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Autore: bluecoffee    12/04/2013    4 recensioni
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lui era diverso.
Lui era misterioso.
Lui era sempre pronto a farle la battutina quando entrava in negozio e che le strappava un sorriso.
Lui era lui stesso.
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lei era strana.
Lei era ancora una bambina.
Lei era sempre pronta a salutarlo con un piccolo inchino ed uno sguardo di rimprovero quando non spegneva la sigaretta prima di entrare.
Lei era lei stessa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le cose a cui tieni più di tutto.
Bente lo sapeva a cosa teneva.

Teneva a sua madre, anche se non facevano altro che litigare, teneva a suo padre, anche se lui non era altro che una presenza assente nella vita della ragazza, teneva a sua sorella minore, anche se lei non faceva altro che rimproverarla per tutto quello che faceva.
Teneva alla sua migliore amica, l'unica che le rivolgeva uno sguardo, una parola, un pensiero dentro il college che frequentavano entrambe, teneva alla proprietaria del piccolo negozietto di libri dove lavorava non appena aveva compiuto sedici anni, teneva al solito vecchietto che la andava a trovare tutti i giorni dentro quel piccolo negozio, che le regalava un sorriso ed una parola tenera, tanto che ormai Bente ci si era affezionata come fosse suo nonno.
Teneva anche a cose futili, come il suo BlackBerry regalatole da suo padre il giorno del suo compleanno un anno indietro oppure la sua macchinetta fotografica professionale, una Canon compresa di un obbietivo fantastico, che aveva comprato in un negozio di seconda mano con i propri soldi, i primi messi da parte dopo aver trovato un lavoro.
Teneva anche ai suoi Dr. Martens gialli a fiori, quelli rigidi che aveva comprato da neanche un mese nonostante fosse estate, teneva alle sue blazer azzurre, quelle con i fiori rosa, rossi e gialli, con i lacci ancora puliti anche se erano vecchie di tre mesi, e teneva alle sue vans rosse, quelle che le erano state regalate quando aveva ancora quindici anni.
Teneva ai suoi svariati maglioni, quelli in cotone perchè la lana le dava prurito alla pelle, e alle sue svariate camicie che riempiva quasi il suo armadio, teneva al suo short a vita alta, quello strano con la cerniera davanti grande e lunga dal bordo al cavallo, e teneva al suo giacchetto, che le aveva regalato sua sorella quando prese il suo primo stipendio, quello a fantasia militare, corto e leggero.


 
Le cose a cui tieni più di tutto.
Zayn lo sapeva a cosa teneva.
Teneva a suo padre, il quale era sempre severo con lui, teneva a sua madre, la quale lo rimproverava sempre e preferiva la sorella a lui, teneva a sua sorella, la quale era l'unica di famiglia che dava retta al fratello e con la quale scherzava allegramente.
Teneva al suo migliore amico, il biondo irlandese della compagnia con la quale usciva, l'unico che gli dava veramente retta, teneva al suo professore di economia e commercio dell'università, che lo stimava ed era l'unico che credeva in lui, teneva alla sua coinquilina dell'appartamento vicino all'università della periferia di San Francisco, la quale aveva sempre dolci pensieri e teneri sorrisi per il ragazzo e che lui considerava come una seconda sorella.
Teneva anche a cose semplici, come il suo iPhone nero regalatogli da sua madre il giorno in cui venne promosso al college oppure la sua Super Teneré 750 XTZ grigio scuro, che aveva comprato lui stesso con i soldi del suo primo e vero lavoro estivo come cameriere di un ristorante dell'aereoporto.
Teneva ai suoi Dr. Martens blu notte, quelli scamosciati ed alti fino alla caviglia, teneva alle sue due paia di blazer preferite, quelle bianche con la striscia rossa e quelle grigie con la striscia bianca, teneva alle sue Nike, quelle completamente bianche che avevano tutti, quelle che gli aveva regalato sua sorella per il suo ventunesimo compleanno con i risparmi del suo primo lavoro estivo.
Teneva alle svariate t-shirt e alle svariate canotte che intasavano il suo armadio insieme alle altre mille magliette, maglioni e maglioncini, teneva ai suoi unici quattro paia di pantaloni della tuta, quelli che usava per andare in palestra o girare per casa, teneva alla sua giacca di pelle nera, quella che indossava tutti i giorni in cui c'era vento e faceva un leggero e piacevole freddo, quella che gli aveva regalato suo padre quando era partito per Miami per lavoro.


 
La persona per la quale hai una cotta.
Bente aveva preso un sacco di cotte nei suoi diciassette anni di vita.
Ad otto anni aveva preso la sua prima cotta.
Si era considerata innamorata di un suo compagno di classe, quello con i capelli corti corti e le labbra sottili sottili. Quello con gli occhi piccoli e vispi, e con l'espressione innocente. Quello che aveva la mamma che faceva la casalinga ed il padre che aveva un'azienda. Quello che aveva una sorella maggiore che stava sempre insieme a Bente.
A nove anni aveva preso la sua seconda cotta.
Si era considerata innamorata di un bambino di un anno più grande che vedeva tutti i giorni all'uscita. Quello che aveva sempre le ginocchia sbucciate e lo skateboard sotto braccio. Quello che aveva la mamma che aveva una lavanderia ed il padre che faceva il pescivendolo. Quello che aveva un fratellino che andava in classe con Bente.
Ad undici anni aveva preso la sua terza cotta.
Si era considerata innamorata di un ragazzino di quattordici anni, quello con il sorriso timido e le guance sempre rosse. Quello con gli occhi grandi e la voce sempre tremante. Quello che aveva la madre infermiera ed il padre dottore. Quello che era figlio unico e che sorrideva sempre a Bente quando la vedeva prima di entrare a scuola.
A dodici anni aveva preso la sua quarta cotta.
Si era considerata innamorata di un ragazzo di diciassette anni, quello con il New Era viola e lo stemma bianco. Quello con il sorriso malandrino e gli occhi grandi e azzurrissimi. Quello che aveva la mamma che faceva l'avvocato ed il padre che era l'architetto che aveva progettato la casa di Bente. Quello che aveva un fratello gemello che era il contrario di lui.
A sedici anni aveva preso la sua quinta cotta.
Si era detta innamorata di un uomo di ventisette anni, quello che lavorava insieme al padre come vice dell'agenzia di pubblicazione di libri di suo padre. Quello che aveva l'Audi R8 spider grigio scuro opaco e la camicia perfettamente stirata dentro il pantalone elegante portato a vita bassa. Quello di cui non sapeva nulla sulla famiglia.
A diciassette aveva preso la sua sesta cotta.
Si era detta innamorata, e forse lo era, di quel ragazzo che di tanto in tanto entrava nel negozietto dove lavorava e ne usciva sempre dopo aver chiacchierato un po' con Bente. Quello che aveva sempre la sigaretta tra le labbra e che vedeva poche volte. Quello che era il figlio della proprietaria del negozio dove lavorava.


