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Autore: weretogether    13/04/2013    8 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
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Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.
''you can't escape forever''


Avevo finalmente preso sonno quando la sveglia suonò. Avevo passato a notte in bianco, non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, rivederlo dopo tre mesi era stato troppo per me.
Mi alzai a stento dal letto e scesi al piano di sotto, non volevo sentire le urla isteriche di mia mamma, almeno non oggi.
-Kristen?- chiese lei confusa.
-si, è il mio nome, almeno è quello che mi avete fatto credere per diciassette anni.- affermai io acida. Ero sempre così la mattina, e anche il pomeriggio, e la sera, e quando uscivo, e anche la notte.
Mia mamma ignorò ciò che avevo appena detto e continuò –stai bene?-
-cos’è, un interrogatorio?- dissi sbuffando.
-no, ma tu che ti alzi di mattina presto è una cosa molto strana.- concluse.
Non risposi e aspettai che anche papà e Nathan scendessero.
Dopo colazione salii di sopra e mi preparai, mi affacciai dalla finestra e vidi la finestra della camera di Justin aperta. Non aveva cambiato stanza? Significava che l’avrei rivisto ogni sera?
-Kristen, scendi che sono già le otto.- gridò mamma dal piano di sotto.
-un attimo.- risposi smettendo di fissare quel muro.
-o vieni ora o vai a piedi.- disse sempre gridando.
-arrivo.- urlai io a mia volta.
Uscii dalla mia camera e vidi Nathan correre al piano di sotto.
-non ti azzardare a prendere il posto davanti, è mio.- urlai scendendo di sotto e scandendo la parola ‘mio’.
-certo.- disse lui scendendo per le scale. Iniziai a corrergli dietro.
-non provare a uscire da quella porta.- urlai.
-contaci.- disse lui aprendo la porta principale.
Iniziammo a correre verso la macchina e, spingendolo, arrivai prima io alla macchina, così aprii lo sportello e presi posto davanti.
-non vale!- protestò lui.
-non ci sono regole.- gli feci la linguaccia.
Prima di richiudere lo sportello vidi Justin guardare nella mia direzione, di sicuro aveva visto la scena e, oltre ad essere estremamente imbarazzata, sentii una stretta allo stomaco e il cuore iniziare a battere più velocemente.
 
-ehi Izzy.- disse andando verso Isabella, la chiamavo ‘Izzy’ da quando avevo cinque anni e a lei dava tremendamente fastidio.
-ciao Kristen.- disse lei abbracciandomi.
Presi dei libri dal mio armadietto e ne posai altri, poi ci dirigemmo verso l’aula di chimica.
-quando sei andata via ieri?- chiese Izzy dopo aver preso posto. Non c’era ancora nessuno in classe ed eravamo venute proprio per stare un po’ in silenzio.
Ripensai a Justin e Susan e non riuscii a non odiarmi per essere andata a quella festa –abbastanza tardi da poter sapere che Justin è tornato- dissi io quasi fosse un sussurro.
Lei spalancò gli occhi, non capendo se fossi sul punto del suicidio o se l’avessi presa bene –l’hai già visto?- chiese cauta.
Annuii col capo, non avevo voglia di rispondere e non avevo voglia di parlarne ancora.
-e?- continuò lei volendo sapere di più.
-e non voglio parlarne.- dissi togliendo dallo zaino i libri che avevo preso poco prima.
-okay.- disse lei imitandomi.
Poco dopo suonò la campanella e una massa di persone entrò in classe facendomi fare un respiro di sollievo. Sapevo che Izzy avrebbe continuato finché non glielo avrei detto e, ad essere sincera, avrei potuto essere anche più acida del solito se avessimo continuato a parlare di Justin.
 
