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Autore: Chelinde    09/04/2013    2 recensioni
"Una terra divisa a metà, due popoli in continuo conflitto, una guerra sta per nascere, il sangue innocente si mescolerà a quello crudele.
Draghi contro draghi, le stesse creature, fratelli tra di loro attenteranno alla vita dei loro simili.
Lilidith, la principessa dalle squame viola avrà il suo battesimo del fuoco, vedrà la morte dei suoi compagni e deciderà che è il momento di fare qualcosa.
Si, ma cosa?"
Spero di avervi incuriosito, e vi invito a passare e lasciarmi una recensione.
Un bacione Chelinde!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lilidith- Il regno della Luce ed il regno dell'Oscurità

Capitolo III

 

Aprii il portone di casa, il castello sembrava vuoto, privo di vita.

“Mamma! Mamma? Ci sei?” non ricevetti nessuna risposta, un brivido gelido mi percorse la schiena “C’è nessuno? Mamma? Papà? Ragazzi? Dove siete?”.

 

Iniziai a perlustrare il castello, era desolato, non c’era anima viva.

Mi affacciai dal balcone di camera mia, si vedeva la scuola da qui, sentii un gong, cercai di ricordarmi il significato di un solo gong, non riuscii a fare in tempo a ricordarlo che sentii il secondo gong.

Voleva dire festa … terzo, maratona, poi fu il silenzio, una maratona dopo una guerra? Che cosa strana!

Sentii la porta del castello venire sbattuta con forza.

“Mamma!” corsi verso l’entrata e rimasi sbalordita dal vedere Marstrong e Colings, mi guardavano con aria triste, gli occhi preoccupati.

“Marstrong Colings, che succede?” li vidi scrutarmi, ecco il quarto gong, la morte di uno dei sovrani, rimasi in silenzio, gli sguardi dei miei due amici ancora su di me.

“Lilidith” iniziò il drago verde, ma non lo lasciai terminare “Aspetta, altrimenti non sentiremo il quinto”, lo vidi guardarmi con dolcezza, il cuore mi martellava nel petto, sempre più forte, per un attimo temetti che si potesse sentire anche da fuori.

“Lilidith, non ci sarà nessun altro gong” era stato il drago dalle squame azzurre a parlare “No”, era stato un sussurro, ma tutta via parve che gli altri due lo avessero sentito.

“Lily”, Colings mi guardava, mi si avvicinò, gli occhi gialli pieni di tristezza, dolcezza e comprensione “No”,  ripetei “Non può essere”.

L’altro drago mi venne davanti “Lilidith, mi dispiace”, volevo urlare, sprofondare, piangere, volevo che quelle dannatissime lacrime mi rigassero il volto, volevo nascondermi, fuggire da questo mondo troppo triste, troppo doloroso.

Ma rimasi lì, immobile, impassibile “Chi?” riuscii a dire solo questo.

Marstong mi fissò come a non volermi dare una risposta “Chi?” ripetei più forte “Firox” rimasi immobile.

Pensai a come avevamo giocato allegri solo quella mattina, solo poco più di due ore fa.

Improvvisamente iniziai a vedere sfocato, non mi importava chi avevo davanti, non riuscivo a distinguere i colori, vedevo solo macchie più scure su uno sfondo grigio.

Girai intorno al drago azzurro fino a ritrovarmi davanti al portone, lo aprii con una leggera testata ed uscii, barcollavo pericolosamente, ruggii, un ruggito potente, doloroso, di rabbia, rammarico.

Sentii un altro ruggito in risposta, mia madre, sorrisi pensando che almeno lei mi era rimasta, mi ripetei unendomi a lei.

Iniziai a piangere, i singhiozzi mi toglievano il respiro, i due draghi mi vennero accanto “E’ meglio che torni in casa, avanti”, seguii il loro consiglio, appena entrai andai in camera mia, chiusi la porta dimenticandomi dei due giovani che stavano ancora in salotto.

Piansi disperatamente, e mi addormentai sfinita.

Dopo non so quanto tempo mia madre mi svegliò, gli occhi sempre allegri e pieni di vita ora erano spenti, rossi per  il troppo pianto.

“Lily, tesoro” la sua voce era flebile “Come?” la domanda colse alla sprovvista la Regina “Noi credevamo che tu fossi morta”, fece un respiro profondo.

“Quando abbiamo visto tutti quegli studenti scappare terrorizzati eravamo al mercato, fermammo uno di loro che ci raccontò che la scuola era stata attaccata.

Chiedemmo se cerano dei feriti e lui ci rispose che erano morti due allievi ed il preside.

