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Autore: lallinachan    11/04/2013    0 recensioni
Lei non doveva essere lì, era semplicemente contro le regole e lo sapeva benissimo. Però la stretta sicura del ragazzo, la sua voce melodiosa che le sussurrava una canzone all'orecchio, quelle cose non potevano essere sbagliate. Era semplicemente impossibile che stare lì, sul divano accoccolata al suo petto fosse veramente sbagliato.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jongup, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Muori! Muori!- un verso di disappunto annunciò la vittoria schiacciante di Taeyeon su Zelo.
-Sono la migliore, fattene una ragione! Ma Bang arriva o- la frase della ragazza venne interrotta dal suono del campanello che annunciava l'arrivo del tanto atteso Bang Yongguk.
-Ciao Bang... lui è...?- -Lui è Himchan, il mio...- -Sono il suo ragazzo- la voce allegra del ragazzo fece spuntare sul volto della ragazza un sorriso sinceramente divertito.
-Piacere... io sono Lee Taeyeon... vieni con noi?- -Già... Yongguk non si fida a lasciarmi da solo dopo quello che è successo... mi ha pure obbligato ad andare a vivere da lui... non che mi dispiaccia, eh!- il più alto sbuffò grattandosi la testa imbarazzato dalle troppe chiacchiere del suo ragazzo.
-Come vuole però mentre lavora tu stai con me, chiaro? Bang, se ci sono problemi sparisci con Himchan e Zelo, niente obbiezioni- l'altro si limitò ad annuire mentre entrava in casa per ripararsi dal freddo.
-Datemi dieci minuti per cambiarmi...- prima di andarsene osservò le gambe di Yongguk coperte solo dalle bende e un paio di shorts schioccando la lingua contro il palato.
-Che sia l'ultima volta che ti riduci così. Chiaro? Se ci sono problemi li risolviamo noi...- con un gesto seccato si tolse dal viso una ciocca di capelli per poi andare in camera a cambiarsi.
-Jun, hai visto i miei jeans?- -Tutti a lavare...- con uno sbuffo si tolse i vestiti ignorando alla grande il ragazzo assorto in una partita a pochi metri da lei.
Dopo dieci minuti esatti uscirono di casa, entrando nell'auto dove Himchan prese a parlare a raffica di una nuova moto da truccare. La cosa più sorprendente di tutte però era che Bang non solo lo ascoltava nonostante stesse sciorinando una sfilza infinita di fesserie ma sembrava anche interessato.
-Su, a lavoro! Tu vieni a sederti qui con me...- il ragazzo annuì seguendola verso il muretto dove si accomodarono in attesa di qualche cliente.
-Ma non hai freddo?- Taeyeon sorrise osservandosi per un paio di istanti.
Effettivamente un paio di short, delle calze a rete e degli stivali non erano precisamente un abbigliamento invernale, soprattutto se accompagnati da una canottiera e un maglione di lana tanto grande quanto leggero.
-Qui fa sempre freddo, non importa come ci si veste... Zelo, quello è per te!- un ragazzo dall'espressione furba entrò nel parcheggio spalancando le braccia come se si aspettasse un applauso.
-Allora? Cosa c'è Kwon? Non dai la degna accoglienza al tuo miglior cliente? Mi aspettavo come minimo il tappeto rosso dopo averti portato dieci clienti nuovi l'altro giorno!- quello doveva essere il chiacchierato Daehyun.
-Kwon non lavora più qui... l'abbiamo spostato perché ha fatto un casino...- il ragazzo si fermò di scatto osservando i due ragazzi mal illuminati in cerca della persona da cui poteva provenire la voce femminile, persona che in quel momento se ne stava comodamente seduta su un muretto, avvolta da un buio che la rendeva quasi indistinguibile.
