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Autore: crazygurl91    09/04/2013    0 recensioni
Vivere, riprodursi e morire...è questo che fanno gli esseri umani...ma non io!
(...)
Non so il motivo che mi spinge a scrivere le mie memorie, come se stessi per esalare l’ultimo respiro…divertente!
(...)
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Claudio moriva d'avanti hai miei occhi, ed io me ne stavo ferma a guardare.
Se non altro, ad alleviare il mio senso di colpa, fu la convenzione che la sua morte fosse stata indolore: era troppo ubriaco per sentire il morso del vampiro. Mori nel sonno, dissanguato da quella creatura che, nonostante avessi visto quello che aveva fatto, mi appariva sempre più bello. Avvertii le prime lacrime farsi largo e comincia a chiamare Claudio con insistenza e disperazione, ma lui non poteva più rispondermi. 
Il vampiro si stacco da lui e, sentendo il mio richiamo folle, butto indietro la testa e scoppio a ridere, rideva di me. Quel suono basso mi fece rabbrividire, non per la paura, ma per l’eccitazione. Volevo odiarlo per aver ucciso il mio migliore amico e fidanzato, ma non ci riuscivo, più lo guardavo e più desideravo di essere di nuovo stretta tra le sue braccia. Ero completamente in balia del vampiro. Ma trovai il coraggio di urlare, anche se ero attratta da lui, mi aveva distrutto psicologicamente e lui lo sapeva. Ne traeva godimento in tutto questo, tanto che mi si avvicinò sorridente e leggermente arrossato in viso. L’orribile convinzione che, quel bel colore sulle guance, era la vita di Claudio, che gli infondeva vigore in tutto il suo, splendido, corpo mi fece esplodere. Noncurante che quel essere potesse cibarsi pure di me, mi avventai contro di lui tempestandolo di pugni. Nessuno dei miei colpi riuscii a scalfirlo, anzi ad ogni colpo lui rideva sempre più forte.
Mi butto a terra con un ceffone, talmente forte che quasi mi spacco la mascella. La vista mi si offuscò per un istante, ma quando ritrovai la vista, mi ricordai del coltellino che mio nonno mi aveva dato prima di partire, temeva che potessi trovarmi in qualche situazione di pericolo. Da quando ero arrivata lo portavo sempre con me, di solito lo tenevo dentro alla borsetta, ma questa volta, non so perché, l’avevo infilato nella tasca del vestito.
Frugai dentro alla tasca, facendo finta di rialzarmi, e quando lo trovai aprii. Il vampiro mi guardava ancora sorridente. Odiai e amai, allo stesso tempo, quel suo seducente sorriso da angelo maledetto.
Mossa dalla disperazione e dall’istinto di sopravivenza, vibrai il colpo sfregiando sul suo delicato viso di angelo dell’inferno; un secondo dopo sulla sua guancia era impresso un profondo taglio, che comincia a gocciolare di un sangue nero. Mi spaventai della mia stessa azione, arretrai, pian piano, verso la porta. La apri e, come una saetta, volai fuori, ignorando che il vampiro aveva perso il suo sorriso smagliate e tastava la guancia alla ricerca del taglio che gli avevo inferto.
Iniziai a correre più velocemente che potevo, e ben presto mi ritrovai in mezzo alla strada. Non sapevo dove andare, volevo solo andare il più lontano possibile dal vampiro, che mi faceva provare due sentimenti differenti: paura e passione. Non avevo più il controllo delle mie gambe e corsi fino all’esaurimento fisico, ero troppo sconvolta per pensare. Ero quasi arrivata all’entrata di un parco, quando quel essere stereo mi si parò davanti. Notai immediatamente che non aveva più il taglio sulla guancia. Il panico mi colse in pieno, mi volsi di scatto e ricominciai la mia fuga…inutile, mi sembrava una caccia al topo, destinata a finire male per la sottoscritta. Mentre fuggivo, senza più aria in corpo, mi domandavo il perché stava succedendo tutto questo. Perché una bella vacanza era finita in tragedia?
Le gambe cominciarono a diventare di piombo, non ero mai stata un asso nello sport, ed avevo raggiunto il mio limite. Mi fermai, consapevole che il vampiro era dietro di me lo guardai, camminava tranquillo e spensierato fischiettava, a dirittura, un motivetto. Un groppo allo gola mi impediva di parlare, ma non potevo morire in quel modo, come Claudio, senza combattere. Mi feci coraggio e lo affrontai.


