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Autore: sheeransbeer    08/04/2013    9 recensioni
'Non puoi fare niente, sono così, il mio cuore è incartato.'
'Io posso fare qualunque cosa per te.'
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Vuoi che resti a dormire qui con te stanotte?' chiese Harry chiudendo accuratamente la porta d'ingresso di casa mia.
'Ehm.. non so, se non ti disturba..' dissi.
Harry era fin troppo gentile e disponibile con me, non volevo diventare un peso, ma in quel momento ero più fragile di un vaso di cristallo.
'Non mi disturba.' rispose sorridendo.
Non so perchè, ma c'era qualcosa in lui che mi calmava, sembrava che sapesse sempre cosa fare, io invece mi facevo prendere dal panico.
'Ok.' dissi salendo le scale. Harry mi seguì fino al piano superiore, ma il suo sguardo era assente, come se stesse ragionando bene su qualcosa.
'C'è qualcosa che non va?' chiesi, interrompendo così i suoi pensieri.
Si girò con aria interrogativa. 'Ehm, no... no' rispose.
'Senti ma, posso dirti una cosa?'
'Dimmi.' disse.
'Stamattina.. io ho avuto la strana sensazione di non conoscerti.. voglio dire, non sapevo nemmeno che ti chiamassi Harold o che avessi una sorella.' dissi imbarazzata.
'..E cosa vorresti sapere?'
'Non so, raccontami un po' della tua infanzia, della tua famiglia.' dissi sorridendo.
Stranamente quell'argomento non sembrava piacergli molto.
'Ehm.. mia madre si chiama Mary Cox, ho una sorella di 24 anni, si chiama Cassandra ma tutti la chiamano Cassy e vive ancora a Sheerness.' disse.
'E tuo padre?'
'Morto.' rispose secco.
'Oh mio Dio.. ehm, scusa non lo sapevo.' dissi nell'imbarazzo più totale.
'Tranquilla, è successo tre anni fa.. ci sto facendo l'abitudine.' disse, ma la verità era che non ci era abituato per niente.
'Ma perchè vi siete trasferiti a Sheerness quattro anni fa?' chiesi
'Perchè.. papà doveva lavorare.'
'Che lavoro faceva?'
Forse erano le troppe domande, o forse era il fatto che stessi parlando troppo del suo passato, resta il fatto che Harry era molto infastidito da quella conversazione.
Le nocche delle sue mani diventarono bianche per quanto forte stesse stringendo i pugni.
'Harry.. non dobbiamo per forza parlarne, se vuoi facciamo altro' dissi cercando di prendergli le mani per farlo calmare.
'No.. devi sapere.' disse.
'Va bene, allora dimmi.' dissi calma.
'Mio padre.. commerciava droga. E' morto in un conflitto a fuoco. Ci siamo trasferiti a Sheerness perchè lì.. come dire, il mercato è più remunerativo.' disse.
'Voi non lo sapevate, vero?' chiesi.
'No.. l'abbiamo scoperto quando, nel bel mezzo della notte, un polizziotto è venuto a informarci che papà.. era morto. Noi pensavamo facesse il cassiere.' disse.
Ormai si poteva notare benissimo l'amarezza nelle sue parole.
'E perchè tua sorella vive ancora lì?'
'Sta con uno.. tale e quale a mio padre.' rispose disgustato.
'E.. e a lei sta bene?' chiesi stupita.
'Non lo so, non ci parliamo più. Io e mamma ci siamo ritrasferiti qui, lei no. Starà meglio così..' disse.
 D'un tratto sembrava che la temperatura nella stanza fosse scesa sotto zero.
'Vabbè.. parliamo d'altro.' dissi, accarezzandogli una guancia. Entrambi ci sedemmo sul letto, iniziando a parlare del più e del meno, o di cose strane su di noi.
'Sei attaccato ad un oggetto?' chiesi.
'Mm, credo a questo.' rispose, mostrandomi un ciondolo a forma di areoplanino di carta.
'Oh ma è bellissimo.' dissi toccandolo.
'..è l'ultimo regalo che mi fece mio padre.' disse, rimettendolo al sicuro sotto la maglia.
'Tu?' chiese poi.
'Ehm.. sembra strano, ma alla mia spugna blu.' risposi.
'E perchè?' chiese ridendo.
'Non so, ahahah, quando sono giù di morale mi faccio una doccia e sembra che, strofinando la pelle, vadano via anche i problemi.' risposi.
'No la voglio anche io la spugna magica!', disse imitando un bambino.
'No, è mia.' dissi con lo stesso tono.
'Ah si eh?' fece, per poi iniziare a farmi il solletico.
'No no Harry, ti prego ahahaha smettila!' urlavo mentre mi contorcevo sotto di lui.
'Ok, ma solo perchè sei tu.' disse, baciandomi sulla fronte.