-signorina Edwards, saprebbe rispondere a questa domanda?- chiese Mr. Sonounrompicoglioni Flores.
Prima che potessi rispondere suonò la campanella che segnò la corsa degli alunni verso la mensa. Io e Izzy come nostro solito uscimmo fuori, non pranzavamo mai a scuola, avevamo troppo da dirci.
-era da tanto che non lo facevamo.- disse Izzy una volta sedute sul solito muretto.
-è vero.- dissi dispiaciuta sapendo d’essere la causa di tutto ciò.
-allora, mi racconti di Justin?- cambiò discorso lei.
-Izzy, non ho voglia di parlare di lui.-
La vidi annuire un po’ delusa.
-l’ho visto con Susan, stavano uscendo da una stanza, mano nella mano. non voglio sapere cosa avevano fatto e non voglio nemmeno sapere quello che hanno fatto in questi  tre mesi.- dissi io tutta d’un fiato.
-cosa? è tornato con Susan?- chiese lei sconvolta.
Io mi limitai ad annuire. Sentivo il mondo crollarmi addosso e la paura di poter incontrare un’altra volta i suoi occhi mi stava divorando.
-ma lei non ha finito la scuola?- disse Izzy.
-si, l’anno scorso.- dissi posando lo sguardo sulla strada. Eravamo le uniche due fuori, ma questo non mi dispiaceva.
Lei non rispose più, forse aveva capito quanto fosse difficile per me l’argomento ‘JUSTIN’, soprattutto dopo averlo rivisto, con Susan.
-vado in bagno.- dissi io, lei mi seguì e entrò in mensa, forse doveva incontrare Noah.
Dopo aver visto Izzy entrare in mensa continuai a continuare per andare verso il bagno, quando andai a sbattere contro qualcosa, o qualcuno.
-scusa.- dissi io veramente dispiaciuta. Alzai gli occhi e rividi Justin, così non lasciai nemmeno che aprisse bocca e corsi verso il bagno.
-Kristen-  gridò lui, ma io non gli diedi retta e lasciai che le lacrime rigassero il mio viso.
Stavo troppo fottutamente male e vederlo mi faceva stare peggio. Perché era tornato? Perché lui mi aveva dimenticato in poco tempo e io stavo ancora male per lui?
Odiavo lui per avermi illusa e odiavo me per averci creduto. Odiavo tutto di lui e tutto di me, ma, per quanto ciò che provavo potesse somigliare all’odio, ero sicura che quello non era odio. Quello era amore.
 
Tornai a casa a piedi, mamma lavorava di pomeriggio, papà era sempre impegnato in ufficio e io avevo bisogno di prendere un po’ d’aria.
Vederlo tre volte in meno di ventiquattro ore era stato troppo per me. Erano tre mesi che non lo vedevo, l’ultima volta che l’avevo visto non stavamo più insieme.
Mi aveva lasciato per stare con Susan, ma avrei dovuto saperlo. Uno come lui non sarebbe rimasto a lungo con una come me. Uno come lui in genere non sta mai con quelle come me, eppure c’era qualcosa che lo aveva spinto a stare con me per ben quattro mesi.
-Kristen.- sentii qualcuno prendermi per il braccio. Mi girai di scatto per vedere chi fosse e me lo ritrovai davanti in tutto il suo splendore.
Sentii i miei muscoli irrigidirsi e volevo solo scappare, ma mi sentivo impotente ed era come se le mie gambe fossero di piombo. Volevo fare un passo e poi un altro e poi un altro ancora e volevo tornare a casa e non vederlo per il resto della mia vita, ma era come se avessi dimenticato come si camminasse.
-che vuoi?- dissi togliendomi la sua mano di dosso.
-voglio solo parlarti.- disse lui.
-mi dispiace per te ma io non voglio.- dissi acida più del solito. Non volevo parlargli, non volevo rivolgergli la parola, non dopo tutto il dolore che mi aveva causato.
-perché mi eviti?- chiese lui.
Non era abbastanza evidente? Davvero non capiva?
-che c’è, questi tre mesi ti hanno reso stupido? strano, perché quando te ne sei andato non eri così, almeno è quello che ricordo.- doveva sentirsi in colpa, almeno questo. Doveva capire come mi ero sentita per tutto questo tempo, doveva capire quanto mi aveva fatta soffrire.
-Kristen, la smetti di fare così?-
-così come? come una stronza?-
-esatto.-
-non penso tu sia nelle condizioni di dirmi come devo o non devo comportarmi.- dissi ritrovando la forza di girare e andare a casa.
-brava, va via. ma non puoi scappare in eterno, lo sappiamo entrambi che non puoi evitarmi per sempre.- disse in lontananza.
Ed era vero, non potevo evitarlo per sempre, non potevo comportarmi come se niente fosse, né potevo comportarmi come un’emerita stronza, per di più pure acida.
Ma non potevo cedere ai suoi ‘voglio parlarti’ perché sarei finita per crederci io.
Tornai a casa e dopo essermi chiusa il portone dietro le spalle iniziai a singhiozzare per il nervoso. Continuava a farmi del male, anche involontariamente. Non potevo continuare così ancora per molto. Non potevo far finta di niente e mollare tutto ogni fottuta volta, ma ora che c’era Justin, cosa dovevo fare? Ora che l’avrei visto giorno per giorno camminare di fianco a Susan, come mi sarei dovuta comportare?
Non potevo più sentire il mio cuore crollare a pezzi, non potevo più starmene in camera mia a pensare a tutto ciò che avevamo passato insieme e a quanto stronzo fosse stato a lasciarmi così.
-Kristen, sei tu?- chiese Nathan mentre scendeva le scale.
Mi asciugai subito le lacrime e risposi con un ‘si’.
-che succede?- mi chiese. Aveva soli quattordici anni e per quanto potessimo odiarci, ci volevamo bene.
-niente- abbozzai un sorriso.- sta tranquillo.-
-è per via di Justin?- mi chiese.
-no.- mentii.
-guarda che lo so che stai male per lui. lo so che è stato lui a lasciarti per quell’altra e lo so che quest’estate sei uscita poco per colpa sua.- disse lui.
-cosa?- chiesi non capendo.
-sto solo dicendo che non sono stupido e che, nonostante abbia quattordici anni, capisco cosa succede.- disse sedendosi accanto a me.
Io sorrisi e gli strofinai la mano sulla nuca –ehi ehi, non toccarmi i capelli.- protestò lui.
-suvvia, tanto lo sai che fanno schifo.-
-cos’hai detto?- chiese lui.
-niente.- scoppiai a ridere e corsi al piano di sopra. Prima che potesse raggiungermi chiusi a chiave la porta della mia camera e lo sentii mugugnare qualcosa.
-me la paghi- disse infine.
-ti voglio bene anche io mr. imieicapellifannoschifo.- scoppiai a ridere.
 
