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Autore: ilovesaffo    10/04/2013    0 recensioni
La afferai per i capelli, facendola urlare e portai le mie labbra vicino al suo orecchio.
< Senti, puttana, se apri di nuovo quella tua bocca rifatta ti ritrovi con la testa nel cesso! >, urlai, con rabbia.
< Veronica Tomlinson! Che state facendo?! >, mi rimproverò una voce alle mie spalle.
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< Ronnie, l'altro giorno il preside mi ha convocato e mi ha parlato del tuo comportamento.
Non è una novità il fatto che – esitò leggermente- ti difendi in una maniera piuttosto... violenta, ma sei all'ultimo anno, dovrai andare all'Università e non vorrei che il tuo comportamento incidesse sul tuo futuro.
Il signor Miller, il preside, dice che si è stufato del tuo comportamento e la prossima volta che farai qualcosa di sbagliato, ti espellerà . Ma mi ha detto che ti boccerà comunque alla fine dell'anno anche se ti comporterai bene, e lo sai che entrambe le cose influiranno sulla tua ammissione all'Università.
Sono riuscito a persuaderlo, ma a una sola condizione: dovrai seguire con me delle lezioni private sulla filosofia adolescenziale e dovrai partecipare alle Olimpiadi delle Materie letterarie a Giugno arrivando almeno al terzo posto. >.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Brutti ricordi, appuntamenti imprevisti.
 

<< L-Liam, cosa ci fai qui? >>, balbettai, presa alla sprovvista.
Liam Payne, era davanti a me, con un sorriso deciso sulle labbra e la mani, come sempre, nelle tasche posteriori dei pantaloni.
Lo studiai, ma non riuscivo a captare nessuna emozione, sembrava semplicemente tranquillo come se fosse assolutamente normale il fatto di trovarsi lì.
Non era normale.
Non sarebbe mai venuto, se non ci fosse stato qualche motivo particolare.
Probabilmente mi aveva vista ballare.
Non che mi vergognassi, ma...
Era strano, non riuscivo a capire bene che cosa mi prendesse.
Sapevo solo che avrei preferito che lui non mi vedesse, pochissime persone sapevano che ballassi, e di solito era solo gente di cui mi fidavo ciecamente.
Lui si esibì in una lenta e controllata alzata di spalle.
<< Devo parlarti >>, si limitò a dire, facendo un passo verso di me.
Trattenni il respiro, annuendo.
Che mi voleva dire? Ho fatto qualcosa?
<< Da solo >>, aggiunse, mandando a Zayn un'occhiata obliqua.
Il diretto interessato, alzò le spalle, rivolgendomi un occhiata incuriosita e si allontanò con passo lento.
Liam lo seguì con lo sguardo, finché non decise che il moro non avrebbe sentito ciò che aveva da dire.
Spostò il suo sguardo su di me, inquadrandomi con un espressione dura. La fronte leggermente corrugata e gli occhi fissi nei miei.
D'un tratto, i suoi tratti di addolcirono, e mi guardò con un accenno di sorriso sulle labbra ben disegnate.
Distolsi lo sguardo dal viso del ragazzo, sarei svenuta se avessi continuato a studiarlo.
Liam non sembrava intenzionato a prendere la parola, io ero decisamente in ansia e questo comportava una certa irritazione.
<< Cosa ci fai qui? >>, chiesi, tornando a guardarlo.
Liam, che evidentemente mi stava ancora esaminando, aprì poco la bocca e la richiuse scuotendo la testa.
<< Mi dispiace >>, buttò lì lui, sembrava aver fatto molta fatica a spingere quelle parole fuori dalla bocca.
Oh, caspita. E' impazzito, pensai dal canto mio.
<< Cosa? >>, domandai, leggermente confusa.
Lui sorrise ancora, imbarazzato.
Poi indicò dietro di lui la figura di mio fratello che ci osservava da lontano.
<< Per Louis e Niall >>, cercò di spiegarsi meglio.
E tu ti aspetti che capisca?
Aggrottai le sopracciglia, aspettando che si spiegasse meglio.
Lui capì al volo, e mi raccontò brevemente che in pratica era colpa sua se i due deficienti avevano bevuto come due cammelli alcolizzati.
Annuì sentendo ribollire dentro la rabbia, non verso Payne, era ovvio, ma verso mio fratello e il suo amico. Perché probabilmente avevano mandato lui a scusarsi, Liam aveva sicuramente più pall.. coraggio di tutti e due messi insieme.
Mi misi le mani sulle tempie, facendo dei movimenti circolatori. Non volevo arrabbiarmi con Liam, in fondo non era colpa sua e stavo cercando di non avere una crisi di nervi.
<< Non è colpa tua >>, lo rassicurai con durezza.
Spostai gli occhi su mio fratello.
Liam seguì il mio sguardo, e la sua espressione divenne preoccupata.
<< Hai intenzione di prendertela con Louis e Niall? >>.
Sembrava più un affermazione che una domanda, sembrava che lo sapesse dall'inizio.
Annuì con vigore, non spostando lo sguardo dall'idiota in bretelle.
<< E io non posso fare niente per impedirlo >>, constatò con aria saccente.
Assentì ancora, sorridendo appena.
Cominciava a capire il ragazzo.
Lui scosse il capo, divertito.
<< Ok, bene. Allora, ci vediamo in giro? >>, chiese quasi maliziosamente, allargando le braccia.
Incrociai le braccia al petto, inclinando la testa di lato.
<< Spero di sì >>, risposi.
<< Ciao Ronnie. – fece per allontanarsi – Ah, e comunque, balli stupendamente >>, si complimentò con lo stesso sorriso malizioso.
Alzai le sopracciglia, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
Ok, non ero abituata a quel genere di complimenti, fu solo per quello che arrossii.
Alzai una mano, forse troppo velocemente, balbettando un saluto e un grazie.
Lui scosse la testa e spari tra le persone, in direzione di mio fratello.
Rimasi lì interdetta, senza sapere come interpretare il suo comportamento.
Aveva certi scatti di... non sapevo neanche che cosa fosse.
Era un tipo strano, per me.
Si sapeva mimetizzare tra la persone normali, ma in realtà non lo era.
Forse era più simile a me di quel che credevo.
Ma era ancora presto per giudicare.
Sentii un braccio posarsi sulla mia spalla, e stringermi.
Zayn.
<< Ron, tutto ok? Ti vedo un po scossa... >>
Solo una persona mi aveva abbracciato in quel modo precedentemente e non era un ricordo piacevole.



