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Autore: Hylia93    09/04/2013    5 recensioni
Dopo aver letto tante ma tante ff, provo a scriverne una anch'io, la mia prima Dramione!
Siamo al quinto anno, ma c'è qualche differenza. Voldemort non è rinato, perché Silente è riuscito ad impedire che Harry (e di conseguenza anche Cedric) usasse la passaporta, ossia la Coppa del Torneo Tremaghi. Tuttavia, Voldemort non è ancora morto del tutto e forse nasconde più di quanto si pensi. L'atmosfera è all'apparenza più tranquilla a Hogwarts, più serena. Sarà un altro anno pieno di peripezie o riusciranno, finalmente, a vivere un anno da adolescenti? Le due cose, in realtà, sono complementari! :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Salve di nuovo, ragazzuole :)
Mi  scuso per l'attesa più lunga del
solito ma in questi giorni c'è stato il Romics, 
la fiera del fumetto, e io sono stata fuori tre giorni!
In compenso oggi ho messo appunto parecchie cosine
e particolari per la storia, che so finalmente come andrà a finire :P
Baci a tutti coloro che mi seguono da un po' e a chi si è aggiunto da poco.
Mi farebbe taaaanto piacere se recensiste! Mi da la motivazione giusta per scrivere :D

Capitolo 31, "A volte bisogna guardare con occhi diversi."

- Hermione, dove stai andando? - domandò Ron con un sopracciglio alzato, vedendomi correre verso il buco del ritratto. Mi bloccai, improvvisamente consapevole che il fatto di pensare delle cose non presupponeva che le altre persone capissero le mie intenzioni.
- Scusa Ron. Dovremmo… parlarne con Silente. Sai, tutti quanti… - mormorai, ravviandomi in imbarazzo i capelli dietro l'orecchio. C'era appena stata una sorta di "riappacificazione" con lui ma ciò non mi assicurava che mettendo subito alla prova il nostro legame, la situazione non si sarebbe scaldata di nuovo. La sua espressione si indurì mentre spostava lo sguardo da me al pavimento.
- Chiama Harry, ci vediamo davanti all'ufficio di Silente. - dissi poco dopo, per rompere il silenzio. Lui mi fece un cenno con la testa, sempre con gli occhi bassi ma leggermente più rilassato, forse contento di non dovermi accompagnare.
Gli sorrisi e uscii dalla Sala Comune.
Di sicuro non sarei potuta scendere nei sotterranei senza destare sospetti, dunque dovevo soltanto sperare che si fosse presentato a cena. Scesi le scale di corsa, eccitata dalla nuova scoperta.
E così, Voldemort cercava un alchimista e un chimico. Non uno qualsiasi, ma James Price. Ciò voleva dire che i suoi esperimenti non erano stati poi così fallimentari come si diceva. E allora perché quel suicidio? Doveva forse nascondere qualcosa, o proteggere qualcuno? Nonostante avessimo indubbiamente fatto un passo avanti nelle "indagini", i punti interrogativi sembravano aumentare a dismisura. Gli elementi a nostra disposizione erano scarsi: un rito, la Pietra Filosofale ormai distrutta da anni, un Horcrux, la Pietra della Morte. Quest'ultima, poi, sarebbe stata nelle nostre mani ancora per poco, dato che Dolohov era stato piuttosto chiaro sulla necessità di consegnarla al Signore Oscuro. A quanto pare però, anche in questo caso i dettagli sarebbero stati definiti nei prossimi giorni, mentre l'aura di un suo probabile incontro con Voldemort aleggiava su di noi. L'eventualità non era stata trattata a voce alta, ma a me era venuto più che naturale pensarci e, considerando il suo umore, probabilmente anche a lui. Non tanto perché fosse necessario che Draco la consegnasse direttamente al Signore Oscuro, quanto per assicurarsi della sua fedeltà e della sua lealtà attraverso la Legilimanzia. Speravo con tutto il cuore che fosse solo uno stupido sospetto infondato, che Silente ci rassicurasse anche su questo e che dissipasse perlomeno alcuni dei nostri dubbi.
