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Autore: Curly_crush    13/04/2013    2 recensioni
Iniziare a vivere in una città grande e sconosciuta e, perlopiù, da soli, può essere un'impresa davvero difficile per una ragazza giovane. Ma può anche essere l'occasione per cominciare a vivere una vera e propria favola!
"Mai avrei pensato che potesse succedere a me. Eppure ero lì, a perdermi nell’incredibile verde dei suoi occhi. Non poteva essere vero, doveva essere per forza un sogno, ma il tocco caldo delle sue mani sul mio viso mi confermò quella bellissima realtà. Le mie labbra si aprirono in un sorriso quasi ebete, credo, dato che lui scoppiò in una risata fragorosa."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I just wanna tell the world that you're mine, girl



Londra quel giorno sembrava impazzita: c’era gente ovunque, che camminava, correva, apparentemente senza nessuna meta precisa; sembravano tutti presi da una qualche isteria particolare.
O forse eravamo io ed Harry ad essere troppo tranquilli: camminavamo tenendoci per mano, guardandoci intorno e richiamando uno l’attenzione dell’altra non appena vedevamo qualcosa di buffo o fuori dal comune.
Ad un certo punto, presi a fissare i capelli di Harry: erano davvero un mezzo disastro, ed era colpa mia. Il ciuffo che di solito gli ricadeva morbido sulla fronte, ora era in parte sollevato, per non parlare del resto dei riccioli, che non avevano una direzione che fosse una; alla fine scoppiai a ridere, poiché l’insieme dei capelli, così particolari quel mattino, e della sua espressione, in quel momento seria, facevano veramente a pugni.
Harry mi guardò incuriosito e chiese: “Che c’è?”; io, tra le risate, risposi: “Oh, niente, solo che ho capito che non farò mai la parrucchiera!”.
Harry mise un finto broncio e si disse d’accordo con me.
Quando mi fu passato l’attacco ilare, Harry mi chiese dove volessi andare; non ne avevo idea, ma l’importante era che ci andassimo insieme, ovunque avessimo deciso.
Harry allora propose: “Ti va di vedere dove abito?”, io annuii sorridendo e ci incamminammo verso la metro più vicina.

A bordo del treno, la gente ci guardava di sottecchi e bisbigliava; una ragazzina, più coraggiosa degli altri chiese ad Harry un autografo ed una foto e, dopo che Harry l’ebbe esaudita, mi salutò e se ne andò contenta; dopo di lei, si fecero coraggio in molti, perciò il nostro viaggio in metro si trasformò in un meet&greet con Harry Styles.
Infine, però, arrivammo a destinazione e Harry salutò tutti i fan, i quali avevano delle espressioni molto dispiaciute (ma anche felici) stampate in volto; salutai anch’io e in molti risposero al mio saluto, il che mi fece sperare in bene.
Harry mi cinse le spalle e ci incamminammo verso il suo quartiere, Primrose Hill.

Non appena arrivammo nei paraggi di casa sua, notammo uno strano movimento: c’erano molte persone, e anche Harry ne fu stupito, ma continuammo ad avvicinarci.
Svoltammo l’angolo, e il motivo di tanta agitazione ci fu subito chiaro: Harry mi indicò la sua casa, ma non vidi altro che una piccola folla di persone armate di microfoni e telecamere. Uno di loro improvvisamente si voltò e ci vide, quindi urlò agli altri: “Eccoli! Sono loro!”.
Harry si girò rapidamente verso di me: “Ottimo –notai l’ironia nella sua voce- sono i paparazzi. Vuoi parlare con loro?”.
Ero terrorizzata, boccheggiavo, e non riuscivo a rispondere a Harry; infine, ritrovai la mia voce, anche se flebile, e risposi: “N-no, io no!”.
Harry mi strinse la mano per tranquillizzarmi e tentò di spiegare: “Allora, stai calma. Noi ora restiamo qui, non possiamo correre via … No, non guardarmi così, ti prego”, disse, poiché il mio sguardo chiedeva assolutamente di scappare a gambe levate, “Ora io ci parlo, sento cosa vogliono e stop. Se posso dir loro qualcosa, lo dirò, tu non serve che fai niente. Stammi vicina, vedrai che non ci sarà nessun problema”.
Ok, mi aveva convinta; feci di sì con la testa, ormai la voce si rifiutava di uscire, e lui, in risposta, mi strinse più forte la mano; la stretta era umida, entrambi avevamo le mani sudate e tremanti.
L’orda di paparazzi si avvicinava scattando foto; quando furono a pochi passi da noi, mi strinsi a Harry, quasi nascondendomi dietro di lui.
Poi arrivarono, e fu il caos. “Harry, guarda di qua!”, “Harry, cosa ci dici di questa ragazza?”, “Harry, le tue fan vogliono sapere che succede, forza, dicci qualcosa!”, e via di questo passo. Vedevo Harry in difficoltà, anche se tentava di nascondere la sua insicurezza dietro un sorriso di circostanza; poi perse la pazienza, e urlò: “Allora, per favore, uno alla volta o non dirò niente!”.
La folla si placò e le mani cominciarono a levarsi; io continuavo a fissare Harry e l’asfalto, dando occhiate sfuggenti ai giornalisti; gli strinsi la mano, per fargli capire che c’ero, e lui mi guardò sorridendo.
Un nuovo attacco di flash ci sommerse, ormai non ci vedevo più.
Harry si voltò e cominciò a rispondere alle domande: inizialmente, erano tutte molto poco precise e riguardavano più che altro la band e il tour mondiale che si avvicinava; poi arrivarono anche le domande su di me: chiesero prima come mi chiamassi, da dove venissi, tutte informazioni generali; infine, arrivò la domanda precisa: “State insieme?”.
Harry mi guardò, raggiante, poi rispose, serio: “”.
A quel punto la folla riesplose: l’ordine e il silenzio erano finiti; qualcuno chiese un bacio, ma Harry rispose, risoluto: “La bacio quando voglio, non se mi viene chiesto”.
Gli sorrisi, guardandolo come se mi avesse salvata da un mostro inferocito.
Poi Harry annunciò che ce ne saremmo andati, si voltò e io lo seguii; mentre ci allontanavamo, sempre seguiti dai flash e dai proprietari delle macchine fotografiche, si scusò: “Casa mia la vedrai un giorno, te lo prometto”.
Alla fine riuscimmo a liberarci della folla, o almeno pensavamo che così fosse, e tornammo verso casa mia.