-Chi cazzo siete? Siete degli sbirri?- -Stai calmo... sono solo i nuovi spacciatori, tutto qui... di cosa avevi bisogno bel faccino?- l'entrata in scena della ragazza venne accolta con un ghigno dal ragazzo che accorciò le distanze prendendole il mento tra due dita per osservarla meglio.
-Anche tu hai un bel faccino, sai?- -Molto gentile... Daehyun, giusto?- il ragazzo annuì sorridente per poi darle un sonoro bacio sulla fronte e lasciarla andare.
-Per servirla, mia cara....- -Il mio nome non ti interessa... coca, giusto?- l'occhiata di disappunto che le lanciò la fece ghignare divertita mentre faceva cenno a Jun di avvicinarsi.
-Puoi dire a lui di cosa hai bisogno...- -Kwon era più simpatico... e poi mi aveva promesso della torta!- uno sbuffo seccato accompagnò l'affermazione del ragazzo mentre un Jun decisamente timido si avvicinava al ragazzo per lavorare.
-Due dosi di coca... è roba buona, vero?- -Purissima...- il ragazzo annuì scambiando alla svelta i soldi con le dosi tanto desiderate.
-Allora, la mia torta?- -Certo che sei noioso, bel faccino! Se vuoi la torta dovrai aspettare fino alle quattro... poi ti offrirò questa torta- il ragazzo sorrise accomodandosi di fianco ad Himchan, provocando un moto di gelosia in Bang che gli si avvicinò a passo di carica con il chiaro intento di mettergli le mani addosso il prima possibile.
-Ehi, stai alla larga da lui se non vuoi che ti uccida!- -Tranquillo, ho tutto un altro culo in mente questa sera...- Daehyun si passò la lingua sulle labbra mentre dedicava un'occhiata lasciva a Taeyeon che in tutta risposta gli fece un educatissimo medio.
-Spostati, sto io in mezzo...- -Oh, ci sarà da divertirsi allora! Avrei preferito un'altra ragazza però- l'occhiata assassina gli gelò le parole in gola obbligandolo a spostarsi senza troppe storie.
Con un gesto veloce Taeyeon si accese una sigaretta lasciando che Himchan ne prendesse una a sua volta, il tutto sotto lo sguardo sorpreso del nuovo arrivato.
-Non sei troppo piccola per fumare?- -Certo... giro con degli spacciatori ma mi faccio problemi a fumare, mi sembra ovvio...- il ragazzo annuì notando l'ovvietà della risposta per poi abbassarsi per tirare la coca.
-Buona!- -Ovvio...-
 
*********   *********   *********
 
-C...cosa vuol dire che ci sarà uno scontro?- suo padre si passò una mano sul viso cercando di trovare un modo decente per spiegare la situazione.
-Vuol dire che il figlio dell'unico clan che ci potrebbe dare del filo da torcere si è iscritto alla tua scuola, accompagnato dall'assunzione di due nuovi bidelli che saranno sicuramente le sue guardie del corpo. Sei una ragazza intelligente, capisci da te che se quel ragazzo viene nella tua scuola sta ovviamente invadendo il nostro territorio e questo porterà a uno scontro armato...- certo che lo capiva, quello che non capiva era perché diavolo quel topo di fogna avesse osato invadere il suo territorio.
-Se lo vedo gli sparo...- -Non ci pensare nemmeno, gli starai il più lontana possibile proprio come facevi con Bang, chiaro? Cinque dei nostri sono già stati assunti dalla tua scuola, gireranno armati così non sarai mai in pericolo... inoltre da oggi pretendo che tu riprenda ad allenarti. Bang nel suo quartiere era conosciuto per essere molto bravo con i pugni, lui ti aiuterà con la difesa a mani nude... per gli spari e i coltelli c'è Kwon come sempre, tutto chiaro?- e lei che pensava di essersi liberata degli allenamenti estenuanti a cui suo padre l'aveva sottoposta per sette anni.
