Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Loveciasten    14/04/2013    0 recensioni
Parla di Melanie, una ragazza quasi diciottenne che vive in California. La sua vita? Non come la vorreste. Suo padre? Manesco. I suoi genitori? Separati. Justin Bieber? Il ragazzo che la salverà.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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POV MELANIE-


Mi sono svegliata, di nuovo, non so cosa mi sia successo, so di stare in un ospedale ma non so il perché, vedo mia madre ma non me ne sorprendo, sapevo che stava la. Le chiedo "Cosa mi è successo?" e mi risponde dicendo "Come non ti ricordi niente? Quando ieri sei tornata da scuola stavi salendo le scale per andare in camera tua ma erano bagnate, tu eri scivolata ed hai battuto la testa ad un gradino, ma ora ti senti meglio?" So che sta mentendo glielo si legge in faccia ma preferisco non chiederle altro e le rispondo dicendo "Si, sto bene." Quante volte ho detto quella frase, sembra essere la battuta di un copione. Entra il medico, mi controlla la pressione e dice: "Tu devi essere Melanie, giusto?" Annuisco. "Io sono il Dottor. Curran, vedo che ti sei abbastanza ripresa, la tua pressione ed il tuo battito si sono ristabilizzati, se te la senti puoi anche tornare a casa noi non abbiamo nient'altro da controllare." Io odio gli ospedali, meno tempo ci passo meglio sto, quindi decido di tornare a casa. Mia madre mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna nella sala dove posso rimettermi i miei vestiti. Mi vesto ed usciamo, entriamo in macchina e prendiamo la Grove Boulevard per tornare a casa, è la strada più corta. In macchina mia madre non mi parla e io non voglio iniziare una conversazione dato che non mi ricordo niente delle ultime ventiquattro ore. Siamo arrivati a casa, mia madre continua a non parlarmi, credo sia arrabbiata ma non ne capisco il motivo. Mia madre va in cucina a prepare la cena ed io salgo le scale per andare in camera mia, "Le scale sono asciutte questa volta?" Cerco di dire con un tono d'ironia, mi risponde "Si." con una freddezza che non era da lei, vorrei capire che ha ma non voglio peggiorare le cose. Vado in camera mia, accendo l'iPod e metto la mia canzone preferita "Autumn Leaves" di Ed Sheeran, quella canzone mi rilassa e mi fa sentire protetta, accendo il computer e vado su Facebook, mi sono arrivati un po' di messaggi, dai miei compagni di classe, saranno insulti come sempre tanto. Apro i messaggi e vedo il primo, da Derek, un ragazzo di diciannove anni, bocciato e che deve ripetere l'anno. Il messaggio dice "Allora Melanie, sei morta? No? Quando la vuoi fare finita?" Ecco, mi sembrava strano che si stavano preoccupando, non gli rispondo e passo avanti, Isabelle la 'troia' della scuola e della città "Ehy sfigatella, ho sentito che se andata in ospedale, tutto bene? Spero di no." Non sopporto più questa vita, chiudo il computer e vado in bagno, cazzo, avevo smesso di tagliarmi l'avevo promesso a me stessa ma non ce la faccio, devo. Prendo la lametta, l'avrei dovuta buttare ma non ce la faccio la mia vita è impossibile da vivere è quella lametta è l'unica cosa che mi può aiutare. Ho letto che ne dovrei parlare con qualcuno, ma con chi? Con i miei amici? Non ne ho. Con i miei compagni di classe? Non gli fregherebbe. Con la mia famiglia? Non ne ho una. Con mia madre? Non la voglio far preoccupare. Con mio padre? Gli farei una favore morendo. Non ci voglio pensare più di tanto prendo la lametta e mi taglio. Era da tanto che non mi tagliavo ed era una strana sensazione, vedere il sangue che esce dalla ferita, sentire il bruciore, fa male, però mi sento meglio. Passa un po', il sangue continua a scorrere, mi lavo il polso e me lo fascio, torno in camera, riaccendo il computer e rientro su facebook ma questa volta non per leggere i messaggi ma per cancellare il mio account, almeno non mi potranno scrivere niente. Sono già le nove, mia madre mi chiama per la cena, scendo, non mi guarda nemmeno mi da solo il piatto con il pollo, mi faccio coraggio e le chiedo "Mamma, che hai? In macchina oggi non mi hai rivolto la parola e ora non mi guardi nemmeno, sei arrabbiata con me?" Lei mi guarda, si siede e mi risponde "No, non sono arrabbiata con te, sono arrabbiata con me, non ti ho aiutato, ho rischiato di perderti, ho rischiato di veder mia figlia morire." Non capisco perché, il dottore ha detto che stavo bene, mia madre inizia a piangere ed io non so che fare, è come se tutto questo fosse colpa mia. Mangio, faccio una camomilla a mia madre per calmarla e vado in camera mia a dormire.

  
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