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Autore: genesis18    30/10/2007    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa potrebbe esserci sotto la solita maschera da Serpeverde? E non sto parlando solo di Draco Malfoy, che per la prima volta nella sua vita si rivela curioso. Una bellissima Serpeverde frustrata della sua vita fatta di soddisfare altri; un latin lover stufo delle solite ragazze, ma soprattutto di se stesso; un'anima tormentata con il destino ormai segnato. Aggiungiamoci una felice e innocente Grifondoro che non avrebbe mai sognato di avere qualcosa a che fare con la casata di Serpeverde. Cinque personaggi, cinque cuori che s'innamorano.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Que sera sera [Parte seconda] Blaise e Daphne


E' sabato sera. E' sabato sera. E' sabato sera. Blaise continua a ripetere le parole nella sua testa, come un mantra. E' sabato sera e sta intrappolato nella sala comune a maneggiare ingredienti di Pozioni: fegato, unghie e milza di gatto. Li sta toccando con le sue stesse dita, quelle sue dita abbronzate e lunghe, curate come quelle di sua madre.

"Passami le fette, per cortesia," ordina Daphne, che intanto e' in controllo del calderone. Lei fa il lavoro pulito ovviamente, sbuffa Blaise tra se' e se'. Le passa le fette di fegato, e lei li raccoglie nel calderone con la bacchetta.

"Blaise, ti ho ripetuto che le fette devono essere dei rettangoli perfetti," dice Daphne all'improvviso, la voce calma, quasi cordiale. Ma Blaise sa meglio, e nota il tocco pungente nel suo tono.

'Lei e le sue dannate buone maniere,' pensa Blaise irritato. Capisce di aver fatto male ad acconsentire di 'studiare' quella sera; un preziosissimo sabato in compagnia di quella secchiona perfettina che non si degna di arrabbiarsi nemmeno all'ennesimo sbaglio. Blaise molla il coltello rumorosamente sul tavolo. Daphne lo ignora.

"Dimmi, Daph, sei mai uscita di sabato in vita tua?" chiede lui. La bionda si rifiuta di alzare lo sguardo e risponde piano,

"Abbiamo del lavoro da finire, no?"

"Al diavolo pozioni. Dai, dimmi, pensi ad altro tranne che studiare?" insiste Blaise crudelmente. Daphne mescola il liquido nel calderone con la bacchetta, mentre intanto si congratula con se stessa di riuscire a restare impassibile.

"Certo che penso ad altro che studiare. Ho un ragazzo, una famiglia di purosangue, sono destinata ad essere ricchissima e potente per tutta la vita." Blaise la guarda strano, e lei si sente messa alle strette. Quel ragazzo ha un inquietante capacita' di riuscire a farla innervosire. E si sa, Daphne Greengrass non e' mai nervosa. Buone maniere e il perfezionisimo, il suo pane quotidiano.

"Non hai risposto alla mia domanda. Ti ho chiesto se pensi mai ad altro che studiare. Non voglio un resoconto dei tuoi privilegi," ribatte Blaise, accorgendosi che la ragazza e' totalmente ignara del fatto che gli ingredienti sono stati abbandonati sul tavolo. Daphne si gira verso di lui, e per un attimo Blaise crede di scorgere un lampo d'insicurezza in quelle iridi ghiacciate. Ma dura solo un attimo.

"Rimettiti a lavorare, per favore. Non abbiamo molto tempo." E per qualche minuto i due restano in silenzio, con lui spaparanzato sul divano a fissare il pavimento e lei ad aggiungere pizzichi di chissache dentro la pozione.
Poi Blaise si alza in piedi e sale le scale verso il suo dormitorio. E Daphne fa finta di non accorgersene.
Torna poco dopo, con tre bottiglie di Burrobirra tra le dita e altre cinque tra le braccia.

"Dato che non vuoi che io esca," comincia Blaise, appoggiando le bottiglie sulla poltrona accanto a Daphne, "festeggeremo il sabato qui. A scuola. Lo so, che tristezza, ma non ho altra scelta, no?" Stavolta deve spezzare contatto visivo con la soluzione trasparente della pozione, per fissare, inscrutabile, il ragazzo compiaciuto.

