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Autore: giulia_b    09/04/2013    1 recensioni
Si siede, le mani strette tra i capelli, e grida.
Il vetro della finestra accanto a lui va in frantumi, così come il bicchiere e la bottiglia abbandonati sul tavolo, il boccettino dell’inchiostro tra la carta, lo specchio appeso alla parete. I pochi passanti in strada sollevano lo sguardo sulle schegge di vetro che cadono dall’alto. Una giovane madre al piano sottostante scuote leggermente il capo e, con un sospiro, sale le scale buie stringendo il bambino a sé.
Mentre l’urlo di Alexander si spegne, i frammenti sparsi per la stanza si ricompongono e tornano al loro posto, l’inchiostro rientra nel recipiente, i fogli appesi oscillano, la gente in strada torna a camminare credendosi visionaria.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La chiave gira nella serratura dall’interno della stanza vuota. Il ragazzo entra mentre una candela si accende nell’oscurità della sera, illuminando le pagine appese alle corde che percorrono il soffitto da una parte all’altra. Si sfila la giacca e la getta insieme al pacco di fogli sul materasso consumato. Slaccia i bottoni della camicia ad uno ad uno. I movimenti si fanno sempre più impazienti e frenetici, fino quasi a strapparla nel toglierla dalle spalle. Una fascia chiara gli avvolge il petto. Si siede, le mani strette tra i capelli, e grida. Il vetro della finestra accanto a lui va in frantumi, così come, il boccettino dell’inchiostro tra la carta, lo specchio appeso alla parete il bicchiere e la bottiglia abbandonati sul tavolo. I pochi passanti in strada sollevano lo sguardo sulle schegge di vetro che cadono dall’alto. Una giovane madre al piano sottostante scuote leggermente il capo e con un sospiro, sale le scale buie stringendo il bambino a sé. Mentre l’urlo di Alexander si spegne, i frammenti sparsi per la stanza si ricompongono e tornano al loro posto, l’inchiostro rientra nel recipiente, i fogli appesi oscillano, la gente in strada torna a camminare credendosi visionaria.
-Alex, sono io. Aprimi-
La porta della stanza si apre sotto i colpi della ragazza, che entra. Il bambino comincia ad agitarsi tra le braccia della madre. Il ragazzo non si muove, continua a respirare profondamente.
I capelli di Alex crescono lentamente e i tratti del viso cambiano, ammorbidendosi. Un leggero strato di sudore le copre la fronte e una lacrima solitaria fugge al suo controllo.
-Fa ancora molto male?- chiede Charlotte, avvicinandosi e passando le dita tra le ciocche scure che incorniciavano il viso della ragazza seduta davanti a lei.
-No, quasi per niente- risponde flebilmente lei.
-Bugiarda. Come è andata la selezione? Ti hanno preso?-
Si alza in piedi e da’ le spalle all’amica, accostando la mano al vetro appannato della finestra.
-Come vuoi, non rispondere. Finisci di cambiarti, nel frattempo io preparo il tè-
Prima che riesca a toccarlo, il bollitore si solleva fino ad arrivare sopra al tavolo dove i fogli si raccolgono in pile ordinate. Mentre l’acqua comincia a scaldarsi, due tazze si appoggiano sul ripiano insieme al contenitore delle foglie del tè.
-Riuscirò almeno ad accendere un’altra candela prima che lo faccia tu?- chiede Charlotte, spostando il bambino sull’altro braccio.
Una fiamma appare sulle tre candele sparse per la stanza.
-Non so come ringraziarti, Alexandra, non ci sarei riuscita da sola!-
Lei sorride appena, prendendo un abito e voltandosi verso la parete. Lentamente inizia a svolgere la fascia, scoprendo la schiena che appare dorata che alla luce del fuoco e le cicatrici che spiccano bianche.
-Come sta Thomas?- domanda, facendosi scivolare il vestito sulla pelle.
-Si sta svegliando- risponde Charlotte, accarezzando una mano del figlio.
Alexandra si avvicina al tavolo e si siede davanti all’amica, mentre il pacco di fogli si solleva dal materasso e si posa tra le sue mani. Rompe lo spago che tiene insieme le pagine e inizia a sfogliarle.
Ogni tanto, una si stacca dalle altre e raggiunge uno spazio vuoto nelle corde appese al soffitto e lì rimane, tenuto fermo da un meccanismo sconosciuto.
-Cos’hai trovato oggi?- le chiede Charlotte, prendendo tra le dita i versi che non riesce a decifrare.
