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Autore: Dami    08/04/2013    1 recensioni
Vampiri, un rito, una profezia, semidei e Hogwarts. Come sono legati? Hanno tutti qualcosa a che fare con Helen Marie Foster, ottime studentessa al sesto anno della prestigiosa scuola di magia e stregoneria. E' bella,intelligente, Grifondoro e mezzosangue e ovviamente non può mancare il bastardo che la tormenta con gli occhi blu cobalto, i capelli cioccolato e il profumo di menta. Chi è lui? Adam Thomas Tunner; schifosamente bello, altezzoso, viziato e spudoratamente Serpeverde, che sarà la causa della maggior parte di problemi di Helen.
In questo anno la Grifondoro affronterà eventi che distruggerebbero il più forte degli uomini, portandola ad un punto in cui anche l'individuo più tenace vorrebbe lasciarsi morire. Ma c'è solo una regola che la nostra Helen deve ricordare: l'amore vince tutto.
Premetto che è la mia prima fan fiction e non assicuro niente a quelle povere anime che avranno il coraggio e la voglia di leggere questa storia.In ogni caso, ringrazio coloro che perderanno un po' del loro tempo sulle mie parole.
Un'ultima cosa: sarei contenta che CHIUNQUE recensisse.Buone o cattive non mi interessa, tutti i consigli e le critiche sono bene accette per migliorare. Detto questo... BUONA LETTURA!
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo due.

Buio.

 

Se lo shock causato dagli orari stravaganti della Mcgranitt aveva dato vita a molte lamentele, quello che fece Horace Lumacorno fu anche peggio.

Adam Thomas Tunner si ritrovò ad essere in ritardo già alla sua prima lezione di Pozioni. Diede mentalmente la colpa a quella ragazzina nel suo letto che non se ne voleva andare.

<< Buon giorno Signor tunner. >> . Lumacorno era voltato verso la lavagna ma indovinò comunque l'entrata del suo secondo miglior studente.

<< Si sieda, si sieda. >> fece con tono sbrigativo con un gesto distratto della mano. Guardando dove fosse seduto William, Tunner si accomodò a un banco della seconda fila, proprio dietro la Mezzosangue.

<< Certo che per riuscire ad arrivare in ritardo a Pozioni per uno che dorme nei sotterranei ci vuole proprio impegno... >> bisbigliò la Foster con tono derisorio all'orecchio della sua amica Annabeth, facendola sorridere.

<< Lo so Foster; non puoi resistere molto senza di me. >> sibillò Tunner con tono superbo, battendo subito dopo il pugno a quello del suo compagno di banco, ghignando soddisfatto.

<< Si Tunner, mi mancheresti come la neve ad agosto. >> ribattè saccente la Grifondoro. Era quasi impossibile chiuderle il becco.

<< Signorina Foster, signor Tunner - iniziò Lumacorno, sorridendo gentilemente a Helen, mentre ad Adam rifilava uno sguardo severo che lo inchiodò alla sua sedia - vi prego di rimandare le vostre diatribe a dopo. >>

Helen porse le sue scuse più sentite al professore di pozioni mentre Tunner biascicava un ''scusi''.

<< Ora che vedo voi due... Mi viene in mente che la professoressa Mcgranitt ha esplicitamente chiesto che le case si amalgamino tra di loro. >> disse picchiettandosi il mento con l'indice per concentrarsi.

<< Vediamo come mischiarvi in coppie equilibrate... >>, lo sguardo dell'ex-Serpeverde vagò tra i vari studenti della classe. Helen lo fissò preoccupata mentre Tunner , dietro di lei, continuava a fare battute insieme a Malfoy, come se lui fosse immune a quel provvedimento.

<< Signor Tunner... >> fece poi Lumacorno, marcando volutamente il nome del suo studente. << Venga, venga. Si sieda qui. - disse battendo la mano sul banco di Annabeth; Helen accanto a lei aveva appena smesso di scongiurare Merlino e ora lo stava maledicendo - Qui, vicino alla signorina Foster. >> gongolò con tono soddisfatto l'insegnanate, beandosi delle espressioni allibite dei due ragazzi.

<< Scusi professore, ma non dovevano essere coppie equilibrate? >> , Lumacorno guardò il ragazzo sorridendogli sornione.

<< Sì, signor Malfoy. >>

<< Ma Helen e Adam sono i migliori! >> obbiettò William educatamente.

<< Ha ragione signor Malfoy, ma il signor Tunner ha bisogno di qualcuno che gli insegni ad arrivare in orario e a tacere quando richiesto. - Helen si aprì in un sorriso falsamente angelico - e la signorina Foster potrà migliorare ancor di più le sue pozioni! >>. Tunner, seduto accanto a lei, ghignò.

<> Annabeth serrò la mascella mentre, spostando le sue cose, maledisse il giorno in cui Lumacorno era stato concepito.

<< Bene! Ora che avete nuovi compagni... >> Lumacorno iniziò a fare finalmente lezione.

Da sapere è che quando il principe di Serpeverde e la regina di Grifondoro si trovavano in una situazione che potesse sfociare in competizione, loro due dovevano per forza essere rivali. per esempio, quella mattina la gara era a chi alzasse la mano più velocemente. Per questo, alla fine della lezione Grifondoro si ritrovò con bene settanta punti e Serpeverde alle sue calcagna con sessanta. William e Annabeth dietro di loro erano scioccati dalla rivalità che scorreva tra i rispettivi migliori amici.

Poco prima che la lezione si concludesse la classe si ritrovò a dover svolgere una ricerca che come minimo avrebbe impiegato tre pomeriggi in biblioteca e il lato peggiore non era quello; dalle parole di Lumacorno non si prospettava nulla di buono per l'anno scolastico appena iniziato.