"Ma pensi che sia ora di bere dell'alcol?" chiede lei, serissima. Blaise non riesce a trattenere un sorriso quasi genuino: quella ragazza gli appare cosi' frigida che nemmeno il suo piu' irresistibile sguardo riuscirebbe a scioglierla.

"Beh si', sono le nove e mezzo di sera, perche' no?" Daphne risponde con il mento pericolosamente sollevato,

"Io non bevo Burrobirra." Blaise spalanca la bocca, scioccato, e chiede incredulo,

"E cosa caspita bevi allora di sabato? Acqua?" Lei rimane un attimo in silenzio, e si sente solo il ribollire della pozione. Poi dice,

"Io bevo soltanto vino. Rosso. Possibilmente dall'Italia." Blaise si ritrova molto vicino a sputare tutto quello che ha in bocca.

"Vino? Ma dai, che schifezza. Anch'io sono un purosangue ricco sfondato, ma ti posso garantire che ho visto con i miei occhi Lucius Malfoy versare quella robaccia nel vaso di una pianta. Non puoi essere seria." Daphne non sa se sorridere altezzosa o restare in silenzio, stizzita.

"Dai, prova questo, la Burrobirra e' la delizia!" insiste lui, alzandosi dalla poltrona per piazzarsi davanti a lei e il calderone con un sorriso sornione. Lei si chiede se e' lui o se e' gia' un po' brillo.

"No, e gli ingredienti di quella sostanza fanno molto ingrassare," risponde Daphne coscienziosa. Blaise si sorprende di vederla abbassare lo sguardo. Per la seconda volta quella sera, gli sembra di aver notato un velo di incertezza in quella ragazza apparentemente cosI sicura di se'.

"Sai, io sono mezzo Italiano," dice Blaise inaspettatamente. Daphne gli lancia un'occhiata fugace, e si limita a dire,

"Ah si?"

"Si, e' per questo che ho il cognome Zabini. Molto non-inglese, non credi?"

"Immagino di si." Blaise viene sopraffatto da un senso di compassione per quella bellissima ragazza bionda che cerca in tutti i modi per evitare di guardarlo. Lei, imprigionata come tanti altri nella stessa dimensione da purosangue, in quel mondo pieno di limitazioni. Blaise non si sente piu irascibile nei suoi confronti.
Fa un passo in avanti e blocca i movimenti della ragazza stringendole i polsi con le sue mani. Daphne lo guarda, costretta, lottando tenacemente per rimanere con la solita disinteressata indifferenza. Blaise la dirige verso la poltrona di burrobirre, sposta le bottiglie ad un lato e la fa sedere.

"Guarda e ammira," dice lui, ammiccando. Prende una delle bottiglie e la stappa. Sferra la bacchetta dalla tasca e mormora un incantesimo verso la burrobirra. Daphne riconosce l'incantesimo, e non riesce a non emettere uno sbuffo divertito. L'idiota aveva appena trasfigurato la birra in vino rosso.

"Et voila', mademoiselle!" esclama Blaise, orgoglioso della sua opera. Lei assaggia un po del liquido dentro la bottiglia, e dopo qualche secondo a ponderare, commenta,

"Non male. Italiano. Montalcino." Il sorriso di Blaise sembra allargarsi.


Sono quasi le mezzanotte, e gli studenti del serpeverde nei sotterranei sono pochi. La maggiorparte, soprattutto quelli tra il quinto e il settimo anno, sono ancora tra le strade di Hogsmeade, mentre quelli piu' giovani dormono. Dopotutto, nessun serpeverde si sentirebbe a suo agio in compagnia dei due purosangue piu conosciuti della scuola.

Blaise Zabini e Daphne Greengrass sono seduti sul pavimento della sala comune, davanti ad un fuoco improvvisato, a chiaccherare animatamente. La scena puo' rivelarsi strana, anzi, assurda. Soprattutto perche' Blaise non indossa il solito ghigno che rivolge a chiunque non sia Draco Malfoy, e anche perche' Daphne sta bevendo burrobirra ridendo.

