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Autore: feenomeniall    09/04/2013    4 recensioni
«Lisa – disse calmo – io so cos’hai passato, tu hai bisogno di me!».
Lisa non capì. Come poteva essere così impertinente? «Perché?».
«Perché io ho bisogno di te». Lisa si passò le mani sul viso e poi chiuse gli occhi per un attimo. Non aveva il coraggio di seguirlo. Chi era lui per dire di cosa avesse e di cosa non avesse bisogno? Scosse la testa e si allontanò, lasciandolo da solo in mezzo a quella spiaggia.
[ispirato al film "Mangia, Prega, Ama"]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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L'amore all'improvviso.

 

A Mattia che troverà presto la persona adatta a lui.

Ad Arianna che, nonostante le sue insicurezze, trova
la forza per andare avanti e mi sta sempe vicina.

Alla Spelly che è sempre con me e mi incita sempre
a dare il meglio nelle mie storie.

Vi voglio bene.






«Che tu lo voglia o no, io devo partire!» urlò.
La casa era illuminata dalla lieve luce del camino. Le due figure si ergevano nel corridoio. Ormai non riusciva più a reggersi in piedi.
Quella mattina era andata in redazione a consegnare quell’articolo su Bali, un’isola indonesiana che ha attirato parecchi turisti negli ultimi tempi.
Il suo capo era stato molto contento dell’articolo e le aveva assegnato un nuovo incarico.
Aveva a disposizione un anno per viaggiare attorno al mondo e scegliere tre mete.
«Potrebbe andarci qualcun altro!». La voce di Sam ormai la stava mandando in bestia.
Stavano insieme da quattro anni e lui non aveva ancora capito la vera importanza del suo lavoro.
Alla fine quella che portava a casa i soldi era lei. Lui era ancora alla ricerca di quello che voleva veramente fare nella sua vita.
«No! – urlò nuovamente – e questa volta è finita davvero!».
Prese il suo borsone dal sottoscala e una borsa, corse in camera da letto e incominciò a riempire il borsone.
Era da un po’ di tempo che aveva deciso di lasciarlo, ma qualcosa la spingeva a stare ancora con lui, nonostante l’avesse ostacolata diverse volte sul suo lavoro; nonostante l’avesse tradita con una biondina incontrata il primo giorno come magazziniere.
Lei aveva studiato ad Harvard perbacco! Si era laureata ed era diventata una giornalista di successo.
Aveva diritto di vivere la vita che aveva sempre sognato, non voleva ritrovarsi legata a lui e costretta a rimanere a casa per tutta la vita.
Svuotò l’armadio in poco tempo. Prese la sua valigia dei sogni da sotto il letto e fece un respiro profondo.
Uscì in fretta e furia, passando sotto lo sguardo di Sam. Non aveva né voglia di guardarlo in faccia né voglia di parlare nuovamente con lui.
Aveva solo bisogno di andare da Eva.
Posò le chiavi di casa nella ciotola accanto la porta e uscì senza voltarsi.
Con il tempo Sam l’avrebbe perdonata, ne era più che sicura. Chiamò un taxi e indicò la via.

***


«E lui?». Eva era stata molto gentile ad accoglierla in casa sua, nonostante fossero già in tre. Lei, Michael, suo marito e la piccola Liz.
«Lui niente». Sentì come uno strano tremolio nella sua voce.
Ringraziò nuovamente per l’ospitalità, che sarebbe durata non appena lei sarebbe partita per la sua avventura.
Aveva già prenotato i tre biglietti per i luoghi in cui aveva deciso di andare: Roma, Calcutta e Bali.
Come ultima meta aveva deciso di tornare in Indonesia, da quel gentile sciamano che si era preso la briga di leggerle la mano e che solo in quel momento si era resa conto che parte della sua profezia si era realizzata.
Chiuderai una relazione, soffrirai, ma poi incontrerai il tuo vero amore”.
Andò a farsi un bagno e, nonostante stesse sfogliando un dizionario Inglese-Italiano, sentiva le voci di Eva e Michael che parlavano della sua situazione.
«Come sta?».
«E’ solo un momento – rispose Eva – vedrai che si sistemerà tutto».
«Stavano insieme da quattro anni – disse Michael – stavano per progettare le nozze».
«Lei se n’è accorta in tempo».
Alzò leggermente la testa per vedere dove fossero e notò le ombre in mezzo alla sua temporanea camera da letto. Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Ricominciò a sfogliare il dizionario alla ricerca di qualcosa che catturasse la sua attenzione.
«Spaghetti». Sorrise leggermente. Sarebbe andata a Roma, Calcutta e poi si sarebbe rilassata a Bali prima di iniziare a scrivere il suo articolo.

