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Autore: ashelia_96    13/04/2013    2 recensioni
Dal primo capitolo :" [...]Il primo Settembre si avvicinava velocemente e, per alcuni abitanti di quella casa, stava per arrivare il momento di partire per l'ultimo anno ad Hogwarts. Ginevra, la figlia minore, sarebbe dovuta partire in ogni caso, ma ciò non valeva per Hermione Granger: fu proposto a lei, a Ron ed a Harry di recuperare , ma solo lei aveva accettato. Ronald avrebbe lavorato per George al suo negozio di scherzi - aveva bisogno di una mano, viste le condizioni in cui era- invece Harry avrebbe iniziato direttamente il corso di formazione per diventare un Auror.
Dispiaceva a tutti e tre doversi dividere per un anno intero, sopratutto per Ron ed Hermione: finalmente, dopo sette lunghi anni di attesa, si erano dichiarati ed ora stavano insieme da circa due mesi. Si erano finalmente confessati i sentimenti che provavano l'uno per l'altra, circa un mese dopo quel fatidico bacio. Molti diranno che fossero troppo lenti di comprendonio, ma per loro due tutto ciò era naturale. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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3rd chapter
19 Settembre 1998, Hogwarts




Quant'è importante una data per una persona? Sicuramente tanto, sopratutto se si parla di compleanni. Il famoso Trio dei Miracoli tenevano molto a quella ricorrenza annuale e, ad ogni compleanno di uno di loro, non mancavano mai gli auguri con qualche piccolo pensierino come regalo: Spioscopi, libri, o semplicemente un abbraccio; per loro importava più il gesto che l'oggetto materiale.

Per Hermione Granger quelle piccole cose avevano una grande importanza: sin da quando era entrata a far parte del Mondo Magico, non aveva avuto grandi rapporti sociali - non che prima ne avesse di più- e sapere che  Harry e Ron  le facessero anche solo gli auguri, la faceva sentire felice, importante per qualcuno. Poi quell'anno sarebbe stato speciale, dopotutto Ron ora era il suo ragazzo; quasi sicuramente avrebbe fatto qualcosa di speciale per lei - condizioni economiche permettendo. Il rosso , durante quei loro mesi di relazione, si era dimostrato una persona diversa da quello che lei pensava, anche se doveva ancora migliorare e, sopratutto, evolversi da semplice cucchiaino da tè ad altre posate/oggetti  da cucina - quei paragoni calzavano sempre a pennello.
Era normale, quindi, che il suo più che sbadato fidanzato si ricordasse, quell'anno più che mai, che il 19 settembre fosse il suo compleanno. Ma, come tutti ben sanno, Ron Weasley era una continua fonte di sorprese, talvolta persino negative.


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I giorni avanzavano e con essi , il tempo diventava sempre più lugubre, clima tipico delle Isole Britanniche. Nei precedenti giorni quell'incessante pioggia aveva messo a dura prova la pazienza di tutta la popolazione studentesca di Hogwarts - soprattutto i giocatori di Quidditch- ma, finalmente, quella giornata fece eccezione: infatti, sin dalle prime luci dell'alba, un sole caldo di fine Settembre irradiava con i suoi tiepidi raggi tutto il Castello di Hogwarts.


Hermione Granger, contrariamente alle sue abitudini, quel giorno restò sotto il tepore delle calde coperte del suo letto più del solito. La sera prima era andata a dormire piuttosto tardi - doveva finire un tema supplementare per la professoressa McGranitt-  quindi, visto che di sabato non aveva nessuna lezione, poteva permettersi qualche minuto in più di riposo.  Avrebbe continuato pure a dormire un altro po' - stare con Ron le aveva fatto male, sicuramente- se non fosse stato per un improvviso urlo che riecheggiò per la camera e del conseguente peso che si trovava addosso: Ginny Weasley.


" Auguri, Hermione! 19 Settembre, 19 anni! "

Purtroppo l'allegria che stava dimostrando la giovane rossa, non poté essere condivisa dall'amica che, in quel momento, la stava fulminando con uno sguardo omicida.

" Avrei preferito essere svegliata da un Troll di montagna, piuttosto. "

 Sbuffò la Granger, mentre faceva spostare la compagna di Dormitorio da sopra di lei.