'' E' solo la prima di tante... "

Appena usciti dai Sotterranei Helen non vedeva l'ora di raggiungere Antiche Rune, l'unico corso in qui poteva trovare pace senza che Tunner la perseguitasse. Pensò, sbagliando, che anche lui fosse contento di ciò, quasi più entusiasta di lei...

<< Foster, aspetta! >>

... Evidentemente non la pensavano allo stesso modo!

poco prima che la raggiungesse, la Grifondoro fece in tempo ad alzare gli occhi al cielo esasperata, poi lui le afferrò un braccio e lei si ritrovò a fissarlo con le sopracciglie inarcate per la strana azione.

<< Da quando sei diventatato così coraggioso da toccare una mezzosangue? >> gli chiese subito acida; assottigliò lo sguardo credendo di averlo messo a tacere, sorridendo vittoriosa. Il Serpeverde assottigliò a sua volta gli occhi blu cobalto, fino a farli diventare due lame.

<< Da quando Lumacorno me l'ha affidata come compagna! >> sibillò guardando l'espressione della Grifondoro cambiare.

<< Bhè, comunque non ti ho mai dato tutta questa confidenza. >> rispose la ragazza indicando con lo sguardo la mano del Serpeverde che ancora la toccava; in risposta, lui ritirò la mano, senza fiatare.

<< Comunque.. cosa vuoi? >> domandò appena più addolcita Helen, lo sguardo sempre scocciato. Adam la guardò freddamente e represse quella voglia che gli urlava di tappare quel becco da sapientina.

<< La ricerca... >> si limitò a borbottare, cercando di mantenere un tono neutro.

<< Quando sei libera? >> le chiese; Helen lo guardò con fare confuso.

<< Oh Mezzosangue, sai cosa intendo! >> ribattè lui esasperato.

<< No, sono solo una stupida mezzosangue... >> ribattè con totno ironico la grifoncina.

<< Sì, che sei una stupida mezzosangue lo sappiamo! Comunque, quando non sei impegnata con il tuo Peteruccio per fare questa maledettissima ricerca?>>

<< Allora, primo: si chiama Peter, secondo: sei tu quello sempre occupato a sbattersi le sue amichette oche, terzo: stupido idiota, se osi chiamarmi ancora una volta ''mezzosangue'' , giuro che ti eviro.>> sibillò minacciosa. Per un attimoAdam era sbiancato ma poi il suo ghigno spuntò puntuale come al solito.

<< Mezzosangue - la provocò volutamente - ti proveresti da sola di un immenso e probabile piacere. So che non sei abituata a niente di eclatante con il Grifondoro, ma almeno non sprecare la possibilità che avresti con il tuo bellissimo compagno di pozioni. >> Helen arrossì fino alla punta delle orecchie.

<< Non ti permettere di parlare di Peter e... e... >> iniziò a balbettare imbarazzata.

<< Ti mette così a disagio avere scelte migliori? >> fece Tunner malizioso. Helen lo guardò sprezzante.

<< No, stavo reprimendo una conato di vomito >> berciò ovvia. Ancora una volta quello rimasto senza parole fu Adam e, come sempre, il merito andava tutto alla Mezzosangue so-tutto-io.

<< Se ti va bene, ci vediamo in biblioteca prima di cena. Se hai da fare con una delle tue puttane , la inizierò da sola. >> concluse poi con tono deciso, assumendo il solito comportamento da resposabilina saccente. Tunner voleva ribattere ma non gliene diede occasione che era già sparita su per le scale di corsa.

 

La sala comune di Serpeverde era nascosta in uno dei tanti corridoi bui che componevano i Sotterranei. I colori verde-argento la facevano da padroni su divani cuscini e anche il fuoco del camino. La camera dei prefetti era situata in cima a una piccola rampa di scale, la porta protetta da una parola d'ordine. Il principe di Serpeverde Adam Thomas Tunner si era appena sbarazzato di una ragazzina dai grandi occhi azzurri.

'' Quelli della Mezzosangue sono meglio'' , si era detto. Per un attimo pensò di essere andato fuori di testa. Da quando sapeva di che colore fossero gli occhi di quella mezzababbana? Si disse che la colpa era solo di quel pazzo di Lumacorno,mentre si rivestiva per andare a scrivere qualcosa in quell'inutile relazione di storia della magia. Non poteva esistere materia più inutile e noiosa in tutta la scuola. Per sua fortuna William Malfoy entrò in camera; lasciò cadere i suoi libri sulla scrivania e senza dire una parola si lasciò cadere sul letto a baldacchino verde-argento, lasciando andare un sonoro sospiro scocciato.

<< Cosa c'è? >> gli chiese Adam, senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo libro. William si alzò a sedere puntellandosi sulle braccia.

<< La Potter... >>

<< Avete fatto la ricerca? >> chiese Adam guardando il suo migliore amico.

<< Sì... >> grugnì Malfoy con volto scuro.

<< E? >> cercò di incalzare Tunner.

<< E... Niente, c'era anche Scott! - esplose- Volevo schiantarlo. Che bisogno c'era di venire? >> sbuffò Malfoy lascindosi cadere nuovamente sul letto.

<< A proposito...tu non dovevi andare in biblioteca? >> gli chise tirandosi nuovamente a sedere un attimo dopo.

<< Merda... >> imprecò Adam scappando di corsa in biblioteca.

Ci mancava solo che lo sgridasse per il ritardo...

 

Sette rampe di scale e tre minuti dopo era davanti alla porta della biblioteca . L'aprì, entrò, sperando di non essere in ritardo, ma anzi in anticipo. Si lasciò andare un sospirò di sollievo quando vide che nessuno era in biblioteca, solo quell'acida di Madama Pince. Si sedette a un tavolo qualsiasi con aria soddisfatta . Stava già pensando alla faccia della Mezzosangue quando lo avesse visto lì, ma il suo momento di gloria venne smorzato da qualcuno che sbattè nervosamente una pila di libri più pesante di lei.

