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Autore: carlhead    11/04/2013    1 recensioni
Carl Head è un agente della CIA, proveniente da San Francisco. Per rintracciare un criminale internazionale quale Lawrence Zone, segue le sue tracce fino in Europa, in particolare in Italia, a Roma, dove diventerà professore di un liceo classico del litorale. Ma la sua nuova professione è in realtà una copertura per svelare i piani del suo acerrimo rivale, tra incubi ricorrenti, ombre dal passato che tornano per perseguitarlo, e un misterioso oggetto che determinerà le sorti del pianeta e con cui Zone vuole rivoluzionare il governo internazionale. Quale segreto cela Head sulla sua missione precedente, in Mozambico? Riuscirà a fermare Zone? E soprattutto: cos'è questo oggetto fantomatico che tutti vogliono?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Carl Head'
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CAPITOLO  VI:
ARENA DOMINATORS

 

Passarono i giorni, le settimane, ma non ci furono risvolti nelle ricerche. Head iniziò a demoralizzarsi, mentre trascorreva il prezioso tempo, sotto l’uggioso cielo invernale di Ostia. La squadra Hyper Company aveva addirittura perso l’entusiasmo anche a lavorare a scuola, poichè Swindle non si faceva più sentire. Anzi, i tre non sapevano neanche da dove partire: non conoscevano nè il numero, nè l’entità degli attuali membri di Swindle. Alcuni erano morti in Mozambico, Head se lo ricordava; altri si erano costituiti, altri ancora avevano fatto perdere le loro tracce. A quel che sapevano i due restanti Arena Dominators, della formazione originale dell’associazione a delinquere era rimasto solo Zone. Era dunque il 3 dicembre, quando, per l’ennesima volta, Head, Myrock e Lupos si dirigevano a scuola per lavorare, convinti sempre più di dover trascorrere così tutta la loro vita. La pioggia imperversava sul litorale romano, ma fortunatamente la Hyper Company era riuscita ad arrivare a scuola in tempo prima che si scatenasse il putiferio. Quel giorno Lupos faceva servizio nella loro sede, perchè Nalli voleva chiunque volesse avrebbe potuto conoscere il nuovo preside. Quest’ultimo infatti aveva dovuto ritardare il suo arrivo di ben 3 mesi, da quando Nalli aveva confermato a Head che invece sarebbe arrivato di lì a breve, diverse settimane prima. Dunque, tutto il corpo docenti e non docenti era nell’atrio interno del primo piano, in attesa di veder salire le scale il nuovo preside. Ed eccolo, finalmente: fluidi capelli neri, non molto lunghi, ma ben curati, occhi azzurri e taglienti come una spada affilata, infine un pizzetto nero circondava la sua bocca, che si espandeva in un sorriso apparentemente sincero. Non molto alto, portava il suo vestito nero con estrema eleganza. Non era un preside, e si vedeva. O meglio, Head se ne rese conto. “Signore e signori,” esordì la professoressa Nalli “vi presento il preside”. Quindi prese parola immediatamente l’elegante personaggio e parlò: “Buongiorno signori, mi chiamo Lorenzo Zona, e sono il vostro nuovo preside”. Head era sgomento. Quattro mesi di estenuanti ricerche, ed era lì, Zone era lì! Sarebbe stato il nuovo preside! Certo, aveva ritardato di quattro mesi il suo arrivo, ed Head ancora ricordava quel giorno, quando girarono l’intero quartiere alla ricerca del criminale. Pensava non l’avrebbe più trovato, e invece si presentò proprio davanti a lui. Il veterano si guardò intorno. Alcuni dei professori, dei tanti che erano giunti per conoscere finalmente il preside, gli rivolgevano lo sguardo. Egli era sicuro infatti che tra loro vi fosse anche qualche infiltrato di Swindle: il ritardo era dovuto a questo, credeva Carl, gli infiltrati avevano informato che i tre della Hyper Company lavoravano in quella scuola, allora lui si era insediato come preside, ma aveva deciso di non presentarsi subito, per vedere l’evolversi delle loro ricerche, sulle quali era informato da quei professori che in realtà erano della Swindle. Ma non riconobbe nessuno del Mozambico. Zone evidentemente sapeva che Head ricordava ogni volto di quel tragico episodio, quindi aveva deciso di mandare i nuovi arrivati. I tre agenti tentarono in ogni modo di mantenere calma e lucidità. Ma quando si sarebbe fatto vedere Pitrinos? Nel frattempo Nalli continuava a parlare, presentando il preside, mentre quest’ultimo e il Veterano si scambiavano continui sguardi di sfida. Ai due non importava tanto quello che stava dicendo la vice preside, quanto quello che avrebbe detto uno dei due, se davvero qualcuno avesse avuto il coraggio di parlare. Head non avrebbe potuto rivelare la sua identità: nonstante fosse un agente della