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Autore: Rainsoul    03/11/2007    1 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO!
Epilogo
DAL CAPITOLO: "PERCHè CERTE COSE NON CAMBIANO MAI..." .
-Ma tu leggi sempre?!- domandò la ragazza, allibita.
-Er... Io...-
-Ok, lo prenderò per un sì.-
-E' solo...- tentò, esitante.- Dormivi.-
-Sai, professore, qualcun altro in queste circostanze sarebbe rimasto a guardarmi, in estasi, fino al mio risveglio.-"

Metti una sera a cena un'auror imbranata e un lupo mannaro compassato. Aggiungi un cane nero impiccione e fastidiosamente adorabile... e una convivenza un po' particolare!
Avviso: AUMENTO DI RATING! RATING ARANCIONE! ATTENTI! ATTENTI! ATTENTI!
Ok, basta così...
Guida alla lettura: gli avvenimenti descritti in questa storia sono ambientati durante il quinto libro, ma se ne sconsiglia la lettura a chi non abbia finito "Harry Potter e il Principe Mezzosangue", e non voglia rovinarsi la sorpresa.
Tutti i personaggi qui rappresentati appartengono a mamma Row. Non scrivo con fini di lucro. La storia appartiene a me, in quanto frutto del mio lavoro. Some rights reserved.
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. LUNA PIENA, PREFETTI E CAVOLETTI DI BRUXELLES

Dopo quella sera, le riunioni dell'Ordine si susseguirono con regolarità almeno una volta alla settimana, tuttavia il numero di ospiti che affollavano il numero 12 di Grimmauld Place era sempre cospicuo.
Lupin si era definitivamente trasferito lì, e quasi ogni sera i Weasley rimanevano per cena, certe volte accompagnati da Moody o da qualche altro membro.
In più, Tonks passava spesso a trovare il cugino ed il suo coinquilino, aiutando a sistemare cassettiere maledette, bevendo una burrobirra con Sirius e chiacchierando pigramente.
In questi casi, di norma, Lupin si faceva loro compagnia in silenzio, leggendo un libro o un quotidiano, ed interveniva solo se chiamato in causa da Black riguardo qualche scherzo giocato ad un Serpeverde in gioventù.

Era uno di quei lenti pomeriggi, e i due discendenti (entrambi diseredati, in realtà...) della "nobile casata Black" stavano parlando allegramente, spaparanzati sul vecchio divano consumato davanti al camino.
La conversazione si trascinava da un argomento all'altro senza una logica precisa.

-Ci sono alcune cose che non si sopportano senza un motivo preciso: le odi e basta.- stava dicendo Tonks. -Ecco perchè non so spiegarti come mai, sul serio, la sola vista delle mele cotte mi dia la nausea!

-Per quanto mi riguarda, l'unica cosa che VERAMENTE non sopporto è il ritratto della mia dolce mammina, giù all'ingresso...- replicò Sirius. -O, e poi c'è quell'elfo fuori di testa, naturalmente. E, vediamo... i Dissennatori, ma direi che è normale. E' vero anche che farei volentieri sparire dalla faccia della terra tutti i collari per gatti, ma non credo che conti...

-I collari per gatti sono carini, Sir! Una volta ne avevo uno...

-Oh, e come si chiamava? Qualcosa come Puzza-di-fogna, immagino...

-...perchè mai avrei dovuto chiamare così un oggetto inanimato, Sir?!

-Fammi capire. Vuoi forse dire che tu avevi un collare per gatti SENZA possedere alcun gatto?

-L'avevo scambiato per un braccialetto e l'ho comprato.

-Non l'avrai indossato...- ridacchiò malingno Sirius.

-Solo un'unica volta, e giusto il tempo necessario affinchè la commessa mi facesse notare... Sirius, sei davvero volgare quando ridi in quel modo sguaiato!

-Va bene, va bene, la smetto! Anche se devo ammettere che il tuo aneddoto mi fa risultare appena più tollerabili quei dannati affari di velluto... vediamo, c'è altro per cui provi repulsione, a parte le suddette mele?

