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Autore: StayAlive1911    12/04/2013    0 recensioni
Quarant' anni: che strana età. Non sei giovane, ma non sei nemmeno vecchio. Non hai tutta la vita davanti, ma qualcosa è rimasto. Quarant' anni di invisibilità senza essere nessuno, ma io, io voglio cambiare.
Genere: Commedia, Dark, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ero morto. Un morto che camminava e che respirava. I giorni iniziarono ad essere un insieme indefinito di numeri, date e inutili impegni. Iniziarono ad essere un enorme macchia grigia che copriva tutto, rendendo tutto uniforme e monotono. Odiavo svegliarmi la mattina; mi dicevo sempre: <>. Prima di andare a dormire speravo di essere ucciso nella notte oppure che il mio cuore si fermasse. Non riuscivo più a trovare un senso per andare avanti. Ritornai nel vortice dell'alcolismo; finii tre volte in ospedale. Mi allontanai da tutti i miei "amici". I miei "amici" non si erano accorti che stavo lentamente morendo, sia dentro che fuori. La mia vita era insensata. Non riuscivo a trovare un motivo per continuare. Non avevo più la terra sotto i piedi, e stavo cadendo inesorabilmente nel vuoto. Si, credo che Laicy fosse la mia ragione di vita. Prima di lei non ero niente, ero tendezialmente depresso ma non volevo che la gente lo sapesse. Poi arrivò lei. Iniziai a sentirmi qualcuno, a sentirmi importante. Lei era il mio oppio, era la mia droga; lei era quella che ammorbidiva le giornate e le rendeva vivibili. Dopo la sua morte, mi ritrovai completamente spiaggiato; cadevo in maniera perpetua in un precipizio e non avevo appigli. Pensai che se fossi morto nessuno se ne sarebbe accorto. Questi pensieri probabilmente erano veri, nessuno aveva bisogno di me e io avevo bisogno di tutti. Non ero nessuno ed ero solo un peso per tutti. Quando tornavo da lavoro ero molto stanco. Se non mi fermavo al bar ad uccidermi con l'alcool andavo a casa. Arrivato a casa non mangiavo se non in casi estremi; mi sdraiavo sul letto matrimoniale e mi mettevo a fissare il soffitto. La casa era condivisa da me e da Laicy. Non avevo spostato nulla dalla sua morte. Non provavo nemmeno a spostare un asciugamano. Ero un elemento inutile. Stavo lentamente morendo dentro. Non avevo nemmeno la voglia di suicidarmi; avrei dato ancora più problemi al mondo. Il mondo che continuava a correre imperterrito ed io venivo calpestato, essendo fermo. Non era necessario il suicidio, la morte sarebbe arrivata da sola. La morte. Forse quello era il mio unico "obbiettivo", era l'unica cosa a cui riuscivo a puntare. Tentavo di avvicinarmi ad essa il più possibile, per pulire un po' questo mondo.
  
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