 
Chiusi l'armadietto, sospirando.
Era stata un giornata terribile, Pamel mi aveva fatto cadere a mensa e non era stata esattamente un bella figura.
Qualcuno mi posò il braccio intorno alle spalle, schiacciandomi contro il suo petto, quasi a non voler farmi scappare.
Riconobbi immediatamente il profumo pungente che caratterizzava Sean.
<< Ciao piccoletta >>, mi salutò ironicamente, con un sorriso diabolico stampato in faccia.
<< Sean >>, ricambiai apatica.
<< Hai molto da fare oggi? >>, mi domandò.
Non l'aveva chiesto per vera curiosità, o perché volesse invitarmi da qualche parte. Voleva solamente prendermi in giro, facendomi capire che effettivamente non potevo sfuggirgli.
Alzai le sopracciglia, facendogli intuire che quella era una domanda totalmente inutile, e chiedendogli, per una volta di andare dritto al punto.
<< Vedo che oggi sei di cattivo umore, spero che non ti sia fatta molto male oggi in mensa... >>.
Stronzo.
Cercai di scrollarmelo di dosso, spingendolo, con decisamente poca forza.
Lui ridacchiò, incollandomi ancora di più al suo petto.
<< Devi fare i miei compiti, possibilmente entro domani, la professoressa non era molto contenta del mio ritardo l'ultima volta >>, proseguì, brusco.
Sospirai la testa cominciava a girarmi.
Non avevo materialmente tempo per fare sia i miei che i suoi compiti, dovevo lavorare e andare in palestra. Se non avessi studiato la mia media si sarebbe abbassata e non avrei ricevuto nessuna borsa di studio, e addio Accademia.
Non potevo sottomettermi così a lui, dovevo pensare al mio futuro, anche a costo di essere umiliata.
Presi coraggio, non avevo mai provato a replicare e a rifiutare una sua richiesta e non sapevo come avrebbe reagito.
<< Sean, non posso farlo, mi dispiace >>, mi scusai con voce tremante, cercando di allontanarlo da me.
La sua espressione cambiò immediatamente, divenne rabbiosa.
Strinse di colpo la stretta sulle mie spalle, guardandomi come se fosse un lupo che sta per azzannare la sua preda.
Ebbi paura, e pensai che con un braccio rotto, o peggio, non sarebbe stato esattamente facile ballare.
Mi maledì, sperando in qualche intervento divino.
<< Che hai detto? >>, sillabò, con occhi irosi e ardenti.
Decisi di non cambiare idea, non potevo più tornare indietro.
<< Non posso fare i tuoi compiti, trovati qualcun'altra >>, replicai.
Mi sorpresi sentendo che il mio tono di voce era tutt'altro che insicuro e tremante.
E forse questo fece arrabbiare ancora di più il mio aguzzino.
Mi prese per il collo, sbattendomi con forza suglia armadietti.
Per l'impatto, l'aria mi uscì prepotente dai polmoni, impedendomi di respirare per qualche secondo. Forzando la stretta sul mio collo, mi sbatté più volte contro il ferro freddo dell'armadietto.
La sua espressione era furibonda, da pazzo,gli occhi sembravano ribollire dalla collera, la mascella era serrata, la vena sul collo pulsava veloce. Sembrava tutto fuorché umano.
E io intanto stavo soffocando, la stretta sul mio collo era troppo forte perché potessi cercare di allentarla, i polmoni mi bruciavano per la mancata aria, il dolore alla schiena era immenso e il terrore che Sean potesse fare sul serio si stava facendo sentire, sarei stata nei guai se qualcuno non fosse subito intervenuto.
Ma fortunatamente Sean aveva intenzione di mantenermi in vita. Annullò la presa sul mio collo, l'ossigeno mi riempì i polmoni, facendomi respirare affannosamente per recuperare aria. Le gambe non ressero il mio peso, e caddi a a terra, su un fianco.
Cercai di regolarizzare il respiro, ma il mondo mi vorticava attorno.
Sentì un dolore improvviso alla mano, urlai, c'era il piede del mio aguzzino sopra.
Il pesò aumento, e io continuai a urlare, con le lacrime che mi sgorgavano dagli occhi, appannandomi la vista.
<< Come ti permetti solo di contestare?! >>, sbraitò Sean, dall'alto del suo metro e novanta.
Tremai, scossa dai continui singhiozzi, perché non ero stata zitta?!
La pressione sulla mano diminuì, esalai un piccolo sospiro di sollievo, sperando che lui mi avrebbe lasciata in pace, stesa sul pavimento freddo, inerme, a leccarmi le ferite.
<< Aspetto i compiti per domani mattina, niente ritardi né scuse, o starai molto peggio di così >>, minacciò con un tono di voce pieno di disgusto e rabbia.
Io, per terra con gli occhi chiusi, annuì, mentre altre lacrime rotolavano pigramente sulle mie guance.
Poi, improvvisamente, mi arrivò un calcio, all'altezza dello stomaco. Non urlai, il colpo mi aveva tolto il respiro, e credevo di morire.
<< Arrivederci, piccoletta >>
 