Corremmo verso il castello, speravamo che tu fossi lì, ma non c’eri.

Poi mi racconterai come mai non eri a casa è tesoro?”.

Annuii “Ora però vai avanti”.

“Stavamo per dirigerci verso la scuola quando sentimmo dei ruggiti, abbiamo visto quello sciame, erano vicini, troppo vicini, dovevamo agire e farlo alla svelta.

Sapevamo che erano del regno dell’Oscurità, e sapevamo anche che erano dei soldati ben preparati.

Tuo padre indossò l’armatura assieme a molti altri draghi e dragonesse, ma mi impedì di partecipare dicendomi di restare in casa ad aspettare il tuo ritorno o di andare verso la scuola.

Tentai di raggiungere l’edificio scolastico, ma dovetti restare in città per organizzare la resistenza.

Quei ruggiti che avevi sentito erano quelli della morte di uno dei due sovrani”.

Al termine del racconto stava piangendo, i singhiozzi la scuotevano, gli strusciai il muso sul collo per consolarla, sapevo quanto era difficile, ora era giunto il mio momento di raccontare la mia storia.

“Quando la mattina sono andata a scuola, ho lottato contro un altro drago”, ignorai lo sguardo accusatorio di mia madre ed il suo: -Lily- detto con tono dolce ma accusatorio.

“Si, lo so che non dovevo, ma ho perso la pazienza, e si, so che una pincipessa deve mantenere la calma ma fammi fine il racconto.

Durante la lotta il direttore si è messo in mezzo e ci ha portato in presidenza, ma, poco prima di entrare, abbiamo sentito un rumore e siamo tornati indietro”, raccontai tutta la storia tralasciando le parti crude, raccontandogli però dell’uccisione del drago.

“Hai avuto il battesimo del fuoco”, annuii “Io l’ho avuto un centinaio di anni più grande di te”, mi sorrise in modo dolce “Tesoro, sei stata in gamba”.

Le sue parole sorpresero, mi sarei aspettata di tutto, ma non quella risposta.

“Perché non andiamo a salutare i due giovanotti che sono di sotto a sonnecchiare? Ti va?” le sorrisi ed annuii.

Scendemmo le scale, i miei due nuovi amici stavano dormendo sul pavimento, lanciai uno sguardo verso la finestra, era buio fuori, dovevano aver aspettato tanto poverini.

Notai che mentre il drago azzurro era fasciato quello verde aveva solo una fasciatura sul ventre, dovevano essere accorsi da me non appena avevano saputo la notizia.

“Con quale dei due hai lottato?” indicai con il muso il mio primo avversario della mattina.

Mia madre andò a svegliare con una leggera musata i due appisolati, quei due si svegliarono, molto lentamente devo dire, ma quando si accorsero di avere davanti la Regina scattarono in piedi facendomi iniziare a ridere a crepapelle.

Mia madre mi fulminò con lo sguardo mentre i miei coetanei mi guardavano straniti.

“Lilidith! Contegno!” non appena mi sentii richiamata cercai di acquistare un po’ di contegno, come lo aveva chiamato Nana, sistemandomi a sedere.

“Salve” disse mia madre ai due giovani, quelli arrossirono di botto e stavo quasi per riprendere a ridere se non fosse stato che dovevo cercare di rimanere calma.

“Regina Nana, noi possiamo spiegare” iniziò il drago verde, mia madre sorrise “Oh, ne sono certa, sarò ben felice di conoscere anche il vostro racconto, ma mia figlia mi ha già spiegato alcuni particolari, quindi rimandiamo a dopo le spiegazioni, vi va?”.

Marstrong mi guardò, lo sguardo preoccupato, gli sorrisi e questo sembrò bastare per tranquillizzarlo.

“Intanto, credo che sarebbe molto grazioso conoscere i vostri nomi”.

Il drago azzurro parlò per primo dicendo il suo nome e poi presentò l’amico.

“Molto bene cari, Colings, tu hai bisogno di cure, prego, seguimi, ti porterò da una dragonessa molto brava nell’arte di medicare.

Lily, cara ti spiacerebbe farti portare dal tuo amico a casa sua e di quest’altro giovanotto per invitarli a cena? Sembre se non è un disturbo".

Il drago azzurro guardò l’amico come per cogliere una sua risposta “No, è un’ onore”, mia madre sembrò compiaciuta “Molto bene”.

Detto questo portò via Colings.

Io e Marstrong rimanemmo soli “Tipa strana mia madre eh?” mi guardò “E’ la Regina” risi “Questo non vuol dire che non sia strana”.

