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Autore: _six_    08/04/2013    1 recensioni
Sam 17 anni. Harry 19. Amore, amicizia e un "piccolo" problema.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Guardai Harry negli occhi e lui gattonò fino a me. Pensavo che in quel momento mi stesse odiando e avevo la certezza che sarebbe stato così per sempre, invece mi cinse i fianchi con le braccia e mi abbracciò forte. Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla, distrutta. Lui sciolse l’abbraccio e raccolse una mia lacrima, a tenne sul dito e la fissai, era così pura, trasparente, che pensavo non fosse mia, doveva essere di un qualche angelo perché le mie, in quel momento non potevano essere che nere, macchiate di un crimine orrendo.
-         scusa – sussurrai. Mi guardò il volto e con le mani me lo asciugò. Poi dolcemente m prese la testa e l’appoggiò al suo petto, potevo sentire il suo cuore, non era calmo ma mi rilassava lo stesso.
-          Ora che facciamo? – quelle parole mi riempirono la testa, non lo sapevo. Cosa avrei fatto? Non ero nelle condizioni di pensare a nulla, volevo solo sparire dalla faccia della terra, persino morire.
Non dicemmo più nulla, restammo abbracciati, soli in casa. Mio padre quella notte non sarebbe tornato, l’avevo sentito prendere le chiavi e sbattere la porta con violenza, ma nn mi dispiaceva, solo avrei voluto che al suo posto ci fosse mamma.
Come pensavo papà non tornò quella sera e nemmeno quella successiva. Harry rimase con me, avvisando il suo coinquilino che per un bel po’ non si sarebbe fatto vedere e per fortuna non fece domande, non era un ficcanaso. Passai la notte sveglia e la mattina dopo ero uno zombie vivente. Vomitai un paio di volte, come succedeva da quasi tre settimane ormai. Harry mi consigliò di farmi una doccia e così feci, incapace ormai di pensare con la mia testa. Mi chiusi a chiave e levatami i vestiti restai nuda di fronte allo specchio. Guardai la pancia ma non si vedeva nulla, ero come sempre,magra e pallida, i capelli mori, mossi,corti e gli occhi color cioccolato più spenti che mai. L’acqua calda mi rilassò un pochino e i fece venire un gran sonno. Mi venne ancora da vomitare ma dopo essermi lavata mi sentii meglio. Infilai una tuta, misi un po’ di trucco e tornai in salotto dove il mio ragazzo, stanco quanto me, aveva preparato la colazione. Mi sedetti sul divano e lui accanto a me. Mi baciò dolcemente e mi fece uno strano effetto, convinta che non meritassi tutta questa comprensione dopo quello che avevo fatto, tutto questo amore, sentivo di meritare calci in culo e pietre in faccia, anche se sapevo che, in fondo, non era colpa mia, che non avrei dovuto essere triste perché un bambino è una delle cose più belle del mondo.   
  
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