 
 
Rabbrividì, mentre quelle immagini mi scorrevano davanti agli occhi. Era stata la prima volta che Sean mi aveva picchiata, la prima di una lunga serie.
Sentì il braccio stringersi ancora di più alle mie spalle, e annuì, sospirando pesantemente.
Alzai lo sguardo, incontrando quello color cioccolato del moro, era velato dalla preoccupazione, mi si scaldò il cuore, e non potei fare a meno di sorridere.
Zayn non lo avrebbe mai fatto, non era pazzo ed egoista come Sean.
Non se lo sarebbe mai nemmeno sognato, o almeno così speravo.
 
Il giorno dopo era Sabato, e io stavo morendo di noia a guardare la TV sul divano.
La mattinata era passata noiosamente e si stava avvicinando l'ora di pranzo.
Quella mattina il freddo Sole di novembre faceva venire voglia solo di cioccolata calda e di grandi coperte di lana.
L'inverno stava cominciando a farsi sentire, e io diventavo sempre più malinconica. Il cielo grigio mi aveva sempre messo un bruttissimo senso di sconforto addosso. Passavo le giornate, tra il lavoro, la scuola e la palestra, sperando che passassero in fretta,per poter tornare sotto le coperte calde.
Ma sentivo che forse quest'inverno sarebbe stato diverso, forse non sarebbe passato così lentamente come gli altri. Comunque, era tutto da vedere.
Sentì il telefono vibrare nella tasca del pantalone. Probabilmente era qualche messaggio di Mary-Lynnette,per i compiti, o cose del genere.


