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Autore: Guazzo89    29/08/2004    4 recensioni
Questo è un modo per tentare di far rivivere i grandi malandrini. Questa è la prima fic che scrivo, quindi recensite e ditemi cosa ne pensate e come potrei migliorarla
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO (forse un giorno la riprenderò)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli eredi dei malandrini

IL VIAGGIO

Harry si svegliò tardi l’ultimo giorno di vacanza. Erano ormai passate le undici quando scese per fare colazione. In cucina trovò solo la signora Weasley e Ron, che era anche lui appena arrivato. Appena si sedette la signora Weasley parlò
“Sbaglio o voi dovete ancora finire i vostri compiti?”
“Ci mancano solo un po’ di compiti di incantesimi, possiamo finirli a scuola, il primo giorno”
“No, i compiti delle vacanze si fanno durante le vacanze…”
“Ma erano troppi”
“Non me ne frega niente di quanti erano. Voi li finirete oggi, a costo di farvi stare tutto il giorno sui libri”
“Ma mamma, oggi è l’ultimo giorno veramente libero che abbiamo. Domani abbiamo il viaggio, e poi a scuola siamo sempre oppressi dai compiti. Oltretutto sono gli ultimi giorni di sole!”
“Fa niente! Se seguivate l’esempio di Ginny e Hermione e facevate i compiti prima, oggi sareste stati liberi. Invece no, sempre a rimandare; oggi li finirete.”
Harry e Ron, vedendo che era inutile ribattere, si immersero nella colazione. Quando ebbero finito Ron chiese a sua madre “Dove sono Hermione e Ginny?”
“Sono di sopra, in camera loro.” Rispose sua madre, poi li guardò in faccia e aggiunse “Hanno detto di non disturbarle per nessun motivo fino a mezzogiorno. Se scopro che avete dato loro fastidio, vi faccio lavorare per tutto il giorno.” Aveva una faccia furente, e Harry e Ron ammutolirono. Si alzarono lentamente e raggiunsero le scale.
Una volta usciti dalla portata delle orecchie della signora Weasley, Ron si lasciò andare in una serie di imprecazioni. Quando alla fine si fu calmato parlò, a voce bassissima
“Che cazzo facciamo, io mi voglio divertire oggi”
“Già, anch’io, ma hai sentito tua madre, dobbiamo metterci subito a fare i compiti. Oppure potremmo aspettare mezzogiorno, e poi chiedere ad Hermione di farci copiare.”
“Cazzo, Harry, non possiamo aspettare ancora un ora. Dobbiamo iniziare subito a copiare, sennò altro che due tiri a quidditch.”
“Si, ma se andiamo su subito e tua mamma ci scopre siamo morti; se poi scopre anche che volevamo copiare… che situazione di merda.”
“Già; se poi conti che ci restano ancora da fare incantesimi, pozioni e trasfigurazione…”
“Cioè tutto”
“Tutto tranne cura delle creature magiche, che abbiamo pensato bene di non fare” disse Ron
“Hai ragione, dobbiamo rischiare, ed andare subito a parlare con Hermione.”
Si incamminarono silenziosamente, fianco a fianco, su per le scale che portavano al secondo piano, dove si trovava la camera delle ragazze. Il compito di convincere Hermione era reso ancora più difficile dal fatto che era ormai quasi una settimana che non parlavano con le ragazze.
Arrivarono davanti alla porta e bussarono. Si sentì un gran trambusto e dopo qualche secondo la porta si aprì di poco. I due ragazzi videro la faccia di Ginny, paonazza, che temeva un piede sulla porta per impedire loro di entrare. Sembrava scossa e disse, rivolgendosi a Ron “Cosa volete, perché siete venuti a rompere. Guardate che se non avete un buon motivo chiamo subito la mamma!”
“No, aspetta” disse lui, tesissimo “Abbiamo bisogno di Hermione. Non chiamare la mamma, ti prego! Ci bastano cinque minuti con Hermione, dobbiamo farci dare i suoi compiti da copiare.”
“Ti prego, siamo troppo indietro con i compiti.” Iniziò a dire Harry “E non chiamare tua mamma, se no ci obbliga a pulire e fare le faccende di casa.”
“Ve lo meritereste,” rispose Ginny “sono cinque giorni che non ci parlate, comunque per me va bene a un patto”
“Spara” disse Ron
“Oggi mi fate giocare con voi a quidditch. Ho bisogno di allenarmi con qualcuno, perché ho intenzione di fare il provino da cacciatore”
“OK, puoi giocare” disse Harry “ma adesso facci entrare. Ginny volse uno sguardo verso la camera e poi spalancò la porta, dicendo “Io ho accettato, ma adesso dovete convincere anche Hermione; non è molto ben disposta verso di voi”
Harry e Ron entrarono nella stanza, seguendo Ginny, e lei li fece sedere su uno dei due letti. Appena seduto Harry guardo Hermione, e poi Ginny. Guardandola si accorse che lei lo stava fissando intensamente. Tirò fuori da sotto la maglietta la collanina che aveva ricevuto in regalo e le fece un occhiolino. La vide che si illuminava, e stava per parlarle quando sentì la voce di Hermione, e immediatamente si ricordò perché erano venuti lì “Allora, se non ho sentito male voi vorreste i miei compiti da copiare?”
“L’idea sarebbe quella” fece Ron
“Quindi, secondo voi, dopo che voi non mi avete cagato per tutti questi giorni, venite qua solo per avere i miei compiti” a questo punto Ron e Harry annuirono “E vedo che siete anche convinti di riceverli! Sapete cos’ho pensato io in questi giorni?”