Il resto della giornata passò velocemente. E' incredibile quanto voli il tempo quando sei.. felice.
Stavo così bene con lui che non mi ero nemmeno accorta di portare ancora il body e le calze strappate.
'Harry, vado a farmi la doccia.' dissi, staccandomi dalle sue braccia.
'Ok..' disse, con la stessa aria pensierosa di prima.
'Vuoi dirmi cosa c'è che non va?' chiesi infastidita.
'Rox, io non voglio fargliela passare liscia a Felix, non ancora.' disse alzandosi anche lui in piedi.
'Mi pare che ne avessimo già parlato.'
'Questo non significa che a me sta ancora bene.' 
'Harry, sei impossibile quando fai così.' dissi andando in bagno e lasciandolo solo nella mia camera.
'Non si tratta di essere impossibili, si tratta di essere giusti. E' giusto che lui la paghi.' disse chiudendo la porta del bagno dietro di sè.
'No. Non è così, e sai che se tu provi anche solo a provocarlo lui ti farà del male.. ci farà del male.'
'O forse cambierà idea! Cavolo Rox come fai a non capirlo? Lui si sente libero di fare quello che vuole!'
'E lascagli fare quello che vuole!' dissi urlando.
'No. Non quando quello che vuole fare lui è..'
'Dillo! Avanti dillo che l'unica cosa che vuole fare è portarmi a letto!'
'Perchè fai così?' 
'Così come?'
'Fai finta che non ci siano problemi, quando invece ci sono.' 
'Semplicemente perchè riesco a gestire i miei problemi.' risposi.
Quella frase accese una scintilla dentro Harry.
'A certo, tu fingi che i problemi vadano via semplicemente sfregandoti la pelle con una cazzo di spugna! Ma se vuoi, vediamo se funziona anche adesso!' disse, e così mi prese e mi fece entrare nella doccia, spingendomi forte contro il muro. Aprì il getto dell'acqua, e in un secondo ci ritrovammo completamente bagnati. Non lo avevo mai visto così violento, aveva perso il controllo di sè. 
Non disse nient'altro, rimase lì a guardarmi negli occhi, mentre le sue braccia erano tese ai lati della mia testa. La maglietta che aveva addosso si appicicò ai suoi addominali scolpiti e i suoi ricci eraro stati tirati indietro per non oscurargli la vista.
'Rox, lascia che io ti protegga.'
'No Harry, lascia che io protegga te.'

***


Harry riusciva a far cambiare idea a me, ma anche io riuscivo a far cambiare idea a lui.
Era appena ritornato da casa sua, molto più asciutto, ma vedevo che non avrebbe ceduto alle mie suppliche ancora per molto.
Stavo per corregli incontro, quando il suono del mio telefono mi distrasse.

00:00, al pub 'Midcake', vieni sola.
-Felix


'Chi è?' chiese Harry.
'E' Jane.. niente di che.' risposi, riponendo il telefono nella tasca dei pantaloni.
'Ok.. ho fame, mangiamo?' chiese lui.
'Si, però.. è meglio se ordino una pizza. Non ho pane, pasta, latticini o qualsiasi cosa che supero lo 0,09% di grassi.'  dissi prendendo il telefono di casa per telefonare al Take Away infondo alla strada.
'Sei pelle e ossa.' disse Harry.
'Lo so..' risposi.

Dieci minuti dopo arrivarono le nostre pizze fumanti, così ci sedemmo entrambi al bancone in cucina.
Inutile dire che Harry mangiò 3/4 della mia pizza più la sua, lamentandosi ancora di quanto fossi magra.
'Harry ti prego, mangia e zitto.' dissi, stanca.
Finimmo di mangiare in silenzio. 22:04
'Andiamo su?' chiesi, sperando che Harry abbandonasse quell'aria triste e allo stesso tempo infastidita.
'Ok..' ripose, prendendo la mia mano.
Salimmo lentamente le scale e ado ogni scalino cercavo di stringergli più forte la mano. 
'Che presa..' disse sorridendomi.
'Almeno hai sorriso.' dissi.
'Già..' fece, sistemando una delle mie ciocche bionde, dietro l'orecchio.
'Dormiamo?' chiesi.
'Ok.' rispose.
Si tolse le scarpe e lentamente arrivò fino alla camera da letto.
'Non sembri molto felice di rimanere qui.' dissi.
'Io sono felice di stare con te, sapere che tu sei con me anche mentre dormo è una delle cose più belle.' rispose mentre scostava le coperte dal letto.
'Anche per me è così, mi sento al sicuro.' dissi mettendomi vicino a lui.
Per un attimo mi guardò, poi le sue palpebre iniziarono a chiudersi fino a cadere in un sonno profondo. 23:23
'Bene Rox, esprimi un desiderio.' dissi a me stessa.


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