-Chiarissimo... 'sta sera posso uscire?- -Certo... fatti accompagnare da Bang e Zelo, non puoi più girare da sola...- con un gesto veloce la liquidò facendole cenno di andarsene mentre osservava una ragazza passeggiare per casa in tutta la sua esplosiva sensualità.
-Ashley, chiama le altre e raggiungetemi di là- la bionda annuì uscendo dalla stanza, seguita subito da una Taeyeon nauseata.
Suo padre era tante cose. Era un buon padre, era un buon capo ed era persino un brav'uomo quando non si trattava di affari ma non era decisamente dedito alle relazioni esclusive, non da quando sua madre era morta. Ci aveva messo due mesi a far apparire delle ragazze in casa dopo la morte di sua madre. Due mesi esatti, giusto il tempo per far sparire qualsiasi cosa ci fosse in casa che ricordasse anche solo alla lontana sua madre. Lei aveva salvato una foto per miracolo.
La cosa più preoccupante, o spaventosa a seconda dei punti di vista, però non era stata di certo quella, la cosa che le era rimasta più impressa era stata la morte atroce che aveva inflitto agli uomini che li avevano attaccati nel sonno proprio quando lui non era in casa. Lei, bimba di sette anni, aveva assistito ad ogni singola tortura che suo padre aveva inflitto a quegli uomini una volta catturati e ancora si ricordava ogni istante come se fosse il presente. Suo padre l'aveva obbligata ad assistere dicendole che un giorno sarebbe stata sola ad assistere a quegli spettacoli e quindi era meglio se si abituava subito. Un'altra cosa che si ricordava alla perfezione era sera in cui quei cani erano entrati in casa sua sfondando una finestra, si ricordava di essersi chiusa nell'armadio, terrorizzata dall'idea di poter essere trovata. Si ricordava degli strilli di sua madre quando era stata uccisa, si ricordava i suoi occhioni da cerbiatta di colpo freddi e spenti, il volto sporco di sangue come il corpo di suo fratello che si era salvato per miracolo. Una lunga cicatrice sul costato gli ricordava ogni giorno dello squarcio che gli avevano aperto senza pietà e di quanta fortuna avesse avuto a non rimetterci la pelle. Probabilmente era per quello che suo fratello appena ne aveva avuto la possibilità aveva rotto ogni legame con il padre. Un brivido di terrore le percorse il corpo mentre si lasciava trasportare dai ricordi, sbiancando visibilmente e cominciando a sudare freddo. Gli uomini che avevano ucciso sua madre erano sotto il controllo della famiglia del ragazzo che stava per incontrare a scuola, non poteva essere che così.
-Taeyeon, tutto bene? Dobbiamo andare a scuola...- l'espressione preoccupata di Jun la riportò violentemente alla realtà.
-Mmm? Sì, scusa. Mi ero distratta. Andiamo- nel giro di due secondi aveva afferrato lo zaino e si era infilata nell'auto che li stava aspettando fuori, obbligando il ragazzo a correrle dietro.
-T...tutto bene? Vuole qualcosa da bere?- -Accendetemi una sigaretta- gli uomini dentro l'auto si mossero nervosi, accendendole alla svelta una sigaretta che venne afferrata con decisamente poca grazia dalla ragazza.
-V...vuole altro?- -Voglio che stiate zitti- e finalmente il silenzio calò nell'auto.
Un quarto d'ora dopo stava camminando in mezzo al cortile, seguita da un Jun decisamente preoccupato e un Bang molto annoiato che però era stato obbligato a seguirla dappertutto come un'ombra.
-Bang, tu quanti anni hai?- i due ragazzi si guardarono sorpresi per un paio di secondi.
-Ventidue... perché?- -Quindi sei stato bocciato...- -Due volte... preferivo occuparmi degli affari di famiglia...- la faccia che Taeyeon aveva cercato per tutto quel tempo finalmente si fece vedere distogliendola dalle chiacchiere inutili che stava improvvisando per distrarsi.