<< Alla buon'ora... >> lo riprese la voce infastidita della Foster . Sembrava piuttosto irritata ma si lasciò scappare un sorriso quando vide l'espressione di Tunner.

<< Tunner credevi davvero che non sarei venuta? O che me ne fossi andata perchè non c'eri? >> chiese retorica con tono sufficiente.

<< No, Foster. Speravo solo di non doverti vedere. >> ribattè acido.

Quel ragazzo non aveva senso dell'umorismo.

<< Nessuno ti obbliga a restare. Se te ne andassi faresti un favore ad entrambi: io potrei fare la nostra relazione in tranquillittà e tu potresti tornare dalle tue amichette e tu avresti comunque il tuo nome sulla ricerca, ovviamente. >>. Per un attimo prese in considerazione l'idea, ma poi si convinse che era molto meglio infastidire una mezzosangue, anzi... la Mezzosangue Grifondoro so-tutto-io. Gli avrebbe dato sicuramente mooolta più soddisfazione battibeccare con la Foster.

<< Non lascierò mai che una Mez... >>

<< Stupeficium! >>; vide nascere una luce rossa davanti ai suoi occhi che lo centrò in pieno petto. Cadde dalla sedia e rimase svenuto a terra per almeno un quarto d'ora buono, o almeno così gli era sembrato...

Quando si svegliò, o meglio, fu svegliato dalla Foster, scoprì che lei aveva già quasi terminato la ricerca e lui era rimasto lì due ore. Gli faceva una male del diavolo la testa.

<< Mettitelo bene in testa Tunner: - gli sussurrò minacciosa e sensuale all'orecchio - io non sono come quelle che ti sbatti. >>, una folata di profumo alla cannella lo investì in pieno , stordendolo ancor di più. Il tono che la Grifondoro aveva usato sembrava non aver traccia di ironia , era puro ghiaccio.

Per la prima volta da quando la conosceva, Adam si annotò mentalmente di non sottovalutarla... MAI.

Lo schiantesimo che lo aveva colpito aveva una potenza incredibile. Alle parole che la Mezzosangue gli aveva sussurrato all'orecchio non potè che dare ragione.

<< Foster sei... forte!>> biascicò mentre si alzava, il tono tra l'incredulo e l'esaltato. Helen non gli sorrise, si limitò a fissarlo freddamente.

<< Muoviti idiota. Siamo in ritardo per la cena. >>

<< Mezz...Foster non scherzavi quando hai detto che mi avresti schiantato. >> notò Tunner, una volta al suo fianco. L a Grifondoro si girò a guardarlo, con un sorriso strano sul volto.

<< Che questo ti sia di monito Tunner la prossima volta che qualcuno ti da un avvertimento.>>

Arrivarono in sala grande e ognuno se ne andò per la propria strada; chi più chi meno dolorante. Ma a quella giornata non c'era fine, la Mcgranitt aveva convocato i prefetti nel suo ufficio doppo cena, e si sarebbero dovuti rivedere, ma per fortuna della Grifondoro, aveva un po' di tempo per passare in camera e svagarsi in modo da non uccidere direttamente il suo amabile compagno di pozioni.

 

Dopo la morte di Albus Silente il suo studio era stato occupato da Minerva Mcgranitt. Il gargoyle si spostò di lato alla parola d'ordine, lasciando che i due prefetti salissero le scale. Al loro bussare, la voce della preside li invitò ad accomodarsi. Stavano aspettando solo loro.

Qualcuno nella stanza pensò che ai Serpeverde sarebbe tornato utile un orologio ogni tanto.

<< Sedete ragazzi! >>, la Mcgranitt fede cenno di accomodarsi sulle due sedie dietro di loro. I due sedettero, e uno iniziò a guardarsi in giro, curioso. Helen lo fulminò con un solo sguardo.

<< Ragazzi, come già detto alla cena , quest'anno ci sarà un ballo di Natale. Si terrà il 23 dicembre. L'organizzazione spetterà ai Capiscuola mentre per voi prefetti si è pensato che possiate aprire le danze con un ballo di coppia.>> spiegò la Mcgranitt.

In un angolo del suo ufficio due alunni stavano già organizzando una nottata folle all'insegna di sesso e alcool, ma poi si pose subito il problema delle '' coppie ''nella mente di tutti gli studenti; e subito la Mcgranittsi preoccupò di far svanire ogni dubbio e la paura di un'alunna che aveva visto oltre le righe si fece concreta.

<< Ovviamente le coppie sono già state scelte. - disse con quel suo tono che non avrebbe ammesso repliche- Allora... iniziamo con la signorina Baston e il signor Weasley. >> '' uno in meno '' contò Helen nella sua mente, rabbrividendo impercettibilmente. Poi la Mcgranitt riprese: << Il signor Tomphson accompagnerà la signorina Rich , mentre il nostro signor Tunner farà da cavaliere alla signorina... - senza nemmeno accorgersene Helen si ritrovò a trattenere il fiato, sperando con tutte le sue forse che chiamasse il nome di Annabeth. Ballare con Tunner avrebbe scatenato molto più di uno schiantesimo e non sapeva quanto avesse ragione. - ... Foster e quindi rimangono solo il signor Malfoy e la signorina Potter. >> sorrise la Mcgranitt. Heln sembrò che fosse caduta in stato di shock. Giusto il battere delle palpebre assicurò che fosse ancora viva.

Chiunque l'avesse conosciuta almeno un po' avrebbe di certo confermato che per Helen Marie Foster non poteva esistere castigo peggiore che dover ballare. Al solo pensiero le veniva mal di stomaco e, se poi ci aggiungiamo che il suo ''cavaliere'' era Tunner, il mix ottenuto era un buon motivo per rompersi volontariamente una gamba. Già il laboratorio di pozioni e la biblioteca erano diventati per lei una prigione, e la Grifondoro adorava quei luoghi di Hogwarts.

