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Autore: deliriums    12/04/2013    4 recensioni
Guardai giù, la strada sembrava così distante, ero così in alto.
Quindi ero questo che si provava a stare così in alto?
Le macchine erano così piccole, le strisce pedonali quasi non si vedevano, lo stesso i semafori.
E ora che si fa?
Sono sul confine, ora?
Salto?
Devo saltare?
Improvvisamente sentii l'incertezza impossessarsi di me.
Stavo per farlo? Quindi, è così che finisce.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I piedi sospesi nel vuoto.
Sul serio ero arrivata a quel punto?
Anzi, sul serio avevo il coraggio di arrivare a quel punto?
Chiusi gli occhi alzando il volto al cielo e ispirando l'aria fresca dell'alba.
Quante volte avevo sognato di poter vedere il sole sorgere con il mio principe azzurro.
Troppe volte, così tante che ero finita per credere che un giorno sarebbe successo.
E invece eccomi qui, vent'anni dopo, sul bordo del tetto di un palazzo di cinque piani.
Sul confine della felicità.
Un passo e finalmente sarò libera.
Sorrisi a quel pensiero e dondolai i piedi nel vuoto.
Era così bella quella sensazione, la sensazione di non avere nulla sotto i piedi, l'aria fresca del mattino che ti accarezza le dita.
Ieri sera, dopo che i miei genitori avevano litigato di nuovo e mio padre aveva picchiato mia madre ancora una volta, avevo deciso che questa mattina sarei venuta qui.
Non avrei mai immaginato che l'avrei fatto sul serio.
Mi ero fermata molte volte e guardare questo punto, la cima del palazzo, l'avevo contemplato per alcuni minuti immaginando cosa si provasse a stare su quel bordo.
Non avrei mai immaginato che fosse così.
Ti senti una regina, ti senti potente, sei quella più in alto, quasi puoi toccare le nuvole, guardi giù e vedi tutti i tuoi sudditi.
Molte volte ero stata sul punto di salire fin qui ma non ci sono mai riuscita, mai ero arrivata così in alto.
In tutta la mia vita io ero sempre in basso, sempre più in basso degli altri.
Nella bellezza, nel carattere, negli amici, nei voti, nello sport...
Mai una volta ero riuscita ad essere più di qualcuno.
Adesso forse mi pento di aver guardato così tanto gli altri invece di pensare più a quello che facevo io.
Ma adesso non importa più.
Adesso sono sul confine della felicità.
Adesso tutto quello che ho fatto non importa.
Adesso, per la prima volta nella mia vita, sono io quella più in alto.
E quando toccherò terra e tutti crederanno che sarò tornata in basso, io sarò ancora più in alto.
Risi di gusto e la mia risata riecheggiò nel silenzio dell'alba.
Potrò toccare le nuvole, tutti saranno più in basso di me, li guarderò mentre cercheranno di raggiungermi come io ho fatto in tutti questi anni.
Libera fra le nuvole e il cielo, felice e spensierata.
Era così bello pensarci, e sembrava così irreale e lontano quel pensiero.
Invece io ero lì.
A pochi passi dall'essere felice.
Chissà che gusto aveva la felicità.
Cosa si prova quando si è felice?
Nessuno me l'aveva mai detto, nessuno aveva mai descritto la felicità.
Forse era indescrivibile, forse nessuno l'aveva mai provata.
Quando avevo cercato delle risposte per il significato di felicità avevo trovato solo ipotesi.
“Per me significa avere quello che desidero.” “Per me significa amare.” “Per me significa stare in pace con m stesso e con gli altri.”.
Per tutti era qualcosa di diverso.
Ma che significato aveva realmente la felicità?
Perchè cambiava di persona in persona?
Finalmente aprii gli occhi e notai che il cielo si era schiarito, in lontananza la luce rossastra del sole stava apparendo.
Avrei raggiunto anche il sole una volta toccata terra.
Avrei raggiunto tutti e nessuno mi avrebbe potuto raggiungere.
Appoggiai le mani sul bordo e strusciai indietro con il sedere per poi alzarmi in piedi.
Una brezza fresca mi colpi il volto e sorrisi alzando le braccia al cielo.
Quanto avevo aspettato questo momento.
Miliardi di volte mi ero chiesta quando sarebbe arrivato il mio momento, quando sarebbe arrivata la mia felicità.