 
Ron, spero che tu non stia ancor dormendo ;)
Comunque, hai dimenticato il tuo libro di Biologia in macchina
Complimenti, perfettina.
Passiamo un po' di tempo insieme...
Zayn, il tuo salvatore


 

 
Aggrottai le sopracciglia, sovrappensiero.
Non mi era mai capitato di dimenticare le mie cose in giro, e questo non era sicuramente un buon segno. Ma decisi di non farci molto caso.
Scrissi velocemente una risposta a Zayn, dicendogli che sarei andata a casa sua subito dopo pranzo e lanciai il telefono accanto a me.
Poi, sorrisi, pensando al nomignolo che mi aveva dato il moro con il ciuffo da record. Perfettina. Mi si addiceva perfettamente.


 

 
Suonai al campanello della villetta, che trillò allegramente.
Zayn, aprì la porta, sorridendo dolcemente.
<< Buongiorno, perfettina >>.
Ridacchiai, facendogli un linguaccia.
<< Ciao Zayn >>, lo salutai, scuotendo la testa.
Lui si scostò dalla porta, gli passai accanto, entrando in casa.
Inspirai,sentendo un dolce profumo di rose. Quell'odore mi ricordava le rose che papà mi portava sempre quando ero piccola, il giorno di San Valentino, dicendomi che ero la sua fidanzata, e che non mi avrebbe mai lasciata sola. Ci avevo creduto veramente, finché non mi aveva guardata impassibile quando gli avevo chiesto di entrare all'Accademia e mi aveva detto di smetterla di scherzare.
La voce di Zayn, mi portò alla realtà. Mi stava guardando con curiosità.
<< Che hai detto? >>, domandai, sentendomi un idiota.
Lui rise, probabilmente per mia espressione.
<< Eddai, non prendermi per il culo! >>, lo ripresi infastidita con lieve sorriso sulle labbra.
Adoravo quando lui rideva così, sembrava una persona così diversa da quella che avevo conosciuto al lavoro, molto più allegra, solare e buona.
Lui si ricompose, e si avvicinò, prendendomi la borsa, che gli lasciai con riluttanza, che appoggiò sul divano e invitandomi a togliermi la giacca.
La appoggiai all'attaccapanni, e poi il moro mi fece cenno di seguirlo.
Andammo in camera sua, dove vidi il mio libro di biologia sulla scrivania, aperto.
<< Cosa fai? Spii anche quello che devo studiare? Fidati, non c'è nulla di interessante >>, commentai, sedendomi sul letto.
Lui ridacchiò, alzando le spalle e si venne a seder di fianco a me.
<< In realtà trovo la biologia particolarmente interessante, mia cara poetessa >>, mi stuzzicò, giocando con la lunga treccia che avevo fatto prima di andare a casa sua.
Mi avevano sempre fatto i complimenti per i miei capelli, erano lunghi,morbidi e forti. Erano l'unica cosa che attirava l'attenzione della gente, per il resto ero sempre stata una persona abbastanza anonima. Né troppo brutta, né troppo bella. Una via di mezzo. Ero una di quelle persone di cui i professori non ricordavano mai il nome, i primi giorni di scuola. O almeno, era sempre stato così fino a quando non avevo deciso che non mi sarei fatta mettere in piedi in testa da nessuno.
<< Davvero? Non pensavo che ti interessasse nulla al di fuori del tuo ciuffo, Malik. Mi sorprendi! >>, lo presi in giro, spingendolo con delicatezza da una spalla.
Lui gonfiò le guance, e strinse gli occhi, facendo un'espressione da finto offeso.
Era buffissimo! Non potei trattenere le risate.
<< Eddai, non prendermi per il culo! >>, mi imitò con una vocetta stridula.
Ci ritrovammo a non riuscire più a respirare a forza di ridere.
Ogni volta che stavo con Zayn mi sentivo proiettata in un'altra dimensione, tutti i miei pensieri sparivano, c'eravamo solo io e lui, riusciva a farmi dimenticare le mie preoccupazioni. Mi dava un sospiro di sollievo dalla vita.
Era veramente un buon amico, non saprei cosa avrei fatto senza di lui.
Continuammo a parlare del più e del meno, finché non si fece sera.
Sentì la porta di ingresso sbattere e una voce femminile imprecare.
<< Dev'essere mia sorella >>, intuì il moro, grattandosi la testa.
Guardai l'orologio appeso alla parete.
Mi alzai in piedi, in preda al panico.
<< E' tardissimo! Devo andare, mia madre mi ammazzerà! >>, mi allarmai, alzandomi in piedi.
Mentre mi avviavo verso la porta della stanza, Zayn mi prese per il polso, facendomi girare.
<< Potresti rimanere per cena, è un po' che non stiamo insieme noi tre... >>, mi suggerì il moro implorante.
Alzai un sopracciglio, valutando la sua proposta.
In effetti non avevo tanta voglia di andare a casa, probabilmente c'erano i miei e mi avrebbero fatto di nuovo un dei loro discorsi assolutamente inutili, che non avrei sopportato.
<< A tua madre non dà fastidio, vero? >>, indagai, mettendomi le mani sui fianchi.
Sul suo viso affiorò un sorriso che gli illuminò il volto.
<< Scherzi? Sei sempre la benvenuta per mia madre! >>.
Si alzò e uscimmo insieme fuori dalla sua stanza, mente io avvisavo mia madre che a cena non ci sarei stata.
In cucina, c'erano la signora Malik che armeggiava con i fornelli e Mary-Lynnette, seduta al tavolo della cucina.
La madre di Zayn sembrava una donna giovane, era snella e ben proporzionata. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, la prima volta che l'ho vista mi sembrava di conoscerla da una vita. Voleva un gran bene ai suoi figli e sembrava molto fiera di entrambi. Ogni volta che li guardava sembrava che nei suoi occhi ci fossero le stelle, tanto che brillavano.
<< Mamma, Ronnie potrebbe fermarsi a cena? >>, domandò Zayn entrando nella stanza.
La donna alzò lo sguardo dai fornelli, aggrotto le sopracciglia, poi mi vide e sorrise, mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi.
<< Salve >>, la salutai io.
<< Ron! Quante volte ti ho detto di darmi del tu? - ridacchiò- Zayn! Certo che può rimanere! >>.
Mary-Lynnette sia alzò dal tavolo, scuotendo la testa.
Ci dirigemmo tutti e tre in soggiorno, e ci stravaccammo sul gigantesco divano che troneggiava nella stanza.
Gattonai fino alla Televisione, mettendo mano alla grande scorta di DVD, che erano impilati lì affianco.
<< Che film guardiamo stasera? >>, domandai, dando per scontato che avremmo guardato la TV.
<< Oh, io non posso stasera, non ve l'ho detto? >>, si lamentò lei, dandosi una pacca sulla fronte.
Io scossi la testa, girandomi verso di lei, sperando che desse spiegazioni.
Anche Zayn sembrava non sapere nulla.
Sua sorella però sembrava non voler parlare.
<< Perché non ci sei? >>, domandai, ancora più curiosa.
Mary-Lynnette inclinò la testa, come se non sapesse se dircelo o no.
Poi sospirò e dopo quella che sembrò un eternità disse:
<< Harry mi ha chiesto di uscire >>.