Erano già le sette di sera e io, sul balcone della mia camera, stavo ancora studiando filosofia. Era tra le mie materie preferite, mi affascinava molto.
Facevo avanti e indietro su quello spazio limitato quando sentii il rumore di uno sportello e, certa che fosse mia mamma mi affacciai.
-ehi mamma.- gridai per farmi sentire.
-tesoro.- disse lei da sotto. –devo dirti una cosa.-
-okay.- dissi.
Rientrai in camera e aspettai che salisse per dirmi ciò di cui parlava prima.
-hai finito i compiti?- chiese lei come al solito.
-no, manca solo filosofia.-
-bene, allora studia e dopo vai a fare la doccia, questa sera ceniamo da Jane’s- disse lei.
-cosa? e me lo dici ora?- ero quasi sul punto di una crisi isterica. Cenavamo al ristorante e me lo diceva solo tre ore prima?
-si, sbrigati.-
-okay, dissi precipitandomi in bagno per aprire l’acqua-
-e vestiti bene, non saremo soli.- disse lei.
Stavo per chiederle chi altro sarebbe stato con noi, ma prima che potessi aprire la bocca lei richiuse la porta.
 
Dopo aver asciugato e aver lisciato i capelli, scelsi cosa dovevo indossare.
Viste le scelte di mia mamma optai per un abito nero corto fin poco più sopra il ginocchio, delle francesine nere e un cardigan bianco.
 
-sei pronta Kristen?- disse mamma dietro la porta della mia camera.
-si, che te ne pare?- dissi aprendo la porta per farle vedere ciò che avevo scelto.
-sei bellissima.- disse sorridendo.
Sorrisi con lei, anche se lo sentivo, le mie guance stavano prendendo fuoco,  e scesi al piano di sotto.
-siete pronte?- chiese papà che se ne stava seduto sul divano di sicuro da almeno dieci minuti.
-si- disse mamma.
Uscii di casa seguita da Nathan, mamma e papà.
-allora, chi ci sarà con noi stasera?-
-è una cena di quartiere.- disse mamma.
Cena di quartiere? Quindi ci sarebbe stato anche Justin?
-cena di quartiere?- dicemmo all’unisono io e Nathan.
-si.- disse mamma.
Diedi velocemente un’occhiata alla casa di Justin e vidi la porta principale aprirsi.
-posso restare a casa?-
-no, vieni pure tu signorina.- disse papà.
Sbuffai e salii in macchina.
Sarebbe stata una gran bella serata di merda, ne ero sicura.

**

Salve gente, ecco qui il secondo capitolo.
Non è un granché, ma dovevo pur introdurvi la serata lol.
Cosa ne pensate?
In ogni caso ringrazio le persone che hanno letto il primo capitolo e che anche quelle che l'hanno recensito.
Grazie di cuore, ci tengo tantissimo.
Alla prossima, spero in una vostra recensione :).
Baci, weretogether ♥.
  
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