Un ragazzo dai capelli castani fece la sua entrata nel cortile della scuola a testa bassa, seguito da due bidelli dall'aria inquietante. L'odio che le aveva corroso l'animo durante l'attesa di colpo si affievolì. Quello non era affatto il nemico che si era immaginata. Quel ragazzo dall'aria timida e leggermente impacciata non aveva niente a che vedere con i cani che erano entrati in casa sua anni prima. Le passò davanti, due metri. Sarebbe bastato un nulla per atterrarlo come aveva segretamente macchinato di fare in tutto quel tempo ma quando i loro sguardi si incrociarono lei non poté far altro che perdersi nello sguardo smarrito del ragazzo, studiandone gli occhi allungati e le labbra piene. Un secondo, avevano incrociato gli sguardi per un secondo e lei già stava perdendo di vista l'obbiettivo primario: distruggere lui e la sua famiglia prima che loro distruggessero la sua famiglia. Con un ringhio mal trattenuto scattò in piedi tirando un calcio alla panchina su cui si era accomodata, incrinando il legno di cui era fatta.
-Ehi, che succede?- -Era quello, ne sono certa... i due uomini che lo accompagnavano avevano delle pistole nella divisa- i ragazzi si scambiarono delle occhiate attonite mentre la osservavano avviarsi verso le scale senza dire niente.
-Ferma!- uno degli uomini di suo padre le sbarrò la strada, impedendole di fare la cavolata che sicuramente aveva intenzione di fare.
-Non gli avrei fatto nulla. Volevo solo vedere in che classe era...- -Ha un anno in più di te...- con un cenno congedò l'uomo tornando alla panchina dove gli altri due la stavano ancora attendendo in silenzio.
-Andiamo in classe...- Jun annuì passandole la cartella ed accompagnandola in classe dove la osservò buttarsi sul banco con aria seccata.
-Ti da così tanto sui nervi la sua presenza?- -Non quanto dovrebbe e questo è un problema...- quello era un maledetto nemico, punto e basta.
L'aria da ragazzino smarrito e timido non doveva distrarla come non doveva lasciare che un semplice contatto visivo la scombussolasse così tanto. Con un grugnito si mise le cuffie nelle orecchie lasciando che la musica a tutto volume le distendesse i nervi.
Dopo due ore di beata nullafacenza si mise in piedi facendo un cenno alla professoressa di lettere prima di uscire dall'aula e dirigersi verso il terrazzo per sgranchirsi un po' le gambe addormentate. Una volta in terrazzo si accese una sigaretta e prese ad osservare il cielo scuro, pronto a lasciar andare la prima nevicata dell'inverno in quella gelida giornata di dicembre. Sicuramente quell'anno suo padre non l'avrebbe portata a sciare. A metà sigaretta sentì la porta del terrazzo aprirsi e si ritrovò ad osservare il ragazzo di quella mattina, fossilizzato sulla porta. Rimasero in silenzio a studiarsi per un paio di secondi, evitando accuratamente di incrociare gli sguardi.
-Come ti chiami?- il ragazzo mosse appena la bocca sorpreso per poi fare due passi in avanti, lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle, confinandoli sul terrazzo.
-Moon Jongup...- Taeyeon annuì lentamente osservandolo tremare per il freddo.
-Quindi è il clan dei Moon... mmm...- ora ne aveva la conferma. Quel ragazzo era l'erede del clan che aveva ucciso sua madre.
-Tu sei Lee Taeyeon, vero? La figlia di Lee Hyunseung...- per un paio di secondi valutò l'idea di mentirgli ma tanto non sarebbe servito a nulla, in qualsiasi caso l'avrebbe scoperto comunque.
-Già... cosa ci fai qui?- entrambi sapevano benissimo che non si riferiva al terrazzo.
-Non lo so... mi ci hanno mandato i miei genitori...- non sembrava star mentendo, possibile che lui non sapesse perché era finito nella sua scuola, in fondo era così ovvio.