" Chi, quell'idiota di mio fratello? " Chiese la giovane Grifona dai capelli fulvi, ben sapendo che quello l'avrebbe fatta arrabbiare. " Mi sa che Ron ti stia portando sulla cattiva strada, Hermione. "

La risposta che ricevette fu immediata: dopo pochi secondi, Ginny si ritrovò con la bocca piena di piume e il cuscino della compagna in grembo.  La risata che Hermione fece, fece arrabbiare la giovane Weasley che, di tutta risposta, rilanciò indietro il cuscino.  Inutile dire che, per vari minuti,  per il Dormitorio del Settimo anno di Grifondoro, riecheggiarono le urla divertite delle ragazze, non senza la disapprovazione delle altre, svegliate da tutto quel rumore.

"O..Ok, ok, basta! Mi arrendo!"

Disse la festeggiata, il petto che si alzava ritmicamente per il fiatone che quella piccola battaglia le aveva fatto venire.  Non voleva ammetterlo, ma era felice di quel piccolo momento spensierato; le faceva sentire meno la mancanza di quello stupido rosso di nome Ronald Weasley.

" A proposito di quel buzzurro, ti ha fatto gli auguri? "

Ecco, era la domanda che sperava non le facesse: Ron non aveva più risposto alla sua lettera, figurarsi farle gli auguri - non era arrivato nessun gufo durante la notte-  e stava cominciando a preoccuparsi; forse gli era successo qualcosa, forse si era dimenticato che oggi era il suo compleanno, forse..

" Non ho sue notizie  da giorni." Sospirò tristemente, mentre incrociava le gambe , come i Babbani erano soliti dire, all'indiana. " Ma sicuramente si farà sentire oggi! Non può essersi dimenticato del mio compleanno; mi ha sempre fatto gli auguri, quando eravamo a scuola!"

" Dai, Ron non è così cretino, sicuramente te li farà più tardi"

La rossa era sicura: Ron non poteva essere così deficiente da dimenticarsi del compleanno della sua ragazza.
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Non una lettera, non un singolo pezzo di pergamena con su scritto : "Auguri, Hermione." Niente di niente. Né da parte di quel cretino, né dal suo migliore amico.  Con il trascorrere delle ore, il malumore della giovane Granger  crebbe in maniera smisurata. Com'era possibile che proprio loro due, le persone che le erano più care al mondo - esclusi i suoi genitori, ovviamente- si fossero dimenticati che in quel giorno compieva diciannove anni? Persino la McGranitt, dopo aver finito la colazione, la fermò per augurarle buon compleanno. E anche Hagrid , quando lei era andata a trovarlo per  il solito tè, la strinse stretta in un abbraccio spacca-ossa che faceva invidia alla Signora Weasley e le disse:

"Auguri, Hermione! Sembra che è passato troppo tempo ! Eri piccola come uno Snaso, quando ti ho conosciuto!"

Ma se la giovane Caposcuola di Grifondoro  non voleva più avere a che fare né con Ronald Weasley, né con Harry Potter, la sua amica Ginny non era dello stesso avviso: doveva farla pagare a quel troglodita di  suo fratello e quel cretino del suo ragazzo e lo avrebbe fatto.  Hermione si era chiusa in Biblioteca da quando le lezioni erano finite e, quasi sicuramente, avrebbe saltato la cena.  Aveva quindi tempo per scrivere una lettera piuttosto "speciale".  

Si diresse nel Dormitorio - aveva bisogno di essere completamente sola - che in quel momento della giornata era quasi sempre vuoto, ma appena varcò la soglia, trovò lei, Lavanda: si stava truccando, più del solito; probabilmente aveva un qualche appuntamento con qualche ragazzo (s)fortunato.

" Lavanda, esci. Devo fare una cosa importante e devo rimanere sola. "

Disse la rossa con il suo solito modo di fare, diretto e senza peli sulla lingua. Ovviamente, la biondina non fu contenta di dover uscire in anticipo,  e lo fece, ma non prima di averle detto stizzita:

"Va bene, va bene, ma non c'era bisogno di usare questi modi maleducati! Se vuoi comunicare segretamente con il tuo ragazzo, potevi dirlo!"

<< Che oca! Pensa solo ad una cosa! >> 

Pensò la rossa, contenta di non essere un tipo come lei e che non aveva un ragazzo idiota. Anzi, idiota lo era, ma non senza cervello.  La giovane Weasley scosse la testa, appellando poi una pergamena e una busta da lettera interamente rosse.