Arrivati fuori dall’entrata del condominio, non facemmo in tempo ad entrare che subito un paparazzo ci assalì, facendo mille foto e domande contemporaneamente.
Quando fu soddisfatto delle foto, lasciò la macchina fotografica e si rivolse a me: “Tu prima non hai detto niente, ma ti capisco, con tutta quella gente, non sarai abituata; è così?”. Guardai Harry: ero intimidita, ma se volevamo togliercelo dai piedi il prima possibile, era meglio che cominciassi a parlare; così, emisi un debole “Sì”, e il giornalista partì in quarta: “Da quanto state insieme? Com’è Harry, visto da vicino? E tu? Parlami un po’ di te, insomma, non sappiamo niente!”.
Ero allibita, davvero non riuscivo a capire come Harry e gli altri ragazzi potessero sopportare uno stress del genere ogni volta che uscivano.
Provai a dire qualcosa, per esempio da dove venivo, come mi trovavo a Londra e con Harry, ma non c’era modo di fare un discorso logico con quell’uomo, era come impazzito, avido di informazioni.
All’ennesima domanda privata – anzi, definirla privata sarebbe un insulto- non ci vidi più e arrossii, paonazza di vergogna.
Aveva avuto la faccia tosta di chiedermi se Harry quella notte avesse dormito da me, dato che non era tornato a casa.
A quel punto, Harry intervenne, sbottando: “Questi non sono affari tuoi o dei tuoi colleghi, spiacente”, e mi trascinò nel condominio; salimmo le scale, in silenzio: ero imbarazzata, e lui era furioso.
Quando arrivammo al mio appartamento, Harry parlò, lentamente: “Ascolta, mi dispiace averti lasciata nelle grinfie di quel giornalista, non sei ancora pronta per questo. Non succederà più, te lo assicuro”; io tentai di minimizzare, ma lui restò serio, e capii che la nostra giornata era finita.


Curly space:

Allora, avete tutte le ragioni per prendermi a pomodori in faccia, questa volta...
1. L'angolo autore dell'altra volta faceva schifo, lo so, ma avevo poco tempo;
2. SONO IN RITARDO;
3. Ho fatto finire maluccio questo capitolo, ma non temete, non è come sembra! ;)

Dunque... Harry in questo capitolo si mostra forte, oserei dire un vero uomo. Caaaaaaaaaaaaaro lui! <3
E la piccola Gioia, così indifesa, che vorrebbe solo scappare da quella gentaglia che sono i paparazzi...
Che nervi! Rovinare una mattinata così perfetta... -.-"
Ma la vostra Curly, qui, ha in serbo delle sorprese, vedrete!

Passiamo ai ringraziamenti:
GRAZIE a niky_loveharry per aver recensito e aver messo la storia tra le preferite :)
GRAZIE a SweetSmile e Lavinia_ per averla inserita nelle seguite :)
GRAZIE a Nanek per essere tornata con una delle sue recensioni colorate :)
E poi, GRAZIE a tutte le altre e a tutte quelle che leggono lasciando la visita... Mi fate sentire fiera di questa storia! :D

Come sempre, se voleste lasciare una recensioncina o un commento breve anche, mi fareste moooooolto piacere!
Alla prossima,
Curly_crush



  
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