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Autore: sistolina    09/04/2013    1 recensioni
Teddy Lupin, figlio di ricordi e di leggende che non conosce. Ricordi di altri, sorrisi che non ha visto, parole mai ascoltate, e il tocco gentile di una famiglia intera, numerosa e chiassosa, pieno solo del silenzio di una mente che cambia colore.
Il peso di un'eredità da difendere, di affetto da ricambiare, di amore da meritare.
“Somigli tanto a...” le parole si attorcigliano come una Mou Mollelingua, e il silenzio striscia oleoso negli anfratti di quelle conversazioni casuali e sterili.
A lui, a lei.
Alla mia immagine riflessa negli occhi socchiusi di un pesce bianco.
Ai miei occhi che cambiano colore nelle bolle d'aria di un pesce rosso.
“Erano...” eroici, innamorati, felici, stanchi.
“Erano” amici fedeli, maghi potenti, genitori amorevoli.
“Erano”.
Erano. Le innumerevoli ramificazioni di un imperfetto.
Ogni tanto vorrei solo sapere chi sono io.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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A Luke Newberry,
e il suo Teddy Lupin custodito in un cassetto.
A Spleen e Snow.
A Neve e Milza, i cugini pesci.
A Elle♥


Come Bolle Multicolore



 
"Sorry I will never know him... but he will know why I died 
and I hope he will understand I was trying to make a world 
in which he could live a happier life."
(The spirit of Remus Lupin to Harry Potter)
 
 
 
 
Blu. Rossi. Verdi.
E' una giornata così. Odia tutto questo. 
Neri.
E tutto il mondo lo sa.
Evaristo, il suo barbagianni dalle piume nere, semplicemente becchetta la carcassa di un topo puzzolente sul fondo della sua gabbia.
“Grazie eh, sei d'aiuto come sempre”
Rossi. 
Non il rosso irlandese dei Weasley; il rosso fragola di sua madre.
Azzurro cielo, e verde. Il viola che faceva ridere Ginny in quelle vacanze di Natale dove il respiro si condensava in paura, in sguardi furtivi, nel cieco, sordo e muto toccarsi solo per essere sicuri che tutto fosse ancora lì, nonostante le urla, il panico e le vetrine in frantumi di Diagon Alley.
Padre, madre. 
Leggende, storie, occhi lucidi contro caminetti accessi. Voci smorzate e sorrisi grondanti d'affetto. Parole accurate a disegnare idee e tratteggiare ricordi.
Esistono, reali e vivi contro la pelle dello stomaco e i muscoli del cuore. 
Nessuno muore davvero a casa Potter. Tutto è lì, sempre, vaporizzato nell'aria come l'odore della cena bruciacchiata, appoggiato per caso ad una pila di libri accanto agli occhiali rotondi di Harry, sgangherati e con le lenti opache, marchiati a fuoco in lui esattamente come la cicatrice.
Le cicatrici. Tutte. Nomi, volti, voci. Persone da amare.
E Teddy resta solo in silenzio, a trasfigurare quella carcassa di ratto in una mela succulenta, incastrata fra il becco sottile di Evaristo e le morbide piume del collo. 
Snow lo fissa pallido e abbacinante dal suo acquario fresco di incantesimo Engorgio. Bianco, con i suoi occhi neri silenziosi, si muove nell'acqua con piccoli movimenti circolari, solleticandosi le squame con le alghe del fondale sabbioso.
Lontano da Spleen e il suo rosso accecante, rosso come i capelli folli e schizofrenici di Teddy.
A volte hai solo bisogno di qualcosa che non sia un colore, nella vita.
Io, il mio colore, non posso spegnerlo.
Appartiene a loro, e riempie lo spazio fra le ciglia di Molly e Arthur quando sbucano dal camino con la fuliggine sui vestiti e quel sorriso enorme che sembra poter contenere tutto il Mondo Magico.
Neri.
Come l'umore di Teddy, e le piume di Evaristo. E il colore che associa a quel buco nero riempito di ricordi di altri, che ancora sgomita contro le tempie.
Bianchi.
“Somigli tanto a...” le parole si attorcigliano come una Mou Mollelingua, e il silenzio striscia oleoso negli anfratti di quelle conversazioni casuali e sterili.
A lui, a lei.
Alla mia immagine riflessa negli occhi socchiusi di un pesce bianco.
Ai miei occhi che cambiano colore nelle bolle d'aria di un pesce rosso.
“Erano...” eroici, innamorati, felici, stanchi.
“Erano” amici fedeli, maghi potenti, genitori amorevoli.
“Erano”.
Erano. Le innumerevoli ramificazioni di un imperfetto.
Ogni tanto vorrei solo sapere chi sono io.
 
***
 
**Note**: non mi dilungherò. E' una flash come mille altre ne avete lette, e mille altre ne leggerete. Ma avevo promesso a Elle Sinclaire, ai suoi pesci rossi e i suoi amabili Spleen e Snow, qualcosa su Teddy e sui pesci. Qualcosa su Luke Newberry, e le sue lentiggini, e i suoi capelli rossi, e i suoi occhi grandi, e la sua bocca gentile, il Teddy Lupin che mai ha visto la luce, ma che è l'unico e l'inimitabile.
Se ci fosse un pairing sarebbe un threesome Teddy/Pesci/Mogwai, che hanno accompagnato, coi colori accecanti che talvolta portano le note, la stesura di questa flashfic.
   
 
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