Se lui era in quella scuola, nel centro pulsante dei territori dei Lee, le macchine dei Moon potevano girare per tutto il territorio con la scusa di portarlo e riprenderlo da scuola, riuscendo così a scoprirne i punti migliori per attaccare.
-Capisco...- con un gesto stizzito spense la sigaretta senza distogliere lo sguardo dal volto infreddolito del ragazzo, evitando comunque di soffermarsi per più di una frazione di secondo sugli occhi.
-Immagino che tu invece ti sia fatta un'idea... in giro si dice che tu sia la degna erede di tuo padre...- un ghigno di scherno si dipinse sul volto della ragazza mentre faceva un paio di passi in avanti, spingendo il ragazzo verso la porta.
-Di te invece non ho mai sentito parlare, sai?- il ragazzo annuì lentamente osservandola mentre si avvicinava come un leone pronto ad uccidere la preda indifesa.
-Cosa c'è, non mi dirai che la mia presenza ti mette a disagio!- con uno scatto si spostò evitando di ritrovarsi spalle al muro e la osservò in silenzio mentre macchinava una risposta decente.
-Ovvio... io e te prima o poi ci incontreremo con delle armi in mano...- una frase simile stonava tremendamente abbinata al volto innocente del ragazzo.
-Sai, tra tutti i figli di clan che ho visto, tu sei quello meno... spaventoso...- o odioso.
-Le apparenze ingannano...- un sorriso divertito comparve sul volto della ragazza mentre studiava l'espressione falsamente sicura del ragazzo.
-Immagino di sì... ora devo proprio andare. È stato un... piacere parlare con te- gli fece un occhiolino veloce, gustandosi il volto del ragazzo mentre si imporporava, per poi correre giù per le scale verso la sua aula.
 
 
-Ehi, gli romperai il naso così!- il pugno della ragazza si fermò a pochi millimetri da distanza dal naso di un Bang decisamente esausto.
-Mmm... finiamola qui...- -Vieni qui bambola, mi prendo cura io di te!- le avances non troppo velate di Daehyun furono spente dalla manata che Youngjae gli rifilò assumendo un'espressione decisamente seccata.
-Hyung! Smettila!- -Cosa c'è Jae, geloso?- il ghigno di sfida del ragazzo diede alla testa al minore che gli rifilò un'altra manata sulla coscia riuscendo solo a far sorridere ancora di più Daehyun.
-Dio, quanto sei irritante!- quel sorriso gli dava alla testa in una maniera decisamente preoccupante.
-Come sei sensibile! Cosa c'è, ti è venuto il ciclo? Parlando di ciclo, anche Taeyeon mi sembra parecchio irritabile oggi!- la ragazza sobbalzò sorpresa rischiando di strozzarsi con l'acqua.
-Tu ti droghi! Sono nervosa perché quei topi di fogna in questo momento sono in giro per il nostro territorio, ecco perché sono nervosa!- in un moto di stizza lanciò la bottiglietta contro Daehyun, colpendolo in piena fronte e facendolo mugolare di dolore.
-Ma dopo tutto 'sto allenamento hai ancora la voglia di tirare con tutta questa forza?- -Per te questo e altro, Dae- quando mai aveva dato confidenza a quell'idiota.
Una settimana, lo conosceva da una settimana e lui già l'aveva spinta ai limiti dell'umana sopportazione.
-Me lo dai un bacino sulla bua?- -Neanche per sogno! Fatti consolare da Youngjae!- il ragazzo scattò in piedi dal divano allontanandosi dal suo hyung alla svelta.
-Uff... ma vi rendete conto che questa e casa mia e mi state insultando tutti?- -E io che ho fatto?- la testolina riccia di Jun spuntò da dietro il divano dove si era sdraiato per giocare in santa pace con l'ipod.
-Hai ragione, tu mi hai fregato l'ipod e basta, chiedo venia...- -Scuse accettate- evidentemente il ragazzo non era particolarmente abituato a riconoscere un tono sarcastico.
