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Autore: _less_    11/04/2013    4 recensioni
Era stata, per un periodo meraviglioso, il centro dei suoi pensieri. L’unica medicina che l’avesse aiutato a riprendersi da ciò che si chiamavano Arti Oscure, da ciò che lo consumava ogni giorno.
Hermione, pur essendo una Mezzosangue, era stata l’unica che l’avesse accettato per come era diventato, e l’aveva aiutato a rinascere, a generare un’altra persona, a restituirgli ciò che gli mancava. Man mano si stava riprendendo tutto ciò che di lui era andato, ciò che si era consumato. Hermione era riuscita a cambiarlo in tutti i sensi che un umano può conoscere.
Hermione era diventata il suo sogno quotidiano, e i sogni, non possono morire da un giorno all'altro.
Era diventata la sua salvezza da quello schifo di mondo.
Grazie a tutti per le recensioni e grazie a te che sei rimasto con me fino alla fine. ϟ
Mils_
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il giovane Mangiamorte, la giovane Mezzosangue.


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Cari lettori, come va? Siete pronti a leggere questo finale? Vorrei solo dirvi che questa storia è cresciuta con me, con il tempo, ha passato le mie stesse sofferenze e le mie stesse gioie. Mi ha visto maturare. 
Vi dico solo di non pensare che Draco sia cattivo. Draco non ha mai potuto scegliere. Draco è tutti noi, noi che aspettiamo qualcosa o qualcuno che lo salvi. Perché Draco pensava che si sarebbe bastato per salvarsi da solo, ma in realtà tutti abbiamo bisogno di qualcuno, tutti hanno bisogno di essere salvati.
Buona lettura.
Mils_