La Mcgranitt voleva punirla per qualcosa, pensò. Ma le sorprese di quella che una volta era la sua adorata preside non erano ancora finite...

<< E queste coppie sono le stesse con cui svolgerete le ronde. I vostri turni vi verranno comunicati tutte le sere in un foglio sulla porta del mio ufficio. >> spiegò chiaramente, gongolando segretamente.

Sì, la odiava nel profondo. Non potevano esserci dubbi.

La regina di Grifondoro imprecò sottovoce prima di spostare lo sguardo sul suo compagno di ronde. Sperava con tutto il cuore che almeno in quel caso lui sarebbe stato dalla sua parte; di certo Tunner non avrebbe passato volentieri tanto tempo con una mezzosangue. ma le sue aspettative la delusero, e parecchio. Non solo Tunner non stava imprecando come lei, al contrario sorrideva pacifico e soddisfatto, e Helene pensò che la cosa non le piaceva per niente. Sapeva quanto potesse essere fastidioso e irresponsabile il preffeto di Serpeverde.

Uscì dall'ufficio della preside appena le fu concesso. L'unica cosa che voleva in quel momento era Peter; lui l'avrebbe tranquillizzata e non avrebbe dovuto pensare a tutti quei problemi. Ma molto probabilmente Morgana e Merlino si erano messi d'accordo per farla uscire di senno. Era tanto arrabbiata e infastidita che nemmeno si accorse di quel qualcuno che la seguiva a ruota e di Annabeth che era rimasta indietro.

Fu afferrata per il polso, e per poco non le prese un infarto quando si ritrovò con la schiena al muro, due forti braccia che le bloccavano ogni via di fuga e due occhi blu cobalto che la fissarono divertiti.

<< Tunner... - sospirò una volta calmatasi - mi hai fatto prendere un colpo. >>. Il Serpeverde sembrò sorridere, ma fu solo un illusione; era semplicemente il suo ghigno abituale.

<< Sì, faccio questo effetto alle ragazze. >> ribattè ironico, sorridendo lievemente divertito. Helen non riuscì a fare a meno dall'alzare gli occhi al cielo.

<< Cosa vuoi ? >> lo freddò prima che potesse prendere troppo confidenza. La infastidiva averlo così vicino da riuscire a contare tutte le sue ciglia e il solleticare del suo profumo di cioccolata e menta erano niente di cui potersi fidare. Adam Tunner non era nessuno di cui potersi fidare: bastardo ,manipolatore ,vanitoso e perfido, infinitamente perfido.

Il principe di Serpeverde era un ragazzo viziato, sin da piccolo era stato abituato a ottenere ciò che voleva senza nemmeno chiedere. Non gli piaceva sentirsi dire di no, nè tantomeno che ci si rivolgesse con toni irriverenti. Quasi fosse il prinicipe, pff..

<< Non ti rivolgere a me con quel tono Mezzosangue... >>, giocava col fuoco perchè sapeva di averne il controllo, sapeva che la Grifondoro non aveva la bacchetta.

<< Io uso il tono che trovo più adatto, Tunner. - sibillò arrabbiata- Non mi interessa un fico secco di chi ti credi di essere e, ripeto, cosa. Diavolo. Vuoi? >> chiese spazzientita guardandolo con i suoi occhi azzurri con aria di sfida.

<< Visto che quella vecchia megera ha deciso di torturarmi, quest'anno, cerchiamo di rendere le cose un po' più semplici. Sai ballare, vero? >> le chiese a bruciapelo, scrutandola con occhi attenti.

Helen arrosì fino alle orecchie, perdendo per un attimo la sua tenacia e servendo su un piatto d'argento una sua debolezza. Tunner ghignò divertito di quel rossore sulle sue guance, apprezzandolo segretamente.

<< Finalmente! Qualcosa che la so-tutto- io non sa fare, credo che mi divertirò... >>

<< Tunner è più facile che io impari a ballare che tu a usare quel minuscolo cervello che ti ritrovi. Direi che entrambi non sappiamo fare qualcosa. >> lo rimbeccò subito con aria saccente di chi sicuro delle proprie capacità.

<< Comunque sia... io so ballare e per quanto odi questa cazzata del ballo dei Prefetti non voglio sfigurare per un stupida Grifondoro. >> sputò sprezzante il ragazzo.

<< E, sentiamo digrazia , cosa intende fare? >> lo sbeffeggiò Helen con tono ironico.

<< Semplice... Mentre gli altri proveranno i passi, io insegnerò a ballare a te. >> rispose il Serpeverde con ovvietà lasciando Helen con la bocca aperta. Perchè mai avrebbe dovuto aiutarla?

<< Lo faccio solo per non sfigurare più del necessario, dato che la preside ha deciso di affibiarmi te... >>

Helen non avrebbe accettato di essere screditata un attimo di più. Poteva andare al diavolo.

<< E se io non intendessi collaborare? >>

<< E perchè non dovresti? >> chiese retorico.

<< Perchè forse non hai capito Tunner, ma io non intendo passare un minuto di più del necessario con una persona che mi odia >> sibillò fredda inchiodandolo con gli occhi cerulei.

<< Ora scusami, ma non intendo sprecare altro tempo. Se mai verrò a quello stupido ballo ,te lo farò sapere >>

 

Passarono giorni da quella famosa sera fuori dalla presidenza. La Grifondoro aveva messo bene in chiaro una cosa: nessuno poteva calpestare la sua dignità.

Per quanto potesse sembrare innocua e minuta, un Serpeverde aveva provato sulla sua stessa pelle cosa volesse dire sottovalutarla.

