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Autore: Justice Gundam    29/10/2007    3 recensioni
Innumerevoli anni fa, il Pokèmon Leggendario dell'Oscurità, Darkrai, che cercava di sottomettere esseri umani e Pokèmon ai suoi voleri, venne sconfitto ed imprigionato dai Pokèmon leggendari Articuno, Zapdos e Moltres. Ora, una persona di pochi scrupoli ha deciso di risvegliarlo dal suo sonno millenario... e Satoshi e i suoi compagni, contro la loro volontà, si ritroveranno invischiati in questa faccenda...
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Ritorno di Darkrai-03

Il Ritorno di Darkrai

Una fanfiction di Pokèmon scritta da: Justice Gundam

Salve! E' passato un pò di tempo dall'ultima volta... ma ora che ho riorganizzato la mia tabella di marcia giornaliera, posso dedicare un pò più di tempo alla mia fanfiction di Pokèmon! Recentemente, ho seguito gli episodi della nuovissima serie animata in televisione... e devo dire che, nonostante l'assenza di Kasumi e la presenza di Shinji, alias Paul, che è simpatico come un pugno sui denti, è una serie molto bella, e soprattutto mi ha dato un sacco di ispirazione su come portare avanti la mia storia! Bene, ragazzi... proseguiamo il nostro viaggio nel paese di Johto, dove ci aspettano i misteri della capopalestra Miyu e della sua ricerca! Cosa ci sarà dietro? E quali segreti scopriranno Satoshi e i suoi compagni nella sede del gruppo Aldebaran?

Ci sono un pò di domande, lo so... e altre se ne aggiungeranno presto! Ma prima di reimmergerci nell'immenso mondo dei Pokèmon, rispondiamo come da copione alle vostre recensioni!

KillKenny: Grazie del bel voto! Io non parlerei esattamente di doti profetiche... più che altro, credo che il povero Meowth ormai sia così abituato ai consueti fallimenti del Team Rocket, da fiutare subito quando le cose iniziano a mettersi male...

Sigh... se solo Musashi lo ascoltasse... è l'unico di quella banda di sgangherati ad avere un pò di buon senso!

Crazy Dark Queen: Benissimo! Grazie mille, sono contento di essere riuscito a mantenere i personaggi in-character (è una delle cose a cui tengo di più...) e di aver creato una storia che sembra interessante! Il Team Rocket... beh, loro sono un pò l'anima del cartone, e mi sembrava giusto fare un buon lavoro soprattutto con loro! E Prussia City... beh, in realtà non mi sembra di aver avuto poi così tanta inventiva con questa città! Semplicemente, ho pensato che sarebbe stato bello ambientare l'inizio di questa storia in una città sul mare... come a dire che quello era l'inizio dell'ennesimo, straordinario viaggio di Satoshi e compagni! Davvero Miyu ti è piaciuta? Heheheee... in effetti volevo dare l'idea di un personaggio un pò gotico, misterioso e al tempo stesso elegante... e per il suo design, mi sono ispirato a Kanako Urashima (la sorella adottiva di Keitaro) di Love Hina e, in minor parte, a Samantha Manson del cartone animato Danny Phantom (famosissimo negli Stati Uniti, ma da noi praticamente sconosciuto). Il suo Pokèmon... era abbastanza ovvio che fosse un Mightyena! E' un tipo di Pokèmon che, pur non essendo molto forte, è molto popolare... ed è perfetto come Pokèmon di tipo Oscurità per una come Miyu!

Grazie ancora dei complimenti, e spero scuserai l'ulteriore ritardo! Sai com'è, università e tutto... e poi sto giostrando altre fanfiction! :p

Vivi: Bentornato! Heheheee... sì, in effetti, ho pensato che quella battuta ci stesse, giusto per sottolineare la comicità del mitico Team Rocket!

Sisisì, quella ragazza è proprio Miyu! Il mio ragionamento è stato proprio lo stesso che hai fatto tu.. visto che finora nessun gioco di Pokèmon ha un Gym Leader di tipo Oscurità, perchè non crearne una io? Spero che mi sia riuscita bene... E sì, Mikan è proprio Jasmine!

Oooops, questa deve essermi sfuggita! Cavolo, ho dei ricordi un pò sbiaditi di quella parte del viaggio a Johto... comunque vedrò di correggere la cosa al più presto! Grazie della dritta, e spero che ti godrai il resto della storia!

Oh, a proposito... hai poi ricevuto la mia mail? Scusa per il ritardo, ma non riuscivo ad accedere alla mia casella di posta!

Ila: In effetti, quando ho iniziato a scrivere la storia, ho cercato di ricreare un pò l'atmosfera fiabesca dell'anime... non c'è nulla come un episodio di Pokèmon per rilassarsi e ridere un pò... se escludiamo, ovviamente un film di Bud Spencer! :D

Grazie mille dei complimenti, e spero che il nuovo capitolo non sia arrivato poi troppo tardi! Ancora grazie... e non preoccuparti! Sono sicuro che un giorno avrai anche tu la possibilità di fare un bel viaggio in Giappone!

Lele 91: Benvenuto/a a questa fanfiction... e grazie per i complimenti! Cerco di fare del mio meglio... ecco, finalmente il Capitolo 3 è pronto! Spero che l'attesa non sia stata troppo lunga... ma come ho detto, ho avuto i miei impegni!

Butterfly89: E grazie infinite anche a te! Per qualche motivo, mi riesce particolarmente facile centrare i personaggi di Pokèmon, e magari anche svilupparli! Come ho già detto... sì, la misteriosa ragazza è proprio Miyu! Che segreti nasconderà, e come si troveranno coinvolti Satoshi e gli altri in tutto questo? Lo scopriremo presto... grazie ancora per i complimenti sullo stile, e per aver inserito la mia storia tra i tuoi preferiti! Vedrò di non deluderti con i prossimi capitoli! Ciao!