Mi si avvicinò, mi si mise davanti.

“Come stai?” smisi di ridere “Meglio, anche se so che probabilmente tran po’ il dolore tornerà” vidi nei suoi occhi una dolcezza infinita “Ce la farai, tu sei forte”, si allontanò da me dirigendosi verso il portone, lo aprii piano.

“Andiamo?” annuii spiccando il volo nel cielo nero “Che ore sono?” il drago blu mi guardò “Bo, più o meno le otto”.

Lo seguii, il viaggio non durò molto, atterrammo davanti ad una casa in mattoni, era blu, Marstrong mi guidò fino al portone, lo spalancò con una musata “Mamma!”, non sentii nessuna risposta, ma il drago non se ne preoccupò, rimase immobile.

“Signorino! Dove diamine eri finito! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare razza di piccolo stupido! Ti sembra questo il modo di comportarti? Dopo una battaglia cosa fai? Tu scompari per ore! Dove eri eh? Dove eri razza di cucciolo troppo cresciuto?”.

Mi feci avanti andando di fianco al mio amico “Mi dispiace, credo che la colpa sia mia”.

Vidi la donna irrigidirsi, abbassò il muso “Principessa Lilidith! Mi scuso della sfuriata e le porgo le mie condoglianze per la sua perdita, suo padre era un tipo coraggioso”.

Sentii le lacrime pungermi gli occhi, ma le ricacciai indietro “Non si preoccupi, capisco la sua agitazione e  la ringrazio”, tentai di fargli un sorriso.

“Oh! Ma che stupida, prego, entrate entrambi, fuori si gela!” Marstrong mi fece entrare per prima.

La casa era completamente addobbata in blu,  tranne dei punti dove si trovavano spazzi bianchi, questa famiglia non doveva avere molta fantasia in fatto di colori.

Mi feci guidare fino al salotto, era uno spazio non molto grande, ma davvero accogliente.

Osservai la madre del drago, era molto bella, aveva le squame celesti come il cielo in quei bei giorni d’Estate e gli occhi neri, sembravano dei pozzi senza fondo dove potersi perdere.

Non potei che ammirare la donna mentre metteva un legno nel camino e soffiava una piccola fiammella di fuoco per farlo ripartire.

Si girò verso di me sorridente “Mi dispiace che la casa non sia in” non la lasciai finire “E’ una casa deliziosa”, mi guardò con lo sguardo allegro.

Cercai di riscuotermi dai miei pensieri “A dire il vero io sarei qui in veste di messaggero, vorrei invitarvi a cenare a palazzo, ovviamente se non avete già mangiato, in tal coso la cena potrebbe essere rimandata o a domani sera o a domani a pranzo”.

Gli occhi della donna si illuminarono, guardò il figlio “Non abbiamo impegni, la ringrazio dell’invito principessa, mi recherò a palazzo non appena mi o marito rientrerà a casa”.

Dopo un’altra serie di piccoli discorsi me ne andai seguita dal drago “Bene, ed ora alla casa di Colings”.

Anche qui il viaggio non fu molto lungo, ad accoglierci ci furono entrambi i genitori del drago verde, due draghi deliziosi, entrambi dalle squame versi, il padre di un verde militare, mentre la madre era verde come gli aghi di pino.

Si dimostrarono molto gentili ed entusiasti dell’invito.

Una volta fuori volai verso il castello seguita da Marstrong.

“Sei brava con le parole quasi quanto i battaglia”, lo guardai sorridente “In quale sono più brava?” lo sentii ridere “Se ti dicessi con le parole mentirei, ma non te la dirò mai la verità”, risi “Me la farai sempre intuire eh?” lo sentii ridere.

 

Una risata cristallina che mi riempì il cuore.

“Sarà meglio però che io inizi a darti del lei, almeno durante la cena”, aumentai la velocità sorpassandolo “Sarà bello non sentire i tuoi commenti, anche se io mi dovrò astenere dai miei”.

“Una gara a chi è più veloce principessa?” sorrisi rallentando e mettendomi accanto a lui “Volentieri”, lo sentii ridere “Meno 3”, sorrisi “Meno 2”, tornammo a guardare la strada verso il castello “Meno 1” dicemmo insieme “Via!”.

Iniziammo un volo sfrenato verso il castello.

Il mio avversario era molto più veloce di quanto poteva sembrare, le sue ali si muovevano velocemente, sfruttava la corrente d’aria che ci spingeva entrambi in avanti.