Ciao ragazze!
Ok, lo so che mi vorrete uccidere, ci ho messo davvero troppo tempo ad aggiornare.
E che non avevo molta ispirazione (lol) e ho avuto dei problemi. D:
Spero che il prossimo lo scriverò più velocemente.
Comunque, per le ragazze che sono rimaste con me (VI AMO), ecco il capitolo. ;)
Allora, io sinceramente non ho molto da dire.
Cioè, Mary-Linnette e Harry che escono insieme sono alquanto strambi. lol
Chissà se c'è qualcosa sotto, oppure Harry è veramente attratto da lei?
ehehehe
La cosa che mi dispiace è che non ho descritto per niente il gruppo Harry/Mary-Linnette/Zayn/Ron.
E quindi può sembrare strana come cosa.
Ma rimedierò. :D
Un'altra cosa interessante è il flash-back di Ron.
Poveraccia, viene pestata da un coglione.
Ma si capirà meglio in rapporto Sean/Ron, prossimamente.
Per il resto, Liam praticamente non c'è, main futuro non ne potrete più di lui tanto che lo avrete davanti! LOL
Credo di avervi scocciato abbastanza ;)
Aggiornerò appena finirò di scrivere il capitolo ( Capitan Ovvio! )
Ciaoo :D



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La tizia qui sopra è Ronnie, il nome della modella è Anna Lutoskin :D
  
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