Ci siamo tutti? Sì? Okay, allora, non credo ci sia altro da dire, se non... che lo spettacolo riprenda!

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Capitolo 3 - Segreti e misteri

"Ottimo lavoro, Night Sky..." si complimentò la ragazza dall'aspetto gotico, allungando una carezza sulla testa al suo Pokèmon. "Sembra che ci stiamo avvicinando alla meta... Allora, hai detto che qui attorno c'è una di quelle chiavi, vero?"

Il Pokèmon della misteriosa allenatrice, una creatura stupenda nonostante l'aspetto gotico, simile ad un incrocio tra un lupo e una iena, con un folto mantello grigio che diventava nero sul dorso, sulle zampe, sopra la testa e sugli zigomi, uggiolò soddisfatto... poi, si mise di nuovo a fiutare l'aria, probabilmente alla ricerca di eventuali pericoli. Le sue zampe scattanti, dotate di corti artigli triangolari, grattavano il terreno di roccia grezza mentre i suoi occhi dalle pupille rosse, nei quali brillava un lampo di fierezza, e le sue orecchie triangolari scandagliavano l'ambiente in ogni direzione. Già da quei rapidi e decisi mvimenti, un osservatore abbastanza accorto avrebbe potuto facilmente capire che si trattava di un Pokèmon ben addestrato, che aveva già una notevole esperienza in combattimento. E il suo modo di fare diretto, senza preamboli e quasi brutale avrebbe sicuramente scoraggiato più di un potenziale sfidante!

-- Informazioni PokèDex --

Pokèmon n° 262 - Mightyena - Oscurità

Questi Pokèmon vivono in branchi guidati da un maschio alfa, e usano un complesso linguaggio di ringhii, latrati e ululati per comunicare tra loro, anche a grandi distanze. Tendono ad essere indipendenti, ma sono molto fedeli con gli allenatori che riconoscono essere esperti.

Avvicinatasi al muro della caverna, la misteriosa ragazza riprese il suo contegno cupo e illeggibile, mentre con le mani cercava qualcosa nella sezione che la sua Mightyena aveva appena indicato. "Grazie mille, Night Sky... senza il tuo aiuto non sarei riuscita a trovare questa chiave... adesso, però, resta lì e controlla bene che non ci siano visitatori indesiderati. Non possiamo permettercene proprio ora che siamo così vicini al nostro obiettivo, non sei d'accordo?" disse, sempre con quella voce tenue e apparentemente priva di emozioni, gli occhi neri che scandagliavano la roccia alla fioca luce emessa da alcune tremolanti luci artificiali.

La Mightyena si voltò leggermente verso la sua allenatrice, e dalle sue fauci si levò un secco verso che suonava come un sì. "Might!" abbaiò, facendo un cenno di assenso alla sua allenatrice prima di sedersi sul terreno e iniziare a fare la guardia come un cane fedele. La ragazza annuì a sua volta, permettendo ad un sorriso quasi invisibile di graziare le sue labbra... poi, si rimise al lavoro, scostando polvere e muschio dal muro con dei decisi gesti di quelle mani apparentemente delicate. Un osservatore che fosse stato presente avrebbe chiaramente potuto percepire che, nei modi della ragazza in nero, c'era una certa urgenza, e forse anche un sospetto di paura... e questa sua impressione non sarebbe stata certo erronea! In effetti, la capopalestra Miyu di Prussia City, specializzata in Pokèmon di tipo Oscurità proprio come il suo Mightyena, sapeva bene che non poteva permettersi errori, e che se non avesse fatto in fretta, il mondo intero avrebbe pagato le conseguenze del risveglio di un terrore ancestrale... doveva fare il più velocemente possibile, ed evitare di essere scoperta da certe persone senza scrupoli di sua conoscenza...

"Per adesso, mi serve una sola di queste chiavi..." mormorò tra sè, mentre continuava a scandagliare il muro con gli occhi acuti e le mani pallide, dalle dita affusolate. "Anche se quelle canaglie avessero tutte le altre, senza quest'unica che avrò in mano io, non gli servirà a niente. Certo, questo vorrà dire che mi daranno la caccia per mari e monti, ma al momento credo che sia questa la cosa migliore da fare... Hey, un momento! E questo che cos'è?"

Miyu fece un sobbalzo per la sorpresa, e lasciò cadere per una frazione di secondo quella sua maschera che celava alla perfezione i suoi sentimenti, quando qualcosa di freddo attraversò la sua mano sinistra, appena passata sopra una crepa nella roccia. Incuriosita, e al tempo stesso un pò eccitata, la capopalestra di Prussia City tirò fuori quello che sembrava essere un piccolo scalpello da una tasca del corpetto bianco che indossava, e iniziò a puntellare con attenzione la parte del muro dove la sua mano era passata un istante prima. Con dei lievi ma decisi colpi dati di punta, la ragazza iniziò ad incidere man mano la parete della caverna... e andò avanti per almeno un minuto, prima che dalla fessura così ricavata si dipartisse un raggio di fredda luce violacea, che le raggiunse gli occhi facendoglieli sbattere per il fastidio. Immediatamente, la Mightyena di nome Night Sky drizzò le orecchie e si voltò verso la sua allenatrice, come se il misterioso oggetto che stava emanando quella strana luce esercitasse una certa attrattiva anche su di lei...

"Sì, non c'è alcun dubbio..." mormorò la ragazzina dai capelli neri, mentre dalla fessura nella roccia fuoriusciva una piccola sfera di cristallo violaceo, non più grande di un limone, che irradiava una strana luce violacea. "Questa è una delle chiavi che servono per... Molto bene, la prima parte del nostro compito è stata completata. Per adesso, la situazione è a nostro favore... ma questo significa che tra non molto ci saranno alle costole. Non possiamo permettere che questa chiave cada nelle loro mani, sarebbe un disastro per tutti... dobbiamo allontanarci il più possibile da qui, prima che ci raggiungano..."

