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Autore: Eliessa    09/04/2013    2 recensioni
Marco e Alice.
Due persone, due vite totalmente diverse.
Il criminale e la vittima. Il forte e il debole. Il lupo e l'agnello.
Chi sono loro? Cos'è che li allontana? Cos'è che li unisce?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amici? Questi sconosciuti.



 
-Marco Saluri!-esclamò il padre del ragazzo non appena mise piede in casa.
-Papà?! Come mai questo tono?-
-Federico mi ha raccontato tutto. Figlio mio, potresti avere la bambina giusta per il rito, per essere finalmente rispettato da tutti e tu che fai? Rifiuti? Non sai a cosa vai incontro.-
-Sai cosa c’è? Che io in questa vita non ci sto più bene. Non sono fatto per essere come te.-
-Mi deludi dicendo così, sei una vergogna non solo per me e la nostra famiglia ma anche per le persone che credono in me. Loro si aspettano che mio figlio cresca a mia immagine e somiglianza, non il contrario di me.-
-E sono fiero di esser diverso da te. Sai, finalmente posso dirtelo: papà mi fai schifo.-Il padre, sentendo quelle parole tirò uno schiaffo al figlio facendolo piegare in due. –Bravo, picchiami, tanto solo questo modo conosci per far passare qualcuno dalla tua parte: o la si pensa come te, o si è uccisi. Ricordi 5 anni fa chi mori? Giovanni Falcone. Tu esultavi perché la mafia aveva “vinto” la giustizia, mentre io a 12 anni seguivo la vicenda di questa persona che aveva avuto il coraggio di mettersi contro le persone come te. Lui affermava: “la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” ed io voglio continuare a credere in queste parole.-
-Sei totalmente una delusione Marco. Io pensavo di averti dato tutto ciò che potessi desiderare, e tu mi ripaghi così?-
-Si. Sei uno stronzo! Ti meriti questo ed altro.-Perluigi aveva tirato il secondo schiaffo al figlio. –Dai, continua. Continua pure a prendermi a calci e pugni fino a quando magari non mi alzo da terra. Sai che ti dico? Fammi uccidere da uno dei tuoi uomini, così io non vedrò più te e tu non avrai più nessuno a cui fare da balia.-
-Non mi tentare perché mi conosci e sai che lo faccio.-
-Cosa aspetti allora? Chiama Lallo. O anche Giuvannuzzi, Maddalena, Franchino. Hai solo l’imbarazzo della scelta, puoi farmi fuori come e quando vuoi.-
-Fila in camera tua.-
-Te lo scordi.-
-Ora!-gridò imbestialito Pierluigi. Marco, invece, senza tener conto del tono di voce del padre uscì dalla stessa porta da cui pochi minuti prima era entrato.
-Se esci da quella porta di ammazzo.-affermò il padre prendendo tra le mani la pistola che teneva dietro la schiena.
-Avanti.-rispose il figlio senza voltarsi. -Scommetto che non aspetti altro.- Pierluigi era fortemente tentato di premere il grilletto ma non aveva il coraggio di uccidere il suo unico figlio. Marco era il suo punto debole. Nonostante in quel momento lo odiasse, lo amava. Erano due sentimenti fortemente contrapposti ma era anche la pura verità.
Intanto Marco uscì di casa e il padre poggiò la pistola sul tavolo davanti a lui.
Ora doveva prendere un’importante decisione: rimanere in Italia, rischiando di non essere più il boss della Sicilia, o andare via, scappare, iniziare tutto daccapo in un’altra città?
 
Indecisione.
Indecisione.
Indecisione.
 
E mentre Marco ritornò al parco, raggiunto in seguito da Federico, il padre aveva ricevuto un messaggio sul suo cellulare: “Ci è giunta voce che tuo figlio non è alla tua altezza, iniziamo a dubitare di te”.
Partire era l’unica soluzione dopo quel messaggio.
Partire e iniziare tutto in un altro posto del mondo dove c’erano degli amici disposti ad aiutarlo.
 