" Ora vedrete, idioti."

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<< Che giornata! >> Pensò una testa rossa insieme al suo migliore amico mentre stava varcando la soglia di casa sua, subito accolto dal solito sorriso caloroso di sua madre. Aveva passato una giornata come poche e non aveva smesso per un singolo minuto di rimpiangere di non essere tornato ad Hogwarts.
 
Quella mattina, non appena ebbe varcato la soglia del negozio di George, si sentì un enorme botto: suo fratello aveva appena sbagliato un incantesimo nel laboratorio dove venivano creati tutti gli scherzi Made in Weasley, scatenando così una reazione a catena con tutti i propotipi che avevano in negozio.  Fortuna che Harry quel giorno avesse un giorno di riposo dall'accademia Auror, così aveva potuto dar loro una mano. Ma anche con l'aiuto di Harry - che non era poi un granché- avevano finito tardi; solo verso le undici e mezza potettero tornare a casa ed avere un po' di quell'agognato riposo.

Il giovane Weasley ed Harry mangiarono la cena -la Signora Weasley l'aveva tenuta in caldo per loro e per il Signor Weasley che ancora non era rincasato-  poi, troppo stanchi per aspettare il capofamiglia, andarono i camera loro. Non parlarono molto in quei minuti; la testa di tutti e due giovani uomini: entrambi sentivano di aver dimenticato qualcosa, ma non sapeva cosa. Mentre finivano di mettersi i propri pigiami - quello di Ron era , ovviamente, dei Cannoni di Chudley- si lanciarono uno sguardo d'intesa, come se avessero capito l'uno i pensieri dell'altro.

"Va beh, a domani, amico."

Disse il Salvatore del Mondo Magico, buttandosi poi sul letto a peso morto.

<<  Domani cercherò di ricordare, sì. >> Pensò il rosso, ma non sapeva che qualcuno glielo avrebbe fatto ricordare in un modo molto.... Plateale.


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La notte trascorse velocemente e, in quel momento, stava lasciando il posto al sole albeggiante. Ron Weasley dormiva placidamente abbracciato al suo cuscino, completamente immerso in un sogno che aveva come protagonista Hermione - come sempre, del resto. Ma sembrava che esso non dovesse durare a lungo: improvvisamente, la sua guancia venne pizzicata da un continuo beccare; sicuramente era Errol II che gli portava notizie da Hogwarts. Ancora intontito dal sonno, prese in mano la lettera che il gufetto gli stava porgendo, non notando ancora il colore della busta.

"Grazie, Errol II.."

Mugugnò  a mo' di ringraziamento all'animale che, stizzito per non aver ricevuto nemmeno un biscotto gufico, lo morse  ad un dito.
"Ahi! Errol, ma che ho fatto?"

Con quell'urlo svegliò anche Harry che, di colpo , sbiancò non appena vide cosa il suo migliore amico stesse tenendo in mano.

"R-ron, hai ricevuto una.. U-una Strillettera!"

Disse il ragazzo Sopravvissuto alla Guerra, ma che non sarebbe mai Sopravvissuto ad una Strillettera da parte della sua fidanzata- era sicuramente di Hermione; ci avrebbe scommesso la bacchetta.

Il rosso, ormai fin troppo sveglio, declutì impaurito: chi avrebbe mai potuto mandargliela? Hermione? Ma perché? Scosse la testa, mentre apriva con dita tremanti la busta color porpora. Subito, non appena ebbe rotto il sigillo, la busta levitò, come se avesse preso vita.

" TU, RONALD WEASLEY!"

I due ex- Grifondoro saltarono sul posto, sentendo la voce furiosa, maledettamente simile alla Signora Weasley, di Ginevra Molly Weasley.

" SONO VERAMENTE DISGUSTATA - frase che ricordava ad entrambi il loro Secondo Anno- COME AVETE POTUTO, TU E QUEL CRETINO DEL MIO RAGAZZO, DIMENTICARE IL COMPLEANNO DI HERMIONE?"

<< Ecco che cosa avevo dimenticato: ieri era il compleanno di Hermione!>>

 Pensò il rosso a metà tra il sollevato per aver scoperto cosa aveva dimenticato e l'impaurito .