Night Sky si avvicinò alla sua allenatrice, e annusò con circospezione lo strano, luminoso gioiello viola che stava nella sua mano. "Might!" abbaiò, quasi volesse esprimere assenso.

In perfetto silenzio, Miyu si rialzò e infilò con attenzione la sfera in una tasca del suo elegante vestito nero... poi, con un cenno alla sua Mightyena, si allontanò lungo il corridoio, ripercorrendo la strada che l'aveva portata in quel luogo...

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Proprio come Satoshi e i suoi compagni avevano compreso ad una prima occhiata, la città di Prussia City era davvero un posto carino. Ben attrezzata e abbastanza moderna, ma lontana dagli stili di vita chiassosi di certe metropoli che avevano visitato in passato, era abitata dalle persone e dai Pokèmon più svariati, e l'atmosfera che si respirava era quella di una città molto attiva, ma allo stesso tempo accogliente. Era quasi ironico, riflettè ad un certo punto Takeshi, che la palestra di Prussia City si specializzasse in Pokèmon di tipo Oscurità...

Tuttavia, i ragazzi non erano là per fare i turisti, ma per cercare la sede centrale del gruppo di ricerca Aldebaran, in modo da chiedere notizie circa la capopalestra Miyu, misteriosamente allontanatasi dalla città.

"Okaaaay... allora, stando alle informazioni che Joi ci ha dato, la sede centrale del gruppo Aldebaran dovrebbe essere qui vicino..." riflettè ad alta voce Kasumi, per poi rivolgere un sorriso materno al piccolo Togepi che le stava tra le braccia, e che stava ammirando estasiato lo spettacolare panorama che gli stava attorno. "Hey, Togepi, ti piace questa città? E come potrei darti torto, è un posto così grazioso..."

"To-ge-briiii!" rispose il piccolo Pokèmon, muovendo le zampette anteriori su e giù mentre i suoi occhi divoravano il mondo attorno a lui...

Anche Satoshi e Takeshi dovevano ammettere che Prussia City non era male come posto, ma il giovane allenatore di Pallet Town non era esattamente dello stato d'animo di godersi il panorama. Erano lì per cercare la sede centrale del gruppo Aldebaran, non certo per fare i turisti! "Sì, dovrebbe essere proprio da queste parti... dobbiamo cercare un edificio di fronte al quale si trovano le statue di due Pokèmon leggendari, ma io, sinceramente, non ne vedo..." disse Satoshi, mentre si guardava attorno.

Pikachu, appollaiato come era sua abitudine sulla spalla del suo allenatore, improvvisamente colse con lo sguardo qualcosa che gli fece accendere una lampadina in testa. "Pika! Pika, chu!" squittì, indicando con un cenno della zampina un edificio un pò lontano rispetto a dove si trovavano loro. Quel gesto attirò l'attenzione di Satoshi e dei suoi amici, che si voltarono verso il piccolo roditore elettrico.

"Pikachu? Che succede, c'è qualche problema?" chiese il ragazzino dai capelli neri. Il suo primo Pokèmon rispose con un cenno della testa, e continuò ad indicare quel punto in lontananza. "Pika pi! Pika pikachu!"

"Mi sembra che abbia trovato quello che stiamo cercando..." riflettè Takeshi, guardando nella direzione che Pikachu stava indicando... e vedendo che, in effetti, ad una certa distanza da loro, si trovava un edificio che, a quella distanza, poteva facilmente essere scambiato per un qualsiasi Pokèmon Center o Pokèmon Market, visto che ne condivideva la struttura compatta con il tetto a cupola e un'insegna a forma di Pokèball sopra la porta d'ingresso. Inoltre, era soltanto un pò più grande dei negozi che si vedevano sparsi qua e là per la piazza centrale...

Tuttavia, ad un'occhiata un attimo più accorta, si sarebbero potute notare le due grandi statue, ciascuna raffigurante un Pokèmon simile ad un drago, che ornavano l'ingresso: si trattava di Pokèmon imponenti e maestosi, ancora di più dei tre Miraggi Alati e di Lugia, i Pokèmon Leggendari che Satoshi aveva a suo tempo salvato da un collezionista senza scrupoli di nome Jiraldan...

"Beh, ragazzi... mi sa che abbiamo trovato il gruppo Aldebaran!" concluse Takeshi con un'alzata di spalle e un sorriso ironico.

Satoshi annuì... poi, chiaramente impaziente di sapere dove fosse andata la capopalestra che intendeva sfidare, si avviò a passo spedito verso l'edificio, voltandosi soltanto per un momento per incitare i suoi amici. "E allora, cosa aspettiamo? Forza, andiamo a chiedere un pò di informazioni! Su, ragazzi, non restate indietro!" esclamò, ormai già distante dai suoi stupiti compagni. Inutile, per quanto fosse un grande amico e un ragazzo dal cuore d'oro... a volte Satoshi si comportava in maniera così infantile che ci voleva una enorme pazienza!

"Hey, Satoshi! Aspetta un momento, non lasciarci indietro!" esclamò Kasumi, affrettandosi dietro il suo amico assieme a Takeshi...