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Hermione rimase ferma dov’era a fissare le larghe spalle di Draco allontanarsi. La sagoma nera di Piton le faceva venire, come al solito, i brividi.
L’ attimo dopo che Draco girò l’angolo guardandola con le sue profondissime lame argentate anche lei voltò le spalle e si diresse in Sala Comune.
“Parola d’Ordine?” chiese il quadro raffigurante una donna corpulenta.
“Levati dai piedi.” Rispose Hermione.
La Signora Grassa annuì elegantemente e si scansò in modo che la ragazza potesse passare.
Il rosso scarlatto della sala comune rendeva tutto più accogliente. In un angolo del divano c’era Ginny che piangeva.
Hermione sperduta, si sedette accanto a lei. Al rumore provocato da Hermione per sedersi Ginny scoprì il suo viso tutto bagnato. I suoi occhi erano rossi.
“Che vuoi?” disse con una voce più che provocatoria, difensiva.
Hermione si spostò da lei ma poi si riavvicinò : “Ginny.. mi dispiace.” Disse la ragazza.
La rossa la fissò.
“Per avermi dato della troia?”
“Be’, si. Ginny mi dispiace. Mi manchi.” Ammise Hermione.
“Lo so. Tutti sentono la mia mancanza quando litigano con me.” Rispose Ginny  muovendo miracolosamente all’insù l’angolo della bocca destro, poi anche quello sinistro, fino a formare un bellissimo sorriso alla Weasley, quelli che ad Hermione piacevano tanto.
“Quando litigano con te.. perché tu non litighi con nessuno, sono gli altri a litigare con te.” Rise Hermione.
Ginny aspettò due secondi, poi si gettò fra le braccia della sua migliore amica.
“Ti voglio bene Mione.” Rise  Ginny.
“Anche io Gin.” Rispose Hermione.
Appena sciolto l’abbraccio entrambe, casualmente emisero un sospiro, poi risero.
“Dov’è Potter?” chiese ironicamente Hermione.
“Dice che.. doveva fare una passeggiata con Silente fuori Hogwarts. Chissà dove lo porta.” Disse Ginny, pensandoci.
“Ho capito.” Sospirò Hermione. “Dov’è Ron?” poi chiese dopo alcuni secondi di insopportabile silenzio.
“Che ne so dove se ne va quell’idiota.” Sbottò Ginny, affondando la faccia nel cuscino morbido rosso-oro del divano.
Hermione rise.
“Dov’è il tuo ragazzo, invece?” chiese pertinente Ginny. Hermione sobbalzò poi pensandoci rispose :
“Sinceramente non lo so. Penso sia con Piton.”
“Piton? Ma stanno sempre insieme quei due? Secondo me nascondono una relazione segreta dove Draco è il maschio e Piton è.. bleah non voglio pensarci. Immaginateli mentre limonano. Santo cielo!” Rispose sarcasticamente Ginny.
“Oh, zitta Gin. Draco sposerà me!” rise Hermione, ma quell’idea non le faceva per niente male.  Non ci aveva mai pensato all’idea di sposarsi con Draco, anzi non avrebbe mai pensato che si sarebbero fidanzati.
“Herm, sei viva?” la domanda di Ginny la riportò alla realtà.
“Si.” disse pensierosa. Poi, ci furono alcuni minuti di silenzio.
“Oggi ho preso un Troll in Difesa Contro le Arti Oscure.” Sbuffò Ginny rompendo il silenzio.
“Quel Piton non fa altro che mettere Troll  a tutti i Grifondoro. E che palle!” continuò la rossa.
“Prima o poi ne rimpiangerà.” Rispose Hermione sempre pensierosa, le capitava raramente di dire cose insensate mentre pensava.