I due ragazzi scossero la testa e Harry disse “No, non lo sappiamo”
Hermione continuò “Ho pensato che voi non foste veramente miei amici, e che continuaste a fingerlo solo per poter copiare da me”
Ron stava per parlare, ma fu interrotto dalla voce di Hermione, rotta dal pianto “È inutile che neghiate adesso; se non è così allora perché in questi ultimi giorni non mi avete mai parlato.” Ormai le lacrime scendevano dai suoi occhi, rigandole il viso. Ron si alzò e si scambiò di posto con Ginny. Appena seduto l’abbracciò e iniziò a consolarla, poi le asciugò le lacrime e iniziò a parlare “Noi abbiamo passato gli ultimi giorni giocando e parlando sempre di quidditch. Siccome sappiamo che a te non piace molto parlarne sempre non abbiamo mai neanche provato a coinvolgerti. Oltretutto tu non ci parlavi. Non cercavi di farci cambiare argomento, e così pensavamo che a te andasse bene così.”
A Hermione scesero un’altro paio di lacrime, prontamente asciugatele da Ron, e poi disse “Scusate, vi accusato di una colpa che non avete. Adesso, vedendo le facce che avete fatto quando mi avete visto in questo stato, mi sono ricordata di tutte le volte che siete stati in ansia per me. Scusate!”
“Fa niente, Hermione” disse Ron “avevi ragione a pensarla così; ti abbiamo trascurato troppo.”
“No, era colpa mia; comunque ora torniamo ai compiti. Cos’è che vi serve?”
“Ecco, ci serve” disse Harry “l’ultima esercitazione di incantesimi, l’ultimo tema di pozioni, e gli ultimi tre esercizi di trasfigurazione.”
“COSA; voi siete pazzi, avete ancora da fare tutta quella roba?” disse Ginny.
“Eh già. abbiamo avuto di meglio da fare per tutto il mese” disse Ron
“Mi verrebbe voglia di non darvi i miei compiti da copiare, ma comunque eccoli qui” mentre diceva così Hermione estrasse dei rotoli di pergamena dal baule e li porse a Ron. Harry e Ron si alzarono, ringraziando Hermione. Ginny sfiorò Harry, mentre stava uscendo e, dopo aver chiuso la porta e aver sentito i passi svanire per le scale, rivolse la parola a Hermione “Hai visto Harry?”
“No. Cosa dovevo vedere?”
“Mi ha fatto vedere che aveva addosso la collanina, e mi ha fatto un occhiolino”
“WOW, questo toglie ogni dubbio! Però dovresti smettere di arrossire tutte le volte che lo vedi, e dovresti trovare il coraggio di parlargli”
Nel frattempo i due ragazzi avevano raggiunto la loro camera e avevano iniziato a copiare i compiti. Verso l’una si dovettero interrompere per scendere a mangiare. Finito di pranzare tornarono in camera a lavorare e, per le quattro, avevano ormai finito.
“Andiamo su a chiamare Ginny per giocare?” propose Ron
“OK, così ne approfittiamo anche per andare a riportare i compiti a Hermione!”
Presero i fogli della ragazza e si incamminarono su per le scale. Dopo che ebbero bussato aprì Hermione.
“Abbiamo finito, ecco qua i tuoi compiti” disse Harry “Per favore ci puoi chiamare Ginny, noi andiamo a giocare; dille di raggiungerci con la scopa nel ingresso!”
“Va bene; per voi è un problema se vengo anch’io?”
“Per me no” disse Ron “Però potresti annoiarti a stare lì a vedere noi Charley, Bill che giochiamo. Comunque se vuoi vieni pure.”
“Magari mi faccio accompagnare da Tonks, oggi ha il giorno libero. Solo una curiosità, dove andate a giocare?”
“Andiamo in un piccolo campetto da allenamento; ha anche delle tribune per sederti. Noi scendiamo, raggiungeteci più in fretta possibile”
Mentre la ragazza tornava dentro nella stanza, Harry e Ron scesero giù, ma nell’ingresso c’era ad aspettarli la signora Weasley
“Avete finito i compiti?” chiese appena li vide scendere le scale con le scope in mano.
“Certo che si. Abbiamo finito tutto, non ci resta più niente da fare”
“Bene, ora non vi resta che andare su a preparare i bauli.” Poi rivolgendosi a Hermione e Ginny, ancora sulle scale “E voi, avete preparato il vostro baule?”
“Certo” rispose Hermione
“Allora andate ad aiutarli, o almeno a tener loro compagnia, temo che sarà una cosa lunga”
Salirono tutti e quattro le scale e raggiunsero la camera di Harry e Ron. Le due ragazze si sedettero sui letti e Harry e Ron iniziarono a guardarsi in giro, cercando con lo sguardo tutte le loro cose. Dopo un po’ di minuti passati a cercare e ammucchiare cose nei bauli Harry si stufò “Voi non direte niente se noi adesso usiamo un incantesimo, vero” disse rivolto alle ragazze.
Hermione annuì e entrambi estrassero la bacchetta. Poi sussurrarono, quasi insieme “bagaglius”. Tutti gli oggetti utili presero il volo e finirono nei bauli. Ginny e Hermione sembravano stupite. La prima a parlare fu Ginny “Che incantesimo è?” dopo poco parlò anche Hermione “Non pensavo foste a questo livello di incantesimi.” Poi continuò con uno sguardo inquisitore “Vi siete allenati parecchio eh?” vedendo i loro sguardi aggiunse “Potete stare tranquilli, ne io ne Ginny parleremo!”
“È dal mio compleanno che ci alleniamo. Abbiamo raggiunto un buon livello neh?! Ora facciamo sempre tutto quello che possiamo con la magia, così ci manteniamo in esercizio.”
“Adesso” spiegò Ron “aspettiamo qualche minuto qui, poi scendiamo e diciamo che era già quasi tutto a posto!”
Anche Harry e Ron si sedettero, rispettivamente vicino a Ginny e a Hermione. Dopo un minuto passato in silenzio Harry senti la mano di Ginny che cercava la sua, la sfiorava e poi si allontanava. Le rispose quasi subito con un gesto simile, e poco dopo si presero per mano aspettando. Ron, che sembrava molto concentrato su un pensiero, fece un breve sorrisetto, che non sfuggì ad Harry. Un minuto dopo Ron si alzò e gli altri anche.