-Magari se tu evitassi di fare l'idiota ogni volta potrei anche decidere di trattarti come un essere umano...- -Qui nessuno capisce la mia arte! È come quando mi hanno arrestato per i graffiti!- il volto di Daehyun si atteggiò in una maschera imbronciata mentre incrociava le braccia al petto e sbuffava.
-Queste si chiamano molestie, non arte!- -Esagerata! Per due o tre complimenti! Come sei sensibile! Cos'è, il tuo fidanzato si arrabbia?- il ghigno divertito venne congelato da un'occhiataccia della ragazza che intanto si era seduta su un tavolo completamente in disordine.
-Ehi, il tuo sedere è sul mio tavolo!- -E la tua faccia davanti ai miei occhi, la vita è ingiusta!- la serie di linguacce che seguì al dialogo fu interrotta bruscamente da dei rumori poco rassicuranti dall'esterno.
-Zelo, porta via Himchan, Daehyun e Youngjae, veloce!- il ragazzo annuì scattando in piedi ed uscendo dalla porta del retro nel giro di pochi istanti.
-Bang, vai con loro o mi dai una mano?- -Resto qui...- pistole in mano aprirono la porta principale trovandosi davanti a cinque uomini dal volto coperto che, sicuramente, non erano lì per fare amicizia.
-Chi cazzo siete?- una goccia gelida di sudore colò lungo la tempia della ragazza mentre stringeva la pistola con tutta la forza che aveva.
-Non si trattano così gli ospiti signorina Lee!- di colpo prese a sparare velocemente contro i cinque uomini, cercando di evitare i proiettili che gli uomini stavano sparando praticamente solo verso di lei con il chiaro intento di metterla fuorigioco se non ucciderla.
Un ringhio sibilò tra le labbra della ragazza mentre con uno scatto si avvicinava ad uno degli uomini colpendolo esattamente al centro del petto. Il suono degli spari sembrava volerle far saltare i timpani e il cuore le batteva così forte che da un momento all'altro avrebbe sicuramente sfondato la sua cassa toracica. Un dolore lancinante alla spalla sinistra le annunciò la prima pallottola della sua vita mentre centrava miracolosamente il petto del secondo uomo.
Stava sudando freddo e la testa cominciava a girarle pericolosamente ma per una questione di onore doveva scacciare quei cinque ratti personalmente. Continuava a ricaricare la pistola e sparare, pregando che le munizioni le bastassero mentre gli altri si spostavano ad una velocità impressionante, ignorando i due corpi riversi a terra. Finalmente riuscì a colpire alla gamba un terzo, atterrandolo giusto in tempo per deviare un proiettile che le passò a pochi centimetri dalla testa. Solo due uomini, due uomini e poi poteva anche svenire se ne aveva voglia. Con un'occhiata si rese conto che Bang stava per rimanere senza munizioni e gli lanciò gli ultimi proiettili che le rimanevano, rimanendo così senza. Aveva due pistole puntate addosso e due proiettili, le possibilità che riuscisse a centrare entrambi gli uomini con precisione mentre sentiva la testa girare come una trottola erano pari a zero. Proprio quando stava per tentare l'impossibile i due uomini crollarono a terra esanimi, finendole addosso e facendola cadere a terra.
-Bang, prendila in braccio, dobbiamo correre via!- Jun e Daehyun avevano sparato.
Il ragazzo annuì sollevandola da terra ed avvicinandosi all'auto. Youngjae rientrò in casa velocemente per prendere le chiavi dell'auto che lanciò poi a Jun, quello più vicino al posto di guida. Le mani del più giovane tremavano vistosamente mentre cercava di inserire le chiavi nel quadro per accendere il motore dell'auto e correre via, rendendo inutili i suoi tentativi di accendere l'auto. Era più in panico lui della ragazza probabilmente, tanto che si ritrovò obbligata a cacciare un urlo per farlo tornare alla realtà.