“Ma che dici? Per quello noi siamo degli Schiopodi Sparablabla, praticamente ci odia. Figurati se rimpiangerà di averci messo Troll.” Rise Ginny.
Hermione la guardò e sorrise falsamente.
D’un tratto, il quadro della Signora Grassa si aprì ed entrarono Neville e Seamus.  Le loro facce erano tutte sporche, spaventate, dalla fronte di Neville usciva un po’ di sangue.
“Che è successo?” chiese Hermione seria, alzandosi.
Nell’istante in cui si aprì il quadro per far passare i due ragazzi, dal corridoio si udirono delle grida e voci confuse. Poi, quando il quadro si richiuse, di nuovo il beato silenzio della Sala Comune.
Ginny si alzò spaventata, prese la bacchetta nera che aveva appoggiato nel tavolo e la mise nella tasca dei pantaloni.
“Neville sei tutto…” cominciò la rossa, ma fu interrotta dal balbettio di Neville.
“C-ci sono i Mangiamorte, Hermione, Ginny! Ci sono i Mangiamorte!”
Ginny si portò la mano davanti alla bocca con degli occhi scandalizzati e prese la bacchetta incastrandola tra il palmo della mano e il pollice. Hermione si portò le mani ai capelli incredula.
“Ma che diavolo dici? Mangiamorte ad Hogwarts? Impossibile!”  ribatté sicura Hermione, anche se quelle grida fuori la Sala Comune non la convincevano per nulla.
“Ci hanno attaccato! Io e Seamus eravamo al parco e abbiamo sentito delle urla dal castello e appena entrati abbiamo visto un gruppo di Mangiamorte salire le scale. Hermione, Ginny, dovete aiutarci, dovete far entrare tutti i ragazzi del 1°, 2°, 3° e 4° anno nelle loro Sale Comuni, lì i Mangiamorte non posso entrare, e soprattutto, preparate le bacchette che dobbiamo combattere! Dove sono Harry e Ron? Ci servono anche loro! Quelli del 5°, 6° e 7° anno dovranno difendere la scuola!” urlò Neville esasperato.
“Dobbiamo trovare Silente, lui aggiusterà tutto!” intervenne Seamus un po’ tremante.
“Harry è con Silente, Ron sarà per i fatti suoi! Dobbiamo trovarli in  un modo o nell’altro!”
“Un Patronus!”  disse Hermione e iniziò ad agitare la bacchetta riuscendo a formare una lontra. La stanza per un attimo fu invasa da un azzurrino celestiale che poi volò sopra le loro teste fino a scomparire fuori dalla Sala Comune.
“Vabene, ora andiamo o distruggeranno il castello! Forza!” disse Seamus per ritornare alla realtà.
Hermione annuì e uscì dalla Sala Comune, seguita da Ginny, Neville e Seamus.
Dalla Sala Grande provenivano urla strazianti e lampi di luci rosse, azzurre, bianche e anche,purtroppo, verdi.
“Hermione, tu vieni con me!” urlò Neville, prendendola per mano e trascinandola verso di sè.
Neville si abbassò schivando una maledizione. Hermione lo imitò, poi inciampò per colpa del suo piede incastrato da macerie.
“Neville, non.. ce la faccio!”
“Si che ce la fai! Dai Herm!” urlò esasperato Neville, spingendola.
Hermione si fece forza e si rialzò.
Corsero velocemente verso il primo piano, poi Hermione urlò :
“Dov’è Draco?” cercando tra la folla fermandosi.
“Non pensare a Malfoy, pensa agli altri!” urlò Neville, trascinandola.
“SANNO BADARE A SÉ STESSI!” urlò esasperata Hermione.
“ANCHE DRACO PUÒ FARLO!” urlò di tutta risposta Neville.
Hermione rifletté un secondo, poi strinse la mano di Neville e lasciò che lui la portasse via, tra la folla disperata che cercava di salvarsi.