Mi riscossi dai miei pensieri e mi fermai davanti alla porta aperta. Dalla Sala Grande proveniva un vociare fitto, intervallato dal rumore delle stoviglie e da qualche risata sguaiata. Sorrisi a quella normalità che mi faceva sentire a casa ed entrai.
Non appena posai il piede oltre la soglia sentii i suoi occhi su di me. Non era neppure necessario girarsi verso il tavolo Serpeverde per capire che lui era lì. Da quando la sua presenza fosse diventata per me così evidente non lo sapevo, semplicemente accettavo il fatto che non era solo il mio corpo a reagire quando lui era vicino, ma anche la mia mente. Coglievo ogni profumo, ogni passo, ogni movimento e ogni parola, individuando tutto ciò che faceva riferimento a lui. La mia mente e il mio cervello lavoravano senza che me ne accorgessi. Mi voltai verso di lui per fargli cenno di raggiungermi fuori. Era seduto vicino a Blaise, come al solito, ma da qualche tempo alla sua sinistra c'era un posto vuoto, prima occupato da Nott. Mi chiesi distrattamente cosa fosse successo che li avesse fatti allontanare così all'improvviso. Distolsi a fatica lo sguardo dal suo e feci qualche passo all'indietro, appoggiandomi alla colonna fuori dalla porta.
Ovviamente mi avrebbe fatto aspettare, in perfetto stile Malfoy. Dopo dieci minuti in piedi a maledirlo per la sua indole da perfetto idiota, mi sedetti per terra, a gambe incrociate. Non importava quanto il nostro rapporto fosse cambiato, restava pur sempre lo stesso biondino Serpeverde. 
Dopo altri cinque minuti, passati a rigirarmi i capelli tra le dita, sentii i suoi passi avvicinarsi. Ponderai per qualche secondo l'idea di mandarlo al diavolo e andare direttamente da Silente lasciandolo lì da solo e senza alcuna spiegazione, ma poi scossi la testa scacciando queste stupidaggini. Si trattava di una cosa troppo importante per mettere in atto queste vendette infantili.
- Era ora… - non potei esimermi dal sibilare non appena vidi i suoi capelli biondissimi girare l'angolo. Lui si guardò intorno velocemente per assicurarsi che non ci fosse nessuno prima di sorridermi a mezza bocca.
- Volevi solo vedermi, mezzosangue, o devi dirmi qualcosa di importante? - mormorò, avvicinandosi ma mantenendo una distanza "di sicurezza".
- Dobbiamo parlare con Silente. - risposi, ignorando per quanto possibile il suo egocentrismo e incrociando le braccia al petto. La sua espressione cambiò in un secondo. Il ghigno divertito che fino a poco prima era stampato sul suo volto si trasformò in un'espressione sorpresa e preoccupata, accuratamente mascherata da una certa ed immancabile dose di noia.
- Ci vediamo lì. - sussurrò, prima di cominciare ad incamminarsi. Ovviamente avremmo dovuto prendere due strade diverse, camminare separatamente. Mi accorsi con stupore che questa segretezza cominciava a darmi alquanto fastidio. A questa constatazione seguì un'immagine dell'intera popolazione di Hogwarts che, con espressione alternativamente sconvolta e disgustata osservava la mia mano intrecciarsi alla sua con naturalezza per i corridoi della scuola. Scacciai velocemente questo pensiero e mi incamminai anch'io verso l'ufficio di Silente. 

Nott si faceva sempre più strano. Dopo la scenata da prima donna a cui avevo assistito nei dormitori e che, per quanto faticassi ad ammetterlo, aveva avuto serie ripercussioni sulla mia salute mentale, il suo comportamento si era fatto ancora più bizzarro. Già da qualche giorno aveva preso a sedersi dall'altra parte del tavolo durante i pasti, vicino a un paio di ragazzi del sesto anno di cui non sapevo neppure i nomi. Per lui non era mai stato facile farsi degli amici, era un tipo troppo silenzioso per poter risultare facilmente simpatico. Ed anche con i suoi "nuovi amici", non sembrava parlare molto. La cosa strana era come lo guardavano, con una sconfinata ammirazione e un certo timore. Avevo visto quello sguardo altre volte nella mia vita, ed era pericolosamente simile a quello dei Mangiamorte quando si trovavano davanti il Signore Oscuro. L'entrata della mezzosangue, poi, mi aveva distolto dai miei pensieri. Avevo avvertito i suoi passi, al di là del vociare nella Sala Grande e degli schiamazzi di quegli idioti dei Grifondoro. In realtà la stavo aspettando, dato che l'orario della cena era passato da un po'. Osservai i suoi capelli un po' in disordine, le guance rosse come se avesse corso, gli occhi spalancati e leggermente lucidi. Aveva pianto?