“Iniziate a scendere, noi vi raggiungiamo subito, dobbiamo solo sistemare una cosa tra noi, in privato” disse Harry, poi aspettò che le ragazze fossero uscite e aggiunse rivolto a Ron “Sei un bastardo, ti ho visto sorridere; ci hai visto non negarlo. E non è stato per caso” gli tirò un pugno alla spalla e continuò “Non riprovarci, capito!”
Poi scesero a raggiungere gli altri, e si avvicinarono alla passaporta, una vecchia teiera. Quando partirono erano ormai quasi le cinque; erano d’accordo con la signora Weasley per tornare alle sei e mezza. Tenendo conto anche che dovevano cambiarsi e riscaldarsi, avrebbero avuto solo un’oretta per allenarsi veramente.
Quando arrivarono si cambiarono, fecero un breve riscaldamento, e poi Harry decise che quel giorno avrebbero provato uno schema inventato da lui. Gli interessava sapere se avrebbe funzionato. Per prima cosa espose lo schema ai suoi compagni. Poi stabilì i ruoli. Ron sarebbe stato portiere, Harry e Ginny avrebbero attaccato e Bill e Charley difeso. Lo schema era un contropiede veloce, da usare dopo aver subito. Harry fingeva di essere il portiere che prendeva la pluffa dopo aver subito e lanciava su uno dei cacciatori, che era scattato. L’azione vedeva il cacciatore in possesso di pluffa che compiva un azione d’attacco singolo, e quindi doveva essere molto veloce. Lo schema però prevedeva che l’attaccante tirasse solo con la certezza di segnare. Se non aveva questa certezza doveva aspettare l’arrivo dei compagni, per un’azione ancora veloce, con il passaggio in area, o per un gioco schierato. Questo schema però carico sulle spalle di Ginny, che giocava per la prima volta da cacciatore, il peso di una decisione difficile. Lei esitò, quando ebbe la possibilità di lanciarsi da sola verso il portiere, e uscì. Oltre a ciò, quando arrivò Harry, tagliando l’are a metà lei fece un passaggio abbastanza impreciso, che finì in mano a Bill. Harry capì di aver caricato sulla ragazza un peso troppo grande e così non la rimproverò; però le si avvicinò
“Senti, so che non hai mai giocato in questo ruolo e non voglio caricarti con pesi eccessivi. Scusami, ho proprio esagerato come prima volta” stava parlando quasi sottovoce “Però se vuoi il posto in squadra devi migliorare di un bel po’; le selezioni sono a inizio ottobre, e la prima partita ai primi di novembre. Ma non devi preoccuparti” aggiunse, vedendole gli occhi lucidi “Se vuoi ti posso seguire personalmente, per aiutarti. Adesso facciamo un po’ di gioco d’attacco schierato, ma non farti problemi, anche quando sbagli; l’importante è divertirsi. Se tu ti diverti a giocare non sentirai il peso degli allenamenti e delle decisioni importanti.”
Ripresero a giocare, un due contro due, a volte anche libero e lì Ginny si comportò un po’ meglio. Alla fine dell’ora scesero dalle scope tutti felici, tranne Ginny, che andò subito negli spogliatoi, e Harry, triste per non essere riuscito a tranquillizzare la ragazza. La raggiunse subito, e la trovò in bagno, che piangeva davanti a un lavandino. Harry le si avvicinò e le accarezzò i capelli, teneramente, poi l’abbracciò; voleva consolarla, tranquillizzarla, ma non riuscì. Sentì come se la voce gli si fosse bloccata in gola.
A un certo punto sentì gli altri entrare negli spogliatoi; a quei rumori asciugò le lacrime di Ginny, che aveva gli occhi chiusi, e poi le diede un bacio. La ragazza fece appena in tempo ad aprire gli occhi, che lui era già sparito. Si rassegnò, pensando al rifiuto che avrebbe ricevuto alle selezioni, e si cambiò nello spogliatoio femminile. Poi si sciacquò la faccia, in modo da nascondere i segni delle lacrime, e raggiunse gli altri fuori. Harry cercò di incrociare il suo sguardo, ma lei guardava a terra, tristissima.
Entrambi si rassegnarono a non parlarsi, e ripresero la passaporta, restando però vicini. Quando arrivarono a Grimmauld Place Ginny era così stremata, che stava per crollare a terra, addormentata. Per fortuna Harry se ne accorse subito, e riuscì a sorreggerla; poi, aiutato da Ron, la portò in camera sua, e la stese sul letto. Uscirono subito, per lasciarla riposare in pace, e per le scale incontrarono Hermione e la signora Weasley, che aveva in mano una boccetta. La lasciarono sola con Ginny e loro andarono, insieme a Hermione, in camera loro.
“Per fortuna che l’hai vista stare male” disse lei, rivolta a Harry “Se no sarebbe caduta, e si sarebbe potuta fare male. Ma come hai fatto a vederla?”
“Forse non te ne sei accorta, ma è da un po’ che continua a guardarla sempre” rispose Ron per lui. Harry invece si lasciò andare sul suo letto, piangendo silenziosamente nel cuscino. Dopo un po’ senti qualcuno sedersi sul suo letto, e si asciugò le lacrime. Si tirò a sedere e disse “Temevo qualcosa del genere. Ed è tutta colpa mia, l’ho fatta lavorare troppo. Avreste dovuto vederla subito dopo, negli spogliatoi. Oltre a essere stanchissima, aveva anche il morale a terra, perché pensava di non essere all’altezza di entrare in squadra. Ho cercato di consolarla, ma non sono riuscito. È tutta colpa mia!” sentiva le lacrime scendergli sul viso, ma non faceva niente, neanche per cercare di fermarle. Si sentirono dei passi scendere le scale, Harry si asciugò le lacrime, appena prima che la signora Weasley aprisse la porta.