***


Respirò profondamente l’aria di Bali. Aveva affittato una palafitta molto carina ad un prezzo stracciato per otto settimane.
C’era tutto quello che poteva servirle. La cucina, una camera da letto, un salotto molto spazioso.
Appena fuori dalla capanna c’era una piccola struttura adatta alla meditazione. Anche il giardino che si trovava davanti all’entrata non era male.
Insomma era arrivata in un piccolo angolo di paradiso.
Non appena avrebbe finito di sistemare tutto, sarebbe salita in sella alla sua bicicletta per andare in centro a trovare Nebi, lo sciamano gentile.
Si soffermò per un attimo a guardare le immense distese di risaie da una parte e l’immensa distesa azzurra dell’oceano dall’altra. Non poteva ancora credere ai suoi occhi. Era veramente tornata in quel posto meraviglioso.
E tornerai da me, per insegnarmi qualcosa della tua lingua” aveva detto con un accento imperfetto lo sciamano.

***


L’ambiente era molto più tranquillo.
Non c’erano tassisti spericolati che suonavano ogni volta che vedevano altre macchine.
Non c’erano persone che tentavano di investirla con una vespa color rosso fuoco. E soprattutto non c’era la sua solita e monotona vita da newyorkese.
Per un attimo, mentre guardava all’oceano, pensò a quanto le sarebbe piaciuto avere accanto a se Eva.
Le mancava così tanto, ma sapeva che per ritornare ad esprimerle amore, avrebbe dovuto completare il suo viaggio.
Salì a bordo della sua bicicletta con tanto di cestello di vimini e si avviò verso il centro città.
Assaporò l’odore delle foreste di bambù, osservò attentamente le donne del luogo lavorare le risaie.
Non le sarebbe dispiaciuto rimanere a vivere in quel posto per sempre.
Il problema era il fatto che sarebbe stata da sola e, nonostante le piacesse stare in solitudine, non le sarebbe dispiaciuta un compagnia.
Appoggiò la bicicletta al muro dell’entrata e, togliendosi gli occhiali da sole, respirò profondamente.
Nella borsa portava con se il disegno che le aveva consegnato lo sciamano un anno prima.
Le aveva detto che l’unico modo per andare avanti e superare le avversità, era quello di rimanere con i piedi ben saldi a terra e non guardare tutto con gli occhi, ma anche con il cuore.
«Salve» disse, non appena si sedette davanti allo sciamano. L’uomo la guardò sorridente e chinò leggermente il capo.
«Io sono Nebi – disse e le prese la mano per leggergliela – tu sei una viaggiatrice..».
«Nebi – disse – sono io, Lisa Steel. Non mi riconosci?». Lo sciamano inclinò la testa da una parte e corrugò la fronte. Davvero non si ricordava di lei?
«Veramente no». Tentò di spiegargli che era stata da lui un anno prima e che stava cercando delle risposte, nonostante dovesse scrivere un articolo per la rivista per cui lavorava.
«Mi hai dato questo» e prese dalla sua borsa lo strano disegno.
Aprì il foglio e lo porse all’uomo che lo guardò attentamente. Poi alzò la testa di scattò verso di lei e poi tornò a guardare il foglio.
«Tu! – esclamò – sei tu! Lisa! Lisa di New York!». Lisa fu così felice di essere stata riconosciuta.
Quell’uomo era l’unico ad essere veramente riuscito a capirla dopo tutto quel tempo.

***


Era passata una settimana da quando era arrivata in quel piccolo paradiso terrestre.
Andava dallo sciamano una volta ogni due giorni e ogni sera, verso le sette, faceva la sua mezz’ora di meditazione.
Quel giorno stava andando in centro a fare un po’ di spesa. Aveva deciso di fare la strada più lunga, passando per la foresta di bambù e costeggiando un fiume dove c’erano sempre dei bambini che facevano il bagno e ogni volta che passava la salutavano allegramente.