-Uhm.. fammici pensare...
Be', ecco, ci sarebbero gli insetti volanti. E... AH! I cavoletti di Bruxelles!!

-Ma se ricordo di averti vista letteralmente divorare un piatto enorme di quei cosi giusto ieri!

-Ma certo, perchè adoro mangiarli.

-Devo chiamare il San Mungo, cugina?

-Uff... lasciami spiegare! E' una questione semplice: io li trovo ributtanti, tremendi, ne odio l'odore ed il sapore quanto l'apetto, per non parlare poi degli effetti collaterali poco graziosi, ma... sono irrimediabilmente attratta da loro! Non so se capisci cosa intendo... Se li vedo, pur sapendo che me ne pentirò amaramente, devo assolutamente mangiarli. E' un po' come con...

-Come con i Prefetti.

-Scusa??

-Be', sì, i Prefetti. Sai, quegli irritanti perfettini, sempre bravi a dirti cosa puoi o non puoi fare, che dovresti studiare un po' di più, o fare meno casino in sala comune... Sono decisamente insopportabili, come tutta la popolazione magica concorda all'unanimità! Eppure non puoi impedirti di pensare, maledizione, a quanto sarebbe meglio essere un Prefetto. Almeno durante il periodo degli esami.
Ho sempre pensato che sarei stato un buon prefetto! Certamente, non ai livelli del caro Lunastorta, qui, ma pur sempre uno che si sarebbe fatto rispettare. E avrei migliorato le pubbliche relazioni della categoria, ne sono certo.
Avrei sequestrato libri non scolastici troppo noiosi ed impartito punizioni perfide ai secchioni, assegnato tessere sconto ai recidivi, e premiato in segreto le malefatte più spettacolari, per rendere onore ai veri artisti!! Insomma, avrei creato un nuovo modo di concepire la scuola.-
Mentre parlava, aveva un'aria sognante.

-Immagino.

-Comunque, i Prefetti, per come risultano ora, sono proprio quel genere di roba odio/attrazione di cui parlavi prima. Come pure... Vediamo... ad esempio Diagon Alley il sabato mattina.

-O la Foresta Proibita.

-O il polpettone di Alastor.

-O le fate. Stupide, sbrilluccicanti, armoniosissime fate!

-O la musica di quelle Sorelle Strampalate...

-...Stravagarie!

-Oh, quelle lì insomma.

-O i tuoi discorsi sui bei vecchi tempi di Hogwarts.

-Cosa intendi dire con "i tuoi discorsi sui bei vecchi tempi di Hogwarts"?

-O la luna piena.

-Be', diciamo che forse non è il massimo stare sempre a sentire te che...- si interruppe, perplessa. - La luna piena...?-

Per la seconda volta nella serata, si sentì la voce di Lupin.

- Forse non va bene la luna piena?- chiese con un mezzo sorriso.

Sirius fissava l'amico con un'espressione indecifrabile.

-Be'... non capisco come... in realtà...- farfugliò la strega dai capelli poco ortodossi.

-E' un po' come dicevate voi, no? Quel genere di cosa che vorresti far scomparire dalla faccia della terra, perchè ti si rivolta lo stomaco solo a pensare a come starai quando ti ci imbatterai un'ennesima volta, e cerchi di rimanerne lontano più che puoi, ma qualcosa ti spinge a sbatterci la testa ancora, e ancora...-
Si arrestò, come sbigottito da quello che aveva appena detto.

-Era quello che intendevate?

-Direi di sì. Calza abbastanza come definizione.

-Allora per me è questo: luna piena. Benchè tuttavia poche cose, temo, siano in grado di battere il polpettone di Alastor a tale riguardo.- aggiunse poi.

A Tonks pizzicò un po' il naso come se avesse bevuto qualcosa di frizzante; era una sensazione strana. Poi, in un istante, capì. Ecco spiegato l'arcano.
Remus J. Lupin era un licantropo.


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Tonks era ancora intontita dalla sorpesa, che Lupin si già era alzato dalla sua poltrona ed era sparito in un'altra stanza.

Black aveva continuato a fissare vacuamente la porta da dove quello era uscito.