CIA, praticare un’altra attività, per giunta statale, oltretutto in uno Stato che non fosse il suo, sotto falso nome, sarebbe stato gravissimo reato, quindi non avrebbe potuto arrestare il criminale, almeno un quell’occasione. Di contro, Zone non avrebbe potuto rivelare l’identità di Head, perchè altrimenti avrebbe messo a rischio la sua copertura, neanche avrebbe potuto licenziarlo, perchè non era nelle sue competenze di preside. Nessuno dei due sapeva che fare, se non guardare l’altro con un diabolico gigno sul volto. Gli altri due Hyper Company avvertivano la tensione nell’aria. Finalmente il lungo monologo di Nalli aveva raggiunto la conclusione, e alcuni insegnanti già si erano allontanati verso le loro aule, ma Zone, Head, Myrock e Lupos, insieme con Nalli, erano rimasti lì, a guardarsi. Finalmente Nalli prese di nuovo la parola: “Be’, io torno a fare lezione, voi potete chiacchierare quanto volete!” e sorridendo, senza sapere il pericolo che corresse, si girò e si diresse verso le lontane classi dell’ala ovest della scuola. Seguì un ulteriore silenzio, poi Head finalmente parlò: “Cosa volevi ottenere sequestrando quell’aereo? Devi consegnarti alle autorità, sei un pluriomicida!” e immediatamente, mantenendo la calma e il suo classico sorriso maligno, Zone rispose: “Carl, entrambi sappiamo che non possiamo fregarci: tu andresti in galera, ad arrestarmi, e anche io rischio le sbarre, se rivelassi la tua identità, o se proponessi un licenziamento per te. Tu vuoi sapere cosa voglio, o gli agenti spagnoli che ti hanno mandato in missione per conto loro? Di certo non la CIA, quegli esseri inutili pensano ancora che io sia ricercato solo come pluriomicida e per aver combinato quel disastro in Mozambico. No, non sono qui solo per fuggire, sono qui per vincere. Io non ti rivelerò cosa voglio qui, perchè non ti temo più. La vittoria è mia ormai, e lentamente ma inesorabilmente si avvicina” “Si può sapere che cosa vuoi ottenere con i tuoi piani?” “E’ semplice! La guerra! E la otterrò con quell’oggetto che sto cercando” Head rimase sbalordito, e al contempo incuriosit. Nè alla CIA, nè al CNI gli avevano comunicato questo misterioso intento del criminale, che invece si stava da solo rivelando all’agente. Quindi, Zone continuò a parlare: “Con la guerra saranno selezionati i paesi che potranno beneficiare del controllo sul mondo. Si ridimensioneranno i confini mondiali, economici e politici: sono stanco del controllo degli Stati Uniti, come lo era anche Master Grouch*, ma lui non è riuscito nel suo intento e io, come suo discepolo, devo portare a termine i suoi e quindi anche i miei ideali: L’America non può più dominare nel mondo, ci sta portando giù nel baratro, serve una rivoluzione economico-politica, che porterà nuovi domini nel mondo, e chi sarà in grado di prendere potere, sarà anche in grado di porre fine alla crisi” “Tu sei un folle! – intervenne Myrock, fermato da Lupos, dato che si stava lanciando contro Zone – come puoi pensare che la guerra risolva la crisi? Ne porterà una nuova, più catastrofica, e sicuramente da quella non riusciremo ad uscirne!” “Solo il tempo potrà dircelo. Di certo non permetterò che a comandare il Nuovo Paese Dominatore** ci sia qualcuno al di fuori di me. Perdonatemi, amici, ma ora per me è tempo di andare: ho impegni importanti, sono quattro mesi che ritardo il mio arrivo qui, sapete, mi ha fermato la vostra presenza” e con il suo solito ghigno abbandonò la piazzola dinnanzi alla porta d’uscita della scuola e lasciò sbigottiti i suoi avversarsi. Il suo grande carisma gli permise un’uscita di scena di classe.
 
“Oggi parleremo del numero di Avogadro. Tale numero corrisponde al numero di particelle contenute in una mole”. Il professor Testa già aveva iniziato l’ennesima lezione in quinto ginnasio, ma in realtà i suoi pensieri vagavano. Zone, Pitrinos, gli Hyper Company, l’oggetto che cercava Zone, il Nuovo Paese Dominatore affollavano la mente del Veterano della CIA. D’un tratto, mentre il professore di scienze proseguiva con la sua spiegazione, qualcuno bussò alla porta. Egli si aspettava di tutto, dal compagno Mairocco al preside Lorenzo Zona. La porta si aprì. I secondi trascorrevano lentamente e inesorabilmente per Carlo. Finalmente si materializzò una figura oltre la soglia. L’avvenimento sembrava tanto consueto, quotidiano e rapido agli studenti, quanto apatico per Testa. Una figura alta, quasi gobba comparve: portava sotto braccio il suo registro personale, mentre in mano una borsetta di pelle. La camicia bianca a quadretti azzurri era portata dentro i pantaloni, un paio di jeans. Esordì con un solenne: “Buongiorno!”.
Era Pitrinos.
 