Quel giorno anche Liam Payne aveva deciso di fare la strada più lunga per tornare a casa.
Aveva appena infilato un disco nella radio della sua jeep e non vedeva l’ora di rilassarsi con un po’ di musica soft.
Mentre percorreva la strada sterrata faceva attenzione a tutto quello che lo circondava. Salutò un uomo che non abitava molto distante da casa sua.
Il disco che aveva inserito aveva qualche problema. Si era inceppato e doveva assolutamente tirarlo fuori prima che l’impianto radio si surriscaldasse e fondesse il disco. Si chinò quindi a premere il pulsante, lasciando per un momento la visuale della strada.
Forse quel disco si era inceppato come segno del destino, ma sta di fatto che Liam si accorse in tempo che stava per tamponare una bicicletta.
Sterzò a sinistra, mentre la bicicletta sterzò a destra, finendo fuori dalla strada.
«Oh mio Dio!» esclamò Liam, uscendo dalla jeep e correndo in contro al povero malcapitato che aveva fatto andare fuori strada. Si sporse e osservò attentamente. Scese e andò ad aiutare la donna.
«Oh mio.. tutto bene?» chiese, prendendola da un braccio, cercando di alzarla. Lisa si lasciò aiutare, l’importante era che la portasse da qualcuno che potesse guarirle la ferita sulla gamba. Non era profonda, da come aveva potuto constatare, ma usciva sangue.
«La porto da una curatrice».

***


In tutto quel tempo che era stata a Bali aveva ritrovato Nebi, il vecchio e gentile sciamano che nonostante lei fosse triste, la faceva sorridere.
Aveva conosciuto Kira, una curatrice del luogo e sua figlia, Trudi. Non aveva mai conosciuto persone così straordinarie in così poco tempo.
Ma quello che ancora le lasciava il desiderio di stupirsi ogni giorno era Liam.
Dopo quasi tre mesi a Bali, solo in quel momento si accorse che in realtà, Liam era sempre stato con lei.
Dopo la sbronza al bar sulla spiaggia che le aveva consigliato Maria, una ragazza brasiliana; dopo un giorno intero passato a vagare per le vie della città.
C’era anche quando era andata le ultime volte da Nebi. Lo sciamano gli aveva letto la mano.
Anche lui da poco aveva concluso una storia che probabilmente durava da un po’ di tempo.
Anche lui viaggiava per il mondo.
Anche lui aveva un grande dolore da sopportare.
Avevano più cose in comune di quanto lei stessa potesse immaginare.
Ma si sentiva veramente pronta a ricominciare a fidarsi di un uomo? Era pronta a tuffarsi in una nuova storia d’amore, dopo tutto quello che Sam le aveva fatto passare? Ormai uscivano insieme dal giorno in cui si erano scontrati ed era ovvio che lei provasse un certo tipo di attrazione.
 
Era una sera di luna piena. Sentiva il rumore delle cicale in mezzo alla foresta di bambù.
Erano nella casa di Liam, molto simile alla sua. Lei era seduta su un divano e leggeva un libro che non aveva mai trovato in nessuna libreria, mentre lui leggeva un libro ben noto a tutti: “Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde”. Prese il segnalibro e lo chiuse.
Guardò verso Lisa e si meravigliò, un’altra volta. Non aveva mai e poi mai, visto donna più bella di lei. Nemmeno la sua ex fidanzata era così.
I capelli erano lunghi e di un colore indefinito. I suoi occhi erano castani. Erano fuori dal normale. Profondi e pieni di sentimento.
Le sue labbra, il suo naso, le sue guance, tutto di lei lo attirava. Tutto di lei gli piaceva.
Si alzò, posò il libro sul comodino lì accanto e andò verso di lei, con tutta la naturalezza possibile.
Non poteva e, soprattutto, non voleva farsi vedere agitato davanti a lei.
Si conoscevano da due mesi e lui ancora non era riuscito a farle nemmeno un bacio, per paura di rovinare tutto.
«Lisa – disse, con la sua voce bassa e calda – andiamo». Lisa alzò la testa verso di lui, posò il libro sul comodino e gli prese le mani, alzandosi.
Incominciarono a muoversi lentamente, come se in sottofondo ci fosse una musica che suonava solo per loro. Pian piano si muovevano per la stanza, scambiandosi coccole affettuose.
Si diressero verso la camera da letto e, mentre Liam le baciava il collo, Lisa chiuse la porta.