<< Per quale motivo mi segui? Che cosa vuoi da me? Non ti è bastato Claudio? Vuoi pure il mio sangue? >>


Cercai di sembrargli il più possibile forte, ma i miei occhi cominciarono a luccicare per le lacrime, mentre il vampiro mi guardava sorridendo.

 

<>


La tranquillità con cui parlava mi irritava, ma allo stesso tempo mi spaventava. Due lacrime solcarono il mio viso, mentre cercavo, inutilmente, di non scoppiare in un violento singhiozzo. Credevo seriamente che mi avrebbe uccisa; forse non adesso, ma prima o poi l’avrebbe fatto, se non per quale motivo mi avrebbe inseguita? 
Vedendo le mie lacrime, mi si avvicinò pericolosamente e io arretrai, ma lui ero troppo veloce e io troppo stanca. Il contatto delle sue gelide dita sulla mia pelle mi fece rabbrividire, mi vergogno, di piacere, intanto i mie occhi verdi si perdevano nei suoi d’argento.
Finalmente ritrovai la voce. Volevo sapere che intenzioni aveva su di me.

 

<< Poso sapere che diavolo vuoi da me? >>

 

Senza smettere di guardarmi, il vampiro si accese una sigaretta e mi rispose.

 

<< Il mio nome è Daniel, e ciò che voglio se tu mi cara…perdonami ma non conosco il tuo nome >>


<< Gemma >>

 

Gli risposi meccanica.
Daniel fece un altro sorriso.

 

<< Un nome che ti calza, perfettamente, a pennello >>

 

Mi accarezzo di novo, e di nuovo fui pressa dalla passione.

 

<< Sei bellissima come una pietra preziosa >>


Non ho la più pallida idea di come, all’ora, trovai la forza di scansare la sua mano, nonostante la forte attrazione che provavo per quella creatura , ma lo feci. Daniel mi guardo, per qualche secondo, con stupore, ma ritorno subito a sorridermi e guardarmi.

 

<< Sei proprio una vera donna e questo mi piace molto, mia piccola Gemma. Ma ritorniamo a noi. È da molte notti che ti osservo e ti studio; ormai sono convito che tu sei la persona più adatta per insegnarmi ciò che devo sapere. la vita di questo secolo è troppo confusionaria per un uomo della mia età! Non conosco niente di tutto ciò che mi circonda, per questo ho bisogno di te. Di una bella ragazza acuta, intelligente e schietta. Tu mi farai da Cicerone in questa lurida città >>


La sua spiegazione mi spiazzo in pieno. Non appena ripresi il controllo del mio corpo gli domandai, se ripenso a quella domanda mi do ancora della stupida, ma ero troppo scioccata da tutti i fatti che erano accaduti quella dannata notte.


<< Che cosa sei? >>


Lui, sempre sorridendo, diede un tiro di sigaretta poi, in mezzo al fumo di tabacco, apri la bocca mettendo in mostra, fra i denti bianchissimi come perle, i due lunghi canini aguzzi.
Sia le mani che le gambe cominciarono a tremare, e un nodo alla gola mi impediva di respirare correttamente. Daniel si avvicinò ancora di più, mi abbraccio dolcemente e mi sussurro, delicatamente, all’orecchio:

 

<< Non avere paure di me, non ti farei mai e poi mai del male, per nulla al mondo. Mia piccola e dorata gemma preziosa >>


Quel che accade dopo quelle splendide parole, non so dirlo con chiarezza, visto che mi ritrovai sorretta tra le sue forti braccia d’acciaio priva di sensi.

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: questa fanfic l'ho scritta quando andavo in terzo liceo...quindi è molto vecchia XD...spero che vi sia piaciuta e al prossimo capitolo.

Un Bacio.

Very.

  
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