“E’ entrato e si è presentato come insegnante di storia e filosofia, con il nome di Marco Pitrini. Ebbene anche lui si era preparato un ruolo qui in Italia. Mi ha detto che ci avrebbe raggiunti a casa nostra dopo l’orario di lavoro. Dobbiamo raccontargli molte cose”.
“Sì, Carl, hai ragione. Immagino che non sappia che il preside della nostra scuola sia Zone in persona, ma sa che il criminale cerca qualcosa. Penso che lui sappia anche cosa, dato che Lawrence ci ha confermato che in Spagna sanno tutto. Troppe cose ci sono state tenute nascoste, e solo Pitrini può risponderci”. Head e Myrock discutevano così, attendendo l’arrivo di Pitrinos. Sembrava che l’ora stabilita non giungesse mai, ma finalmente ecco il citofono. Fu Lupos ad aprire al quarto compagno. Lo spagnolo si presentò nuovamente con il suo caratteristico “Buongiorno!”, per poi sedersi al tavolo, insieme con gli altri. Poi iniziò a parlare: “Scusate il ritardo. Vi avevo detto che ci saremmo visti, e così è stato. Certo, magari non 4 mesi dopo il nostro ultimo saluto, ma l’importante è che finalmente ci siamo riuniti. Ora dobbiamo fare squadra, Zone va catturato e consegnato alle autorità, non possiamo permettere che un pluriomicida vaghi liberamente per le strade” ma intervenne immediatamente Head: “Zone è stato trovato, è il preside della scuola in cui lavoriamo, ma è immune, metteremmo a rischio anche noi stessi, perchè stiamo lavorando illegalmente. Egli stesso mi ha raccontato che tu sai che lui è alla ricerca di un oggetto che potrebbe cambiare il mondo. Zone vuole scatenare una guerra mondiale tramite quest’oggetto. Dunque, se sai, dimmi cosa è! È di vitale importante che tu ci informi, ne va delle sorti dell’umanità. In seconda battuta, noi abbiamo già fatto squadra anche senza di te. Abbiamo deciso di essere gli Hyper Company”. Dunque riprese la parola lo spagnolo: “All'interno della scuola ho altri due infiltrati, che si sono insediati poco prima di voi, all'incirca quando voi eravate da me a Barcellona. Loro si fanno chiamare professoressa Graziano e professor Brancardi. Sono italiani e non hanno avuto bisogno del cambio del nome.” Head ricordava che nell'entourage della sua classe, l’insegnante di matematica era proprio Monica Graziano, e non aveva mai potuto pensare che fosse anche lei un’infiltrata. Continuò Pitrinos: “Hyper Company, nati dalle ceneri degli Arena Dominators. Ma perchè non chiamarsi proprio Arena Dominators?” “Arena Dominators. Loro sono morti, non possono risorgere” rispose Head. “Noi saremo i nuovi Arena Dominators, non i vecchi, non i precedenti, i nuovi”. Head si guardò intorno. Gli sguardi degli altri due sembravano convincerlo. Quindi infine decretò: “E va bene, saremo i nuovi Arena Dominators! E che questo nome porti miglior fortuna a noi che ai nostri predecessori!” si costituì quindi, finalmente, una nuova formazione, quella finale, quella che si sarebbe scontrata con la Swindle, di cui non si sapevano ancora i componenti, quando sarebbe arrivata la resa dei conti. Dopo un lungo ma eloquente silenzio, Max Lupos prese la parola: “Carl Head, Mark Myrock, Max Lupos, Marcos Pitrinos, Monica Graziano e Paolo Brancardi: gli Arena Dominators. Hyper Company o Arena Dominators...” rispose sorridendo Pitrinos:
“Be’, insomma, delle due l’una!”
 
 
  *= il predecessore di Zone, fu il primo capo e fondatore della Swindle
**= il paese che, secondo i piani di Grouch avrebbe dominato il mondo dopo che si fosse attuata la Grande Mossa (the Great Shuffle). Nessuno, nemmeno Grouch, ha mai saputo quale sarebbe stato il Nuovo Paese Dominatore, solo la guerra avrebbe potuto definirlo, ma fino a quel momento qualunque Stato del pianeta è un possibile NPD.
 
 
[continua nel prossimo episodio: NEL NOME DELL’IGNOTO ]

  
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