“Come sta?” chiese subito Hermione, sperando in notizie positive, per tranquillizzare l’amico
“Sta bene! È solo molto stanca. Le ho dato un reintegratore e un po’ di pozione soporifera. Dormirà fino a domattina, e quando si sveglierà starà molto meglio e sarà in grado di partire. Io vado a preparare la cena” disse cominciando a voltarsi per scendere le scale. Quando sua mamma fu giù di un piano Ron si rivolse all’amico, che aveva ricominciato a piangere
“Hai capito, sta bene, è solo stanca. Domattina sarà come nuova”
“È vero, ma sarebbe potuto succedere di peggio, e sarebbe stata tutta colpa mia. Domani c’e l’avrà a morte con me”
“No, non è vero” disse Hermione, cercando ancora di consolarlo “Ti vuole troppo bene per avercela con te. E poi, se proprio voleva, poteva chiederti di farla smettere!”
“Il vero problema non è il male fisico. Lei sperava molto nel passaggio della selezione, ma dopo oggi non si sentirà più all’altezza. Magari non si presenterà, oppure verrà così demoralizzata da non riuscire a fare niente. Ma non perché non sarà capace, bensì solo perché non crederà di riuscirci. In entrambi i casi si infrangerà il suo sogno, e questo la farà star male molto a lungo. Tutto questo… sarà tutto colpa mia.” Harry parlava a stento, tra i singhiozzi.
“L’unica cosa che possiamo fare è aspettare; magari la notte e il vedere Ginny a posto lo rimetteranno a posto” disse Hermione
“Già. Ehi Harry, vieni giù, così facciamo una partita a scacchi, prima di cena”
Harry si alzò malvolentieri, si asciugò le lacrime e seguì Hermione e Ron di sotto. Una volta in salotto Ron estrasse la scacchiera, e si mise a giocare contro Harry. La partita fu una delle più veloci che avevano mai fatto. Poi scesero in cucina e si sedettero a tavola. La signora Weasley aveva deciso di preparare cibi degni di una festa, per l’ultima sera prima che i ragazzi partissero. Così passarono tutti una cena felice, tranne che per alcuni momenti di silenzio, durante i quali tutti pensavano a Ginny, che non poteva godersi quel festino. Nessuno però sembrava darne la colpa a Harry, e questo lo fece sentire meglio. Alla fine la signora Weasley li costrinse ad andare a letto un po’ presto, così alle undici tutti salirono in camera. Mentre Ron si stava cambiando, Harry salì, insieme a Hermione, fino alla camera in cui era stesa Ginny.
“Potresti aspettare un attimo fuori, Hermione?”
“OK, ma fai in fretta che ho sonno”
Harry entrò da solo nella stanza e si richiuse dietro la porta. Stette lì per qualche minuto, in piedi, a guardarla. Dopo un po’ Hermione bussò, impaziente, e Harry disse “Ancora un attimo, per favore” e si abbassò, fino alle labbra della ragazza e la baciò. Uscì e salutò Hermione, poi scese le scale. Si sentiva male. Quando arrivò nella sua stanza trovò Ron già in pigiama che finiva di sistemare le sue ultime cose nel baule
“Ho pensato di farti un favore, e così ho già messo a posto anche la tua scopa e le tue cose per il quidditch”
“Grazie” disse Harry, mentre si metteva il pigiama. Poi sistemò i vestiti che avrebbe messo l’indomani su una sedia, e si infilò nel letto. Anche Ron compì gli stessi gesti. “Allora?” chiese all’amico, già a letto.
“L’ho baciata” disse Harry malinconico.
“Adesso?”
“Non solo” disse annuendo “Anche oggi pomeriggio dopo l’allenamento”
“Pensavo che avresti aspettato almeno domani, sul treno, se non anche oltre. Come mai questo improvviso cambiamento di idee?” chiese Ron incuriosito
“Non sono riuscito a resistere” ammise “è così bella…”
Ron ridacchiò, poi si girò nel letto e disse “Buonanotte”
“ ‘notte” rispose Harry, ma mentre l’amico si addormentò subito, lui restò sveglio a lungo; stava pensando a Ginny. “Domani la rivedrò… chissà se avrò il coraggio di parlarle… non vedo l’ora di baciarla di nuovo” Alla fine si addormentò anche lui, ma non prima dell’una.
Harry stava facendo un sogno, era solo in un aula di Hogwarts, a notte fonda. Dopo un po’ che era lì, entrava Ginny, seminuda. Stava guardando la ragazza, quando gli sembrò di essere chiamato, sentiva una voce, lontana.
“Harry!” il ragazzo si svegliò di soprassalto, e si alzò a sedere sul letto. Vide Ron, già vestito. Si guardò in torno e vide che i loro bauli non c’erano più.
“Che ore sono?” aveva una voce assonnata.
“Sono le nove e mezza. Muoviti, tra pochi minuti arriverà il Nottetempo. Abbiamo già portato giù la tua roba. Vestiti in fretta, ti aspetto fuori dalla porta”
Harry balzò in piedi di scatto, e afferrò i vestiti sulla sedia. Corse in bagno e si cambiò il più in fretta possibile. Poi si sciacquò la faccia, per assicurarsi di essere sveglio, e uscì. Trovò Ron, appena fuori dalla porta, e insieme scesero le scale.
“Cazzo Harry, cosa stavi sognando? Ci ho messo mezz’ora a svegliarti.”
“Se te lo dico mi ammazzi!”
“Va beh, dimmelo, ti prometto che non ti faccio niente!”
Ma ormai avevano raggiunto l’ingresso, e la signora Weasley gli stava venendo incontro con un pacchettino.
“Tieni” disse, mettendolo in mano a Harry “Il Nottetempo è appena arrivato e Bill ha già caricato i bagagli. Questi sono biscotti; immagino che avrete fame, visto che non avete fatto colazione.”