-Jun, dai quelle cazzo di chiavi a qualcuno che sappia guidare!- le chiavi passarono velocemente ad Himchan che mise in moto subito, sfrecciando via appena tutti furono sull'auto.
-Fanculo! Quella era casa mia! Cazzo ci facevano in casa mia?- -Stavano cercando lei, ovvio! Devono averla seguita...- la voce di Himchan le arrivò ovattata e sperò seriamente che fosse solo per il fischio insistente che continuava a sentire per colpa dei proiettili e non per il sangue che continuava a perdere.
Lo stridio delle ruote sull'asfalto annunciò a Taeil, barricato nel suo studio abusivo, l'arrivo di un ferito. Con un sospiro si mise in piedi avvicinandosi alla porta dalla quale nel giro di due secondi fecero irruzione cinque ragazzi e sua sorella più svenuta che sveglia.
-Che diavolo...?- il ragazzo rimase pietrificato ad osservare la sua sorellina gocciolare sangue per alcuni istanti.
-Taeil o ti muovi o ti giuro che anche da morta torno per ucciderti!- la voce minacciosa stonava in maniera inquietante con il volto pallidissimo della ragazza.
-Sì, come vuoi... vieni con me ora...- con un gesto veloce la ragazza passò dalle braccia Yongguk a quelle di Taeil che la portò via lasciando i cinque ragazzi a fissarsi spaesati.
-Io non ci sto capendo nulla...- -Daehyun, a te la droga ha proprio distrutto il cervello!- il ragazzo sospirò grattandosi la testa imbarazzato mentre si buttava a sedere sulle sedie di quella sala d'attesa improvvisata.
-Te lo dirò in maniera semplice così capisci... quei cinque erano agli ordini dei Moon, fin qui ci arrivi?- -Non mi trattare come un idiota! L'avevo capito!- -Bravo! Ora arriva la parte ancora più semplice... quei cinque hanno pedinato Taeyeon e poi l'hanno attaccata...- Dae corrugò le sopracciglia osservando l'espressione seccata di Himchan.
-L'avevo capito, quel che non capisco è cosa centra lei con la guerra tra clan! Guarda Yongguk, lui era il figlio del capo nel suo clan ma nessuno è venuto a rompergli, mi sbaglio?- -No, i Lee sono arrivati, hanno puntato ai miei genitori e quando i miei sono spariti nel nulla hanno smesso di attaccare e hanno preso il controllo... effettivamente è raro che vengano attaccati i figli in questo genere di cose... i Moon stanno giocando sporco...- un silenzio carico di tensione calò nella sala mentre ognuno cercava di trarre le proprio conclusioni.
Dopo quasi due ore una Taeyeon ancora stordita dagli anestetici e dagli ettolitri di sangue persi fece la sua apparizione nella sala emettendo un verso di disappunto.
-Fa un male cane!- nel giro di mezzo secondo Jun le si lanciò addosso abbracciandola spaventato.
-Maledizione, la prossima volta col cazzo che me ne vado!- -Levati! Mi stai facendo male!- un sorriso divertito si dipinse sul volto dei ragazzi mentre la vedevano spingere via il ragazzo e sistemarsi meglio il braccio che suo fratello aveva fasciato per intero con l'intento di tenerla ferma.
-Taeyeon! Ti ho detto che devi riposarti!- l'urlo frustrato di Taeil venne completamente ignorato dalla ragazza che intanto aveva ripreso a bisticciare con Daehyun.
-Maledizione, non ascolti mai!- -Scusa oppa ma sta sera ho di meglio da fare... Jun, ce la fai a guidare fino a casa o devi farti venire un'altra crisi isterica?- il ragazzo boccheggiò un paio di volte preso alla sprovvista.
-Guido io...- le chiavi tintinnarono tra le dita di Himchan mentre si avviava verso l'auto.