"Ma dai, non puoi fare lo stronzetto! Dimmi subito che ti ha fatto Pansy dopo!" gli ordina lei, ridacchiando. Blaise e' accasciato con la schiena contro il divano, gli occhi socchiusi ed un sorriso divertito sulle labbra.

"Non vorresti saperlo, te lo assicuro. Soprattutto perche' sei una tale figlia di papa'. Non vorrei traumatizzarti a vita," dice lui. Daphne sembra metterci un po' per digerire le parole del ragazzo. E di scatto esclama,

"Io NON sono una figlia di papa'!"

"No, infatti sei Pansy Parkinson." Risate.

"Io non sono una figlia di papa'! Ho bevuto quattro bottiglie di burrobirra e una bottiglia di vino senza niente nello stomaco. Che altro devo fare per dimostrartelo?" Blaise nota che Daphne non e' ancora ubriaca, ma ci sta quasi. Per adesso ha solo la ridarella e un'incredibile voglia di fare la selvaggia.

"Non ti agitare troppo, di solito sono quelli come te che finiscono per ammazzare qualcuno per dimostrare di non essere dei noiosi," scherza Blaise, e sente un'ondata di tenerezza verso la bella ragazza di fronte a lui. Un paio di bottiglie di alcol e Daphne Greengrass e' irriconoscibile.
Avevano parlato dei momenti piu' imbarazzanti della loro vita, e si erano scambiati delle risate cosI sonore che per un attimo si erano preoccupati di tutti gli studenti che stavano dormendo. In un'improvvisa ondata di serieta' avevano anche conversato sui vini e le loro rispettive qualita', e per una strana ragione, si era sentito legato a lei con le corde del cuore. Blaise in quel momento si sentiva in grado di rispondere a qualsiasi domanda sulla vita di Daphne, tanto gli sembrava di conoscerla a fondo.

Daphne apre la bocca, incerta se assumere un sorriso divertito o una espressione indignata. La bocca aperta della solitamente compostissima bionda fa ridere Blaise, che non puo' non strofinarle il capo affettuosamente.

"Quando verrai a visitare casa mia ti dimostrero' quanto noiosa sono! Mi aprofittero' dell'assenza dei miei genitori per lanciare una festa cosi' scandalosa da usurpare la reputazione di quelle da Zabini!," Daphne ridacchia, emozionata e anche un po' timorosa di continuare a descrivere la sua festa immaginaria. Poi continua, "E ingaggero' degli spogliarellisti! E... e... e usero' la collezione di tazze da te' di madre per versarci il piu' burrobirra possibile!"

Blaise e' quasi rosso dalle risate sotto la pelle bronzea del suo viso mascolino. S'immagina Daphne versare dell'alcol nelle tazze da te' di cristallo, e questo lo fa gia' scoppiare. Quando nota che non ha intenzione di proseguire, Blaise attacca,

"E io ti faro' da chaperone, perche' so che in una festa del genere ti scateneresti, e non vorrei che ti ritrovassi nel letto di quell'arrapato di Weasley." Dovrebbe suonare come uno scherzo, ma Blaise si sente scomodo: forse e' piu una verita che uno scherzo. Daphne sorride, ma lui riesce a leggere una strana consapevolezza che gli fa formicolare le dita delle mani. Qualcosa e' cambiato nell'atmosfera.

Blaise e' una persona istintiva. Ha sempre vissuto una vita spontanea, dovunque si trovava: a casa con sua madre, a commentare sulle modelle peggio vestite nelle riviste da strega; ad Hogwarts con Draco e gli altri serpeverde; anche in Italia, durante le cene in compagnia di ricconi noiosi quanto suo nonno.

Adesso l'istinto vuole avvicinarsi a lei, lei che e' seduta a gambe incrociate con l'espressione pensierosa, i lunghi capelli doro che scivolano fino a meta' schiena. Vuole avvicinarsi a lei, e magari afferrare senza troppa grazia e formalita' le sue mani candide per appoggiarle contro le sue labbra mascolinamente bollenti.

Non ne sa il motivo. Ma, pensa lui, mentre osserva Daphne sbadigliare e distendere le lunghe gambe pigramente, qualcosa e' sicuramente cambiato.
  
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