Continuai a fissarla con insistenza fino a che non si girò verso di me, con un sorriso appena accennato, facendomi capire che voleva parlarmi.
- Draco, se la fissi un altro po' la consumi. - mormorò Blaise, guardandomi al di sopra di una forchettata di frutta. Distolsi lo sguardo e lo puntai di nuovo su Theodore, ignorando bellamente l'Idiota. Dopo quello che aveva scatenato poco prima, avevo deciso che lo avrei lasciato a ribollire nel suo senso di colpa per un po'. Lui non aveva immaginato, ovviamente, che i suoi commenti avrebbero potuto provocare una reazione del genere, anche se sperava in un bisticcio che movimentasse la serata. Così, per farsi perdonare, si limitava a parlarmi il meno possibile e a guardarmi come un cane bastonato ogni cinque minuti. E io continuavo ad ignorarlo.  
Finii con calma il mio dolce prima di alzarmi dal tavolo.
- Dove vai? - domandò Blaise assottigliando gli occhi. Evidentemente la sua curiosità era più che patologica, era parte del suo essere più profondo.
Alzai gli occhi al cielo e lo sorpassai noncurante.
Neanche questo sembrò però arginare la sua insistenza: si alzò dal tavolo con espressione imbronciata e cominciò a camminarmi al fianco.
- Ti dispiacerebbe evitare di pedinarmi? - mormorai, scocciato.
- Si, mi dispiacerebbe. - rispose, con tono colpevole giusto quel tanto per evitare un pugno in faccia dal sottoscritto.
Mi bloccai, innervosito dal suo comportamento e ancora di più dall'immagine degli occhi lucidi della Granger che avevo in testa. Che altro era successo? O quegli idioti di Potter e Weasel ne avevano combinata un'altra o, più probabilmente, avevano bisticciato a causa mia. 
Prima o poi si sveglierà e capirà che non ha niente a che spartire con te.
Le parole di Nott mi rimbombavano nel cervello ogni volta che pensavo a lei. Troppo, davvero troppo spesso.
- Blaise, ti perdono ok? Ma ora lasciami in pace. - dissi, facendogli cenno di raggiungere di nuovo il suo posto o di levarsi dalle palle in qualsiasi altro modo gli venisse in mente.
- Mi perdoni? - domandò, con gli occhi fintamente commossi.
Alzai gli occhi al cielo ed annuii, incrociando le braccia al petto.
- Bene. Buona passeggiata con la Granger, ti aspetto per i particolari più piccanti. - sussurrò, sorpassandomi ed uscendo dalla Sala Grande. Sospirai e mi incamminai anche io, incontrando la sua espressione scocciata per l'attesa. 

Harry e Ron erano già fuori dall'ufficio di Silente, a bisbigliare sommessamente. Vidi Draco arrivare dall'altro corridoio, le mani in tasca e lo sguardo altezzoso come sempre.
- Potter. Weasley. - salutò non appena si fu avvicinato abbastanza, lanciando loro uno sguardo disgustato e distogliendo subito lo sguardo per posarlo su di me. I due si limitarono a rispondere con un buffo cenno del capo, che sembrava più che altro il tentativo di dare una capocciata a qualcuno. Io soffocai un sorriso e mormorai la parola d'ordine. Harry e Ron salirono per primi e girarono l'angolo, mentre Draco mi afferrò il polso prima che potessi raggiungere il secondo scalino.
- Che c'è? - chiesi, perplessa.
- Hai pianto? - domandò, con una strana ombra negli occhi. Sembrava si sentisse in colpa per qualcosa.
Aggrottai le sopracciglia, cercando di ricordare, seriamente, se avessi pianto. Forse avevo ancora gli occhi lucidi a causa di Ron? Come aveva fatto a notare una cosa tanto insignificante?  