**


“Silente e Potter devono essere già arrivati. Sei pronto?” domandò con una tranquillità fastidiosa Piton, impugnando lo sua bacchetta nera come la pece.
“È da 10 mesi che ci prepariamo, professore. Certo che sono pronto.” Rispose Draco, cercando di imitare Piton con la sua tranquillità.
“ Insomma, in verità ti ho trovato più impegnato a pomiciare e a fare mosse di kamasutra con la tua amica Granger, invece di impegnarti per questo impegno preso con l’Oscuro Signore.”
“Non abbiamo fatto… mosse di kamasutra!” Rispose sbalordito Draco passandosi la bacchetta da una mano all’altra, nervosamente.
“Come ti pare, non mi interessa.”
“E comunque, l’Oscuro Signore è il mio unico pensiero.”
“Ma chi vuoi prendere per i fondelli?”
“Nessuno.”
Piton, di tutta risposta, si voltò e aprì la porta del suo ufficio.
“Puoi andare, ricordati tutto quanto il piano.”
“Ok, ciao.” Rispose Draco, andando verso la porta.
Sorpassò la soglia della porta ma Piton lo afferrò dal colletto della giacca e lo riportò dietro.
Buonasera professore.” Lo corresse, poi lo spinse e chiuse bruscamente la porta.
“Ma è pazzo?” si domandò sarcasticamente Draco, dimenticandosi che stava andando ad uccidere qualcuno.
L’idea di un Silente morto, sdraiato sulla terra fredda sotto la gelida luce lunare lo fece rabbrividire. Iniziò a respirare affannosamente a camminare molto lentamente.  E quell’ansia che non aveva da tempo, tornò. Tornò il suo respiro affannoso e il dolore alla pancia che aveva curato minuziosamente nei primi anni ad Hogwarts.
Arrivato a metà strada iniziarono a sentirsi delle urla terrificanti.  Draco allora si fermò di botto. Era colpa sua, colpa sua se Hogwarts era in pericolo. Era tutta colpa sua, era sempre stata colpa sua.
Cercò di respirare a fondo, poi cominciò a camminare più lentamente possibile, cercando di stringere tra le mani la bacchetta nera e marrone, anche se il sudore la faceva scivolare.
Camminò fino ad arrivare lì. Ed eccolo il primo piano, infestato di gente e polvere. Mai visti Mangiamorte ad Hogwarts che cercano d’uccidere giovani. Si prese di coraggio, quel briciolo di coraggio che aveva, o forse non era coraggio, ma semplicemente paura che lo spingeva, corse verso le scale, ignorando tutto e tutti.
Salì fino ad arrivare all’ultimo piano, l’inizio delle torri. Era un silenzio tomba. Andò verso la porta per salire nella torre di Astronomia, e si preparò. Aprì piano la porta ed udì una voce di un uomo parlare. Sicuramente Silente.
Salì le scale a chiocciola fino ad arrivare lì. Per un attimo giurò di sentire parlare qualcuno.
Ed eccolo, Silente. Forse l’uomo più vecchio che Draco avesse mai conosciuto. Gli puntò la bacchetta contro.
“Buonasera Draco.” Cominciò Silente, e Draco sentendo dire il suo nome fu percosso da un brivido.
“Cosa ti porta qui, in questa bella serata primaverile?” continuò Silente, notando il silenzio terrorizzante del ragazzo.
“Chi altro c’è? L’ho sentita parlare!” fu la prima cosa che gli venne in mente.
“Oh, parlo spesso da solo ad alta voce, lo trovo straordinariamente utile.” Rispose Silente con impeccabile professionalità nel saper parlare.
Poi ci fu un attimo di Silenzio intimidatorio.
“Ti sei posto delle domande, Draco?” Silente cambiò completamente discorso, come a capire perché Draco era lì e perché gli puntava contro quella bacchetta. Draco non capì. Come diavolo poteva fargli una domanda del genere?
“Draco..” ricominciò l’anziano “..tu non sei un assassino.” E in quell’attimo Draco fu perso. Silente sapeva, sapeva e l’aveva probabilmente sempre saputo. Ma come?.
“Come sa cosa sono?” disse sperduto, non sapeva a cosa aggrapparsi ormai. L’avevano scoperto.
“Potrei sconvolgerla!” disse insicuro.
“Come per la fattura a Katie Bell sperando che mi desse la collana affatturata? O sostituire una bottiglia di Idromele con una al veleno?.. Perdonami, ma questi tentativi sono così deboli che credo tu non ci abbia messo davvero te stesso.”
“Lui si fida di me!.. Sono stato scelto!” e fu un lampo, ad alzarsi la manica sinistra per mostrare quel tatuaggio, quel Marchio Nero, la sua rovina, la dimostrazione di non aver mai avuto libertà nella vita.
Silente ne rimase stranamente sbalordito.
“Ti faciliterò la cosa…” disse e alzò la bacchetta in modo da mostrarla a lui. Draco parve capire e formulò prontamente l’incantesimo di disarmo. “Expelliarmus!” e la bacchetta  di Silente volò via a pochi passi da lui.
“Molto bene.. molto bene..” poi un rumore di aprirsi di porte e Silente parve capire che sua zia Bellatrix e altri Mangiamorte erano arrivati. “Non sei solo, ci sono altri.” Draco si girò verso la scala a chiocciola dove da un momento all’altro sarebbero comparsi i suoi ‘salvatori’. Nonostante ciò trattenne la bacchetta contro l’anziano uomo.
