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Autore: felpa_fan    12/04/2013    9 recensioni
[Che Dio ci aiuti]
Che Dio ci aiuti 2 è finito. Ma la storia continua e la nostra fantasia non si accontenta certo di un bacio (seppure molto romantico) tra i due protagonisti.
Adesso Azzurra Guido e Davide formeranno una famiglia felice?
Il percorso di Chiara sarà finalmente sicuro e gli ostacoli superati?
Margherita ed Emilio riusciranno a coronare il loro sogno d'amore?
E cosa riserverà il destino alla giovane Nina?
Scopritelo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1
Angolo Divino, prospettive umane



Caro angelo custode, 
sono molto contento che Azzurra voglia prendere un cane, ma non vorrei che Guido si arrabbiasse. Io voglio bene ad Azzurra, ma Guido resta sempre il mio papà e quel principe che la mia mamma mi aveva promesso si sarebbe preso cura di me; non vorrei mai farlo arrabbiare. 
 
Si era svegliata con la sensazione di aver perso qualcosa di importante, speciale, per lei. Le pareva che le fosse stato sottratto un pezzo fondamentale della sua persona, quel tassello mancante per farla sorridere di nuovo. Da quel giorno lo studio legale avrebbe ospitato soltanto una praticante della professione, lei. Era quello che aveva desiderato dal primo momento che aveva cominciato a lavorare: nessuno con cui dover competere e litigare, una vera opportunità da non condividere con nessuno per mostrare le proprie capacità. Ma insieme alla gioia per essere diventata l’assistente di uno dei più stimati avvocati modenesi era giunta l’indignazione per dover condividere il ruolo con una raccomandata qualunque, la figlia del dottor Alfieri, nonché sua coinquilina al convento dove si era trasferita. 
L’anno prima non avrebbe mai pensato che avrebbe rimpianto quella condivisione, quella compagnia, quell’amicizia. Finalmente aveva trovato un’amica sincera, ma il destino le aveva voluto sottrarre anche lei. Non l’avrebbe mai ammesso a nessuno ma Chiara le mancava, le mancava tanto. 
 
Dopo una frettolosa colazione all’angolo divino e un giro completo quanto veloce di saluti, si era avviata allo studio legale. Lei non era mai in ritardo, ma preferiva ad ogni modo sbrigarsi visto che non c’era nessun motivo al convento che la trattenesse: Margherita era partita per il suo viaggio di nozze e Azzurra era diventata un uragano di felicità; mentre Chiara la vedeva sempre di meno. Le persone che più si erano avvicinate a diventare sua amiche, le sorelle che non aveva mai avuto, avevano travato la loro strada ed involontariamente si stavano allontanando da lei. Era abituata a quelle situazioni, e pure a non affezionarsi a nessuno, ma da quando si era trasferita al convento qualcosa era cambiato, ed aveva riscoperto quella parte più fragile ma anche più sensibile di sé. Grazie alle parole ed alle azioni di Guido, aveva infine capito che anche per un avvocato, un vero avvocato, quelle qualità erano un pregio. Aveva quindi deciso di proseguire la professione con un nuovo spirito altruista, oltre alla ligia osservazione delle leggi, punto cardine della sua formazione e coscienza.
 
Arrivò in ufficio dove la attendeva l’avvocato Fernandi *. Dalla sua espressione capì che voleva parlarle. 
L’uomo salutò cortesemente la sua assistente e la fece accomodare nel suo ufficio, dove Nina vi trovò un ragazzo suo coetaneo seduto in una posizione alquanto informale. 
“Perfetto un altro caso disperato, come Sergio.  Speriamo solamente che almeno questo sia innocente, altrimenti non riuscirò mai a vincere una causa. Capisco di essere un’assistente, ma possibile che ad un avvocato di questa fama arrivino anche casi d’ufficio che potrebbero essere tranquillamente assegnati ad altri avvocati penalisti?” Nina, immersa nei suoi pensieri, non si accorse di ciò che le avveniva intorno. 
-… quindi spero che tra di voi si creerà un bell’affiatamento. – l’avvocato parlò in maniera sbrigativa e concisa. Ma, osservando l’espressione assorta della ragazza, divenne consapevole di dover ripetere ciò che aveva detto. 
- Signorina Cristaldi, mi stava ascoltando?
Nina non era una persona che veniva richiamata spesso; persino a scuola raramente i professori dovevano riprenderla: sapeva con quanti sacrifici sua madre le aveva regalato la possibilità di studiare e lei non voleva deluderla. 
- Oh, mi scusi avvocato… - le sue guance divennero subito dello stesso colore del divanetto in fondo all’ufficio: all’incirca rosso Ferrari.
L’avvocato le riserbò un’occhiata mista tra rimprovero e rimpianto per quell’età spensierata e divertente che sia lei che quel ragazzo stavano vivendo
- Le presento mio nipote Fabrizio Fernandi, avvocato proprio come lei, che da oggi lavorerà insieme a noi. Dividerete l’ufficio, spero che facciate un ottimo lavoro. – così dicendo lasciò delle pratiche sulla scrivania per gli ormai due assistenti e li congedò. 
Nina, confusa dalla sorpresa e l’indignazione uscì dall’ufficio ancora basita e soltanto quando si sedette al suo posto osservò lo sfortunato che avrebbe condiviso con lei i futuri casi penali: un ragazzo alto, moro, forma fisica perfetta, sguardo fin troppo magnetico.  
Nina ripensò al suo percorso scolastico: conosceva fin troppo bene studenti di quel tipo; persone assolutamente disinteressate allo studio o al lavoro, che riuscivano ad ottenere ottimi risultati grazie alla loro capacità di saper mentire, una larga dose di fortuna e un buon cognome. Lei che invece aveva fatto tutto da sola, e indipendentemente dalla sua condizione sociale era riuscita ad arrivare a laurearsi con il massimo dei voti, si ritrovava a dover accettare la collaborazione del nipote del suo capo, che almeno a prima vista sembrava rientrare nella categoria sopraelencata. 
 