- No, perché? - chiesi, cercando di capire da dove venisse tutta quella preoccupazione.
Il suo sguardo si fece più limpido e con la mano ancora sul mio polso mi attirò a sé.
- Niente. - sussurrò sulle mie labbra, mentre la mascella si rilassava. Risposi al suo bacio, diverso dal solito, dolce ma possessivo al tempo stesso. Si staccò qualche secondo dopo, troppo presto per i miei gusti, e mi fece cenno di salire.
Le quattro poltrone erano di nuovo nell'ufficio, come se Silente si aspettasse una nostra visita. Ci aveva guardato sorridente al di sopra degli occhiali a mezzaluna, spostando lo sguardo dall'uno all'altro mentre ci sedevamo. Poi gli avevo raccontato tutto, interrotta da qualche intervento di Harry e Ron, piuttosto sporadico, e qualche domanda sui particolari delle nostre scoperte da parte del Preside.
- James Price. - mormorò alla fine, perplesso, - Si, si. Avrei dovuto pensarci. - aggiunse, come se fosse una cosa ovvia. Vidi Draco alzare gli occhi al cielo, mentre Harry e Ron pendevano dalle labbra di Silente con sguardo curioso. Io, invece, ero nervosa e non riuscivo a smetterla di torturarmi le mani.
- Io credo… - ricominciò il Preside, facendo toccare i polpastrelli delle lunghe dita sottili sotto il mento, - che lui abbia la Pietra Filosofale. - 
Et-voilà!
Mi venne il dubbio, più che giustificato, che Silente ci tenesse ad essere particolarmente teatrale nelle sue rivelazioni.
- Ma è stata distrutta! - specificò Ron, detto anche Capitan Ovvio.
- Me ne ricordo, signor Weasley. - disse sorridendo e facendo arrossire il già più che rosso Ronald. -Secondo gli indizi che abbiamo, mi sento di ipotizzare che il signor Price avesse messo a punto in tutto e per tutto la formula di Trasmutazione, come la signorina Granger ha esposto poco fa. - mormorò, facendomi un cenno col capo prima di continuare, - Dunque, probabilmente è stata utilizzata per ottenere la Pietra Filosofale. - disse, con tono ovvio.
- Ma Flamel si sarebbe accorto di non possederla più, e sarebbe morto anni fa. - mormorò Harry, sempre più confuso. Aveva gli occhi verdi stretti in due fessure, come se stesse cercando di non perdere neppure un'allusione del suo amato Preside. Tuttavia i processi logico-deduttivi, mi dispiace ammetterlo, non sono mai stati il suo forte.
- L'ha avuta solo per il tempo necessario per studiarla e ricrearla, per poi procedere con il processo inverso di Trasmutazione. - affermai, facendo voltare gli altri tre verso di me con espressione ugualmente sorpresa.
- Esatto, signorina Granger. - disse Silente, sorridendomi apertamente.
- Ma perché si è suicidato, allora? - chiese Draco, aprendo bocca per la prima volta da quando avevamo oltrepassato la soglia dell'ufficio.
- Lo chiederemo a lui, signor Malfoy. Innanzitutto è necessario rintracciarlo e sperare che non abbia già ceduto alle avances dei Mangiamorte. Se permettete, vorrei restare solo con la Signorina Granger per estrarre il ricordo del sogno in modo da riuscire ad identificare il luogo in cui avrà luogo l'incontro. - disse, alzandosi per raggiungere il Pensatoio. Lo poggiò sul tavolo, mentre gli altri tre si alzavano dalle poltrone. Harry e Ron uscirono per primi, ancora perplessi, mentre Draco mi lanciò uno sguardo inquieto e sfiorò la mano con la mia prima di raggiungere la porta. 
- Ah, Draco... - disse Silente improvvisamente, - Tu resta qui fuori, se puoi. Vorrei parlare con voi due dell'altra faccenda. - 
Mi voltai verso di lui appena in tempo per vedere un cenno di assenso e un'espressione preoccupata sul suo volto prima che chiudesse la porta dietro di sè. 
Questa serata si prospettava estremamente lunga... 
Deglutii e tirai fuori la bacchetta, puntandomela alla tempia.  

   
 
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