Quando finalmente il trio di allenatori fu arrivato davanti alla sede di Aldebaran, non resistettero alla tentazione di fermarsi un attimo ad ammirare le due statue poste ciascuna ad un lato dell'ingresso principale, in fondo ad un corto vialetto di ghiaia costeggiato da file di piccoli arbusti in fiore. Erano davvero due Pokèmon dall'aspetto impressionante, simili ad incroci tra un drago e un dinosauro, e coperti da corazze naturali abbastanza spesse da farli sembrare delle fortezze ambulanti, complete di creste e spuntoni che davano loro un aspetto ancora più aggressivo. Quello a sinistra era quadrupede, con la testa allungata, tozze zampe dagli artigli cortissimi, una piastra d'armatura con una gemma incastonata a coprirgli il torace, e una strana 'pinna' a forma di ventaglio posta alla base della coda, trasversalmente alla spina dorsale. L'altro drago, quello sulla destra, stava invece in piedi sulle zampe posteriori, e aveva un collo lungo e molto robusto e un paio di ali a ventaglio che gli fuoriuscivano dalla schiena, oltre che un paio di robuste spalliere, anch'esse decorate con gemme circolari, a coprire la parte superiore delle sue braccia. L'espressione di entrambi era molto feroce, e dalle posizioni in cui si trovavano, sembrava quasi che stessero per attaccarsi a vicenda...

"Non ho mai visto questi due Pokèmon prima d'ora..." commentò Satoshi, fermandosi davanti alle due statue e ammirandole con curiosità. "Takeshi, Kasumi... voi, per caso, ne sapete qualcosa di più?"

La ragazzina dai capelli rossi alzò le spalle e scosse la testa, e anche l'aspirante allevatore di Pokèmon diede una risposta negativa. "Sinceramente no, Satoshi... questi sono due Pokèmon completamente nuovi, per noi..." rispose Takeshi. "Ma magari qualcuno di Aldebaran ne sa di più..."

"Infatti... siete capitati proprio nel posto giusto, se vi interessa sapere qualcosa di più di Pokèmon leggendari! E questi che vedete sono due Pokèmon leggendari della regione di Sinnoh: Dialga, dominatore del tempo; e Palkia, signore dello spazio."

I tre amici e i loro Pokèmon vennero sorpresi da una voce signorile, dal tono distinto, che arrivò da dietro di loro. Voltandosi, Satoshi e i suoi compagni di viaggio videro la persona che aveva parlato in piedi a pochi metri da loro, come apparsa dal nulla: era un signore che si stava probabilmente avvicinando alla sessantina d'anni, con i capelli e i baffi grigi, e vestito elegantemente, con giacca e pantaloni neri, una bombetta in stile inglese a nascondere in parte la sua chioma un pò rada, scarpe marroni ben lucidate, e una cravatta dai coloro sobri sopra la sua camicia bianca. Teneva sotto il braccio destro una specie di registro dalla copertina ricoperta di plastica, e stava guardando i tre ragazzi con una sorta di divertita curiosità, e un sorriso educato per metà nascosto dai suoi folti baffi. "Buongiorno, ragazzi. Immagino che siate giunti da poco a Prussia City." esordì, togliendosi il cappello e facendo un breve inchino da perfetto gentleman. A guardarlo così, lo si sarebbe detto un professore, o comunque un personaggio di alto livello.

"Oh... ehm... buongiorno, signore!" rispose Satoshi, voltandosi verso il nuovo arrivato. "Sì, in effetti... siamo degli allenatori di Pokèmon in viaggio per la regione di Johto! Il mio nome è Satoshi, e vengo da Kanto... da Pallet Town, per l'esattezza... e questo è Pikachu, il mio migliore amico!" aggiunse poi, indicando con gli occhi il piccolo Pokèmon giallo che gli stava sulla spalla. "Piacere di conoscerla!"

"Pi-ka-chu!" si presentò il simpatico roditore elettrico, alzandosi dritto in piedi con la coda fieramente sollevata.

"Il mio nome è Kasumi, e vengo da Cerulean City. Oh, e sono una grandissima fan dei Pokèmon d'Acqua!" proseguì la ragazzina dai capelli rossi... per poi indicare con affetto il Togepi che teneva in braccio. "E quello che lei vede è Togepi, il mio Pokèmon preferito!"

Il cucciolo di Pokèmon dai misteriosi poteri battè tra loro le piccole mani, salutando a modo suo. "Togebriiiiii!".

E, proprio in quel momento, una della Pokèball che Kasumi portava nel suo zaino si aprì da sola, un piccolo raggio di luce rossa ne uscì, con grande sorpresa del nuovo arrivato, e si depositò sul terreno, facendo materializzare un familiare Pokèmon simile ad una papera gialla, con una corta codina, mani e piedi palmati, e una testa piuttosto grande rispetto al corpo, con un lungo becco piatto e un paio di occhi tondi ed inespressivi. Le sue mani erano appoggiate sulla testa, come se il Pokèmon avesse costantemente il mal di testa, e dal suo becco uscì il suo caratteristico verso. "Psy-ay-ay..." si lamentò Psyduck, guardando lo stupito signore con aria melensa, mentre Kasumi emetteva un sospiro rabbioso e si appoggiava a sua volta una mano sulla fronte.

"Ehm... quello... è un altro dei suoi Pokèmon, signorina?" chiese l'uomo, un pò confuso.

"Sigh... purtroppo sì... le presento Psyduck!" rispose lei, ripescando la sua Pokèball dallo zaino e attivandola per farci rientrare l'irritante papero psichico. "Non mi chieda come abbia fatto a diventare uno dei miei Pokèmon, perchè sinceramente non so neanch'io come ci sia riuscito..."

Una breve risata da parte di Satoshi, Pikachu e Takeshi seguì alla buffa scenetta, prima che anche l'esperto di Pokèmon Roccia facesse la propria presentazioni. "E per finire, ci sono io. Il mio nome è Takeshi, e sono di Pewter City. Aspiro a diventare un bravo allevatore di Pokèmon. E' un piacere per noi conoscerla, signor... ehm... signor...?"

"Toshiyuki. Sono il professor Toshiyuki, e sono il direttore del gruppo Aldebaran. Al vostro servizio, signori." rivelò l'anziano.

