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Autore: floorcoaster    31/10/2007    3 recensioni
11 Motivi per cui Draco e Hermione si appartengono l'un l'altro.
Long-fiction scritta in risposta alla challenge della community 11 Reasons
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11 Reasons General Theme: 11 Reasons why Draco and Hermione Belong Together
Pairing: Draco Malfoy, Hermione Granger
Titolo: The One Who Knows
Rating: PG
Disclaimer: Harry Potter non è mio.
Word Count: 1491
Prompt: Tabella 2 (Passioni) - Luoghi - Lei


°°°°°

Before the mountains call to you
Before you leave this home


°°°°°


“Non posso crederci che facessi questo per divertimento. Non posso crederci che ci sia qualcuno che lo faccia per divertimento.”

Hermione alzò gli occhi al cielo e ridacchiò. “Spicciati, Malfoy. Abbiamo solo iniziato.”

“Quanto manca?” chiese.

“Otto miglia.”

“Mi sembra un bel po’ di strada.”

Lei scrollò le spalle. “Due ore o qualcosa più.”

“Cosa?!” Si arrestò e si tolse lo zaino, appoggiandolo a terra, di fianco a sé.

Hermione si voltò, sorridente, un sopracciglio sollevato. “Ma per piacere! Lo stile di vita magico incoraggia la pigrizia. Sopravviverai, Draco. Promesso.”

“Parlando dello stile di vita magico,” disse Draco, estraendo la propria bottiglietta d’acqua dallo zaino e bevendone una gran sorsata. “Perché non ci Materializziamo alla meta e basta? Risparmieremmo tutto questo tempo e le energie.”

“Draco,” lo riprese Hermione, con pazienza. “Non sempre tutto riguarda la destinazione, sai. A volte quello che importa è anche il tragitto.”

“Il tragitto,” ripeté lui, come se stesse tastando qualcosa di particolarmente acido. “Questa… camminata di due ore. Trascinandoci dietro tutta questa roba. Si tratta di questo?”

“Sì. Ci perderemmo tutto questo,” rispose, indicando la foresta che li circondava. “Tutti questi alberi e la vita selvaggia e la bellezza della natura attorno a noi. Ti assicuro, la meta sarà altrettanto stupenda, ma sarà tutto molto più bello dopo che ce lo saremo guadagnato. Vorresti davvero perderti tutto questo?”

Schioccò la lingua. “Diresti che sono una persona cattiva se dicessi di sì?”

“No, ma fidati quando ti dico che saresti tu quello a perderci. Io cammino, se vuoi puoi Materializzarti.” Si voltò e riprese la passeggiata.

Draco sospirò. Ovvio che non l’avrebbe lasciata sola. Dopo aver osservato la sua schiena farsi sempre più piccola, si concesse un’ultima, silente protesta e, rimessosi lo zaino in spalla, si affrettò a raggiungerla.

Dopo venti minuti trascorsi in silenzio, Draco riprese a parlare. “Quindi, questo lo facevi con i tuoi, giusto?”

“Sì, spesso. In particolare questo tragitto.”

“Ho visto un cervo, laggiù.”

Hermione si fermò di botto e si voltò a fissarlo. “Cosa? Perché non me l’hai detto?”

Gli occhi di Draco si spalancarono. “Non sapevo di doverlo fare!”

“Fortunato che sei!” commentò Hermione, lanciando delle occhiate tra gli alberi nella speranza di scorgerne un altro. “La prossima volta che vedi qualcosa, dimmelo, okay?”

Lui sogghignò. “Forse dovresti rallentare e goderti il tragitto, sai.”

“Molto divertente,” replicò lei, ricominciando a camminare.

Draco accordò il passo al suo e le prese una mano nella propria. Non importava quante volte si fossero tenuti per mano, si meravigliava sempre di come fosse piccola quella di lei comparata alla sua, come bene si adattassero l’una all’altra. E, più di recente, si sentiva riempire dentro d’orgoglio al sentire sul suo dito una piccola vera d’oro. Il volto gli si illuminò in un sorriso e quasi si mise a fischiettare.