" SONO SICURA CHE LEI NON AVRA' INTENZIONE DI VEDERTI PIU', RONALD, E FAREBBE ANCHE BENE, VISTO L'IDIOTA CHE SI RITROVA COME FIDANZATO. CERCATE , TU ED HARRY, DI RIMEDIARE, PERCHE' QUESTA E' LA VOLTA BUONA CHE VI AFFATTURO!"  

La lettera, così come si era animata, appena ebbe finito il suo discorso, si strappò in mille pezzettini sotto lo sguardo attonito dei due giovani.

"D-devo scrivere ad Hermione, subito."

Il povero Ron, ancora scosso dall'idea di aver dimenticato un giorno così importante come il compleanno della sua ragazza, si precipitò subito allo scrittoio davanti il suo letto, afferrando piuma e pergamena.

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Quella notte non aveva dormito per nulla: aveva passato ore ed ore a piangere lì, nascosta agli occhi del mondo grazie alle spesse tende del suo baldacchino, come spesso aveva fatto negli anni passati, e sempre per lo stesso motivo. Harry e Ron erano gli unici amici che aveva  ed il fatto che loro si fossero dimenticati di lei- sopratutto Ronald, che era il suo "fidanzato"- la fecero sentire più sola che mai.

 A colazione, tutti furono stupiti degli evidenti cerchi scuri che la Granger aveva, tranne Lavanda Brown: era come se avesse capito tutto; non faceva altro che lanciare sguardi soddisfatti verso la ragazza che gli aveva  rubato il suo RonRon. Ma ad Hermione non importava nulla se l'intera scuola, compresi gli insegnanti, la sguardassero attoniti; era troppo triste per potere interessarsi alle apparenze.

Le ore  mattutine di libertà passarono così in fretta - probabilmente perché lei fu durante quelle ore era stata completamente distratta- e, per evitare tutta quella folla, saltò il pranzo, tornando nel suo Dormitorio per potersi sfogare di nuovo.  Ma arrivata lì, trovò una sgradevole sorpresa: Errol II stava picchiettando con il suo piccolo becco il vetro della finestra accanto al suo letto, con un'evidente lettera da  chi sapeva lei. Prese la lettera, non che le interessassero le scuse di Ron, ma era proprio curiosa.


Cara Hermione,
Sì, lo so, mi sono dimostrato peggio di un cucchiaino da tè, mi sono dimenticato del  tuo compleanno.  E' imperdonabile da parte del tuo ragazzo, e non è la prima volta che, durante tutti questi anni che ci conosciamo, faccio qualcosa di stupido che ti faccia perdere la fiducia in me.
Non ho scuse, né io, né Harry, però voglio dirti  perché ci è passato tutto di mente: George ha fatto esplodere un suo prototipo e, io ed Harry, abbiamo passato l'intera giornata a togliere tutti i residui di Amortentia lì in negozio - sono esplose molte cose, credimi- fino alle 11 di sera. Eravamo troppo stanchi quando siamo ritornati alla Tana, ma sapevamo entrambi che ci stavamo dimenticando qualcosa d'importante, ma non ricordavamo cosa. Solo stamattina, grazie alla Strillettera di Ginny - era quasi identica a quella che mamma mi aveva scritto quando eravamo al Secondo Anno-  ho ricordato che ieri compivi 19 anni e non mi sono mai sentito così stupido in vita mia, nemmeno quando me ne sono andato l'anno scorso durante la caccia agli Horcrux.
Ti prego, Hermione, credimi, non l'ho fatto apposta..  Mi permetti di spiegarti tutto e farmi perdonare alla gita ad Hogsmeade di sabato? Farò qualsiasi cosa, giuro, qualsiasi cosa per far perdonare questo stupido cucchiaino da tè.
Sperando che tu capisca,
Ti aspetto sabato.
Ron

Un incidente ai Tiri Vispi Weasley: poteva essere vero? Non riusciva a perdonarlo, non quella volta.

"C-credo che sia tardi, R-ron.."

Sussurrò mentre impiastricciava la pergamena di calde lacrime, come se Ron potesse veramente sentirlo. Non osava pensare a cosa sarebbe successo ad Hogsmeade; sarebbe stato un completo disastro.




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Ok, so che sono in un ritardo pazzesco, ma con compiti a non finire, imminente partenza a Londra, non ho avuto il tempo necessario per continuare! Spero che vi piaccia, non che sia un granché! A presto,

-Ash
  
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