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Autore: gemellina    30/10/2007    11 recensioni
Il professor Paroceti era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via d’uscita. Draco prese posto vicino al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia di scagliarsi un’Avada Kedavra. “Giulietta era una puttana!” La storia sembrava ripetersi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Pensavate che vi abbandonassi dopo il successo riscosso?

So per certo che il sequel di: Qual è l’indirizzo dell'’amore? Non riscuoterà lo stesso esito positivo, ma dopo un flash avuto guardando un minuto circa di un film in una giornata piuttosto noiosa, ho messo insieme questa storia che vuole essere un seguito.

Spero di riuscire nell’intento.

Buona Lettura

 

 

 

                   -Dedicata a tutti coloro che hanno ingigantito il mio ego^^-

 

                                                                  §§§

 

 

Il telefono squilla sempre due volte

 

-That don’t impress me much-

 

 

 

 

Era solo una porta, ma per Draco Malfoy rappresentava l’inizio della fine.

 

 

                                                                    ***

 

Una giornata disastrosa inizia sempre quando si mette il primo piede in ufficio, e può succedere anche se tu sei il capo e hai l’assoluta convinzione che starai l’intera giornata lavorativa a sonnecchiare sulla tua lussuosa poltrona girevole.

 

Il nauseante odore di dopobarba infestava gli spazi dell’edificio, e uomini in giacca e cravatta e donne in eleganti tailleur vagavano terrorizzati per i corridoi.

Draco Malfoy aveva uno strano presentimento.

E il brutto presentimento divenne realtà quando si trovò nella stanza circolare insieme a maghi e streghe che come lui erano a capo di importanti società di Magiche Relazioni.

Avrebbe tanto voluto chiedere cosa diavolo stesse accadendo, ma le facce sconvolte dei più lo fecero desistere dall’ardua impresa.

“Possiamo dare inizio alle danze”, la voce tonante di Agnus Ethnìa rimbombò per tutta la sala provocando un quasi collasso ad una signora piuttosto attempata con quasi tutto il trucco sciolto.

“Sapete benissimo il motivo per cui vi ho convocati…”, e fu lì che Draco credette di essersi perso qualche passaggio della sua vita.

“…ed è con orgoglio che vi presento il progetto dell’anno che porterà l’Inghilterra Magica alla conquista del mondo magico!”

Improvvisamente una lavagna comparve davanti ai loro occhi e tutti poterono inebriarsi del dolce suono della parola: SEMINARIO.

“Seminario?”, si azzardò a domandare un uomo dalla corporatura piuttosto robusta.

“Signor Smith…”, cominciò con voce dolce, “…se le domande che sa porre hanno la specialità di essere ovvie, provvederemo ad un licenziamento!”, proseguì continuando a seminare terrore tra i presenti.

“Se siete qui, è perché il grande capo, vuole che voi non passiate le vostre giornate a fare sesso e mangiare, ma vuole che vi facciate una cultura su luoghi che forse non avete mai sentito nominare”

Squadrò l’intera sala e proseguì contento, “Dov’è l’Austria? Qual è il piatto tipico della Spagna? Cos’è il Colosseo? Come si chiama il mio cane?E via dicendo…”

E Draco lì vide qualcosa che andava oltre l’immaginabile… qualcuno aveva preso appunti e aveva anche appuntato l’ultima domanda proferita –ironicamente- da Agnus Ethnìa.

“Ognuno di voi, seguirà delle speciali lezioni che lo catapulteranno in posti meravigliosi colmi di storia, cultura e letteratura. Ci sono domande?”, i suoi occhi feroci sfrecciarono sui volti dei presenti, finchè si fermarono su una giovane donna piuttosto preoccupata per la sua vita.

“Mi scusi… ma con quale criterio ad ognuno di noi verrà assegnato uno stato?”

L’uomo sorrise sornione, “Con il criterio che più mi ispira.”, e dopo la frase che li fece annegare nel pozzo della disperazione, uscì dalla stanza circolare sbattendo furiosamente la porta.

 

Quella che doveva essere una semplice riunione si stava rivelando catastrofica per l’equilibrio mentale di alcuni individui, tra cui spiccava il nome di Draco Malfoy.

 

“Non capisco davvero a cosa possa servirmi sapere cos’è la bruschetta!”, sbottò uno di quelli che come Draco era costretto a seguire il seminario sull’Italia.

Draco si limitò a fare spallucce e pregò affinché venisse rapito da un gruppo di elfi domestici inferociti pronti a rivendicare i loro diritti torturando l’anello di congiunzione dei Black e dei Malfoy e felicemente innamorato di colei che aveva dato vita al C.R.E.P.A.

Continuava a sperarlo, perché almeno il suo collega, sapeva già che in Italia esisteva qualcosa di non ben identificato chiamata bruschetta, lui no.

La stanza che avrebbe dovuto accogliere le lezioni sull’Italia tenute dal professore Costantino Paroceti, era stracolma di aggeggi assurdi e plastici di monumenti mai visti e mai sentiti nominare.

Il professor Paroceti era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via d’uscita.

Draco prese posto vicino al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia di scagliarsi un’Avada Kedavra.

“Giulietta era una puttana!”

 

La storia sembrava ripetersi.

 

                                                        ***

 

“Sarà stato un caso… e poi, non sei stato mica tu a dire che Giulietta era una puttana, no?”

Era ormai trascorso un anno da quella folle nottata che aveva portato Draco alla palese conclusione che l’indirizzo dell’amore era al 7 di ArsMagica Terrace tra le braccia della sua Hermione.