Camminando, parlavano di quello che vedevano, Hermione che si comportava a mo’ di guida. Non ci volle molto prima che avvertissero il rumore dell’acqua scrosciante.

“Ooh,” esclamò Hermione, i suoi occhi luccicanti per l’eccitazione. “Ci stiamo avvicinando alla cascata!”

“Ehi! Non è giusto! Tu sai quello a cui andiamo incontro.”

“Te l’ho detto che ho già fatto questo percorso. Anche se devo ammettere che non ero una grande fan delle scarpinate e del campeggio quando erano i miei genitori che mi obbligavano.”

“Oh?” le chiese.

“Lo so, difficile da credere, vero?” replicò, sarcastica.

“Quindi hai deciso che ti piacevano tutto d’un tratto? O è tutto per mio beneficio? Condividere con me qualcuna delle vostre barbare abitudini Babbane.”

Gli diede una gomitata tra le costole, poi gli dedicò una sfuggevole occhiata. “Mi piace adesso, grazie tante. È incredibilmente rilassante essere circondati solo dalla natura. E… ogni scusa per vederti in un paio di jeans è sempre meritevole.”

Draco si fermò e si voltò a guardarla, un sopracciglio innalzato, un sorriso a stendersi lentamente sulle sue labbra. “Oh, piccola diavoletta!”

Hermione ridacchiò e gli si avvicinò. “Sai, Draco. Siamo… tutti soli, qui fuori. Nessuno attorno per chilometri…” lasciò la frase in sospeso, aspettando che lui facesse tutte le deduzioni giuste nella sua mente.

I suoi occhi si spalancarono per lo stupore, poi li strinse, pensieroso. “Dove?” chiese, guardandosi attorno. Tutto quello che riusciva a vedere erano alberi, alberi e ancora alberi.

“Abbiamo la magia, non dimenticarlo. Possiamo Trasfigurare praticamente tutto. E c’è sempre il torrente… o la cascata.”

Draco le cinse la vita con un braccio, portandosela contro il petto. “Cascata?” chiese, la voce bassa e gli occhi luminosi.

“Le acque sono abbastanza basse,” replicò Hermione con un ghigno. “Ho nuotato lì, tempo fa.”

Lui si lasciò andare a un basso ringhio e la baciò. “Credo di star cominciando ad apprezzare la natura.”

“Lo immaginavo,” replicò lei, scostandosi dal suo abbraccio. “Andiamo, dobbiamo camminare ancora un po’.”

Dopo quella sosta alla cascata Draco decise che amava davvero la natura. Non pensò nemmeno un attimo al fatto che, con quella sosta, avevano allungato il tempo di percorrenza di oltre un’ora.

Mano nella mano, continuarono a camminare finché Hermione non si arrestò.

Draco la guardò, scettico. “Sarebbe questa la nostra meta? Una grotta?”

Lei sorrise. “Sì. Fidati, okay?” Gli lasciò la mano e avanzò nella grotta.

“Hermione,” la chiamò Draco. “Aspetta! E se ci sono degli animali lì dentro? Non si vede nulla.”

“Andiamo, su, donnicciola. Ci sono già stata. E abbiamo entrambi le nostre bacchette.” A dimostrazione del fatto, Draco vide una leggera luce propagarsi all’interno. Con riluttanza la seguì. Il sentiero si restringeva, e avanzava contorto e tortuoso. Aveva acceso anche lui la sua bacchetta, ma s’era ritrovato presto a pentirsene. La luce illuminava tutti gli insetti che avevano preso le cavità della grotta come loro dimora, oltre che alcuni vegetali che crescevano rigogliosi sulle pareti. Proseguirono per una decina di minuti, l’ansia di Draco che aumentava ad ogni passo.

“Hermione,” disse infine. Lei si fermò. “Uh, mi fido di te e tutto, ma dove stiamo andando?”

Lei si voltò, le fossette evidenti agli angoli delle sue labbra. “Ci siamo.” Avanzò di qualche passo ancora e sparì dalla sua vista. Draco la seguì di tutta fretta, ritrovandosi fuori dalla galleria e in un’enorme caverna.