Io d’altro canto cercavo di stargli dietro, mi sforzavo di aumentare la velocità, ma continuava a guadagnare terreno.

Ok, lo ammetto, quel drago è in gamba.

Vedevo le sue ali muoversi velocemente, ma a ritmo costante, la sua velocità non diminuiva mai, aumentava, possibile che non sentisse nemmeno la minima stanchezza?

Certo, neanche io la sentivo la fatica, ma io non andavo così velocemente.

Lo vidi girare il muso, i suoi occhi rossi mi entrarono nella visuale, non riuscivo a staccare lo sguardo da lui lo vidi sorridere e sentii uno strano calore dentro.

Voltai un attimo lo sguardo, vidi un albero, cercai di aggirarlo con una curva, ma mi voltai nuovamente verso Marstrong, le sue squame brillavano alla luce della luna.

Improvvisamente lo persi di vista, la mia visuale fu coperta da un albero, ci sbattei il muso.

Iniziai a calare mentre il dolore mi prendeva e mi devastava il corpo, atterrai sul terreno.

“Oi oi che male … che dolore …” vidi il mio rivale atterrare di fianco a me

.

“Come diamine hai fatto a non vedere un albero di queste dimesioni?” sentii il suo tono alterato “O si, certo, sto bene, grazie mille amico! Non importa che me lo chiedi!” sentii il suo sguardo su di me, mi voltai verso di lui “Che c’è?”.

Il suo muso era vicino al mio, di nuovo quella sensazione di acqua e fuoco.

Sentii come se una bolla ci prendesse e ci isolasse dal mondo circostante, come se al mondo non ci fossimo solo ni due, che non esistesse il dolore, la guerra, solo noi due.

“Sei un’imbranata!” –blop- la bolla era appena scoppiata, ecco di nuovo l’albero contro il quale avevo sbattuto, il dolore al naso.

Lo guardai malissimo “Grazie mille! Non ti sprecare con i complimenti è!” lo sentii soffocare una risata “Fai vedere”, mi guardò con attenzione il muso come se dovesse farmi una radiografia.

“Non mi sembra che ci siano danni, ma è meglio muoverci, così ti metti del ghiaccio”.

Si alzò in volo, io lo seguii.

“Imbranata?”, lo guardai, eravamo fianco a fianco “Si? Dimmi” lo vidi aprire la bocca,

dopo un po’ sospirò “Nulla, lascia perdere, muoviamoci”.

 

 

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE E DI LILIDITH:

 

"Salve a tutti!"

Guarda nel palco e vede Shinigami-chan ad applaudire.

"Che bello rivederti!"

Un brivido bercorre la schiena dell'autrice, 13 piccoli occhi la scrutavano dietro ad una porta.

"Volete entrare e mettervi a sedere anche voi?"

...

...

Silenzio

...

...

"Ok lo prendo come un no ... ma entrate pure quando volete ok?"

Che strana però questa sensazione ...

"Bene, ed ora applaudiamo per l'entrata della nostra protagonista Lilidith!!!!!"

Lily sfonda il tetto ed atterra accanto all'autrice, questa guarda in su

"Credo che questo ci costerà gisto qualche spicciolo ..."

QUALCHE!?

"Zitti per favore che sono di cattivo umore!"

"Perché?"

"Ma che sei scema? L'hai letto il capitolo no!?"

...

...

Silenzio

...

...

"No, io l'ho solo scritto ..."

Lily sbatte il muso per terra

"Qualcuno mi salvi da sta scema!"

"IO.NON.SONO.SCEMA!"

"NO.TU.SEI.UNA.TOTALE.IDIOTA!!!"

"Ehm! Ehm! Vi dispiacerebbe per favore considerare me??"

Le due si girano verso Marstrong ancora legato dall'ultima volta.

"Oh ... ma tu sei ancora qui?"

Autrice! Ma che diavolo! Cosa hai bevuto!?

"Acqua"

Lily ed il narrratore iniziano a sbattere la testa conto il pavimento, Marstrong cerca di arrostire l'autrice, ma non ci riesce ... peccato ....

"Me che avete tutti oggi contro di me!? Si può sapere?"

"Narratore? Ce ne andiamo?"

Si.

Il narratore e Lily se ne vanno via.

"Eih voi due! Tornate SUBITO qui! eih! L'utrice li insegue correndo"

"Eih! Non abbandonatemi qui!!! Shinigami-chan! Slegami tu! Ti prego!!!"

Shinigami-chan si alza e se ne va via.

"NOOO!!!!!! SLEGATEMI VI PREGOOO!!!!!"

  
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