Satoshi sgranò gli occhi davanti a quella inaspettata sorpresa. "C-cosa? Lei... lei è il direttore di questo gruppo di ricerca?" chiese stupito. "A-allora... beh, allora sì che potrebbe darci una mano! Eravamo venuti in città per sfidare la capopalestra, Miyu, che è anche lei membro di questo gruppo... ma al Pokèmon Center, l'infermiera Joi ci ha detto che era andata via per motivi suoi!"

"Quindi, il qui presente Satoshi, che ha la pazienza di una Beedrill in gabbia..." ironizzò Kasumi, ignorando lo sguardo irritato del suo compagno. "...ha pensato bene di venire qui a chiedere sue notizie, così da poterla raggiungere e sfidare!"

"Appunto..." rispose Satoshi, guardando di sottecchi la ragazzina dai capelli rossi. "Comunque, visto che lei è il direttore di Alde... comesichiama... vorremmo chiederle: per caso lei conosce la capopalestra Miyu?"

Il professor Toshiyuki sgranò leggermente gli occhi e annuì. "Miyu? Perbacco, se la conosco! Miyu è mia nipote!" rispose, cogliendo tutti di sorpresa. "Fin da piccola, è sempre stata interessata alle leggende dei vari continenti di questo mondo, e ai Pokèmon misteriosi e ammantati di dicerie... quindi, non appena le è stato possibile, le ho permesso di entrare a far parte del nostro gruppo di ricerca. Da allora è sempre stata un valido aiuto ai nostri studi!"

"Davvero?" chiese Takeshi, sinceramente interessato. "E... per caso, adesso sa dove è andata?"

Il direttore del gruppo Aldebaran si sfregò il mento con il pollice e l'indice di una mano. "Hm, hm... Miyu-chan non è una che parla molto, e anche a me ha raccontato le cose soltanto per sommi capi... però, vi posso dire che tutto è iniziato qualche giorno fa, mentre stavamo svolgendo delle ricerche su dei reperti provenienti dal monte Diamond..." rispose, per poi fare cenno ai cinque amici di seguirlo all'interno. "Ad ogni modo, vi inviterei ad accomodarvi all'interno. Lì potremo discutere con più calma... e soprattutto, senza il timore che qualche malintenzionato ci ascolti!" L'ultima parte venne pronunciata con voce sussurrata, appena percettibile, e con un tono di segretezza che Satoshi e i suoi compagni trovavano piuttosto inquietante...

"Malintenzionati? Che vuol dire con questo?" chiese il ragazzino di Pallet, a cui fece eco un confuso "Pika, pika?" da parte del suo fedele topolino elettrico.

L'anziano studioso si guardò attorno... poi, non vedendo nulla di sospetto nelle vicinanze, tirò un breve sospiro di sollievo e si mosse verso l'entrata, le cui porte automatiche scivolarono di lato non appena le telecamere poste sopra di esse lo inquadrarono. "Per adesso non posso essere più specifico, ma è una cosa di cui mia nipote mi ha parlato, e potrebbe rappresentare un pericolo per tutti noi... venite dentro, che vi racconto ogni cosa..."

I ragazzi, un pò stupiti, videro il direttore del gruppo Aldebaran superare le porte scorrevoli e incamminarsi nel corridoio principale della sede, e per qualche istante restarono fermi al loro posto senza fare commenti. Fu Kasumi, dopo un pò di imbarazzato silenzio, a rompere il ghiaccio. "Un pericolo... per tutti noi? Cosa avrà voluto dire?"

"Non ne ho la più pallida idea..." rispose Satoshi. "Ma ora mi rendo conto che c'è molto più in ballo che una semplice gara in palestra... Comunque, ora che siamo nel ballo, è un pò tardi per tirarci indietro. Pikachu, tu che cosa dici? Te la senti di imbarcarti in questa faccenda?"

Il topolino elettrico illuminò le guance, attorno alle quali crepitarono delle scintille elettriche, e dalle sue labbra uscì un verso che esprimeva la sua determinazione ad accompagnare il suo migliore amico. "Pika!" esclaamò, facendo fare un largo sorriso a Satoshi.

"Sapevo di poter contare su di te, amico mio!" lo ringraziò, per poi rivolgersi agli altri suoi compagni di viaggio. "E voi, ragazzi? Ve la sentite? Forse sarà un pò pericoloso..."

Kasumi sospirò e alzò le spalle. "E' proprio perchè potrebbero esserci dei rischi che siamo ancora più decisi ad accompagnarti... non è così, Togepi?" chiese la ragazzina al suo cucciolo di Pokèmon, che rispose con una serie di allegri cinguettii. "Dopotutto, se non ti venissimo dietro, chi è che ti impedirebbe di cacciarti nei guai come è tua abitudine, eh?" L'ultima frase venne accompagnata da una breve risata che però non nascondeva un certo nervosismo... Dopotutto, ogni volta che si imbarcavano in qualche avventura del genere, finivano sempre per trovarsi invischiati in qualcosa di enorme... come la storia di Mewtwo, il disastro che il collezionista Jiraldan aveva provocato cercando di catturare i tre Miraggi Alati e Lugia, e il mistero degli Unown, di Entei, e di quella bambina di nome Molly...

"Come hai detto tu, Satoshi, sembra esserci qualcosa di importante dietro la scomparsa di Miyu..." proseguì Takeshi. "Immagino che sia il caso che ti accompagniamo anche noi!"

Satoshi fece un segno dell'okay ai suoi amici. "Perfetto! Allora forza, andiamo a sentire dal professor Toshiyuki le cose come stanno!"