-Sonetti di Shakespeare. L’intera raccolta. Quelli della tipografia non sanno fare il loro lavoro. Hanno rovinato un’edizione molto bella-
-Che tu non ti sei lasciata scappare-
-Certo che no. Loro non se ne fanno niente e io non posso permettermi una versione rilegata-
L’acqua inizia a bollire e viene versata nelle due tazze, senza che Alexandra debba sollevare lo sguardo dalla carta. I due cucchiai raccolgono le foglie di tè dal contenitore e ve lo versano dentro, per poi iniziare a girare seguendo la forma del contenitore. Charlotte cerca di prendere quello che si muove nella tazza davanti a lei, rinunciando dopo diversi fallimenti.
-Ti dispiace?- chiede, indicando il tè.
-Scusa-
I pezzetti di foglie continuano a girare formando un vortice ancora per un po’ dopo che Alexandra ha fermato il cucchiaio.
-Posso tenerlo un po’?- chiede, indicando il bambino che comincia a muoversi.
-Basta che lo prendi come ogni comune essere umano, non facendolo levitare. L’ultima volta mi è quasi venuto un colpo al cuore- risponde lei, con un sorriso.
-Tranquilla-
Si alza e prende Thomas dalle braccia di Charlotte, andandosi poi a sedere sul materasso e tenendo caldo il tè. Lui apre gli occhi scuri, così simili a quelli della madre, e sorride alla ragazza. Con un delicato movimento delle dita, Alex fa comparire piccole sfere colorate che danzano davanti agli occhi del piccolo. Lui le fissa rapito prima di scoppiare in un’allegra risata.
-Lo incanti sempre-
-È questo che sono, no? Un’incantatrice-  risponde all’amica, lo sguardo sul bambino che cerca di afferrare i colori che gli volteggiano intorno e le labbra increspate in un lieve sorriso.
Charlotte beve un sorso di tè, osservando per l’ennesima volta la stanza intorno a sé.
La prima volta che vi era entrata, aveva creduto che Alexandra fosse pazza. Aveva bussato ad ogni porta del palazzo per chiedere accoglienza e un po’ di calore per se stessa e per il bambino che aveva da poco partorito. Il padre di Thomas era scomparso qualche giorno dopo la nascita, più di sei mesi prima, e lei non ne aveva più avuto notizie. L’unica ad accoglierli in casa propria era stata quella giovane e misteriosa ragazza dalle unghie insolitamente scure. Viveva sola in un appartamento dove la carta riempiva ogni angolo, persino il soffitto. E il fuoco che bruciava sul pavimento al centro della stanza non la sfiorava nemmeno. Non aveva bisogno di nulla per rimanere acceso, quel fuoco. Per un po’ rimasero sedute accanto alle fiamme senza che nessuna delle due dicesse niente, entrambe intente a osservarsi l’un l’altra. Poi Thomas aveva iniziato a piangere e lei non era riuscita a calmarlo fino a quando la loro ospite non ebbe schioccato le dita. Forme colorate erano uscite dalle sue mani e il bambino le fissava in silenzio, ammaliato. Charlotte si era subito alzata ed era corsa alla porta.
-Non vi farei mai del male- aveva detto la ragazza con uno sguardo rassegnato, senza muoversi. Ad una ad una le strane forme erano scoppiate. –Né a te, né a tuo figlio. So che è difficile da credere, ma puoi fidarti-
Si era alzata e si era allontanata dal fuoco, sedendosi accanto alla finestra. Gli occhi rivolti verso la città oltre il vetro e i pugni tanto stretti da piantarsi le unghie nella pelle.
 La giovane madre si era fidata. Era tornata vicino alle fiamme, osservando l’incantatrice dallo sguardo triste. Erano rimaste in silenzio fino al giorno successivo.
-Non mi hanno nemmeno fatto finire- dice Alexandra. –Mi hanno fermato dopo cinque minuti. Non credo che mi abbiano accettata-
-Lo hanno detto loro?-
Con un cenno di diniego riporta il bambino tra le braccia della madre.
-Ma non interrompi qualcuno se ti piace quello che sta facendo, no?-
-Immagino di no- risponde Charlotte, alzandosi e avvicinandosi alla porta. –Dove ti esibisci domani?-
-Sul ponte. Non ho voglia di allontanarmi troppo-
-Vengo a trovarti con Thomas. Gli farà bene prendere un po’ d’aria-
-Allora a domani. Buona notte-
-Buona notte, Alex-
Dopo aver chiuso a chiave la porta, la ragazza si siede al tavolo e ricomincia a sfogliare le pagine, spegnendo tutte le candele nella stanza tranne quella che ha davanti, mentre il bollitore e le foglie di tè tornano al loro posto. Avvicina a sé le due tazze e, rapidamente, beve il contenuto della propria. Osserva i frammenti depositarsi sul fondo e fa evaporare il liquido rimasto dalla propria e da quella di Charlotte. Un albero e un sole. Successo e felicità. Lo spera davvero. Spera davvero che Charlotte trovi la felicità.
  
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