-Taeyeon, per l'amor di dio, stai attenta!- -Tu ti dedichi a curare la gente e io sto in prima linea, appa lo diceva sempre che le pallottole sono solo incidenti del mestiere- il ragazzo annuì rassegnato guardando sua sorella e il gruppo di ragazzi entrare nell'auto per poi andare via sfrecciando.
 
L'entrata del gruppo di ragazzi in casa Lee fu accolta da un grido di terrore di una delle ragazze che per poco non svenne alla vista di tutto il sangue che si era impregnato nei vestiti dei ragazzi.
-Che cosa succ...Taeyeon! Che diavolo è successo?- la ragazza alzò la spalla sana lanciando un'occhiata omicida alla ragazza che aveva gridato, obbligandola a dileguarsi in pochi istanti.
-Mi sono beccata la mia prima pallottola... cinque sorci sono venuti ad attaccarci mentre eravamo a casa di Daehyun... si comincia...- -Stai bene ora?- la ragazza ridacchiò alla vista del padre che diventava più pallido persino di lei.
-Certo, Taeil è diventato proprio bravo! Io andrei a dormire ora... ti occupi tu delle ricompense? Hanno aiutato tutti...- l'uomo annuì osservando sua figlia e Jun sgattaiolare in camera come se nulla fosse.
Appena chiusa la porta si lasciò scivolare contro di essa fino a ritrovarsi seduta a terra, cominciando a tremare come una foglia. Era terrorizzata, maledizione se era terrorizzata.
-Tae... va tutto bene, ora va tutto bene!- l'abbraccio caldo del ragazzo fece diminuire il tremore mentre cominciava ad elaborare sul serio cosa diavolo era successo.
-Maledizione, ero in panico! Ero in panico! Faccio tanto la spaccona con i clienti e poi basta questo per farmi andare in panico!- -Ma ti senti? Basta questo? I clienti sono uno per volta, al massimo due attaccano e ci sono sempre altre due pistole vicino a te. Lì erano cinque uomini armati ed eravate in due! Hai sedici anni, non saresti umana se fosse andata diversamente! Io al posto tuo mi sarei beccato ben più di una pallottola alla spalla!- lei si limitò a scuotere la testa per riprendere il controllo.
-Dormiamo... domani abbiamo scuola...- un'ora dopo erano entrambi addormentati come ghiri.
Jun nel sonno la strinse appena, terrorizzato, persino mentre era tra le braccia di Morfeo, dalla possibilità di vedere la ragazza sparire dalla sua vita.
 
 
 
Ooooooh ma come sono brava ^w^
Ho già scritto il secondo capitolo! Probabilmente non è un orario raccomandabile per scrivere, soprattutto perché in questo capitolo ho introdotto la parte più importante della storia però sono troppo emozionata per aver non postare :D
Devo ammettere però che la parte della sparatoria mi sembra parecchio assurda però non avendo mai partecipato ad una cosa simile per ovvi motivi non penso di poter rendere meglio l'idea ^.^'
Magari è solo perché sono le due del mattino... bah bah
Passiamo alla parte più ficaH (con l'acca maiuscola perché è importante!): i ringraziamenti :)
*si sente come se fosse sul punto di fare un discorso per aver vinto l'oscar*
prima di tutto ringrazio tantissimo le persone che si sono fermate a leggere il primo capitolo, grazie mille ^^
Un mega grazie a glo91 per aver inserito questa storia tra le seguite e a BlueDiamond e a Cupecakes per averla inserita tra le preferite, grazie grazie grazie ^^
*Finito il discorso per l'oscar*
 
Detto questo vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di leggere i vostri commenti. Sia quelli buoni che le critiche sono accettatissime quindi vi prego di lasciarmi un parere, grazie ^^

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ps: per chi legge le mie altre FF... purtroppo il computer dove avevo i capitoli da postare è stato requisito quindi vanno riscritti da capo... spero di riuscire a postare presto >.<
  
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