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Mentre Satoshi e i suoi amici scomparivano dietro le porte di ingresso del centro ricerche, non sapevano di essere seguiti a distanza da un canocchiale che faceva leggermente capolino tra le fronde di un albero, e dal paio di occhi verdi che stavano dietro le lenti, appartenenti ad una familiare ragazza dai lunghi capelli fucsia con addosso l'uniforme del Team Rocket. Musashi, dopo essersi assicurata che i tre amici e i loro Pokèmon fossero entrati, staccò gli occhi dal binocolo e li sbattè meravigliata, chiedendosi cosa andassero i 'mocciosi' a fare in un posto come quello...

La voce di Meowth, arrampicato su un ramo vicino, si sporse leggermente verso la sua collega. "E allora, Musashi, qual è la situazione? Cosa stanno cercando di fare, quei tre?"

"Mah, ne so quanto te, Meowth..." ribattè la rossa. "Si sono fermati a parlare con un signore, e adesso sono entrati là dentro... forse hanno scoperto qualcosa riguardo la capopalestra di questa città..."

Altre fronde si spostarono vicino a lei, e la testa dai capelli azzurrini di Kojiro emerse dal fogliame... goffamente mimetizzata con dei segni di colore neutro sulle guance e dei rami tra i capelli! "E noi, Musashi, che cosa facciamo, intanto? Ci travestiamo e diamo un'occhiata là dentro?"

La rossa ci pensò un pò su. "Hmmm... forse non è una cattiva idea, potremmo scoprire qualcosa di interessante. Sai, Kojiro, credo proprio di dover dire che per una volta hai detto qualcosa di intelligente..."

Gli occhi del ragazzo dai capelli violetti si illuminarono leggermente, e dei petali di rosa rossa fluttuarono comicamente attorno a lui, per sottolineare il fatto che in quel momento si sentiva orgoglioso. "Hm... Bene, alla fine anche le mie idee vengono valorizzate!" commentò... prima che Musashi, tornando rapidamente quella di prima, passasse un dito sopra i segni di cenere che il ragazzo si era fatto sugli zigomi, lasciandogli un lungo segno nerastro ad attraversargli verticalmente la guancia!

"Prima però vedi di smetterla con queste pagliacciate! Abbiamo già i nostri problemi, senza che tu attiri ulteriore attenzione su di noi!"

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L'interno della sede centrale del gruppo Aldebaran non era esattamente come Satoshi e i suoi compagni si erano aspettati un centro di ricerca. Il corridoio di ingresso nel quale stavano procedendo, seguendo il professor Toshiyuki, era sì meticolosamente pulito ed ordinato, come ci si sarebbe potuti immaginare... ma allo stesso tempo, l'arredamento era vivace, con mobili abbastanza sgargianti e moderni, piante ornamentali sparse qua e là, e l'occasione Pokèmon o membro del gruppo di ricerca che andava da una stanza all'altra, superando alcune porte scorrevoli con tanto di sensori di movimento. Guardandosi attorno, Satoshi, Pikachu, Kasumi, Togepi e Takeshi distinsero chiaramente alcuni Voltorb, Growlithe, Squirtle, Mankey... persino un Dratini appollaiato sulla spalla di una giovane in camice bianco, e due o tre piccoli Pokèmon simili a lupacchiotti dall'arruffata pelliccia grigia che diventava nera sulla punta del muso e sulle zampe. Dalle loro bocche uscivano dei piccoli canini che davano loro un aspetto aggressivo, ma al tempo stesso più carino, e i loro piccoli nasi rossi fiutavano con entusiasmo l'aria attorno a loro. Immediatamente, il poco familiare odore del gruppo di Satoshi raggiunse le loro narici, e i Pokèmon lupacchiotti si avvicinarono a loro incuriositi.

"E questi che Pokèmon sono? Che carini!" esclamò Kasumi, piegandosi verso di loro. Anche Togepi sembrava entusiasta di conoscere i nuovi Pokèmon, per quanto questi ultimi rimanessero un pò guardinghi.

"Non ne ho idea... mai visti Pokèmon come questi! Satoshi, il tuo Pokèdex dice qualcosa?" chiese Takeshi al ragazzo dai capelli neri.

Satoshi estrasse la sua fidata enciclopedia elettronica, e ci diede un'occhiata. "Adesso te lo dico subito... hmmm... Poochyena... sì, in effetti non mi sembra di aver mai sentito parlare di questo tipo di Pokèmon..."

-- Informazioni PokèDex --

Pokèmon n° 261 - Poochyena - Oscurità

Forma pre-evoluta di Mightyena. Un Pokèmon piccolo ma aggressivo, che cerca di mordere tutto quello che gli sembra commestibile. E' estremamente tenace, pur non essendo molto coraggioso, e usa il suo acuto olfatto per individuare la preda anche a grandi distanze.

"Oh, quelli..." disse il professor Toshiyuki, voltandosi verso il gruppo dopo aver salutato alcuni suoi colleghi. "Mia nipote Miyu, pur amando tutti i Pokèmon, ha una certa preferenza per quelli di tipo Oscurità... quei cuccioli li ha trovati un giorno, qualche mese fa, nella foresta qui vicino, e li ha praticamente adottati! Ora questi piccolini sono un pò la mascotte del nostro gruppo di ricerca!"

"Sua nipote ha davvero degli ottimi gusti, per quanto riguarda i Pokèmon..." commentò Kasumi, mentre grattava la testa ad uno dei Poochyena...

Non l'avesse mai fatto. Di punto in bianco, il lupacchiotto grigio alzò la testa, aprì le sue piccole fauci dai canini appuntiti... e le richiuse sulla mano della ragazzina dai capelli rossi, prendendola come in una morsa!

Per qualche secondo non accadde nulla, e Satoshi, Pikachu e Takeshi non poterono fare altro che guardare meravigliati la loro amica e il Poochyena che si guardavano come imbambolati... poi, Kasumi gettò uno strillo acuto e si afferrò la mano offesa, che aveva già cominciato a gonfiarsi e a diventare rossa come il fuoco!