 
La persona per la quale hai una cotta.
Zayn aveva preso un sacco di cotte nei suoi ventuno anni di vita.
A sei anni aveva preso la sua prima cotta.
Si era considerato innamorato di una sua compagna di classe, quella con i capelli lunghi e le labbra sottili. Quella con gli occhi grandi e vispi, e con l'espressione più matura della sua età. Quella che aveva la mamma che faceva la veterinaria ed il padre che faceva lo scrittore.
Ad otto anni aveva preso la sua seconda cotta.
Si era considerato innamorato di una bambina di un anno più piccola che vedeva tutti i giorni all'entrata. Quella che aveva sempre le ballerine ai piedi ed il cerchietto in testa. Quella che aveva la madre psicologa ed il padre pittore. Quella che aveva il fratello più grande che andava in classe con Zayn.
A quattordici anni aveva preso la sua terza cotta.
Si era considerato innamorato di una ragazzina di tredici anni, quella con il sorriso illuminato dall'apparecchio verde e le guance magre. Quella con le iridi castane eclissate dalle pupille grandi. Quella che aveva la madre che aveva la libreria ed il padre che faceva il chirurgo. Quella che aveva una sorellina che si appicciva sempre a Zayn quando si ritrovavano al parco il pomeriggio.
A diciassette anni aveva preso la sua quarta cotta.
Si era considerato innamorato di una ragazza di vent'anni, quella che faceva le pulizie a casa sua. Quella con il sorriso materno e le labbra sempre imbrattate di rossetto rosso. Quella di cui non sapeva nulla della sua famiglia, se non che la nonna era la vicina di casa di Zayn.
A diciannove anni aveva preso la sua quinta cotta.
Si era detto innamorato di una ragazzina di diciotto anni, quella che faceva ripetizioni a sua sorella su matematica e chimica. Quella che aveva i capelli sempre sciolti e le unghie di un colore diverso ogni volta che la vedeva. Quella che aveva la madre che aveva un bar vicino il parco ed il padre che faceva la guida alla National Gallery.
A ventuno anni aveva preso la sua sesta cotta.
Si era detto innamorato, e forse lo era, di quella ragazza che lavorava nel negozio di sua madre. Quella che aveva sempre il sorriso pronto e gli occhi grandi, che si mordeva sempre il labbro inferiore o le unghie. Quella che aveva la mamma che lavorava in un supermercato ed il padre che era il proprietario di un'azienda che pubblicava libri.


 
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lui era diverso.
Lui era misterioso.
Lui era sempre pronto a farle la battutina quando entrava in negozio e che le strappava un sorriso.
Lui era lui stesso.


 
Tre parole che descrivono la persona che ti piace.
Lei era strana.
Lei era ancora una bambina.
Lei era sempre pronta a salutarlo con un piccolo inchino ed uno sguardo di rimprovero quando non spegneva la sigaretta prima di entrare.
Lei era lei stessa.







ed ecco il mio prolgo insensato!!
diciamo che è un sollievo pubblicarlo.
sono settimane, forse mesi, che è salvato sul computer ma che non è mai stato pubblicato.
avrei voluto.
l'ho fatto leggere a molti e tutti hanno giudicato.
giudizi positivi.
ma io sono sempre stata scettica perché non facevo altro che pensare che potesse essere una banalissima storia.
alla fine però mi sono convinta e mi sono decisa.
so che ho iniziato da pochissimo storm, ma so che se non mi sarei decisa ora non lo avrei più fatto.
ahahahahaahahahahha
sono leggermente complessata :)
(apro parentesi: per chi volesse vi lascio qui il banner della storia sopra citata.



 

 

chiudo parentesi)
diciamo che qui ci sta Zayn.
ultimamente ispira molto quel ragazzo :)
ahahahahahahahaha
e che trovare un nome per la protagonista è stato una specie di incubo, tutti quelli che mettevo non mi piacevano.
avrò cambiato nome, quante volte?
venti?
trenta?
ho perso il conto :)
alla fine un giorno sono andata su instagram e mi sono ritrovata una tizia che si chiamava Bente.
ho amato da subito quel nome, quindi ho deciso di chiamare questa Bente come lei.
d'altronde anche questa ragazza americana è bionda, con gli occhi chiari e la pelle pallida.
ahahahahahaahahaha
ma visto che non è interessante tutto ciò io vi saluto e al prossimo aggiornamento <3
se volete sapere qualcosa io sono su 
ask.fm
underthemistletoe

 
  
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