Harry ringraziò e corse fuori insieme all’amico. Arrivarono di corsa al pullman e salirono. Su c’erano Ginny, Hermione, Bil, Charley e Lupin, già seduti. Harry prese posto un po’ lontano dagli altri, soprattutto da Ginny. Il Nottetempo partì e Harry e Ron ripresero la loro conversazione
“Allora” gli chiese Ron “Cosa sognavi?”
“Niente di importante. Ma tu perché non hai fatto colazione che ti sei svegliato presto?”
”Non cercare di cambiare discorso!”
“Allora facciamo così, tu rispondi alla mia domanda e mi prometti di non uccidermi, poi io rispondo alla tua!”
“Perché non rispondi prima tu?” propose Ron
“O rispondi tu o niente!” disse Harry, deciso.
Ron si rassegnò e disse “Non ho fatto colazione, semplicemente perché soffro il pullman… se avessi preso qualcosa adesso sarei qui a vomitare. Ora rispondi”
“Ecco… io stavo sognando ehm”
“Muoviti, io non ho esitato così tanto”
“Bhe, ecco, stavo sognando tua sorella…” disse Harry sottovoce
“Bhe, se è tutto qui”
“… nuda” finì Harry. Vide che l’amico stava reprimendo la rabbia, e pensò di cambiare discorso.
“Pensi che Malfoy sarà incazzato, quest’anno?”
“Perché dovrebbe” rispose Ron, iniziando a tornare calmo.
“Per suo padre!”
E così passarono il resto del viaggio a parlare di Malfoy e di suo padre, coinvolgendo nella conversazione anche Hermione e Ginny, che dopo un po’ si erano sedute accanto a loro. Nonostante tutto Harry continuava a essere, a tratti, abbastanza triste.
Arrivarono a King’s Cross con mezz’ora d’anticipo ed ebbero tutto il tempo di trovare quattro carrelli, e metterci su i loro bagagli. Arrivarono con tutta calma alla barriera che separava la stazione babbana dal binario 9 ¾ e l’attraversarono. Sulla banchina del binario non c’era ancora tanta gente. Riuscirono a trovare uno scomparto vuoto in una delle prime carrozze, e caricarono i loro bauli, aiutati da Bill e Charley. Dopo che ebbero occupato tutto lo scompartimento, in modo da stare soli, si sporsero dai finestrini, a salutare i loro accompagnatori, che dovevano ripartire. Dopo che li ebbero visti scomparire con dei deboli pop, tornarono a sedersi, e iniziarono a parlare.
“Devo dirvi una cosa importante” disse Hermione
“Credo di aver capito cosa” disse Harry, scherzosamente
“Vediamo se indovino” continuò Ron, ridacchiando “Devi dire a me e Harry, che quest’anno dobbiamo studiare tantissimo, che questo è un anno importante, perché ci prepara per i M.A.G.O. e non ci farai copiare. Ah, si, e poi dirai a Ginny di impegnarsi tantissimo, perché quest’anno dovrà sostenere degli esami importanti e difficili! Bel modo di incoraggiarla, la fai spaventare già all’inizio dell’anno”
“Allora” disse Hermione, che sembrava molto arrabbiata perché gli altri tre ridevano “Per quanto riguarda Ginny, lei è molto responsabile e brava a scuola, e vedete di non contagiarla con il vostro modo di vedere la scuola. È un bene che abbia preso da Percy e non da voi altri. Per voi il discorso è quello giusto, salvo che vi farò comunque copiare in casi estremi. Il motivo per cui non riuscirò a farvi copiare, e per cui a volte, soprattutto all’inizio, non riuscirò nemmeno io a finire i compiti, è che quest’anno inizia la scuola mia sorella!”
Harry, Ron e Ginny, che stavano ancora ridacchiando, si zittirono di colpo.
“Non sapevo che avessi una sorella” disse Ginny.
“Credevo che tu fossi l’unica strega della tua famiglia” disse invece Harry. Ron sembrava troppo stupito per riuscire a parlare. Dopo alcuni minuti, però anche lui trovò la forza di parlare “Una sorella! E com’è di carattere… cioè, è una secchiona come te?”
“No, è un po’ più come te e Harry; e poi io non sono una secchiona, sono solo brava”
“E perché non c’e l’hai presentata?” chiese Harry
“Semplicemente perché è troppo piccola per frequentare una compagnia come la nostra. Voglio che si ambiente tra i suoi coetanei! Per questo all’inizio dell’anno sarò poco disponibile, voglio aiutarla a prendere confidenza con la scuola e i professori!”
“Cerca di evitare di trasformarla in una lecchina!” disse Ron, ridacchiando.
“Però potresti almeno presentarcela, chissà quante volte avrà sentito parlare di noi, da te” disse Ginny
“Forse hai ragione! Magari più tardi la vado a cercare e la porto qui a conoscervi”
“A proposito” intervenne Harry “Come si chiama?”
“Ellen” rispose Hermione, poi aggiunse “Spero che venga smistata a Grifondoro”
“Ma si, stai tranquilla. Sei a Grifondoro anche tu che sei una secchiona, vuoi che non ci finisca anche lei?” disse Ron, ridendo.
Il treno si mise in moto, e Hermione e Ron si alzarono. “Torneremo appena possiamo, dubito che ci vorrà più di mezz’ora”
Harry rimase solo, con Ginny. Passarono almeno cinque minuti prima che uno dei due parlasse. Entrambi stavano guardando il paesaggio rurale che passava. Fu la ragazza la prima a parlare
“Perché sei così silenzioso? Non sembri quasi tu!”
Harry lasciò passare alcuni secondi, riportando lo sguardo sul paesaggio, prima di rispondere, senza guardarla
“È perché non trovo le parole per scusarmi”
“E per cosa dovresti scusarti?”