“Come?” chiese Silente e Draco si sent in dovere di dargli risposte.
“L’armadio Svanitore nella Stanza delle Necessità… l’ho riparato.”
Silente rispose prontamente: “Fammi indovinare.. ce n’è uno identico.. un gemello.”
“Da Magie Sinister.. formano un passaggio.”
Silente fece una smorfia compiaciuta.
“Ingegnoso.” Poi cambiò tono di voce, quasi supplichevole “Draco, anni fa conobbi un ragazzo che fece tutte le scelte sbagliate.. Ti prego, lascia che ti aiuti..”
Draco si sentì debole e piccolo, perché anche se aveva rinunciato a tutti gli aiuti che gli erano stati dati, lui ne aveva bisogno.
“Non voglio il suo aiuto..” ed improvvisamente si sentì rabbrividire, quasi piangere. “Ma non capisce?..Io lo devo fare.” E cominciò a singhiozzare. “Io devo ucciderla.. o lui ucciderà me!” e respirò affannosamente, ma furono portati alla realtà quando si sentì un rumore di passi salire le scale e veder spuntare Bellatrix sull’entrata.
Tutti si fissarono per un paio di secondi, poi, parlò la voce stridula di Bella.
“Bene, guarda chi abbiamo qui.” Dirigendosi verso Draco, ancora con una smorfia che ha un bambino quando è stato interrotto prima che iniziasse a piangere.
“Bel lavoro Draco.” Disse Bellatrix dandogli un bacio nella guancia. Improvvisamente mascherò quella sua smorfia in una smorfia d’indignazione verso Silente, una finta smorfia, perché lui non voleva uccidere più nessuno, anzi, non aveva mai voluto uccidere nessuno.
Silente cominciò a parlare. “Buonasera Bellatrix. Penso sia l’ora delle presentazioni, tu no?”
“Vorrei tanto Albus, ma credo che siamo tutti pieni d’impegni.” E dicendo l’ultima parola ci mise tutta la stregoneria maligna che aveva dentro di sé, tanto da sputare un po’.
Guardò Draco che aveva ancora la bacchetta puntata su Silente. “Fallo!” urlò.
“Non lo farà, non ha fegato. Proprio come suo padre. Lo finisco io e lo finisco a modo mio.” Disse un Mangiamorte lì in mezzo, ma Bella lo fermò. “NO! Il Signore Oscuro è stato chiaro deve farlo il ragazzo.” E poi cambiò la sua voce in malignità pura, parlando tra un sussurro e un mezzo grido. “Questo è il tuo momento Draco, fallo!..Coraggio Draco, ORA!” Draco rabbrividì e cominciò a tremare. La sua bacchetta tremava e tremava anche lui. Tremavano gli alluci dei piedi e i capelli. E stava per farlo, stava per uccidere qualcuno ad appena 17 anni.
“No.” Disse una voce profonda, e tutto s’interruppe. Il cuore di Draco sembrò perdere un battito dalla velocità in cui pompava sangue.  Si girò e vide Piton, camminare verso di lui lentamente.
Per un attimo Draco sembrò vedere lo sguardo di Silente abbassarsi e guardare qualcosa o qualcuno appena sotto i suoi piedi.
Piton si fermò a guardarlo e la voce di Silente parve così tranquilla. “Severus.. ti prego.” Disse con una pacificità assurda.
Severus guardò in basso. Silente ripetè la stessa frase. “..ti prego..”
Così Piton gli punto la bacchetta contro e tutto d’un fiato disse quelle parole che avrebbe dovuto dire Draco. “Avada Kedavra.” E un fiotto di luce verde uscì dalla bacchetta di Piton illuminando la stanza per pochi secondi, fino a colpire Silente, che cadde giù.
Draco si sentì male. Silente era morto.                Bellatrix lo tirò e lo portò via, scesero le scale a chiocciola e si diressero verso la Sala d’Ingresso. Si sentivano ancora le urla delle persone combattere, salvarsi. Draco si fece largo dietro la scia di Piton fino a quando non intravide una chioma di capelli mossi color castano. Hermione.
E in quel momento parve fermarsi tutto. Hermione si girò e vide Draco.
DRACO!” urlò Hermione e corse verso di lui e per un momento quel giovane Malfoy si dimenticò di essere un Mangiamorte e di aver appena partecipato all’omicidio di Albus Silente.
Una mano con una presa stretta afferrò il colletto della giacca di Draco e lo trascinò via. Hermione si fermò e guardò la scena sconvolta.
Bellatrix Lestrange che tirava via Draco. Bellatrix Lestrange. Ad Hogwarts. Mangiamorte ad Hogwarts.
“Draco! Che succede?”  urlò Hermione rincorrendolo.
Bella si fermò.
“Ti chiama Draco? Questa sudicia e schifosa Sanguesporco? Come ti permetti piccolo scarafaggio insignificante?” urlò la strega.
“Io..” disse Hermione guardando Draco silenzioso che si fissava le scarpe. Non la difendeva.
“Draco..” sussurrò così piano in modo che sono lui potesse sentirlo.
Draco alzò per un attimo lo sguardo e quei bellissimi occhi grigi la guardarono. E lei si era così tanto innamorata di quei occhi che erano il suo vero lui. Perché le maschere hanno sempre i buchi nella parte degli occhi, perché gli occhi, specialmente quelli di Draco urlavano la verità, ed Hermione riusciva a sentirli.
“Come non detto, Mezzosangue e incapace di difendersi. Siete tutti incompetenti.” Disse Bellatrix e girò le spalle tirandosi dietro Draco.