La regina di Grifondoro non era una ragazza che portava rancore, nemmeno ad Adam Thomas Tunner, ma per quasi una settimana i due non si parlarono nemmeno per insultarsi; in realtà Helen si rifiutava di perdere tempo con lui. Era già sufficiente quello passato in biblioteca o in aula di pozioni e ogni volta la sua pazienza era messa a dura prova.

Dal canto suo Tunner usava qualsiasi pretesto per attirare la sua attenzione. Non sapeva spiegarsi il perchè, ma lo turbava parecchio l'idea che lei potesse pensare che lui la odiasse, era ineccepibile anche per lui: non odiava nessuno, tantomeno lei.

E doveva sentirsi fortunata. Lei era l'unica che potesse vantarsi di aver reso il principe di Serpeverde un po' meno principe. L'unica e sola con il permesso e il privilegio di insultarlo.

Due settimane dopo che si era sentito sbagliato, si ritrovò in camera sua a parlare con William di lei, ma nemmeno con il suo migliore amico riusciva ad aprirsi su certe cose.

<< Tu mi vuoi dire che te la sei presa per quello che pensa la Foster? >>

<< Non ho detto questo! >> ci tenne a precisare.

<< Allora spiegati, per le mutande di Merlino !>> sbottò William, allargando le braccia. Adam lo guardò con occhi colpevoli.

<< Ho solo detto che io non la odio... >> bisbigliò. Sembrava quasi timido.

<< Quindi ti interessa la sua idea... >> fece William meditabondo, sorridendo come chi ha capito tutto.

<< No... - lo fermò subito adam- ma non voglio che si pensi che io sia come mio padre >> . Malfoy lo fissò con un sopraciglio inarcato.

<< E questo cosa c'entra? >>

Adam tacque, non sapeva cosa replicare.

<< .. come pensavo!>> gongolò poi Malfoy vittorioso.

<< E cosa pensavi, testone? >> borbottò l'altro in tono superbo.

<< Tu inizi a tenere a lei. >> rispose il suo amico moro, l'espressione sincera e un sorriso enigmatico. Adam quella volta non potè rimanere zitto. << Cazzate! >> ringhiò allora.

<< Dai, andiamo. Tra poco inizia la ronda...>> lo zittì William bonariamente, dirigendosi verso la porta.Anche Adam lo seguì a malincuore, avviandosi verso l'uscita.

Non lo avrebbe mai ammesso ma William forse infondo aveva ragione, questo però non toglieva il fatto che non lo avrebbe mai ammesso... nemmeno sotto tortura.

Raggiunsero l'ingresso della scuola, il loro punto di ritrovo. William sparì subito con la Potter. Sembravano andare d'accordo, e Adam sembrava geloso di quella lieve complicità che vedeva tra i due.

La Foster non si presentò in orario, arrivò con almeno dieci minuti di ritardo e inconsciamente Tunner si ritrovò a pensare che un comportamento del genere non era da lei.

<< Ciao Foster! >> la salutò con voce roca appena la vide arrivare. Lei gli rivolse uno sguardo veloce, poi tornò con i capelli a nasconderle il viso. Si era nascosta, come un fuggittivo dalla polizia. Adam aveva visto tutto , non la perse di vista un attimo. Stava piangendo o , almeno, aveva pianto. Poteva dire quello che voleva ma lui sapeva. Ed era impotente. Non era abituato a vederla sofferente e quella vista non gli andava granchè a genio... per niente.

 

 

Quella sera ci mancava solo la ronda con Tunner; ai problemi non c'era mai fine, si disse. Annabeth era già uscita; lei invece era ancora in camera loro. Ci mancò poco che si dimenticasse la bacchetta.

Ma perchè si comportava così? Non riusciva a capirlo e non era nemmeno sicura di volerlo.

Lasciò la sua camera a malincuore, ricordandosi la sua bacchetta questa volta.

La ragazza quella sera era talmente provata che avrebbe schiantato Tunner al primo insulto. Quando raggiunse l'ingresso lui era già lì; stava giocando con la bacchetta e quando la sentì arrivare alzò lo sguardo.

<< Ciao Foster! >> la salutò con voce roca. Si sarebe aspettata qualche schermaglia, ma lui tacque. E gliene fu grata.

Quella sera avrebbero dovuto essere di pattuglia nei sotterranei, solo l'idea la spaventava. Quasi nessuno ne era conoscenza ma la regina di Grifondoro era acluofobica; la coraggiosa Grifondoro aveva paura del buio. Molti, se lo avessero saputo, avrebbero subito obbiettato: '' ma è una Grifondoro, loro non hanno paura ''. Il fatto è che la gente non lo sa, ma i coraggiosi, quelli veri, non sono persone che non hanno paura di niente e di nessuno; sarebbero dei pazzi irresponsabili. Il vero coraggio sta nell' avere paura ma accattarla,affrontarla e sconfiggerla. Helen era a metà percorso: l'aveva accettata e forse avrebbe imparato a conviverci ma le aspettative di quella sera non erano delle migliori; diciamo che Adam Thomas Tunner non era uno di quelle persone che infondono fiducia a chi ne ha di bisogno. Quel ragazzo era più il tipo da trarre un vantaggio dalle disgazie altrui.

Scesero nei sotterranei e per la Grifondoro sembrò di andare al patibolo. Quel luogo non le aveva mai fatto così paura quando doveva andare a pozioni. I sotterranei erano composti da un buio quanto grande corridoio principale illuminato da poche torce accese che con la loro fiamma verdastra contribuivano a conferire agli altri piccoli e bui corridoi un'aria ancor più spettrale.

Helen tremava di paura, il cuore le rimbombava nelle orecchie tanto batteva forte. La bacchetta era stretta tra le sue dta talmente forte che si sarebbe potuta frantumare.

Ogni ombra era un sussulto, ogni rumore un tuffo al cuore. Se non fosse stato Tunner, avrebbe sicuramente chiesto al suo compagno di abbracciarla.