"AAAAAAHIAAAAAA! Altro che cuccioletti! Questi fanno MALEEEEEE!" strillò Kasumi con gli occhi comicamente sparati fuori dalle orbite, mentre si soffiava sulla mano. Il direttore di Aldebaran ridacchiò un pò tra sè della buffa scenetta, poi si avvicinò ai Poochyena che si erano messi sulla difensiva e fece per calmarli...

...ma in quel momento si rese conto che non ce ne sarebbe stato bisogno. Togepi era sceso dalle braccia della sua 'mamma' poco prima che lei venisse morsa... e aveva cominciato, come niente fosse, a parlare a cinguettii con i Poochyena, come una persona normale si sarebbe intrattenuta a parlare con un vecchio amico! I lupacchiotti, ancora poco sicuri, lo annusarono per qualche secondo (cosa che sembrò divertire molto il cucciolo di Pokèmon...), e infine, gettando da parte la loro naturale insicurezza, si sedettero sul posto e si unirono uno alla volta alla conversazione, emettendo piccoli guaiti ed uggiolii!

"Sigh... beato te, Togepi, che riesci a fare subito amicizia..." sospirò Kasumi, la cui mano era tornata alle dimensioni normali.

Il responsabile del gruppo di studio, ignorando le risate a mezza bocca e i commenti stupiti di qualche ricercatore che si era fermato a guardare la scena, si avvicinò al gruppo di amici facendo un mezzo sorriso. "Chiedo... scusa per il comportamento un pò turbolento di questi cuccioli! E' che a volte non sono molto socievoli con chi non conoscono... Il tuo Togepi, piccola, è il primo di cui si sono fidati così, a prima vista... se escludiamo Miyu-chan."

Satoshi sghignazzò tra sè e diede una piccola gomitata a Kasumi. "Sarà che quei Poochyena hanno capito a fiuto che tu sei un maschiaccio violento, non è vero, Kasumi?" chiese retoricamente... per poi fare una piccola smorfia di dolore quando la rossa sollevò un piede e lo abbattè sul suo!

"Hmph! Villano." sentenziò la ragazzina, con il naso in aria e una comica venuzza pulsante che le appariva sulla fronte, mentre Satoshi stringeva i denti e diventava rosso in viso per il dolore.

"Ahioooo! Lo vedi che mi dai ragione?" gemette il ragazzo saltellando sul piede destro, mentre Takeshi, Togepi e Pikachi scuotevano la testa di fronte all'ennesimo battibecco tra i due...

Con un leggero colpo di tosse, il professor Toshiyuki richiamò l'attenzione dei ragazzi. "Eh-hm... comunque, per tornare a noi... se mi seguite, vi posso portare nel mio studio. Vi farò vedere quello che ha fatto prendere a mia nipote la decisione di partire..." disse lo scienziato.

"Giusto... perdoni l'interruzione!" si scusò Takeshi, ricevendo in cambio un gesto della mano che voleva dire che non c'era bisogno di scuse. "Okay, ragazzi, venite! Forse adesso sapremo qualcosina di più..."

"Arriviamo!" esclamò Kasumi, mentre si chinava per prendere in braccio Togepi. "Okay, Togepi, scusa tanto, ma dobbiamo proprio andare! Saluta i tuoi nuovi amici... e magari digli che la prossima volta non mi mordano, okay?"

"Bri!" rispose Togepi con un cenno della testa, per poi rivolgersi ai cuccioli di Poochyena e agitare la zampetta verso di loro, in segno di saluto. "Bri, bri, toge-toge briiii, togebri! Bri, togebriii togebri!" cinguettò, traducendo nella buffa lingua dei Pokèmon quello che la sua mamma adottiva aveva detto. I Poochyena, dopo aver ascoltato fino alla fine, risposero con un acuto coretto di guaiti. "Pooch, pooch, pocch, yena!" esclamò il primo di loro, muovendo la testa affusolata in su e in giù per dimostrare accordo.

Dopo che anche Satoshi e Pikachu ebbero salutato i lupacchiotti grigi, il terzetto di amici seguì il professore attraverso l'atrio di ingresso del gruppo di ricerca, ricevendo i saluti e i benvenuti di altri membri di Aldebaran, e oltre un paio di porte scorrevoli che li portarono in un lucido corridoio le cui pareti erano decorate con dei grafici esplicativi, molto probabilmente legati alla storia o alla geografia del continente di Johto. Comunque, prima che i ragazzi avessero il tempo di ponderare queste cose, il loro accompagnatore si fermò davanti ad una piccola porta in legno chiaro, e tirò fuori un mazzo di chiavi, inserendone una nella serratura. "Bene, ragazzi... siamo arrivati! Questo è il mio studio, se volete vi potete accomodare." disse, aprendo la porta con un paio di giri di chiave e spalancandola, per poi fare cenno ai ragazzi di entrare.

"Ehm, grazie..." Un pò imbarazzato dalla formalità e dalla disponibilità del ricercatore capo di Aldebaran, Satoshi entrò per primo, con passo un pò incerto, nello studio, guardandosi attorno: era una stanza abbastanza piccola, arredata in uno stile un pò retrogrado che contrastava nettamente con la modernità del resto dell'edificio, e si sentiva un forte, per quanto gradevole, odore di legno provenire dalla scrivania e dall'armadio sul lato opposto. Le uniche concessioni alla modernità presenti erano una televisione, piazzata sopra un mobiletto vicino alla scrivania, e alcuni strumenti tecnici di misurazione posti ordinatamente su di essa, la cui funzione Satoshi non voleva neanche iniziare ad immaginare. Affissi sui muri, si trovavano altre cartine di Johto, complete di grafici e simboli... e ora che aveva più tempo per guardare, il giovane allenatore di Kanto si rese conto che si trattava di cartine che indicavano la diffusione di certi Pokèmon rari.