 

** 


“Hermione, vieni, aiutaci!” urlò Dean Thomas alla vista di quell’Hermione imbambolata e sola.
Hermione si “risvegliò” da quell’incontro e andò da Dean a liberarlo da alcune macerie provocate dallo scontro.
Appena riuscita a liberarlo andò verso la porta in cui erano appena usciti Draco e Bellatrix. Buio. Era notte, e una foschia impediva di vedere al meglio la luna. Gli alberi della Foresta Proibita rendevano tutto più inquietante.
“Che succede? Perché sei qui?” Chiese la voce di Ginny. Hermione si voltò e la vide tutta sporca in faccia e i jeans strappati al ginocchio.
“Draco..era con Bellatrix.” Disse con un filo di voce Hermione.
“E quindi?” chiese stupidamente Ginny.
“Bellatrix, Mangiamorte, Draco, Hogwarts. Bellatrix è la zia di Draco ed è una Mangiamorte ed è qui ad Hogwarts…”
Ginny si  fermò e poi sotterrò Hermione in un abbraccio.
“Mi dispiace Herm.. infondo.. lui è un Malfoy c’era da aspettarselo.”
“No, lui è diverso, lui è buono Gin, tu non capisci!” ribatté Hermione staccandosi.
Ginny fece una smorfia di tristezza e cercò di tirare Hermione verso l’entrata.
“NO! Devo andare da Draco!”
“Hermione, Draco se n’è andato!”
"Non è vero, Draco mi sta aspettando!" ribatté Hermione ma con scarsa convinzione. Rinunciò ad ogni opposizione e si lasciò trascinare da Ginny verso il parco, dove tutti andavano.
"Chissà cosa è successo." disse curiosa Ginny, non molto convinta.
"Non m'importa di niente. Voglio vedere Draco!" si lamentava Hermione.
Arrivate all'uscita opposta, quella per l'entrata al Parco interno una folla era circondata su qualcosa. Ginny si fece largo trascinandoti  Hermione.
"Che succede?" disse Ginny a un ragazzo lì vicino di Corvonero.
"Non lo so, eravamo qui a combattere e abbiamo visto qualcuno cadere dalla Torre di Astronomia." spiegò.
Ginny sorpassò una McGranitt piangente mentre iniziava di più ad incuriosirsi e a spaventarsi fino a quando..
"Silente!" sussurrò pianissimo vedendo il vecchio preside sdraiato a terra e un ragazzo sopra di lui che piangeva. Ginny lasciò il braccio di Hermione, che si era avvicinata e guardava triste la scena, e andò da Harry. Alzò lo sguardo al cielo e vide un teschio terrificante.
"Harry, andiamo." sussurrò Ginny, prendendo la mano di Harry e facendolo alzare.
"Andiamo." ripeté.


**


“Hermione, Hermione svegliati! Ti sei addormentata con il jeans addosso!” disse Ginny.
Era giorno.
“Gin, dimmi.” Disse Hermione assonnata.
“Herm, è arrivato un gufo per te, ma prima devo parlarti.” Disse la rossa sedendosi su letto a baldacchino di Hermione.
“Herm.. sai chi ha uccido Silente?” disse piano.
“Piton?”
“Giusto.. e sai chi era con Piton?” chiese come se Hermione fosse una bambina incompetente.
“I Mangiamorte?”
“Emh.. e sai che Draco è un Mangiamorte e quindi era lì?”
Hermione che si stava stropicciando gli occhi si fermò subito.
“Draco?” ripetè sconvolta, aveva un filo di voce stridula.
“Hermione.. quel gufo è da parte di Draco.” Disse indicando il gufo appollaiato sul baule di Hermione.
La riccia si alzò dal letto e si diresse verso il gufo. Lo accarezzò sulla testa e sfilò il messaggio, e parve sentire una parte di Draco accanto a sé.
Prese il messaggio e lo mise nella tasca del jeans.
“Non lo leggi?”
“No.”
“Perché?”
“Non sono pronta. Non so cosa potrebbe esserci dentro quella lettera e non voglio saperlo. Ho paura.”
“Vabene..” poi Ginny sospirò “Hermione, Silente non c’è più, e ora non abbiamo preside. Beh.. dobbiamo tornare a casa, il treno per casa parte stamattina.”
“Cosa? Devo fare le valige!”
“Sbrigati, ci vediamo dopo!”
Hermione prese il baule e lo aprì.
C’erano un foglio de La Gazzetta del Profeta con un articolo su Harry ai tempi del ritorno di Voldemort e una Cioccorana che non era riuscita a mangiare al suo arrivo ad Hogwarts e che aveva posato momentaneamente. La aprì ed una piccola rana uscì da lì posandosi sulla sua mano. Guardò la figurina : Albus Silente scritto d’oro e una foto di Silente in posa che sorrideva e sotto ancora la biografia.
Le venne da piangere. Da piangere per tutte le cose che erano successe il giorno prima. Draco l’aveva lasciata e adesso portava sulla tasca del jeans il suo destino. Silente era morto e complice era stato Draco. Draco compariva sempre, ovunque. Con un colpo di bacchetta fece uscire tutti i vestiti dall’armadio li rimise sul baule, piegati a perfezione.
Prese il baule e sistemò la stanza. L’anno era finito troppo in fretta. Era stato l’anno più complicato della sua vita.
Ginny la aspettava in Sala Comune con Ron ed Harry.
“Pronti?”
“Assolutamente.” Aveva detto Ginny.
Harry aveva una nota di tristezza. Hermione lo abbracciò. “Andrà tutto per il meglio, Harry.” Lo rassicurò.
Poi s’incamminarono verso il treno che li avrebbe riportati a casa.

