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Autore: Lost on Mars    13/04/2013    5 recensioni
Ci sono quegli amori che nascono a prima vista, uno sguardo, una carezza fatta per sbaglio, e improvvisamente tutto acquista quel senso che sembrava perduto.
Ci sono quegli amori che nascono dopo aver passato il tempo ad odiarsi, ad insultarsi, a disprezzarsi a vicenda, perché troppo codardi e intimoriti da quella sensazione strana.
Ci sono quegli amori genuini, che nascono per caso, dalla pura attrazione di due persone che impareranno a conoscersi, a diventare amici e successivamente ad amarsi.
Poi ci sono quegli amori che nascono da affetti fraterni, da un’infanzia passata a tirarsi i capelli, conoscendosi meglio dei palmi delle proprie mani, imparando ad accettare i difetti dell’altro e a tirare fuori i miglior pregi.
Si dice che quest’ultimi, siano gli amori più impensabili, illogici che possano esistere ma sono quelli più veri, quelli in cui l’amore vero si mescola ad amicizia e a fratellanza.
Infondo innamorarsi della persona con cui si è cresciuti per dodici anni non è una tragedia, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Dopo quel giorno, cominciai ad essere meno cattiva nei confronti di Lee e George, e loro non ne capivano il perché.
George mi aveva confessato che si sarebbe aspettato una sfuriata con tanto di minacce di morte al posto del lungo e asfissiante abbraccio che gli avevo riservato.
Beh, non che avesse tutti i torti, ma ero talmente felice di aver fatto pace con Fred che minacciarlo di morte non mi era nemmeno passato per la testa, anche perché in quei giorni la mia testa era veramente piena, i pensieri traboccavano così tanto che facevo addirittura fatica a studiare ad immagazzinare altre informazioni.
Fred e George erano molto più tranquilli rispetto alla maggior parte degli studenti del settimo anno, e sinceramente, non avevo la più pallida idea di come facessero.
I M.A.G.O. erano alle porte e il mio letto era diventato un campo di battaglia tra gli appunti di Trasfigurazione e quelli di Pozioni, per non parlare dei libri di Angelina pieni di annotazioni che i professori aggiungevano alle lezioni, insomma, eravamo giusto un po’ nervose.
«Stai facendo venire l’ansia anche a me» Disse Fred in seguito ad uno sbadiglio.
Era sabato pomeriggio, uno dei miei ennesimi sabato pomeriggio passati a studiare chiusa in Sala Comune.
Dall’episodio del bagno dei Prefetti, Fred sembrava voler passare con me più tempo possibile, e a volte mi sentivo in colpa perché ero talmente impegnata a studiare che gli rispondevo male quando non lo meritavo affatto, però quando non avevo niente da fare mi facevo perdonare e stavo tutta la sera abbracciata a lui su un divano della Sala Comune.
«Infatti dovresti esserlo» Ribattei cercando un foglio tra i mille appunti che avevo.
«Non credo» Mi rispose appoggiando i piedi sul bracciolo del divano.
Mi voltai verso di lui e lo guardai confusa, mi rispose immediatamente.
«Io e George abbiamo sempre pensato che la scuola non ci avrebbe mai aiutato molto»
«Che intendi dire?» Chiesi.
«Che ce ne andremo, insomma, molleremo tutto» Continuò.
«Ma ci sono i M.A.G.O» Esclamai sgranando gli occhi.
«E quindi?» Mi chiese lui sorridendo, con una scrollata di spalle.
«Ah, okay, quindi mi lascerete tutta sola a fare gli esami?» Chiesi fingendomi offesa.
«Solo per poco tempo, ci perdonerai, vero?» Continuò, chiuse i libri che avevo sulle ginocchia e li appoggiò da qualche parte, poi si avvicinò a me e mi baciò la punta del naso, e io, rimasta abbastanza insoddisfatta gli diedi un bacio come si deve.
«Dovrei dirti più spesso che lasceremo la scuola» Commentò alla fine.
«Stupido» Risposi io.
«Detto da te sembra quasi un complimento» Mi disse.
«Oh, lo è»
In quel momento George scese in Sala Comune interrompendo il nostro momento romantico, sembrava reduce da un lungo pisolino e mi resi conto di invidiarli come non mai.