Proprio accanto a lei, il Serpeverde sembrava il ritratto della tranquillità; teneva la bacchetta alta davanti a sè per fare strada alla Foster, tremante poco dietro di lui. Vedendo gli occhi inniettati di folle paura della compagna , ricordò quando, anche lui , trovava immensamente inquietanti quei corridoi bui; più si andava avanti più sembrava che nascondessero ognuno qualcosa dai cui stare

alla larga. Ancora singiozzante la Foster tentennava a camminare al suo fianco.

Ormai stavao per concludere il giro e tornare indietro, ma arrivati davanti alla sala comune di Serpeverde , Tuuner pensò bene di lasciarla lì fuori da sola.

Come se non bastasse l'ideadi dover già riattraversare tutto quel corridoio...

Quella non era di certo la serata migliore per la regina dei Grifoni, appena Adam fu entrato scricchiolii sinistri si avvicinarono a lei. Strinse ancor di più la bacchetta di cedro tra le dita e la alzò coraggiosamente davanti a sè; il legno illuminò quel poco spazio circostante che riuscì, non mostrando presenza sgradite. La Grifondoro in quel momento era un tremito vivente.Qualcosa dietro di lei passò velocisima sfiorandole la divisa facendola voltare verso altro buio. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma voleva Tunner al suo fianco.

L'ombra, o qualsiasi cosa fosse, iniziò a passare sempre più vicino fino a farla tremare dentro. La canaglia che si divertì a terrorizzarla iniziò a far tremare le armature poco distanti da Helen. La Grifondoro, stremata dalla paura, impaurita e con la ragione offuscata dal panico , si ritirò con la schiena rasente al muro dietro di lei, e per proteggersi si rannicchiò a terra, sperando con tutta se stessa che tutto finisse presto.

Quella ''presenza'' nel corridoio iniziò anche a ululare come un'anima in pena; persino un << Mezzoangue! >> sputacchiato in una via di mezzo tra un ringhio e un tono divertito. Ormai Helen, sopraffatta dalla paura, si lasciò andare in un piagnucoliomenre si tappava le orecchie.

Il cuore sembrava volerle uscire dal petto; il buio impenetrabile sembrava nascondere cose terribili. Lanciò un unrlo terrorizzato e scoppiò a piangere pregando che non le si facesse del male quando sentì toccarsi una spalla. Quel mostro le afferrò con fermezza i polsi costringendolo a sentire.

<< Calmati! >> , la voce tranquilla, l'esatto contrario dell'ansimare di Helen. Ancora tremante, non osò aprire gli occhi, troppo spaventata per guardare in faccia la verità.

Per un attimo aveva creduto di morire.

Quel qualcuno non si curò dello sforzo: le passò un braccio sotto le ginocchia e con l'altro le circondò la schiena. Avvolta in quelle braccia forti e da quel profumo esotico di noce di cocco,attraversò il corridoio buio aggrappata spasmodicamente alla divisa del ragazzo.

Il percorrere quel corridoio non le sembrò infinitamente lungo come all'andata, ma comunque non riuscì a trattenere i tremiti. Il ragazzo non parò, non ce n'era bisogno; credeva di sapere chi fosse, e in segreto, gliene sarebbe stata grata.

Le fioche luci verdognole che indicavano l'uscita dai sotterranei inizirono a trasparire dalle sue palpebre. Solo quando sentì un vociare fitto e la luce abbaggliante della sala d'ingresso le illuminò il vico, non provò più quella folle paura.

<< Helen! >> esclamò la voce di Annabeth , e la senti precipitarsi vicino a lei.

<< Cosa le è successo? >> esclamarono subito dopo due voci maschili: Kevin e William.

Sentì di essere stata presa in braccio da qualcun'altro e dal buon profumo familiare dovette dedurre che fosse Kevin. Aprì gli occhi giusto in tempo per vedere il Serpeverde che le sorrise debolmente , poi venne accolta tra le braccia di Kevin che la strinse forte, e le baciò la fronte.

<< Grazie Pierre! >> la voce calma e cordiale di Malfoy congedò il portiere di Serpeverde che in un attimo sparì in quel buio spaventoso.

Annabeth, Kevin e inaspettatamente William si preoccuparono delle sue condizioni e alla domanda cosa le fosse preso , Helen rispose << buio >>; i due Grifondoro non ci misero molto a capirlo mentre Malfoy sembrò confuso.

Si stavano dando la buona notte quando l'eco dei passi di qualcuno che stava correndo li bloccò tutti, incuriositi. Con loro grande sorpresa Adam Thomas Tunner , il volto cereo per lo spavento, gli occhi dilatati e la bacchetta sguainata, sbucò dal buio, affannato. Si guardò intorno cercando qualcuno poi, quando lo sguado si posò sul gruppetto, si diresse da loro. Arrivato

davanti alla sua compagna venne gelato dal suo sguardo pieno d'odio.

L'aveva lasciata sola...

 

<< Oh Mezzosangue...sei qui! >>fece con tono indifferente, anche se non riusciva a staccare gli occhi da lei. Piccola,tremante, impaurita sembrava vulnerabile , ma quegli occhi azzurri erano feriti, delusi, forse delusa da sè stessa da quanto aveva sperato che lui potesse salvarla.

Helen non sprecò fiato per lui; si limitò a guardarlo con rabbia, stringendo il colo di Kevin,che di rimando la strinse premendole le labbra sulla tempia. Si lasciarono prima che qualcuno potesse dire qualcosa di sconveniente; i Grifoni salirono verso la Torre, mentre le Serpi scesero nei Sotterranei.

 

Adam lo sapeva; se lo spettava che William gli facesse la solita paternale moralista, che lo analizzasse come uno psicologo. In effetti lo era per lui. Era l'unico che non lo faceva uscire di senno.