- Vabè, piacere Fabrizio, avrai modo di conoscermi meglio. Ma adesso devo scappare, ho una commissione urgente da svolgere. – il ragazzo si alzò per uscire velocemente ma fu richiamato da Nina
- Scusa ma i fascicoli che ci ha assegnato tuo zio? – sottolineò con asprezza le ultime due parole.
-Sono certo che riuscirai benissimo a farcela da sola. Ciao bella!
Doveva essere un brutto scherzo, come avrebbe potuto lei, Nina Cristaldi, lavorare con un soggetto del genere?
 
***
 
L’Angolo Divino non sembrava neanche lontanamente un bar dentro un convento. Quando una persona si immagina la dimora delle suore, è inevitabile immaginare un luogo tranquillo e calmo. Il convento degli Angeli Custodi poteva essere definito da cento aggettivi differenti, ma neanche uno richiamava alla quiete. 
- Ma come hai fatto a mandare a scuola Davide senza i compiti svolti? – il piano terra dell’edificio fu invaso dalla voce di Guido che, esterrefatto chiedeva spiegazioni ad una alquanto contrariata Azzurra.
- Oh insomma, ieri era il matrimonio di Margherita, vorrai lasciare questo bambino libero dal giogo dei compiti almeno per un week-end? – la ragazza era realmente convinta della sue affermazioni e riteneva il suo interlocutore in degno svantaggio.
- Dovrei essere felice per il tuo vocabolario che finalmente ha scoperto parole nuove o posso lasciarmi cadere in depressione pensando ai metodi piuttosto discutibili, degni delle Malebolge dantesche, con i quali stai educando Davide? – Guido si sedette, passandosi una mano tra i capelli in segno di disperazione, anche se era consapevole che quella non era una vera discussione, ma uno strano modo di comunicazione.
- Starai scherzando vero? Queste Malebolge proprio non le conosco, sono delle malattie gravi?
- Citavo Dante, ignorante! 
Azzurra si avvicinò al professore molto lentamente e fissando i suoi occhi: - Professor Corsi, mi dispiace, mi sono persa quella lezione, mica vuole darmi delle ripetizioni? – lo sguardo di lei esprimeva una dolcezza condita con quel pizzico di maliziosità che la caratterizzava. Mai avrebbe pensato di potersi innamorare di una persona così diversa da lei, dal suo modo di essere; in realtà, mai avrebbe pensato che un giorno si sarebbe innamorata. 
Si avvicinò sempre di più a Guido, le sue labbra stavano per sfiorare quelle dell’uomo ma lui si ritrasse: - Ma sei impazzita? – la guardò stralunato – qui davanti a tutti? In convento?
- Ah non vi preoccupate, non mi scandalizzo mica. – suor Angela era appena arrivata, sorridente. 
Guido, leggermente rosso in volto la guardò. Non poteva continuare così. Adesso non era più lo stesso uomo che aveva accettato l’incarico di tutor un anno prima. La sua vita si era totalmente trasformata: aveva trovato un figlio, e forse una compagna; il convento, per quanto ormai anche lui ci fosse affezionato, stava diventando una dimora un po’ insolita, e stava arrivando il momento di diventare una vera famiglia. 
“È arrivato il momento di diventare una famiglia.” 


 
Spazio Autrice
* non sono riuscita a trovare il nome dell’avvocato dello studio legale dove lavorano Chiara e Nina, quindi l’ho inventato di mia fantasia. (Chiunque ne conosca il nome me lo dica pure che modifico la storia :)
 
{Momento immobile di fronte al pc} Oltre 600 visite, tanti tanti preferiti/seguiti e 8 recensioni! Ma siete davvero pazzeschissimi! Grazie mille!
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, anche se non succede nulla di particolare… arriveranno anche i capitoli più sconvolgenti, per adesso questi capitoli iniziali mi servono per allacciare la serie a ciò che voglio raccontare e per delineare nuovi personaggi. Spero comunque che non vi abbia annoiato, fatemi sapere! 
Grazie ancora,
Barbara
  
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