-Sei un gran cazzone, altro che amico.-iniziò la discussione Marco appena vide Federico.
-Sai come la penso su certe cose.-
-E sai anche come la penso io e nonostante tutto siamo amici. Perché l’hai fatto?-
-Perché sono ancora convinto che tu un giorno accetterai, come ho fatto io, l’idea di vivere in una delle più potenti famiglie mafiose della Sicilia e dell’Italia intera.-
-Hai sbagliato tutto. Io non sarò mai come te, come voi.-Nel frattempo al parco arrivò anche Alice.
–Tutto sommato, se non vuoi fare il rito con quella bambina, lo farò io.-
-Ma se l’hai già fatto?-
-Beh, magari farlo due volte vuol dire dimostrarsi forte.-
-Ma se c’avrà 8 anni massimo.-
-E qual è il problema? La seguo insieme alla madre, la rapisco e aspetterò, come sempre, come fanno tutti.-
-Tu sei un coglione e se farai qualcosa a quella bambina, ti uccido con le mie stesse mani, lo giuro.-
-Questo è tutto da vedere.-
-Stronzo!Ah, con me hai chiuso e per sempre.- a questo punto Marco si alzò dalla panchina e si avvicinò alla bambina.
-Ciao.-
-Alice cara. Guarda cosa ti ho portato!-esclamò il ragazzo togliendo dal cappotto una confezione di caramelle gommose alla frutta.
-Alice, come si dice?-chiese la madre.
-Grazie Marco.-lui le rispose sorridendo.
-Sai, pensavo che non saresti venuto, so chi sei! Ho rischiato a venire e non ho ancora capito se aver paura di te.- continuò la madre della piccola.
-Lei purtroppo più che conoscere me, conosce il mio cognome.-la donna annuì. –Io non sono come mio padre, e non ho nulla per dimostrarlo se non la mia parola. Se non gradisce la mia compagnia vado via in questo preciso istante.- Alice che aveva sentito l’ultima parte della fase si mise a gridare.
-No, non andare via. Per favore.-
-Ma guarda che non sta andando via.-replicò subito la madre senza dare il tempo di rispondere al ragazzo.
-Dai, fammi vedere come sai andare in bicicletta.-disse Marco rivolto alla piccola. Appena la piccola era distante da loro, il ragazzo continuò a parlare. –Un consiglio però voglio darglielo: non parli mai con quel ragazzo.-
-Perché?-chiese la donna.
-Ha presente quel detto meno si sa meglio è? Ecco in questo caso ci sta a pennello.-La donna annuì senza replicare nulla.
-E quei lividi sul volto? Oggi non li avevi.-
-Diciamo che mio padre conosce solo un metodo per parlare, immagino abbia capito quale.-
-Non andate d’accordo?-
-Ultimamente no. La pensiamo in modo diverso. Siamo gli opposti.-
-Non dev’essere facile vivere nella tua famiglia.-
-Esistono solo due soluzioni: o divento come mio padre o vengo ucciso; e mi creda la morte non mi fa neanche paura perché almeno sono consapevole del fatto che una volta morto non ho più nulla a che fare con quella vita.-
-Come fai a dire questo? Hai ancora una vita davanti.-
-Una vita che può finire molto presto. Questa sera ci sono e domani no.-
La donna rimase impietrita a quelle parole ed ai racconti che si susseguirono.
I due continuavano a chiacchierare, alternando anche momenti di giochi con la bambina, fino a quando l’orologio non segnava le 20.30.
-Ora devo andare Ali.-
-E domani pomeriggio torni?-
-Vedremo.-
-Ti prego.-
-Facciamo così, lascio il mio numero a tua madre e quando vuoi mi chiami, ok?-la bambina gli sorrise e lo abbracciò forte.
-Ehi, così ti fai male.-disse Marco per via della stretta della piccola.
-Ciao Marco.-
-Ciao principessa. Signora, arrivederci.-
-Ciao Marco.-
Una volta tornato a casa, il ragazzo trovò il padre seduto sulla sua poltrona in soggiorno intento a bere un drink mentre fissava le valige a terra.
-Papà, abbiamo ospiti?-
-No, sono le nostre. Partiamo tra tre ore per Buenos Aires.-
-Cosa?-
-In fondo l’hai voluto tu. Ti do un anno di tempo per cambiare, per essere diverso ed ora sta zitto, prendile e andiamo.-
-Io non vengo da nessuna parte con te.-
-Marco, non rompere il cazzo e fai quello che ti dico.-
-No!-esclamò.
-Sei sempre stato testardo, ma con delle buone idee. Alla fine ho chiamato Franchino. Ottima mira, nessuna pietà.-Franchino gli apparì davanti.
-Prendi le valige e andiamo prima che ti ficchi un proiettile nel cranio.-affermò il killer.
-Non è finita qui.- rispose Marco.

 





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P.S. Ogni riferimento a cose o persone È PURAMENTE CASUALE.

 

SOLO la frase di Giovanni Falcone 

“La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”

è affermata da lui stesso.

   
 
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