Era trascorso un anno, e da più di sei mesi i due amanti convivevano felici nell’appartamento dell’amore visto il provvidenziale sloggio di Saber, la bella biondina in shorts un po’ matta.

Era trascorso un anno e solo dopo numerose preghiere a Merlino con annessi sacrifici, che i genitori di David gli avevano accordato il matrimonio con Cassidy Gordon.

Ed era proprio nello sterminato parco che circondava Urquhart Manor, che Draco ed Hermione passeggiavano felici prima della funzione laica, ovviamente.

“Non l’avrò detto al seminario sull’Italia, ma se ben ricordi, la mia nuova vita iniziò proprio con quell’affermazione”, rispose piccato ripensando a quella strana giornata nata per via di una scommessa su fondamenta di alcool e fumo con i suoi migliori amici.

“Draco, non capisco cosa ti preoccupa, alla fine non sei tu quello che continua a sostenere che Giulietta era una puttana?”

“Sì”

“E allora?”

“E allora… è meglio che vada da Blaise, so per certo che avrà fatto in modo che David scoppiasse in una crisi isterica”

Hermione sorrise, e baciandolo lievemente sulle labbra si allontanò andando a parlare con alcuni conoscenti.

 

                                                                  ***

 

La situazione che vedeva protagonista David era da panico.

Lasciato in balìa di una crisi isterica, Blaise sembrava essere nelle stesse condizioni drammatiche dello sposo, nonostante lui fosse un semplice invitato, Theodore continuava a inseguirlo insistendo che una canna lo avrebbe calmato e Adrian sembrava troppo occupato a conoscere più in profondità la cugina dello sposo.

Draco vide quel quadretto di nevrosi e prese la saggia decisione di tornare da Hermione e dimenticare i suoi amici e cibi e usanze prettamente italiane.

 

Stava giusto avvicinandosi al tavolo degli aperitivi, quando le sue orecchie captarono un richiamo: “Draco, Meredith”.

I due si voltarono e videro che la signor Urquhart, ancora convinta che quella fosse la cugina intelligente di quell’imbecille di Cassidy, in un orribile tailleur verde pistacchio con un gigantesco cappello della medesima tinta sgargiante.

“Signora Urquhart”, la salutarono cordialmente.

“Oh Meredith, che piacere… stavo giusto andando a chiedere a tua zia che fine avessi fatto!”

E sarebbe stato davvero esilarante scoprire che la signora Gordon non era a conoscenza di una nipote di spiccata intelligenza e di sopraffina bellezza.

“Mia zia mi… mi detesta!”, rispose prontamente Hermione mandando giù il bicchiere di prosecco, mentre avvertiva la mano di Draco stringerla più forte.

La signora Urquhart si rabbuiò, “Oh beh… sarà sicuramente tutta invidia, visto che, senza offesa, i tuoi parenti sono davvero degli id…”

“Ehm ehm”, il lieve tossire di una donna dietro le spalle della madre di David, fece in modo che la giovane coppia riuscisse a trovare il momento propizio per fuggire dalla ragnatela di pettegolezzi della signora in verde.

Inutile aggiungere che la presenza dietro le sue spalle era la madre della dolce Cassidy.

 

                                                        ***

 

 

Anche colui che celebrava la disperata unione tra David e Cassidy sembrava essere un contemporaneo di William Shakespeare, e di questa similitudine, Draco Malfoy non sembrava esserne poi così contento.

“La signora Padmood ha la ricrescita e sua figlia non si è depilata a dovere”, asserì Draco annoiato a morte, mentre Hermione stava per riferirgli che il nonno di Cassidy aveva appena palpato il sedere alla cugina dello sposo con cui stava approfondendo l’amicizia Adrian.

Era un modo come un altro per cercare di sopravvivere a quella voce tremula e straziante.

“Se c’è qualcuno a conoscenza di un motivo valido per cui questa coppia non debba…”

“Il celebrante ha il parrucchino”

E cercando di non dare spettacolo, i due soffocarono le risate facendo finta di essersi affogati in sincrono.

“…parli ora o taccia per sempre.”

E Draco ed Hermione poterono benissimo notare che la signora Urquhart ficcò le unghie finemente smaltate nella seggiola… in qualche modo doveva pur trattenersi dal dire che quell’unione era altamente immorale.

 

                                                        ***

 

 

“E’ assurdo! E’ come se mi fossi fatto David!”

Hermione si strozzò con lo Champagne, ma la cosa più strana fu vedere Theodore schifarsi.

Era una nota positiva, almeno l’affermazione di Adrian lo aveva coinvolto in qualcosa che non avesse a che fare con il suo mondo personale fatto di orsetti sorridenti e cascate di FireWiskhy.

“Adrian, non sono cose da dire…”, lo redarguì Blaise.

“Cioè… sua cugina è davvero ben messa, ma vi giuro che è come parlare con David! E’ una sensazione orribile!”

Il gruppetto rise, finchè una branco di donne esagitate trascinarono Hermione e Pansy un po’ più in là per il lancio del Bouquet.

 

                                                        ***

 

“Pronto per il grande passo?”

“No Blaise, e tu?”

“Per niente, Draco”

 

                                                        ***

 

 

E quel lancio sembrò essere baciato dal fato.

A prendere il Bouquet fu la signora Zabini, probabilmente pronta per convolare a nozze con quello che sarebbe stato il suo decimo marito.

Sia Hermione che Draco trassero un lungo sospiro di sollievo.

  
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