghe, nostalgiche.
Lei non era mai riuscita a focalizzare a pieno quella miriade di scene sui suoi genitori, non ricordava, non voleva ricordare, il solo pensiero di non aver avuto la possibilità di godersi a pieno la sua infanzia tra le calde e accoglienti braccia di sua madre e suo padre, le faceva venire la nausea.
Era cresciuta in un orfanotrofio, non molto lontano dalla città di Londra.
Nessun parente in grado di poter badare a lei, gli unici di cui lei era venuta a conoscenza erano due zii, originari del continente americano, entrambi incapaci di prendersi cura di una piccola bambina di appena quattro anni, a causa di problemi apparentemente economici, così era stata scelta la via più semplice.
L’ abbandono, se così si può definire.
Ma per lei lo era.
Non erano stati loro ad aver vissuto un’ infanzia priva d’ affetto da parte dei propri parenti, non erano stati loro ad aver vissuto soli per tutti quegli anni, non hanno mai provato la terribile sensazione di guardare i propri amici tra le braccia dei genitori.
Forse era per questo che aveva paura delle persone.
Faticava troppo a socializzare, a riporre la fiducia su qualcun’ altro che non era lei stessa, forse per paura di venir di nuovo tradita, abbandonata.
Ed era per questo che stava alla larga da tutti, preferiva senz’ altro prevenire che curare.
Curare le ferite di un secondo abbandono, nonostante non si ricordasse molto della prima volta.
Lei sapeva benissimo che se rimaneva sempre legata al passato, il futuro non sarebbe potuto arrivare mai.
Il suo dolore era una finestra aperta, mai stata chiusa del tutto: aveva bisogno di soffrire per sentirsi viva.
Una leggera spinta da parte di un indaffarato passante la fece riscuotere dai suoi tristi pensieri.
Nascose tutto un’ altra volta e si dipinse sul volto un sorriso sincero tanto quanto triste.
Era sicura però, che i suoi mostri sarebbero di nuovo saltati fuori.
 
Iniziò a camminare più velocemente fino a raggiungere il negozio di musica.
Doveva assolutamente comprare l’ ultimo cd dei “ The Script”, gruppo preferito ormai da moltissimi anni.
Si era ripromessa che l’ avrebbe preso al più presto, e così finalmente quel giorno trovò l’ occasione, essendo uscita abbastanza presto dalla biblioteca in cui lavorava.
Una volta varcato l’ ingresso si sentì un tintinnio, segno che lei fosse appena entrata all’ interno del meraviglioso negozio.
La stanza non era assolutamente colma di gente, c’ erano si e no tre persone che rovistavano tra gli scomparti di cd.
Lasciò un sospiro di sollievo e si diresse verso quello che sarebbe stato il reparto adatto al suo acquisto.
Rovistava con le mani tra i vari oggetti, e finalmente riuscì a trovarlo.
Si girò soddisfatta per raggiungere la cassa e poterlo pagare.
Ma si fermò di colpo.
La vista, del ragazzo spavaldo incontrato in biblioteca, la fece rabbrividire.
Nemmeno lei sapeva il perché ma sentiva una scossa passarle su tutta la schiena distribuendosi poi sulle braccia sottoforma di piccoli e fastidiosi brividi.
Forse per quegli occhi ambrati, forse per i capelli castani sistemati accuratamente o forse per il suo essere sempre sicuro di sé, ma prese coraggio e si incamminò.
 
“ Ecco a lei signore, grazie e buona serata” rispose cortesemente il ragazzo dietro la cassa del negozio di cd.
Quel pomeriggio era stato veramente stressante, non vedeva l’ ora di poter ritornare a casa e riposare dopo una bella doccia rigenerante.
“ Meno male che avevo il turno di pomeriggio…” pensò, riferendosi al fatto che aveva avuto tutta la mattina libera, nonché il momento della giornata in cui gli acquisti erano maggiori.
Iniziò a riordinare le ultime cianfrusaglie dietro al bancone prima della chiusura, quando fu distratto dall’ arrivo di qualcuno di fronte a lui, sicuramente in attesa di dover pagare qualcosa.
Appena rivolse lo sguardo davanti a se, un sorriso spavaldo si dipinse sul suo volto.
“ La ragazza dal bel fondoschiena…”  pensò immediatamente.
L’ aveva incontrata in biblioteca quella stessa mattina, prima di dirigersi a lavoro.
Le immagini di lei in piedi sulla scala lo fecero sorridere maggiormente, soprattutto ripensando al momento in cui stava per perdere l’ equilibrio.
“ Ciao, volevo pagare questo cd” disse di punto in bianco la docile ragazza.
Teneva accuratamente tra le mani l’ ultimo disco dei “ The Script”.
Era dannatamente bella, i capelli neri ricadevano morbidi sulle sue spalle ed erano in netto contrasto con la pelle bianca come la neve.
L’ unica fonte di luce proveniva da quegli occhi di un azzurro ghiaccio.
Il ragazzo desiderava con tutto se stesso contemplarli ancora per un po’, ma lei sembrava impedirglielo abbassando lo sguardo verso il basso.
La sua anima era racchiusa nel suo sguardo, per questo aveva paura di farsi guardare.
“ Certamente…” rispose vago dopo essersi ripreso.
Mentre impacchettava accuratamente il cd, decise di conversare, c’ era qualcosa in lei che lo attraeva in un modo quasi spaventoso.
Voleva conoscerla, perché credeva, anzi ne era più che sicuro, che quella misteriosa ragazza era un pozzo senza fondo, e che lo avrebbe sorpreso in tutti i modi.
“ Sei tu la ragazza che ho incontrato oggi in biblioteca non è vero?” intervenne spontaneamente, ma si maledì mentalmente per la domanda troppo banale.
La ragazza annuì semplicemente, intenta a guardare le mani del cassiere che riponevano il suo tanto atteso cd nella busta in plastica.
“ Ecco a te” disse il ragazzo prima di lasciarle tra le mani il pacchetto.
Lasciò uscire un piccolo sorriso sincero, ma lei non ricambiò come lui sperava.
Gli angoli della sua bocca si spinsero verso l’ alto in un modo fin troppo falso.
Dietro quelle labbra carnose si nascondeva tristezza, malinconia… o forse insicurezza.
Non ebbe nemmeno il tempo di risponderle con un ciao che sparì velocemente dal campo visivo dei suoi occhi.
Non poteva lasciarla andare, non doveva lasciarla andare.
Lui doveva sapere, lui doveva parlarle, conoscerla.
 
 
 
 
Spazio autrice:
 
Ciao a tutti c:
Questo è il secondo capitolo, e da qui si capisce che il ragazzo è il nostro Zayn *-*
Spero vi piaccia, e grazie per le visite anche se gradirei una piccola recensione
Ciao a presto <3 baci
  
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