Ma quella volta Malfoy lo sorprese...

<< Cosa stavi facendo? >> gli domandò; stava mettendo a posto qualcosanei cassetti della scrivania forse la bacchetta. Il tono era stranamente distaccato rispetto al suo solito dare consigli.

<< Quando? >> domandò Adam. Poteva riferirsi a migliaia di cose con una domanda così generica.

<< Quando l'hai lasciata sola! >> frecciò Malfoy. Non lo guardava negli occhi, sembrava quai che lo stesse ignorando.

<< Io... io sono entrato un attimo in sala comune. >>, non gli era mai capitato che esitase a rispondere. Cosa gli stava succedendo? Malfoy sbuffò , le labbra incurvate in un leggero sorriso incredulo.

Stentava a credere che il suo migliore amico, suo fratello quasi, potesse essere tanto insensibile.

<< La prossima volta che devi farti gli affari tuoi e sei con lei, abbi la decenza di non lasciarla da sola... al buio. >> gli disse William con tono calmo.

La calma prima della tempesta

.

<< Cos'avrei dovuto fare? Portarla in sala comune? >>. Malfoy lo guardò con occhi che sembravano dire '' ci voleva tanto? ''.

<< Perchè, scusa? Non è mai morto nessuno per essere stato solo dieci minuti. >> continuò di nuovo in sua difesa.

<< LE è PRESA UN ATTACCO DI PANICO, TUNNER! >> urlò Malfoy guardandolo con occhi fiammegianti. Adam pensò che in sedici anni non gli era mai capitato di vederlo tanto arrabbiato.

<< Non gridare- soffiò Tunner indifferente- sveglierai tutto il dormitorio. >>

<< Ho insonorizzato la stanza, idiota! >> borbottò William. Aspettva solo una risposta dal principe di Serpeverde e allora sì... che avrebbe visto un Malfoy incazzato.

<< Idiota? E cosa ne potevo sapere che quella aveva paura?E poi... che stronzata è? Una crisi di panico... pf. >> sputò sprezzante Tunner, come se non gliene importasse niente.

<< SEI UN IDIOTA, TUNNER! - urlò Malfoy, l'indice alzato minacciosamente - PIX SI è DIVERTITO A GIOCARE CON LEI E LEI HA LA FOBIA DEL BUIO! >>. Adam lo guardava con espressione incolore, seguendolo nei suoi urli.

<< L'ha portata su Duval... >>continuò William.<< ... in braccio. >> aggiunse poi meschino, e ottenne esattamente la reazione sperata: Adam si interessò di colpo.

<< Era tremante, non osava aprire nemmeno gli occhi! Fosse stato per te, poteva svenire lì. >> disse poi con tono di voce moderato, sempre quella scintilla di rabbia di rabbia e disprezzo nel tono.

Tunner non si era mai sentito tanto nel torto come quella notte. Ma Malfoy non poteva, non aveva il diritto di giudicarlo, anche se lo considerava un fratello. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto

descrivere il mare di sensazioni che lo aveva investito: il non trovarla, vedere la sua bacchetta per terra e lo sghignazzare lontano del Poltergeist. Gli avevano fato pensare al peggioche le potesse essere successo mentre lui , semplicemente, era a prendere un maglione perchè pensava potesse avere freddo visti i tremii; non aveva pensato che quella potesse essere paura.

Guardò la bacchetta della Grifondoro tra le sue mani con aria mortificata. Per la prima volta si sentì in colpa.. per una mezzosangue. Una mezzosangue Grifondoro so-tutto- io.

Era inutile starci a rimuginare sopra, ormai era passata; la Grifondoro era al sicuro. l'indomani le avrebbe riconsegnato la bacchetta anonimamente. Per il momento poteva dormire soni tranquilli.

Maledettamente egoista, meledettamente stronzo.

Maledettamente Serpeverde.

 

 

Passata la prima metà di settembre ci fu la prima uscita ad Hogsmeade per gli studenti di Hogwarts.

La studentessa di Grifondoro Helen Marie Foster aveva appena trascorso la notte più tormentata che avesse mai vissuto; di certo la sera prima non aveva passato momenti felici nell'insieme. Fortuna che esistevano amici come Annabeth e Kevin. Il capitano della squadra di Quiddicht rosso-oro insistette per portarla fino in camera in braccio. La Potter, come solo lei sapeva fare, insultò Tunner imprecando contro di lui in modo molto poco femminile, facendo scappare un sorriso a Helen.

La mattina seguente la notte di ronda, si ritrovarono tutti il Sala Grande per la colazione e la brutta avventura sembrava già essere un ricordo lontano. I due prefetti di Grifondoro scesero, trovando Peter Harper e Alexander Scott intenti a non lasciare nulla sul tavolo. Annabeth si abbracciò al moro baciandolo dolcemente sulle labbra mentre veniva a sua volta stretta tra le braccia del nerboruto Grifondoro.

Dall'esatta parte opposta del tavolo Helen Marie Foster non venne accolta con lo stesso calore che aveva avuto Annabeth. Harper sembrava una statua di freddo ghiaccio; nemmeno quando lei lo baciò per salutarlo, mostrò un po' di affetto. Si limitò a biscicare un '' buon giorno '' striminzito senza nemmeno guardarla negli occhi, buttandol Helen nello sconforto più totale.

La cercatrice di Grifondoro sarebbe voluta scoppiare a piangere; il non conoscere il motivo di tutta quella freddezza, il tono aspro e le occhiate spezzanti avevano già cominciato a distruggerla dalla sera prima; per quello era arrivata in ritardo, per quello stava piangendo.

Consolata solo dalla presenza di Annabeth , Helen andò comunque a Hogsmeade con Peter per un'uscita a quattro on la migliore amica e fidanzato.