"Non sarà molto moderno, questo studio... però devo dire che è carino!" commentò Kasumi, mentre lei, Togepi e Takeshi seguivano il loro amico e il suo fedele topolino elettrico nello studio e iniziavano a guardarsi attorno. "Va bene, professore, ci dica pure. Cos'è quella cosa di cui lei ci voleva parlare?"

Toshiyuki entrò per ultimo nello studio e camminò lentamente, con una certa gravità sottolineata dal suo atteggiamento formale verso la scrivania, dove appoggiò i suoi registri e ne estrasse alcuni documenti. "Ecco... venite pure, ragazzi, vi faccio vedere di cosa si tratta..." esordì, appoggiando i fogli sul tavolo. Quando Satoshi e i suoi compagni si avvicinarono, videro che si trattava, per la maggior parte, di grafici dall'aria abbastanza complessa, che rappresentavano ora una montagna, con tanto di suddivisione in strati della crosta terrestre, ora una mappa topografica di Johto con alcuni punti segnati in rosso... e così via. Di questi fogli, tuttavia, uno attirò più di tutti la loro attenzione - la fotocopia di un libro di testo sulla quale troneggiavano i disegni, in bianco e nero, di tre Pokemon alati molto familiari ai ragazzi... e di altri tre Pokemon dall'aspetto felino, uno dei quali i ragazzi avevano già visto e affrontato in passato!

"Hey, ragazzi, guardate un pò!" esclamò Satoshi, ad occhi spalancati, ricordando bene il suo incontro-scontro con il collezionista fuori di testa Jiraldan. "Quelli... quelli non sono i famosi tre Miraggi Alati? Articuno, Zapdos e Moltres?"

"Pikachu!" esclamò Pikachu con allarme. Se erano coinvolti dei Pokèmon leggendari in tutto questo, allora potevano stare certi che sarebbero state grane!

Anche Takeshi, se avesse potuto spalancare gli occhi, avrebbe avuto la stessa espressione dell'amico più giovane. "Accidenti, Satoshi, hai perfettamente ragione! E quei tre Pokèmon sotto, se non vado errato, sono i tre Felini Leggendari della regione di Johto! Suicune, Raikou ed Entei, giusto, professore?"

"Esattamente..." rispose l'uomo, il cui contegno, i ragazzi notarono, si era fatto improvvisamente più grave, come se qualcosa lo tormentasse. "E a queste creature è legata una leggenda che trova le sue radici in un tempo di cui gli esseri umani si sono quasi dimenticati... il tempo in cui questo mondo è stato terrorizzato dall'inspiegabile attacco di un Pokemon che fino a quel momento era stato buono e gentile..."

Toshiyuki guardò i tre ragazzi, che gli restituirono lo sguardo desiderosi di sapere cosa avrebbe detto in seguito. Tutti e tre erano già stati catturati dalla storia che il professore stava raccontando, e non vedevano l'ora di ascoltare il seguito. Lo scienziato fece una breve pausa, non sapeva neanche lui se era per raccogliee i pensieri o per creare un pò di suspence...

...e infine, quasi con un sospiro, pronunciò il nome fatale.

"E il suo nome era... Darkrai."

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"Allora, come stanno andando le ricerche? Avete trovato altre chiavi?"

"No, dottoressa, purtroppo ancora nessun risultato. Anzi, abbiamo perso il contatto con la terza chiave, di cui pure, fino ad un attimo prima, conoscevamo l'ubicazione."

"Sicuramente si tratterà di quella mocciosetta intrigante... bah, non importa, per adesso è una minaccia secondaria. Due chiavi le abbiamo già noi, e questo è già qualcosa... concentratevi sulle rimanenti tre, e fate in modo che cadano nelle nostre mani. Una volta che le avremo, penseremo alla nostra amichetta Miyu."

"Certamente, dottoressa. Damien e Nagi sono già all'opera. Riferirò quanto avete detto, e farò in modo che trovino anche le ultime tre chiavi."

"Molto bene, Alan. Confido che voi, e gli altri membri del Team Shadow, farete un buon lavoro. Puoi andare, e vedi di non deludermi!"

"Può starne certa, dottoressa."

Un paio di labbra tinte con il rossetto, appartenenti ad un'avvenente figura in camice bianco dai capelli scuri a caschetto, e gli occhi purpurei che scintillavano dietro le lenti di un paio di occhiali, si sollevarono in un ghigno sinistro.

"Quando Darkrai sarà nelle mie mani... sarò io la più grande allenatrice di Pokèmon di tutti i tempi!"

CONTINUA...

Note dell'autore: E finalmente, dopo lunga assenza, ritorna la mia storia di Pokèmon! Come ho detto, adesso mi sono organizzato una nuova tabella di marcia giornaliera, con la quale spero di riuscire ad aggiornare più velocemente le mie fanfiction...

Abbiamo intravisto i cattivi di questa storia, e Satoshi e i suoi compagni stanno per conoscere la leggenda che sta dietro agli eventi della mia fanfiction... e che, per certi versi, accompagnerà anche il resto della mia saga di Pokèmon! Ebbene sì, perchè anche di questa serie ho intenzione di scrivere una serie di fanfiction! Ho veramente troppe idee per la testa, eh? Diavolo, a volte penso che dovrei darmi una regolata... Naaah, scrivere è troppo divertente!

Non ho altro da dirvi, per adesso... spero che questo capitolo, nonostante la lunga attesa, sia stato soddisfacente! E vedrò di aggiornare più rapidamente la prossima volta... e magari inserire una scheda tecnica dei nuovi personaggi! A partire da Miyu, che è un personaggio originale di cui vado particolarmente fiero! Ciao!

Justice Gundam

  
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