Il terreno scemava gradualmente verso un’ampia pozza d’acqua. Stalattiti e stalagmiti sporgevano dal suolo e dal soffitto ovunque guardasse, e l’unico rumore che sentiva era il ritmico gocciolare dell’acqua, da qualche parte nell’oscurità.

“Wow,” commentò, agitando la bacchetta intorno a sé per tentare di vedere il più possibile. Il tetto e la parete più lontana della cavità erano troppo lontani perché la sua luce potesse raggiungerli. Si voltò verso Hermione, che lo stava guardando.

“Andiamo, mangiamo qualcosa. Sono affamata,” disse.

Hermione aveva preparato un romantico picnic a base di pane, formaggio, frutti e persino un po’ di vino. Stese una coperta sul terreno e Trasfigurò un rametto di legno che aveva raccolto nella foresta in una torcia, per poi sospenderla sopra di loro.

“Allora?” chiese mentre stavano mangiando. “La camminata non meritava?”

La guardò. “La camminata è iniziata a piacermi alla cascata. Comunque sì, meritava.”

“Draco?”

“Hmm?”

“Buon anniversario.”

Sorrise. “Non posso crederci che sono già passati tre anni. Ti amo ogni giorno di più.”

“Anch’io.” Si interruppe. “Draco?”

“Sì?”

“Quanti bambini vuoi?”

Si accigliò. “Bambini? Da dove viene ‘sta domanda?”

Scrollò le spalle. “Solo curiosità. Sia io che te vogliamo dei bambini, ma entrambi siamo figlio unici. Non abbiamo esperienze di famiglie più numerose, e ci stavo pensando, l’altro giorno. Ne vorresti solo lui, o di più?”

Draco soppesò la domanda, mentre finiva il suo formaggio. “Ho sempre desiderato avere un fratello o una sorella.”

“Pure io.”

Schioccò la lingua. “Anche se credo mi sarei cacciato in un mare di guai in più se avessi avuto un fratello.” Il suo sorriso si spense lentamente. “Probabilmente molti meno, se avessi avuto una sorella, però.”

“Che cosa te lo fa pensare?”

Scrollò le spalle. “Suppongo che sia per come mi sento con te. Voglio proteggerti, tenerti lontana da tutti i mali del mondo. Immagino che sarebbe stato lo stesso con mia sorella. Forse… forse non sarei stato così tanto attratto dagli insegnamenti di mio padre.”

Hermione gli rivolse un’occhiata rassicurante. “È tutto finito bene, amore.”

“Lo so, lo so.” Scosse il capo. “Scusa per averlo portato in ballo, oggi.”

Trascorsero in silenzio alcuni minuti. “Siamo d’accordo, allora? Più di un figlio?” disse poi Hermione.

“Sai,” replicò lui, pensieroso. “Se ne avessimo sette, potrei mettere su un’intera squadra di Quidditch.”

Hermione spalancò gli occhi, poi li alzò verso l’altro. “Non ho intenzione di fare figli per rifornire una squadra di Quidditch.”

“Lo so, amore. Stavo scherzando.”

“Divertentissimo.”

Draco si chinò verso di lei, sopra la tovaglia, e la baciò delicatamente, sensuale. “Quanti ne vogliamo.” Si rimise seduto al suo posto e svuotò il bicchiere. “Quanti ne vuoi?”

“Due, o tre. O quattro.”

“Molto specifico,” commentò lui con un sogghigno.

Lei sorrise e poi, a bassa voce, aggiunse. “Quando, uh, vorresti iniziare?”

Soppesò per un momento la domanda, osservando lo sguardo nervoso, pieno di speranza e attesa di Hermione, che, dagli occhi, le illuminò il volto, imporporandole le guance. Poi si guardò intorno, la caverna era buia e riservata, ma umida e dall’aria vagamente viziata, e poi ripensò alla cascata, e sogghignò.

“Che ne dici sulla strada di ritorno?”

To be Continued
   
 
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