La mattina dopo, Scorpius si alzò, molto contento, e fu il primo della camerata. Vide gli altri occupanti del dormitorio: suo cugino Blaise, un ragazzo con cui aveva scambiato due parole in treno e altri due ragazzi di cui Scorpius aveva forse sentito i nomi durante lo Smistamento. La sveglia segnava appena le sette, e Scorpius la disattivò per evitare che, alle sette e mezza, svegliasse gli altri. Si vestì con molta calma e sempre sorridendo, scese dalle scale che portavano alla torre delle camere e, con  il libro di incantesimi sottobraccio e la bacchetta in tasca, scese nella Sala Comune. Si era portato appresso quel libro poiché, durante l’estate, vi si era esercitato molto e aveva scoperto di avere una particolare propensione per quella materia. Per quanto riguarda le altre, Scorpius aveva solo provato a fare una pozione, precisamente la Pozione Sciacciabrufoli, la quale era miseramente fallita in uno sbuffo viola e nella totale scomparsa del contenuto del paiolo dove stava lavorando. Si era già esercitato con alcuni incantesimi di base, gli incantesimi di levitazione e apertura, per cui decise di puntare sugli incantesimi illuminanti, incominciando dal più semplice: Lumos!

Nonostante Scorpius avesse eseguito alla perfezione tutte le indicazioni del libro, la punta della sua bacchetta era decisa a non illuminarsi. Rilesse tutte le istruzioni decine di volte finché, quasi per caso, non notò a piè di pagina una nota scritta in caratteri minuscoli:

N.B. per le prime volte, è consigliabile eseguire tale incantesimo mentre la bacchetta è illuminata da una fonte di luce naturale ( non indotta da alcun tipo di incantesimo).

Dopo essersi dato ripetutamente dello stupido per aver perso quasi mezz’ora, si rese conto che, ormai, si era fatto molto tardi: il suo orologio segnava le otto e un quarto. Corse a mettere apposto il libro e, portando con se solo la bacchetta, uscì dalla Sala Comune.

                                                                                  *                   *                *

Albus si svegliò alle otto in punto. Osservò il dormitorio e non riconobbe nessuno degli altri occupanti. Si cambiò in fretta pensando che sicuramente Rose, precisa come un orologio svizzero, fosse già in Sala Comune ad aspettarlo. Infatti, pochi minuti dopo, la trovò seduta su uno delle comodissime poltrone verdi della Sala.

“Ma buongiorno dormiglione!” esordì lei, sprizzante gioia ed euforia da tutti i pori “Pronto per il primo giorno?”

“Sissignora!” rispose l’altro con la stessa eccitazione della ragazza, dimentico dei turbamenti della sera prima “Andiamo? Ho talmente tanta fame che credo che il mio stomaco si stia mangiando da solo!”

“Mi pare ovvio, ieri sera hai mangiato poco o niente… devi recuperare! Io invece credo mangerò poco. Forza!” disse Rose, prendendo Albus per un braccio “Muoviti! Voglio avere il mio orario!”

“Ok, ok, ma con calma!”, rispose il ragazzo aprendo la porta della Sala Comune, per poi mettersi a correre.

“Scusa, com’era?  ” gli urlò dietro Rose, per poi seguirlo. “Rallenta! Non ti sto dietro!”

“D’accordo… Ma quanto sei lenta?!?”

“Questo lo dici tu!” e fece uno sprint degno della migliore scopa da corsa!

Giunsero così in poco tempo alla Sala Grande, trovarono un posto  alla loro tavolata e si sedettero, sempre ridendo. Pochi minuti dopo arrivò anche Scorpius e, vedendolo, ad Albus tornò alla mente il motivo della sua tristezza, e si rabbuiò. Rose, notando ciò, gli chiese cos’avesse, e mentre lui le spiegava cosa lo crucciasse, Scorpius si sedette accanto a loro. I due lo guardarono con fare interrogativo, chiedendosi se lui potesse stare lì.

“Non preoccupatevi” esordì lui, notando le domande scritte sui loro volti “ho parlato con un Caposcuola, posso stare qui” con queste parole, in volto di Albus si illuminò in un istante “e nei momenti di riposo possiamo anche stare insieme in una delle due Sale Comuni” e in un istante, tutta la tristezza che aveva pervaso Albus sparì. Cominciarono a mangiare: Rose, ancora piena dalla cena della sera prima, bevve solo un po’ di succo di zucca, mentre gli altri due mangiarono a più non posso, si strafogarono con qualsiasi cosa ci fosse sul tavolo. Mentre si ingozzavano, la preside McGranitt cominciò a distribuire i vari orari, prendendo un foglietto prestampato e colpendolo con la bacchetta. Diede ad Albus e Rose il loro, poi passò ad Albus

“E tu che ci fai qui, Malfoy?” disse, leggermente stupita, l’insegnante.

“Mangio con Potter e Weasley.”

“Mh. È una buona cosa che cominciate a fare conoscenza: le vostre Case hanno molte ore in comune.” Concluse, dando l’orario al ragazzo.

Tutti e tre controllarono subito i rispettivi orari: avevano in comune almeno un’ora al giorno: lunedì avevano due ore di Difesa contro le Arti Oscure, martedì due di Pozioni, mercoledì una di Erbologia e così via. Contenti dell’orario, finirono la colazione e si diressero verso le rispettive lezioni.

N.D.A perdono, perdono, perdono… Vi chiedo umilmente scusa per aver postato cooooooosì tardi (so che non c’erano momenti hangst, ma comunque è una rottura di palle aspettare tanto) per cui, ho una sorpresa! Andate a questo link. http://www.giratempoweb.net/gw11/2012/03/harry-potter-e-il-sequel/   Magari qualcuno sapeva già dell’esistenza di questi libri on-line, ma volevo farmi perdonare almeno un po’. Ok, il capitolo. Lascia un po’ a desiderare. Ma non posso farci nulla,  ultimamente la mia vena scrittrice è in sciopero… però mi rifarò con il prossimo capitolo (credo che sarà su un’ora di lezione di pozione in cui scoprono… qualcosa). Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeene. Allora, grazie a tutti,  recensite (nel bene e nel male e anche un po’ di più, se potete), spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacione a tutti i lettori e al prossimo capitolo!