La stavo aspettando, la aspettavo da anni ormai.
E lei non sembrava venire mai ma io ero paziente.
L'ho aspettata fin quando non ho deciso di andare io da lei.
Ed ora la stavo per raggiungere.
E lei mi stava accogliendo, anche lei mi aspettava.
Mi girai di lato e guardai in basso mettendo un piedi davanti l'altro lungo il bordo e cominciando a camminare con le braccia all'altezza delle spalle per non perdere l'equilibrio.
Era strano come il vuoto della strada contrastava con il bianco panna del palazzo.
Era strano come le due cose fossero divise da quasi nulla, ci voleva così poco per raggiungere la felicità, dovevi solo sorpassare il bordo ed io ci stavo adesso camminando sopra.
A ripensarci ora, ero stata davvero stupida a non venire qui prima, non avrei mai immaginato che fosse così facile.
Nessun tranello, nessuna presa in giro, solo un bordo, sorpassato quel bordo la felicità ti inghiottiva.
Ma allora perchè nessuno ci era venuto prima? Anche loro avevano paura? Ma di cosa, poi?
Sospirai e pensai che forse era meglio così, tutta la felicità sarebbe stata mia.
Smisi di camminare sul bordo e lasciai andare le braccia lungo i fianchi per poi girarmi verso il vuoto.
Guardai giù, la strada sembrava così distante, ero così in alto.
Quindi ero questo che si provava a stare così in alto?
Le macchine erano così piccole, le strisce pedonali quasi non si vedevano, lo stesso i semafori.
E ora che si fa?
Sono sul confine, ora?
Salto?
Devo saltare?
Improvvisamente sentii l'incertezza impossessarsi di me.
Stavo per farlo? Quindi, è così che finisce.
Le favole non finivano così.
La felicità andava da loro, non erano loro ad andare da lei.
Eppure per me era il contrario, perché? Perchè a me? Perchè io?
Perchè la mia favola era all'incontrario? Perchè non c'è nessun principe azzurro? Perchè non c'è nessun topo, nano, candelabro o fata che mi aiutava? Non avevo nessuno, nessuno mi aveva aiutato a trovare la felicità, l'avevo trovata da sola.
E ora che sono sul punto di prenderla non so neanche se è quello che voglio.
Ma come? Io voglio essere felice.
E' quello che sogno da anni, no? La felicità.
Sorrisi decisa.
Giusto, perchè ora dovrei tirarmi indietro? Perchè dovrei tornare alla mia vita di prima? Cosa c'è di tanto importante da farmi tornare da lei?
Io sarò in alto.
Io sarò felice.
Io sarò libera.
E tutti mi invidieranno.
Devo solo saltare.
Unii i piedi e chiusi gli occhi, alzai le braccia all'altezza delle spalle aprendo le mani e mi alzai sulle punte.
Sorrisi, sono pronta.
Sono qui e sono pronta.
«Sono così felice, adesso.» e saltai, caddi nel vuoto.
E poi buio.



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Un altro dei miei depressi sfoghi da adolescente.
Con questo non voglio dire che sto per suicidarmi e non sto dicendo che il suicidio sia la soluzione, chiariamo.
Non so perchè io l'abbia scritto, nei giorni passati mi si è presentato molte volte l'argomento 'morte' e 'morire' e mi sono andata a guardare su tumblr il tag 'jump', non c'è un motivo preciso, non ero un bel periodo.
Comunque, alla fine è uscito questo.
Non so neanche perchè la protagonista mi sia venuta così psicopatica, volevo fosse una ragazza stufa di tutto, che aveva ormai accumulato troppo per riuscire a liberarsene e un minimo mi è venuta così ma mi è venuta soprattutto una pazza con pensieri contorti.
Pazienza.
La frase alla fine -Sono così felice, adesso- lo trovata in una gif su tumblr, sempre sul tag 'jump', dove una ragazza si buttava e diceva questa frase, sono rimasta a fissare quella gif per ore lol
Vabuò, non so che scrivere, spero non vi abbia traumatizzato o stimolato il suicidio perchè questa ragazza che ho descritto era una pazza, non prendete esempio da lei.
Vi lascio, grazie a tutte quelle che hanno letto ♥
  
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