"Complimenti Tonks, il solito tatto da elefante!" pensò la ragazza.
"C'era bisogno di sorprendersi tanto? Alla faccia dell'auror di talento... Non hai nemmeno riconosciuto un lupo mannaro che ha continuato a sederti tranquillamente accanto, ogni benedetta sera, durante le ultime due settimane!"

Eppure doveva essere evidente, Remus perfino ci scherzava sopra. Ed era già raro che quell'uomo facesse un qualsiasi straccio di conversazione che non fosse assolutamente seria e pertinente, figurarsi scherzare.
Al contrario di Sirius, che era in grado di cianciare per ore, lui si limitava ad ascoltare divertito o a smorzare l'ego di suo cugino con qualche frecciatina.
E leggeva. Merlino, se leggeva! Quasi sembrava che lo preferisse alle chiacchiere in compagnia...

Questa era un'altra delle cose che spiccavano in Remus.
Era taciturno, ma non come quelle persone di natura tranquilla -aveva notato Tonks-, che non hanno mai molta voglia di parlare... no.
Per quanto lo riguardava, aveva sempre l'aria di uno che si stia sforzando di continuo per tenersi a freno. Si vedeva chiaramente, osservandolo con un po' di attenzione.

Interveniva nelle discussioni quel tanto che bastava per dimostrare partecipazione, ed alle riunioni dell'Ordine aveva fatto appena un paio di interventi (innegabilmente brillanti, però!), eppure aveva come la sensazione che fosse tentato di parlare molto di più.
C'erano dei momenti, in effetti, in cui gli brillava uno sguardo che la ragazza non avrebbe saputo definire con un termine diverso da impertinente.

-Sirius...

-Tranquilla. Gli passa subito.

-Mi dispiace, non volevo... è solo che... io non lo sapevo.

-Be', adesso almeno si è risolto questo inconveniente, direi.- commentò incerto.

-Uhm. Pensi che dovrei andare a parlargli?

-Credo di sì, magari ha bisogno di confidarsi.... no, aspetta, può darsi invece che preferisca rimanere solo! In effetti, però, non sempre quello che si desidera è ciò che è meglio per noi, e in quel caso... Oooh, in realtà che ne so?!! Io posso aiutarti se vuoi sedurre una Corvonero particolarmente carina e schizzinosa, ma per il resto...-
Diede una scrollatina di spalle.


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"Ma che diamine mi sarà preso?" si era chiesto Remus.
Aveva notato l'espressione che si era dipinta sul viso della ragazza, quando aveva realizzato come stessero le cose.
Non che avesse avuto intenzione di nasconderlo: all'interno dell'Ordine della Fenice erano tutti a conoscenza della sua... condizione, ed era necessario perchè si potesse lavorare insieme con fiducia.

Ma dirglielo in quel modo era stato davvero sciocco.
Subito dopo le sue infelici parole si era velocemente allontanato con una scusa. Non aveva nessuna voglia di capire cosa ne pensasse una giovane e zelante auror di un compagno con l'hobby di riempirsi di peli e zanne, volente o nolente, una notte al mese.

Così aveva abbozzato alcune parole sulla montagna di piatti sporchi che lo attendevano in cucina, e si era volatilizzato.
Era stato davvero, davvero stupido.
Quella battuta sul polpettone poi, era servita solo a sottolineare il tono incrinato della sua voce.
Tirò un lungo e profondo sospiro.

Credeva di aver imparato a fare i conti con il suo "piccolo problema peloso" ormai, ma evidentemente non era affatto così.
Ad essere del tutto, completamente sincero, da anni gli altri erano molto più bravi di lui, a far questo: persone come Sirius, come James e più in là Lily, o come Silente. Persone con una reputazione alquanto da incoscienti, in verità.

Remus Lupin sospirò ancora, e con un colpo di bacchetta iniziò a versare l'acqua ed il sapone sulle stoviglie che il suo coinquilino avrebbe dovuto lavare almeno ventiquattr'ore prima, sperando che quel flusso di pensieri si interrompesse da sè.

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