“Per ieri, quando sei stata male”
“Ma non è stata colpa tua, cosa vuoi scusarti!” dicendo così si alzò e si andò a sedere accanto a Harry “E comunque, se non trovi le parole, potresti usare qualche altro metodo” disse con voce provocante. Harry staccò finalmente lo sguardo dal finestrino, e lo posò sulla faccia di lei. Erano vicinissimi. Le accarezzò i capelli, come aveva fatto il giorno precedente, e scoprì di non riuscire più a resistere. Le passò un braccio attorno alla vita, tenendole sempre l’altra mano nei capelli. Sentì che lei lo stava abbracciando, e la baciò. Subito dopo un attimo si sentì come se la sua intera esistenza fosse appesa a quel bacio, e ne dipendesse la sua vita. Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone.
“Ti amo” sussurrò Ginny. Harry invece non riusciva a parlare. Restarono abbracciati molto a lungo. Quando Ginny stava per staccarsi Harry le diede un altro bacio, molto passionale. Ginny sentì un rumore, aprì gli occhi e si staccò con forza dalla bocca di Harry, restando però abbracciata a lui. Il ragazzo era scosso, appena aperti gli occhi si era trovato davanti ancora Ginny; ma dietro, sulla porta dello scompartimento, vedeva altre tre persone. Si staccò dalla ragazza, cercando di regolarizzare il respiro.
Guardò di nuovo la porta e riconobbe Ron e Hermione. Con loro c’era una bambina, con i capelli castani, simili a quelli di Hermione e una faccia vispa.
“Vedo che alla fine vi siete chiariti” disse Ron. Ginny arrossì, e Harry mormorò qualcosa di simile a un si.
Hermione si sedette, indicando alla bambina il sedile davanti a sé, e lei prese posto. Ron si sedette davanti a Harry, strizzandogli l’occhio. Hermione iniziò a parlare, rivolta alla bambina “Questi sono Harry Potter e Ginny Weasley” poi rivolta ai due ragazzi “Mia sorella Ellen”
La bambina strinse la mano a Harry, emozionata, e poi a Ginny. Mentre compieva quest’ultimo gesto disse “Lei è la sorella del tuo ragazzo?”
Hermione arrossì e le rispose immediatamente, evitando lo sguardo di Ron “Lui non è il mio ragazzo! Siamo solo buoni amici”
“Ma tu dicevi…”
“Io non ho mai detto niente del genere!” esclamò Hermione “E ora torna dai tuoi amici!”
La bambina si alzò tristemente e uscì dalla porta. Appena sentirono i passi spegnersi in lontananza Harry e Ginny scoppiarono a ridere. Ron invece era particolarmente serio.
“Scusala, Ron”
“Perché dovrei scusarla, avrà anche i suoi dubbi, visto che siamo sempre in giro insieme”
“È vero, ma è anche vero che io sono sempre in giro anche con Harry”
“Già, ma c’è un buon motivo per cui nessuno dirà che tu e lui state insieme” disse Ron ridacchiando “O no, Harry?”
“E già” rispose il ragazzo, prima di baciare ancora Ginny, più velocemente stavolta.
Passò qualche minuto, poi si sentì la porta aprirsi. Harry ,che stava guardando le poche gocce che iniziavano a scendere fuori dal finestrino, si girò subito verso la porta e distinse tre figure.
“Ci incontriamo ancora, Potter. Giri ancora col Weasley e con la Granger?” poi guardò Ginny “Uh, c’è anche l’altra babbanofila” la ragazza arrossì, e si staccò da Harry
“Lasciala in pace, Malfoy” intervenne Ron
“Sapete cos’ho saputo, mi hanno detto che quest’anno c’è anche la sorella della mezzosangue”
”Piantala, Malfoy, smettila di rompere le palle” disse Hermione, cercando di mostrarsi calma, ma un lampo di paura le attraversò gli occhi.
“Cosa c’è, Granger, paura che maltratti la tua sorellina” disse avvicinandosi. Harry e Ron balzarono in piedi “Calmini, non ho intenzione di fare niente. Chissà come reagisce la piccola mezzosangue se la sfotto un po’ “
“Tu la devi lasciato stare, CAPITO” disse Ron, incazzato. Harry si mise in mezzo, vicinissimo a Malfoy e disse “Vattene, prima che ti spacchi il naso, sarebbe un peccato, te lo hanno aggiustato così bene…”
Malfoy sembrava terrorizzato all’idea che succedesse quello che era successo l’anno prima, ma sussurrò “Potter, tu non dovevi far arrestare mio padre, la pagherai”
Harry gli tirò un pugno, sul petto, con una forza impressionante
“Tu non mi dici cosa devo o non devo fare. Salutami tuo padre, ah no… adesso non gli puoi neanche scrivere”
“La pagherai” disse, e fece cenno ai suoi scagnozzi di andarsene, ma prima che varcasse la porta Harry parlò di nuovo, a voce alta “Se scopro che hai fatto qualcosa alla sorella di Hermione ti faccio pentire di essere nato. Stai certo che se le fai qualcosa lo scopro. Stattene fuori dalla mia vita, e forse starai tranquillo ancora un po’ “
Malfoy se ne andò e Harry gli chiuse dietro la porta dello scomparto. Si voltò e vide i suoi amici stupiti.
“Glie le hai cantate” disse Ron, eccitato. Hermione invece sembrava preoccupata e disse “Non dovevi colpirlo e minacciarlo… comunque grazie per mia sorella”
“Forse adesso la smetterà un po’ di romperci le palle! Non ne potevo più di quello sfigato che si credeva chissà chi” poi sussurrò all’orecchio di Ron “Questo è il nostro anno, e dovrà capirlo anche lui”
Si sedettero entrambi, e Harry accolse con piacere il bacio di Ginny, che riuscì finalmente a calmarlo. Passarono il resto del tempo, fino all’ora di pranzo, parlando di come sarebbe stato il ritorno a scuola. Quando passò la strega con il carrello dei dolciumi ne presero una scorta, per avere da mangiare in abbondanza. Dopo che ebbero mangiato un sacco di caramelle ricominciarono a parlare.