Loro non dovevano preoccuparsi per quegli stupidissimi esami, se ne sarebbero andati prima che potessero cominciare, mentre io ero lì ad impazzire sopra i libri ogni santo giorno.
Ingiustizia.
«Ho interrotto qualcosa?» Chiese George alzando un sopracciglio, vedendo i miei libri stranamente chiusi sul tavolino.
«Sì, sei sempre inopportuno, George» Gli disse Fred per scherzare.
«Lo so, ma è questo che fanno i fratelli, no?» Rispose lui.
«Non mi pare di aver mai interrotto qualcosa tra te e Angelina» Continuò Fred.
«Ci avete spiati da dietro un cespuglio!» Esclamò.
«Era per una buona causa, avevi lasciato Lee a girovagare da Zonko tutto solo» Mi intromisi.
Dopodiché ci fu un silenzio imbarazzante interrotto solo dalla mia risata; ero scoppiata a ridere senza un motivo, davanti a me George guardava Fred e si tratteneva dal ridere, e Fred faceva lo stesso, alla fine avevo cominciato io, che non centravo niente.
«Fred, le hai già detto che…» Iniziò George.
«Che mi mollerete qui a morire lentamente su un banco mentre do il mio esame di Storia della Magia? Sì, me l’ha già detto» Dissi io.
«Oh, beh, siamo a posto allora» E così dicendo George scavalcò il divano e si mise seduto tra me e Fred.
«Aprirete il vostro negozio, non è vero?» Chiesi ad un certo punto.
«Ci hai beccati» Mi rispose Fred.
Risi, alla fine ero felice per loro, era sempre stato il loro sogno aprire un negozio di scherzi, avevano le capacità per mandarlo avanti, e ora che avevano anche i soldi, niente avrebbe ostacolato il loro cammino, nemmeno la scuola, nemmeno la Umbridge.
Il resto del pomeriggio lo passammo così, a scherzare sul divano come ai vecchi tempi, prima che la mia vita venisse sconvolta da rivelazioni non poco importanti.
Prima di scoprire che mio padre era innocente, prima di scoprire che avevo un fratellastro, prima di scoprire che anche Fred era innamorato di me.
Ad essere sincera, un po’ mi mancavano quelle giornate quando la nostra unica preoccupazione era quella cercare di non farsi scoprire mentre rubavamo del cibo dalle cucine, avrei voluto avere quello per la testa, e non l’Ordine di cui non sapevo niente, gli esami, una guerra sul punto di scoppiare.
Le giornate passavano, tutte uguali, la mattina c’erano le lezioni e il pomeriggio c’era la mia fedele pila di libri che mi aspettava sul letto, Fred mi faceva compagnia mentre studiavo  non mi accorgevo nemmeno che i giorni passavano così velocemente, mi chiedevo quando i gemelli avrebbero deciso di lasciare la scuola, ma soprattutto come visto che era impossibile uscire di lì senza essere beccati.
«Quando finisce la rivolta dei Goblin?» Mi chiese Angelina quella mattina a colazione.
Erano giorni che studiavamo per l’esame di Storia della Magia che si sarebbe tenuto solamente una settimana dopo.
«1692» Risposi di getto ingurgitando un pezzo di crostata al cioccolato.
«Okay, e cosa successe dopo la guerra dei giganti?»
«I giganti furono allontanati in remote e disabitate della terra» Continuai.
«Va bene, fammi tu qualche domanda» Mi disse porgendomi una pergamena.
Inutile dire che ormai passavo tutte le mie colazioni in questo modo da circa quattro giorni, era insopportabile ma Storia della Magia non la seguiva nessuno in classe, quindi tutti si ritrovavano a studiare strappandosi i capelli alla fine dell’anno, me inclusa.
George mi prendeva in giro, sostenendo che troppo studio potesse nuocere gravemente alla salute, e che lui non era così paranoico come me, e il più delle volte si ritrovava con un livido sul braccio.
Lee era nella mia stessa situazione, forse un po’ meno nervoso perché, a dirla tutta, non che gli importasse molto dell’esito degli esami, sperava solo di avere voti abbastanza alti per uscire dalla scuola.