***


Erano passate due settimane dalla loro prima volta e nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro. Lisa faceva tranquillamente la sua meditazione mattutina e sorrideva. Liam era così dolce e sensuale allo stesso tempo. Era tutto così romantico: lei, lui e Bali. Ma c’era ancora qualcosa che la turbava.
Stavano andando in un posto vicino all’acqua. Lisa non vedeva nulla dato che Liam le teneva gli occhi coperti. I piedi affondavano sulla sabbia soffice. Sentiva il corpo di Liam scontrarsi con il suo, mentre la guidava e questo le dava sicurezza.
«Siamo arrivati?» gli chiese, impaziente.
«Ancora un attimo – disse Liam – ed eccoci». Levò le mani dai suoi occhi, lasciando che si stupisse un’altra volta di quel luogo magico in cui si erano incontrati.
L’aveva portata sulla spiaggia, in uno di quei piccoli porti dell’isola.
Li stava aspettando una barca che li avrebbe portati a fare un meraviglioso tour delle isole minori e li avrebbe lasciati su una di esse, dove aveva preparato tutto per starvi quattro giorni. Non vedeva l’ora di stare solo con lei. Aveva già comprato un anello.
L’idea di aver organizzato tutto solo per chiederle di sposarlo lo rendeva felice come mai prima e lo faceva tornare adolescente.
Lisa si guardò attorno. I’oceano, il cielo, la sabbia; la luce del sole all’orizzonte rendeva tutto ancora più magico. Le sembrava quasi di stare in una cartolina.
Guardò al piccolo porto.
Perché l’aveva portata lì? Inclinò leggermente la testa e guardò Liam passarle davanti, sorridendo.
Le porse la mano, l’attirò a se e cominciarono a dondolare.
«Che – disse Lisa – che significa?».
«Significa che tra un po’ ci saremo solo tu, io e una magnifica isola».
Lisa s’irrigidì. Aveva davvero intenzione di seguire Liam? se l’avesse fatto avrebbe anche potuto dire addio alla sua libertà.
E se le spezzasse il cuore? E se non volesse lasciarle fare quello che le piace?
«Perché?».
«Perché ehm.. – disse lui – volevo farti capire che.. mi sono innamorato di te».
Il cuore di Lisa perse un battito. Lui si era innamorato? Cosa doveva fare? Tutti i muri che si era costruita in quell’anno stavano per diventare cumuli di macerie.
Era veramente sicura di voler esporsi così tanto? Dopo tutto quello che aveva fatto per non soffrire più?
«Io – disse – io non posso». Lasciò la mano di Liam e si allontanò leggermente, evitando che lui la riprendesse.
«Non puoi cosa?».
«Non posso venire con te».
«Lisa – disse calmo – io so cos’hai passato, tu hai bisogno di me!».
Lisa non capì. Come poteva essere così impertinente? «Perché?».
«Perché io ho bisogno di te».
Lisa si passò le mani sul viso e poi chiuse gli occhi per un attimo. Non aveva il coraggio di seguirlo.
Chi era lui per dire di cosa avesse e di cosa non avesse bisogno? Scosse la testa e si allontanò, lasciandolo da solo in mezzo a quella spiaggia.

***


Era passata una settimana dall’ultima volta che aveva visto Liam.
Nel frattempo aveva comprato un biglietto per tornare a New York.
Prima di partire aveva bisogno di rivedere Nebi, un’ultima volta almeno.
Lasciò i vestiti sul letto e uscì da casa, prese la bicicletta e andò in centro città.

*

«Come stai Lisa?» le chiese.
Lisa sorrise leggermente e gli porse un regalo di addio che aveva preparato, girovagando per il mercato mattutino.
Nebi la ringraziò chinando la testa.
«Come va con il tuo fidanzato?».
Le labbra di Lisa cominciarono a tremolare. Gli occhi le diventarono lucidi e la gola cominciò a seccarsi. «Abbiamo rotto».
Nebi aggrottò le sopracciglia quando sentì quelle parole. «Perché?».
«Sono ancora confusa – rispose – spesso si ha bisogno di conoscere l’oscurità, prima di apprezzare la luce. E io non sono ancora pronta ad apprezzarla».
«Oh Lisa – disse – camminare con qualcuno nell’oscurità è meglio che stare da soli nella luce».

*

Pedalava più veloce che poteva.
Le facevano male le gambe, ma era una buona causa quindi cercò di non badare quello che sentiva. si recò a casa sua, nella speranza di trovarlo.
Come aveva fatto Nebi, con quelle poche parole, ad aprirle gli occhi? In quel momento aveva capito. In quel momento aveva capito che era Liam il suo vero amore.
Entrò in casa sua correndo. «Liam!».
Tutte le stanze erano vuote. Di lui non c’era traccia nemmeno in giardino. Si fermò per respirare.
Si avvicinò alla scrivania, prese un pezzo di carta e gli diede appuntamento nello stesso posto in cui l’aveva portata lui, nella speranza che lui andasse.

*

Stava in piedi vicino al piccolo molo.
Guardava le parche ormeggiate che seguivano la sinuosità delle onde dell’oceano. Il sole stava tramontando e regalava al paesaggio intorno una splendida luce. Tamburellava le dita sul braccio, irrequieta.
E se non fosse arrivato? Se lei avesse perso l’occasione della sua vita? Aveva la testa piena di domande assillanti.
Stava per scoppiare, quando d’un tratto sentì un rumore dietro di lei.
Le domande smisero di esistere, si voltò e sorrise.




   
 
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