Verso le cinque passarono a salutarli diversi gruppi di amici. Per primi passarono Seamus, Neville e Dean, che sembrava molto scocciato nel vedere Harry e Ginny abbracciati. Ron raccontò loro dell’impresa di Harry, e loro lo acclamarono a lungo.
“Dovevate vederlo incazzato, a tirato un pugno a Malfoy che se ne ricorderà a lungo; ci ha messo quasi dieci minuti a sbollire l’incazzatura”
Dopo che se ne furono andati passarono un paio di amici e amiche di Ginny, che volevano salutarla, ma se ne andarono dopo poco. Per ultime passarono Calì e Lavanda, che dopo averli salutati chiesero loro se sapessero dov’erano Seamus e Dean. Comunque le due ragazze si fermarono a lungo a parlare. Calì continuava a dare occhiate di sottecchi a Harry e Ginny, che ogni tanto si baciavano, e sembrava quasi gelosa. Quando andarono via erano ormai quasi arrivati a Hogwarts.
“Harry, Ron, vi dispiace uscire? Noi ci dovremmo cambiare!”
I due ragazzi si alzarono alla richiesta di Hermione, frugarono nei rispettivi bauli, per cercare le divise e uscirono “Noi facciamo un giro per il treno”
Appena fuori si infilarono la tunica sopra ai vestiti babbani e si misero le cravatte, slacciate.
Procedettero di buon passo verso la coda del treno
“Credo che potremmo iniziare a farci una reputazione tra i primini!” disse Ron
“No, aspettiamo almeno fino a domani; adesso non c’ho voglia di terrorizzare qualcuno, magari dopo cena”
“OK, signor gentile… allora cosa facciamo?”
“Un cazzo?!” propose Harry
“Andiamo a cercare Seamus e Dean”
“OK” e iniziarono a guardare in tutti gli scomparti, cercando gli amici “A proposito, non ti è sembrato che Dean ce l’avesse un po’ con me?” chiese Harry
“Mi sembra il minimo; gli hai fregato la ragazza! Comunque la digerirà”
A metà del treno trovarono i due ragazzi, insieme a Neville e a due tassorosso del quinto anno. Entrarono e furono salutati calorosamente. Le due ragazze, non ancora cambiate, si alzarono e andarono via, anche se una diede prima un bacio a Seamus. I tre ragazzi si alzarono, per mettersi la divisa
“Ehi, Seamus, chi era quella là? Era la tua Ragazza?!” chiese Ron, prima di scoppiare a ridere insieme a tutti gli altri.
“Non è LA mia ragazza… è UNA delle mie ragazze!”
“Cazzo, Seamus, adesso non ti accontenti più di una sola?” chiese scherzosamente Harry
“Una non riuscirebbe da sola a starmi dietro”
Tutti scoppiarono di nuovo a ridere
“E tu, Harry, felice?”
“Minchia. Più felice di così si crepa!”
“C’hai sempre tutte le fortune” disse Dean, scherzosamente
“Ehi, tu, non prendertela né” rispose Harry, con lo stesso tono, scoppiando subito dopo a ridere.
Ridevano così tanto che sentirono appena la voce che invitava a lasciare i bagagli sul treno.
“Carrozza insieme?” chiese Neville
“Dipende” rispose Harry, più serio “Pensate che ci staremo in sette?”
“SETTE! Chi cazzo ti vuoi portare ancora?”
“Bhe, siamo noi cinque più Ginny, e non possiamo lasciare sola Hermione!”
“Allora lasciamola insieme a Ginny” propose scherzosamente Seamus
“SCHERZI, Ginny sta con me. Stiamo insieme solo da oggi, puoi scordarti che la abbandoni per voi. Piuttosto io e lei da soli”
“Dubito che questa prospettiva piaccia a Ron; allora è deciso, in carrozza in sette!”
Mentre ridevano si stavano avvicinando allo sportello del treno. Stava ancora piovigginando quando scesero, e al buio, in mezzo al casino faticarono a ritrovarsi con le due ragazze. Alla fine si trovarono, e si avviarono verso una carrozza; quando dissero a Hermione e a Ginny che sarebbero stati in carrozza in sette loro li presero per matti.
Alla fine riuscirono a salire su una carrozza. Ginny era in braccio a Harry, e Dean si era seduto praticamente addosso a Neville. Strettissimi alla fine raggiunsero la scuola. Fu per tutti il viaggio in carrozza più lungo che avessero mai fatto, tranne che per Harry e Ginny.
Quando arrivarono e aprirono la porticina della carrozza, i più vicini all’uscita furono letteralmente lanciati fuori. Salirono tutti insieme le scale e seguirono la massa che li spingeva verso la sala grande. Lì presero posto al tavolo dei grifondoro. Harry era tra Ginny e Ron, al cui fianco si trovava Hermione. Gli altri tre ragazzi si misero di fronte agli amici.
Stavano urlando, per cercare di sentirsi, nel casino totale, quando le porte principali della sala si chiusero con un botto. Tutti zittirono, perché questo poteva significare solo che tutti gli studenti erano entrati, e quindi ci sarebbe stato lo smistamento. Infatti la professoressa McGranitt portò uno sgabello con su un cappello. Poco dopo guidò nell’immensa sala una piccola fila di studenti terrorizzati. Harry sentì Hermione sussurrare qualcosa a Ron.
Intanto il cappello parlante aveva iniziato la sua canzone. Ron avvicinò a testa a quella di Harry, e sussurrò pianissimo “Hermione mi ha detto che lei stasera accompagna solo sua sorella, dovrò accompagnare tutti i primini alla sala comune. Ti va di aiutarmi?”
“Ma si! Sarà divertente!”
Quando ebbero finito di parlare il cappello aveva finito con la canzone, e così si unirono al fragoroso applauso degli altri studenti. Poi la professoressa iniziò a chiamare gli studenti. Videro sfilare un immensità di bambinetti, con facce che mostravano vari gradi di paura, e che venivano smistati nelle varie case. La prima grifondoro fu la sorella di Hermione, che si era avvicinata al cappello con un sorrisetto spavaldo. Tutto il tavolo scoppiò in un applauso fragoroso.