Fred  non si esprimeva, e si limitava a distrarmi ogni pomeriggio, non sapevo se essere arrabbiata con lui oppure ringraziarlo, nel dubbio non facevo nessuna delle due cose, e rimanevo in silenzio lasciandomi distrarre, perché lo trovavo di gran lunga più interessante della rivolta dei Goblin.
Un giorno mi ritrovavo stranamente da sola, ero riuscita a liberarmi delle crisi isteriche di Angelina mi ritrovavo fuori dalla Sala Grande, appoggiata allo spesso muro di pietra a rilassarmi un po’, cosa che non avevo fatto granché negli ultimi giorni.
Quando sentì un chiasso immane provenire dalla Sala di Ingresso, sospirai e accettai il fatto che quel silenzio e quell’atmosfera di puro relax non potevano durare a lungo, come dettava la mia sfortuna, perciò mi incamminai a vedere cosa stesse succedendo.
La Umbridge era in mezzo al corridoio, George alla sua destra e Fred alla sua sinistra, avevo la sensazione che fossero appena stati colti in flagrante, mi feci spazio tra la folla e andai a sbattere contro una Corvonero del quarto anno.
«Che succede?» Le chiesi.
«Hanno fatto comparire una palude nell’ala est» Mi rispose mentre fissava la scena preoccupata.
In effetti, mi preoccupai anche io, erano dei professionisti in queste cose, non si sarebbero mai fatti beccare. C’erano due possibilità: o il loro piano aveva fallito, o lo avevano fatto apposta.
«George» iniziò Fred «Credo che abbiamo raggiunto l’età per interrompere la nostra carriera accademica»
«Condivido in pieno la tua opinione» Mi trattenei dal ridere, si stavano comportando esattamente come se la Umbridge non esistesse.
«È arrivata l’ora di mettere alla prova il nostra talento nel mondo reale, non credi?»
«Assolutamente»
Sorrisi, se ne stavano andando, avrebbero lasciato la scuola di lì a pochi secondi, ed essere una delle poche persone – se non l’unica – a sapere cosa stava succedendo realmente mi divertiva, ero tranquilla a differenza di tutti gli studenti intorno a me.
«Accio scope» Gridarono i gemelli all’unisono.
Per un attimo non successe nulla, poi due scope stavano sfrecciando a tutta velocità verso di noi, Fred e George le afferrarono al volo e montarono in sella, con il volto raggiante di gioia e i loro splendidi e perenni sorrisi, sfrecciarono via dalla Sala di Ingesso.
«Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix» Gridò Fred, e poi scomparirono uscendo dal portone, tutti li acclamavano, gridavano di gioia e mi bastò vedere l’espressione furente sul viso della Umbridge per sentirmi orgogliosa di loro e soddisfatta.
Ce l’avevano fatta, come pensavo nemmeno quella strega in rosa li avrebbe fermati, infondo loro erano i gemelli, irrefrenabili, inarrestabili.
Qualcosa mi diceva che quell’episodio non l’avrebbe dimenticato nessuno, sarebbe stato raccontato tra le mura di Hogwarts per chissà quanti anni; potevo sbagliarmi, certo, forse aveva suscitato abbastanza scalpore da farlo rimanere vivo per due o tre anni, oppure sarebbe diventato leggenda.
Non so perché, ma l’idea della leggenda dei gemelli Weasley che fuggono da Hogwarts in sella alla loro scopa mi piaceva da morire.
 
Se la fuga di Fred e George aveva suscitato abbastanza eccitazione tra gli studenti da non pensare più agli esami per qualche ora, la mattina dopo tutta quell’energia e voglia di vivere era improvvisamente scomparsa, era l’ultimo giorno prima dell’inizio degli esami ed io non ero per niente calma come una persona normale avrebbe dovuto essere.
Gli altri del mio anno non erano da meno, i M.A.G.O. erano importanti e io dovevo superarli a tutti i costi, il pensiero che solo dopo due settimane avrei rivisto Fred mi costringeva a tirare avanti e a non mollare tutto come loro – anche perché io su una scopa non ci sapevo andare – così, molto lentamente le due settimane passarono, tra esami scritti e prove pratiche, tra crisi di nervi e notti insonni, mi ritrovai non molto velocemente all’ultimo giorno di scuola.
Amen.