**


L’espresso per King’s Cross era pieno, tranne qualche scompartimento.
Entrarono in uno, il n°17 e vi trovarono Neville da solo.
“Neville.. possiamo?” chiese piano Hermione.
“Sì, sì, entrate.” Disse e fece spazio.
Hermione, Ginny, Ron ed Harry posarono i bauli e si sedettero. Il treno partì.
“L’anno più difficile ad Hogwarts.” Disse Neville, appoggiandosi alla finestra. Tutti appoggiarono la testa nel sedile ed Hermione sfilò quella figurina di Silente che aveva in tasca. Nello stesso momento uscì fuori la lettera di Draco. La strinse in mano e diede la figurina ad Harry.
“Voglio dartela così ti ricorderai che nessuno se ne va mai davvero.”
“Grazie Herm.” E sorrise tristemente.
Hermione tornò a sedersi e aprì la lettera.
                                                                      
                                                                                                     

Cara Hermione,
non so da dove cominciare. Sinceramente non sono bravo a scrivere lettere perché non ne ho mai scritte in tutta la mia vita a nessuno, o se dovevo ai miei genitori le facevo fare scrivere sempre a Tiger o Goyle perché io mi annoiavo e li sfruttavo. Adesso è il momento che inizi io a scrivere.
Hermione, io sono un Mangiamorte, e sono una persona troppo diversa da te e dal tuo essere così bello. Tu sei la parte bianca e io quella nera. Siamo come quel coso cinese, lo Yin e lo Yang, abbiamo preso fuoco facilmente e ci siamo incastrati per essere insieme una cosa significativa. Ma sai anche che abbiamo superato tante difficoltà. Te lo ricordi quando ci siamo incontrati davvero? Tu piangevi sotto le scale e io ti ho trovato così piccola e ti ho preso. Sei stata la mia salvezza Hermione. E quando hai baciato Blaise? E quando ho chiuso io apposta la Guferia per starti vicino? Quando McLaggen mi ha picchiato perché stavamo insieme e ti difendevo? Ho passato l’anno più difficile ma anche il più movimentato della mia vita. Non sono molto bravo nelle parole, ma voglio solo dirti che per me sei stata unica, sei stata il mio punto d’inizio, il riferimento,  ma io sono un Mangiamorte e non posso starti vicino. Io sono crudele e devo uccidere la gente, e mentre uccidevo tu mi salvavi. Io non posso starti vicino perché senno mi sentirei piccolo perché ogni volta che sfioravi il mio avambraccio sinistro io mi sentivo morire. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, ma il mondo non ci permette di stare vicini. Io ti avevo promesso che avrei fatto di tutto, ma io sono un ragazzo che non ha avuto scelta, che non ha potuto scegliere niente nella vita e non voglio che tu ami uno come me. Scusami. Perdonami.

Draco.
   
 
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