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Autore: Splendente come il sole    09/04/2013    1 recensioni
Seicento, Francia. Una ragazza decide di lasciare la famiglia in miseria e tenta una vita migliore fuori, nelle stradine francesi.
Ma fuori le cose non sono mai come sembrano e presto Elora si troverà coinvolta in questioni molto più grandi di lei.
^Questa è una storia di genere picaresco^ Quindi se vi piace il genere...
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Ormai aveva deciso : quella notte avrebbe cominciato a lavorare .
"E finalmente guadagnerò qualcosa" pensò Elora con un sospiro rassegnato .
Quel giorno aveva mangiato grazie ai pochi soldi e alla generosità di Aglaè, ma di certo non poteva continuare ad approfittarsi di lei, nè tanto meno vivere sotto quel tetto senza alcun motivo .
Uscì fuori dal bordello, richiudendosi la porta alle spalle, ansiosa di sentire un po' d'aria fresca sul viso .
Si accasciò al muro, accanto al portone d'ingresso, e, rabbrividendo di freddo, si strinse nel mantello di lana grezza, regalatole dal generoso medico ugonotto che si era preso cura di lei, fino a... a quando ? A ieri ? Davvero era passato così poco tempo .
Elora chiuse gli occhi, confusa .  Passava così lentamente, il tempo, eppure succedevano tante cose...
Si lasciò scivolare per terra, stringendosi ancor più il mantello addosso, confortata da quella ruvida stoffa strofinata contro il viso gelato .

Damien .
Elora spalancò i grandi occhi viola, ridestandosi dal torpore in cui era caduta .
Si guardò intorno .
Era il crupuscolo, oramai . Si era addormentata lì per terra . E aveva sognato Damien .
Si alzò, cercando di togliersi di dosso tutta quella polvere dal mantello .
Damien... Assaporò quel nome sulle labbra, e chiuse gli occhi .
Non l'aveva più visto...
"E' meglio così" pensò improvvisamente . "Quell'uomo è così misterioso...E poi è amico di quel batard" concluse con rabbia repressa, pensando al vecchio che l'aveva frustata, e che, suo malgrado, la terrorizzava .
"Elora !" urlò Aglaè dall'interno del bordello . Poi uscì, e la ragazza si voltò verso di lei .
"Che c'è ?" .
"Ma hai visto che ore sono ? Dai, vieni ! Questa è la tua prima notte, hai bisogno di consigli !" .
Elora spalancò gli occhi, scioccata, mentre l'amica la tirava dentro con enthousiasme."
                                                                         ***

"Sei perfetta !" esclamò Aglaè fissandola .
Elora si guardò allo specchio della toelette .
Aveva i lunghi capelli neri liberi e profumati di zibetto, ed era leggermente truccata, che  rendere la sua pelle pallida più lucente e faceva risaltare più del dovuto i suoi occhi viola .
Il problema era ciò che indossava... Praticamente quasi nulla, era mezzanuda !
"Oh Aglaè..." si lamentò voltandosi verso l'amica "proprio non posso uscire da questa stanza così !" .
"Ma dai, Elora..." sussurrò l'altra di rimando .
Poi nella stanza entrò Elizabeth, la rivale più accanita di Aglaè, viste le apparenze .
"Ah, la nostra piccolina è pronta, dunque..." disse con una voce al tempo stesso maliziosa e derisoria . 
La ragazza dagli occhi viola cambiò subito atteggiamento .
Si mise le mani sui fianchi snelli e rotondi, e le si avvicinò, fin quasi a sfiorarla .
"Sì, sono pronta quanto te."  Sorrise con malizia, poi uscì fuori dalla stanza, sotto lo sguardo meravigliato di Aglaè e quello intimidatorio di Elizabeth .
                                                                                ***
Elora cominciò a camminare per la sala d'ingresso, guardandosi intorno con curiosità . 
La sala era giò piena di gente .
Ben presto individuò il ragazzo che aveva salutato Aglaè per strada .
"Temo che Aglaè si arrabbierà se mi avvicino proprio a lui" pensò Elora, e quel pensiero le fece piegare gli angoli della bocca in un sorrisetto .
Stava per avvicinarglisi davvero, quando Aglaè la raggiunse da dietro, e la afferrò per il gomito .
Il cuore della ragazza accellerò i battiti mentre cercava di divincolarsi, ma l'altra sorrise .
"Buona fortuna" sussurrò con malizia e dolcezza al tempo stesso .
Poi la lasciò, dirigendosi con passo deciso verso il ragazzo in fondo alla sala, che sorrise e la prese tra le braccia .
Elora li fissava attonita, poi qualcuno le sfiorò il braccio, e il suo cuore prese a tambureggiare .
"Ehi, ti va di bere qualcosa, piccola ?" sussurrò una voce nel suo orecchio .
Elora si voltò verso di lui, raggelata dalla paura . Il vecchio batard .
"Non ci posso crede..." sibilò la fanciulla, portandosi una mano al cuore ed incespicando nel tentativo di allontanarsi, ma lui la afferrò per un braccio, e l'attirò a sè . 
"Ero sicuro che prima o poi ti avrei ritrovato in un posto simile, piccola sgualdrina."
"Lasciatemi !" strillò Elora, cercando di non alzare troppo la voce .
Sarebbe stato troppo ridicolo, in un posto simile .
"Ma certo... a tempo debito" ribattè lui con un ghigno orribile .
"Lasciala in pace, vecchio" ordinò qualcuno alle sue spalle .
Entrambi si voltarono verso il ragazzo che aveva parlato .
Il vecchio sogghignò, Elora lo fissò incredula . 
 Si sentiva così debole, in quel momento...
Cercò di concentrarsi su quei capelli dorati, quei bellissimi occhi azzurri... Finchè non notò la fanciulla che gli stava accanto .
Spalancò la bocca, mentre un tumulto di emozioni le si agitava dentro .
"Elora !" strillò la fanciulla dai capelli scuri, che tanto le somigliava, poi si gettà tra le sue braccia .
"Oh, Eleà ! Mi hai trovata !" esclamò l'altra, stringendo forte la sorella, e scoppiando a piangere.
 

   
 
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