«Mi mancherete tutte» Esordì Katie quel venerdì pomeriggio, avevo appena finito il mio baule, e mi ci ero appena seduta sopra per chiuderlo.
Saltai giù e andai ad unirmi all’abbraccio di gruppo che si era creato.
«Anche tu ci mancherai» Disse Angelina a nome di tutte.
«Buona fortuna per le selezioni Holeyhead Harpies» Le dissi, sapevo che Angelina dopo la scuola avrebbe cercato di entrare in quella squadra, l’avevo sentita parlare tanto di quelle selezioni, ne parlava giorno e notte, e diceva che le sarebbe andato bene anche di essere reclutata come riserva.
«Ne avrò bisogno» Mi rispose sorridendo.
«Ma che dici? Ti prenderanno alla prima Pluffa che tirerai negli anelli!» Le disse Alicia.
«Facciamo così, tra un anno ci scriveremo tutte e ci racconteremo cosa è successo nelle nostre vite, ci state?» Chiesi io.
«È una splendida idea» Disse Alicia.
«Io  ho già una visione generale: Angelina sarà la più famosa Cacciatrice dell’Inghilterra, io e Alicia saremo studentesse di Medimagia ed Ally…» Cominciò Katie.
«…sarà sposata con Fred» Continuò al posto suo Alicia.
Scoppiai a ridere, amavo Fred, con tutta me stessa ma ero troppo giovane per sposarmi!
«Seriamente, avete qualche altro progetto per la mia vita?» Chiesi.
«Potresti diventare un’Auror, oppure studiare Magisprudenza» Disse Angelina.
«Due cose completamente uguali» Commentai.
E scoppiammo tutte a ridere, presi il mio baule e lasciai il dormitorio, la Sala Comune era così vuota e silenziosa senza i gemelli, ma non me ne rattristai poi così tanto, li avrei rivisti la sera stessa, almeno speravo, desideravo con tutto il cuore che fossero venuti in stazione ad aspettarmi, a prendermi, con mio padre, con Molly ed Arthur.
Li avrei abbracciati così forte da non lasciarli respirare, poi tutti insieme saremmo andati alla Tana, oppure a Grimmauld Place a mangiare una delle deliziose cene di Molly, e avremmo riso e scherzato fino a tardi.
Camminai da sola per i corridoi di Hogwarts pieni di studenti che si salutavano, uscita fuori guardai per un ultima volta il castello che aveva ospitato i miei ultimi sette anni, il castello testimone delle cose più belle che mi erano successe nella vita, poi voltai le spalle e mi incamminai verso l’Espresso Hogwarts, che aspettava, paziente, di portare tutti a casa.



Spazio Autrice:
NON È FIGHISSIMO IL BANNER? sdhjkfdhjk ieri in un momento di noia, durante il quale avrei potuto scrivere il capitolo, ho rispolverato Photoshop CS5, è 600x400, è enorme lo so però non mi piace lavorare su 'fogli' troppo piccoli, non mi ci ritrovo c:
Io Ally me la immagino un po' come Kaya Scodelairo (solo con gli occhi castani e non azzurri u.u) voglio dire, non è meravigliosa? hjfdghj.
Poi io non sono così normale da fare il banner per il penultimo capitolo ç_ç già, il prossimo sarà l'epilogo, non mi uccidete per averlo detto con così poco tatto, ma l'avevo detto io che non volevo sfondare oltre i 25.
Ora provvedo a metterlo anche in tutti gli altri capitoli, un lavoraccio, considerando il miuo computer di melma che a volte funziona e a volte no, lol.
Detto ciò, chiedo perdono per il ritardo deplorevole, e vi prometto che non tarderò a postare l'epilogo.
Ho deciso di fermarmi qui, alla fine del quinto libro. Ah, precisiamo una cosa, dato che io la morte di Fred non riesco ad accettarla, nella mia testa lui non muore, okay? okay. *piange*
Per il pezzo in cui i gemelli tagliano la corda ho pensato di riscrivere le stesse righe del libro, e poi la frase di Fred 
«Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix» RIMARRA' NELLA STORIA :')
Adesso sparisco e me ne vado nel mio angolino :)
Alla prossima,
-Marianne



 





 

   
 
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