Quando anche l’ultimo studente fu smistato il preside si alzò, e anche quei pochi che fino a poco prima avevano parlato tra cui Harry, Ron e Seamus si zittirono.
“Ora alcuni avvisi importanti. Agli studenti del primo anno, sappiate che la foresta compresa nei confini della scuola e territorio proibito, per la presenza di belve feroci. Devo anche avvertirvi che quest’anno la scuola sarà protetta da un gruppo di Auror, presenti per evitare rischi agli studenti. Per questo chiedo a tutti di non infastidire i rappresentanti del ministero, e vi chiedo di facilitare il loro lavoro, evitando di cacciarvi nei guai. Ultimo avviso importante prima dell’inizio del banchetto, vi devo informare che purtroppo il professore di difesa contro le arti oscure arriverà al più tardi tra un mese. Le ore segnate sul programma come lezioni di difesa saranno lasciate libere, fino all’arrivo del professore. Grazie per la pazienza dimostrata, e ora abbuffatevi pure”
A queste parole i piatti si riempirono di pietanza e, almeno per i primi minuti, vi fu solo un lieve chiacchiericcio. Mano a mano che gli studenti finivano di cenare, però, si ritornava all’atmosfera di casino e di grida. Harry parlò, rivolto a Seamus
“Dopo chiedete alla McGranitt che lezione abbiamo noi domattina, alle prime ore. Così se c’è difesa possiamo svegliarci più tardi!”
“Giusto… mandiamo Hermione?” chiese Seamus
“No, dovete andare tu e Dean, perché Hermione accompagna sua sorella, e io aiuto Ron a portare i primini fino alla sala comune”
“OK, glie lo chiederò io” disse Dean.
Alla fine la professoressa McGranitt dovette battere la forchetta sul bicchiere per richiamare l’attenzione. Poi si alzò e disse, adesso dovete andare a letto, domani inizierete le lezioni. Gli studenti del primo anno seguano i prefetti fino alla sala comune”
Nel casino più totale Harry e Ron si alzarono e iniziarono a gridare “Grifondoro del primo anno! Venite tutti qua, che vi mostriamo la strada per il dormitorio”
Quando li ebbero tutti vicini si mossero verso le scale, seguiti dai bambini. A metà della sala grande trovarono Malfoy, solo, che guidava i primini serpeverde. Appena vide Harry il serpeverde si bloccò di colpo, e uno degli altri studenti gli andò addosso.
“Grazie per averci fatto passare!” urlo scherzosamente Ron
“Ma dov’è la Parkinson; ti a forse scaricato?!” urlò stavolta Harry. Entrambi scoppiarono a ridere mentre continuavano a fare da guida ai primini.
“Ma chi erano quelli?” chiese rispettosamente uno studente del primo anno. Fu Ron a rispondere “Erano serpeverde; quasi tutti i mangiamorte sono usciti da serpeverde. E quello in testa era Malfoy; un’enorme testa di cazzo, che si crede il centro del mondo”
Il primino si ritrasse infondo alla fila, spaventato da quelle parole. Se ne fece avanti un altro, che chiese “Voi siete i due prefetti?”
“No, solo io sono prefetto; lui è in sostituzione all’altro prefetto, che non poteva aiutarmi”
Erano ormai a metà delle scale che portavano alla torre di grifondoro quando Harry parlò
“Spero che voi nuovi siate all’altezza della situazione. Sono cinque anni di fila che vinciamo la coppa delle case, e due che vinciamo la coppa del quidditch. Io sono il capitano della squadra di grifondoro, e se voi volete giocare nonostante le regole basta che vi presentiate ai provini. Se sarete veramente bravi si potrà cercare di convincere il preside”
Avevano raggiunto il quadro con la signora grassa
“La parola d’ordine” disse Ron “è . Questa è la sala comune, dove potrete parlare con gli amici, giocare e fare i compiti. La scala di sinistra per i ragazzi e quella di destra per le ragazze”
Entrarono, e trovarono lì tutti. I nuovi studenti, invece di andare subito a dormire, seguirono l’esempio di alcuni più grandi, e si sedettero sulle poltrone. Harry scorse Ginny, su un divano accanto al fuoco, e si sedette accanto a lei. La baciò, e poi le disse “Adesso vai a letto, domani cominciano le lezioni!” lei si alzò e si incamminò verso la scala. In quel momento Dean salì su un tavolo e disse a voce abbastanza alta “Sesto anno, siete qui” scrutò la sala e continuò “Domani abbiamo le prime due ore di difesa. Stasera festa fino alle due”
Si misero a giocare a scacchi e a sparaschiocco. La sala comune si svuotava sempre di più, e alla fine, verso mezzanotte, rimasero solo loro. Andarono avanti ancora un oretta a divertirsi. Poi andarono a letto. Salirono tutti e cinque insieme la scaletta, e rientrarono nella solita camera. Ai piedi dei letti c’erano già i loro bagagli. Si cambiarono e andarono a letto.
“Non male come prima sera” disse Seamus, prima di spegnere la lanterna





THE END




Allora, il solito ringraziamento ai lettori e ai recensitori (proprio pochi stavolta)
Grazie Angel.
Ecco finalmente il capitolo lungo che volevi. Da adesso siamo anche entrati più nel vivo della storia.
Fino adesso ho avuto problemi a trovare titoli, d’ora in poi dovrebbero migliorare almeno un po’.
Vi prego leggete e recensite in tanti. Mi fate un grande favore, e così scrivo più veloce il capitolo prossimo; se no finisce come questo, che ad un certo punto mi sono bloccato completamente.
Vi ringrazio tutti in anticipo, perché so che risponderete al mio appello.

  
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