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Autore: mxm_november rain    14/04/2013    2 recensioni
Questa è la storia di due ragazzi che non hanno mai conosciuto l’amore. Che sono stati schiacciati dalla crudeltà del mondo e ridotti a misere ombre,scure ed erranti, perse in una notte vuota.
E di come, solo trovandosi, siano tornati a sorridere e a brillare, simili a stelle del cielo. E a scoprire l’amore.
Questa , è la vera storia di come si impara ad amare.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Matt


Il cielo si colorava di un azzurro limpido il giorno in cui Mail Jeevas era venuto al mondo, tuttavia, già in quella tiepida mattina di settembre si sentiva nell’aria che l’estate ormai era finita, non era più tempo di indugiare ma bisognava prepararsi per un altro gelido inverno.                                                                                                             
Qui, in una casetta quasi da fiaba, spuntata chissà come fra le dolci colline dell’Irlanda, c’era una donna, poco più che una ragazzina, con grandi occhi verdi. Lei pareva essere sempre stata lì, un raggio di luce le illuminava il viso puerile e i capelli arruffati in nodi indistricabili. Guardava fuori,scrutando il paesaggio leggermente assorta poiché pensava che l’inverno non le piaceva affatto. Anzi, la verità era che lo odiava, ne detestava il freddo perfido, e l’idea che presto sarebbe tornato con il suo manto ghiacciato era solita toglierle di colpo il sorriso. Tuttavia non quel giorno. Oggi nessuno avrebbe potuto impedirle di essere felice, perché proprio quella mattina di settembre era nato il suo bambino. Un batuffolo assonnato che subito, dopo aver pianto per cerimoniale ed aver ciucciato un po’ di latte, si era rimesso a dormire un sonno profondo tra le braccia della mamma. La donna con gli occhi verdi sorrideva sorpresa che quell’esserino innocente dai cappelli rossi e fini, il quale in quel momento ronfava beato, fosse lo stesso che le aveva fatto sudare sette camicie, poche ore prima. “Mostriciattolo
sbuffava la ragazza, ma fingeva solo di crucciarsi. Certo, il parto era stato difficile ma ora erano in due in quel lettino e si sarebbero aiutati. Mail Jeevas, il suo bimbo. Nome scelto in tutto e per tutto dalla mamma: Mail si chiamava il padre della ragazza mancato da poco e quindi la creatura avrebbe avuto il nome del nonno. Invece Jeevas era il suo e così quel bebè portava avanti il cognome della madre per ancora una generazione. Ma in fondo cosa importava? Eccolo finalmente, ripagata delle sue attese: il suo Matty, così lo avrebbe soprannominato lei per abbreviare, il nomignolo affettuoso di una mamma.                       
Tutti gli altri lo avrebbero chiamato Matt, carino; eppure quella “y” di Matty era solo riservata a lei. Ma tutto questo sarebbe venuto comunque dopo, una volta cresciuto. Una fastidiosa fitta allo stomaco fece mancare il fiato alla ragazza, ma solo per un momento. Sarebbero stati bene, lei e il suo Matty, sempre insieme.                                                                         
I grandi occhi della donna vagavano ora sui capelli scompigliati e rossastri. Rossi come quelli del padre. Un’altra fitta di dolore, più acuto; questa volta era il cuore a bruciarle nel petto. La verità era che Mail non avrebbe mai conosciuto suo padre. Ma perché così tanti, brutti pensieri? In fondo mica tutti i bambini nascono con la mamma e il papà e lei avrebbe semplicemente finto che “lui” non fosse mai esistito. Avrebbe fatto tutto da sola, come sempre, e tutto per bene; così non avrebbe permesso che la storia del suo bambino diventasse una storia triste. Se solo non fosse stato per quei buffi capelli... Comunque confidava sul fatto certo che gli occhi erano i suoi. Occhi verdi come foglie, e grandi, grandi e sinceri. Appena Matty avesse sollevato le sottili palpebre in un giorno luminoso lei li avrebbe visti e…                                                                                       
Un colpo di tosse ruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri e la ragazza rantolò per qualche istante premendosi un fazzoletto bianco sulle labbra.                                              
Qualche goccia di sangue.                                                                                                           
Rossa, come quei fili di sole, si sorprese a riflettere.                                                      
Raggi di sole rosso per capelli.                                                                                                                                        

La sua attenzione tornò immediatamente al bimbo; una tosse davvero secca che lo aveva fatto sobbalzare, ma non abbastanza forte da svegliarlo. Com’era bello Mail.  E lei si sentiva così stanca, davvero, molto stanca. “Ecco”era tornata a pensare senza dare troppo peso al male allo stomaco” il suo sorriso sarà il più bello del mondo.” E poiché Matt nel sonno le stringeva in una debole morsa il dito indice tra le manine, la ragazza dagli occhi verdi sorrise fino a prorompere in una calda risata, che illuminò la stanza. Rideva poiché quella mattina era nato il suo bambino e non era proprio il caso di essere così tristi.

 

Mello
Mihael Keehl era nato , biondo e arrabbiato, in pieno inverno, nell’immensa villa dei Keehl. E le prime braccia nelle quali fu posato erano state quelle della cameriera Susy che lo avevano subito riposto nella grande culla tra orsetti ed elefantini minacciosi. Mihael non era neanche riuscito ad incastrare il visino nella pelle profumata di sua madre che già lei aveva preso l’ultimo volo per Los Angeles, avvolta in una morbida e bianca pelliccia. Si era solo lamentata di come la gravidanza le avesse fatto prendere qualche kilo e del suo aspetto terribilmente sciupato. Arrivata in California Henry, l’autista di famiglia, la sarebbe venuta a prendere e l’avrebbe portata nel lussuoso Hotel, vicino al casinò, dove suo marito, il signor Keehl, sorseggiava champagne. La signora Keehl avrebbe fatto un bagno caldo, forse una maschera ai cetrioli e dopo, solo dopo ciò, appoggiando le labbra su quelle del suo sposo per un bacio leggero, tra i vari discorsi, avrebbe accennato al fatto che, già da un po’, erano diventati mamma e papà.
  
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