Arrivati nel piccolo paesino lo sconforto non la abbandonò, anzi si fece più marcato. Peter sembrava non accorgersi nemmeno della sua presenza tanto da guardare tutte le ragazza, meno che la bellissima Grifondoro che stava al suo fianco.

A un punto della mattinata il ragazzo arrivò perfino a sbuffare a ogni proposta o semplice parola che uscisse dalla bocca di Helen.

<< Annabeth voi andate. >> disse alla sua amica; non voleva rovinare la giornata anche a loro due. Titubante, la Potter accettò, non prima di aver gettato un'occhiataccia al Grifondoro biondo poco distante da lei.

<< Perchè li hai fatti andare via? >> le chiese Peter almeno un attimo dopo che furono rimasti soli. Helen lo guardò, nascondendo il timoreper il veleno udito nella voce stizzoadi Peter. Poco lontano un ragazzo assistette alla scena, curioso.

<< C-credevo di passare un po' di tempo con te... per parlare. >> spiegò lei con voce timorosa.

<< Certo! - esclamò sferzante Peter - Ormai trascorri tutto il tuo tempo con quella maledetta serpe di Tunner. >> sputò risentito.

<< Questo lo sai, Peter, che non è vero! >> ribattè subito Helen, orgogliosa.

Il discoso da lì in po degenerò a livelli che tra i due non si erano mai visti. La conclusione non fu lo scioglimento della coppia, ma una Helen Foster delus, amareggiata... che, distrutta, si rintanò a sedere da sola su una panchina.

Difficilmente si era sentita tanto sbagliata, ma con Peter ea quasi sempre così. Ormai aveva perso il conto di quante volte Annabeth le aveva detto che lui non la meritava, senza tener conto delle volte in cui anche Kevin lo aveva fatto. Il suo migliore

amico conosceva bene il suo fidanzato e più volte l'aveva messa in guardia, ma Helen non aveva voluto ascoltare. Per lei quel ragazzo rasentava la perfezione. Lo amava, su questo non aveva dubbi, ma dopo più di un anno era stanca di sentirsi insultare ogni volta che lui ne aveva occasione . Forse era per vendetta, pensò. Era infastidito dal fatto che lei, nonostante tutte le attenzioni , ancora non si fosse decisa. Conosceva bene il suo Peter; prima che le rubasse il cuore, nella torre Grifondoro veniva elogiato dai ragazzi come un Don Giovanni , quasi ai livelli di Tunner e Malfoy. In effetti era rimasta stupita lei stessa quando si era limitato a dei baci dopo più di sei mesi. Strano, perchè in giro c'era chi andava dicendo che lui fosse uno che andava subito al punto con le ragazze; ma con lei non lo aveva ancora fatto.

<< Ehi, Foster...>> la chiamò una voce gentile. Per un attimo, con la testa sovrapensiero, aveva pensato fosse Tunner e per questo aveva sobbalzato, correndo a nascondere quelle poche lacrime che le erano sfuggite inconsciamente. Teneva a Peter Harper,

su questo non poteva avere dubbi, ma tutto dipendeva da lui.

<< Ciao William! >>lo salutò, facendogli spazio vicino a lei; il ragazzo si sedetteregalandogli un amichevole sorriso. Il figlio di Draco Malfoy aveva un'eleganza inaudita, una bellezza da capogiro e un'educazione degna del cognome che portava. Il profumo di autunno e foglie secche che portava con sè era seducente quasi quanto lui. Il rampollo di casa Malfoy , con i suoi occhi grigi e i capelli castani, aveva incantato non poche ragazzine di Hogwarts. Con la sua parlantina educata non era un caso che fosse un Don Giovanni come suo padre ai tempi d'oro.

Avendolo così vicino, Helen si ritrovò d'accordo con Annabeth.

<< Come sta il mio amico Harper? >> ghignò ironico, lanciandole un' occhiata complice.

<< Per quanto ne sappia io, sarà ai Tre manici di scopa. Ma... hai visto? >>

<< ... e sentito!- la interruppe William- Tutto! >> aggiunse poi. Sembrava quasi fiero.

<< Bè, allora è intle che mi sia asciugata le guance. >> sorrise amara . William addolcì il suo ghigno e la fissò con occhi pieni di compassione. Capiva bene come si sentiva la ragazza davanti a lui.

<< E' inutile che tu pianga, Helen. >> le rispose serio un attimo dopo, mettendo l'accento sul suo nome. Lo guardò con i suoi occhi cerulei con riconoscenza. Quello tra il Serpeverde e la Grifondoro era stato un muto rispettarsi a vicenda, a stimarsi l'un l'altra.

Per quanto riguardasse Malfoy, Helen era una splendida ragazza; una di quelle rare, da trovare e tenersela stretta. Ma il suo cuore verde-argento apparteneva a un'altra Grifondoro.

Dal punto di vista di Helen, William , nonostante l'amicizia con Tunner, le sembrava un bravo ragazzo e la prova era che stavano parlando del suo fidanzato, come amici di vecchia data.

<< Grazie William! >> sussurrò piano. Prima di fissarsi le scarpe. Il moro Serpeverde si alzò in piedi con un colpo di reni e con un gesto tanto cavalleresco quanto elegante le offì una mano per alzarsi. Helen accetto lusingata mentre le guance le si colorarono di un rosso ciliegia; delizioso a detta di William.

<< Guardati! - le disse poi avendole fatto fare una giravolta su se stessa - Sei bellissima, Helen! Lui non ne ha il diritto. >>. Se fosse stato qualcun'altro ad azzardare un complimento tanto innocente quanto equivoco, Helen avrebbe di certo preso le distanze,

ma di William Malfoy lei si fidava ed era a conoscenza che in quei complimenti non ci fosse malizia. Gli sorrise riconoscente e parlando di tutto quello che potevano, decisero di tornare a scaldarsi al castello.

 
  
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