Consumarsi

Erano trascorsi già due anni dalla fine della guerra, eppure per Gaara sembravano passate solo ore, forse qualche giorno. Continuava a sforzarsi di guardare avanti e continuava a comportarsi da bravo Kazekage per la sua gente, ma alla fine della giornata – non appena il cielo cominciava a diventare aranciato e il sole calava per fare spazio alla notte – il giovane tornava nel luogo della battaglia, dov’era stato eretto un monumento in ricordo dei caduti.
Non era niente di speciale o maestoso: si trattava di una semplice lastra bianca, su cui nomi su nomi erano incisi senza un preciso criterio. Solo per Gaara e pochi altri essa aveva un valore particolare. Avvicinandosi col consueto mazzolino di azalee, il ragazzo sfiorò di nuovo le lettere che componevano il nome di sua sorella, sentendo il dolore pervaderlo per l’ennesima volta.
Udì un sospiro rassegnato e tremendamente triste, ma non si voltò perché sapeva già da chi provenisse. Dall’altro lato della lastra, Sakura Haruno poneva, esattamente come aveva fatto ogni pochi giorni per due anni, una candela ai piedi della pietra. Lei e Gaara non avevano avuto molti contatti, nonostante si ritrovassero puntualmente lì al tramonto.
Finita la consueta preghiera, Sakura decise che era il momento di spezzare quel silenzio insano e doloroso. “Sono molto belli” sussurrò, riferendosi ai fiori che Gaara aveva portato. “Erano i suoi preferiti” sussurrò in risposta il Kazekage, guardandola con occhi pieni di nostalgia. Poi, sperando di alleggerire l’atmosfera, domandò interessato: “Come mai la candela?” Era una questione che non aveva mai affrontato, sebbene se ne fosse chiesto il motivo diverse volte.
La giovane sorrise, prima di mormorare in risposta “La loro anima era così. Forte, luminosa. Bruciava intensamente, talmente tanto che alla fine li ha consumati entrambi. Sai,” continuò lei, dopo un attimo passato in contemplazione di chissà quali ricordi “non l’ho mai detto ad alta voce, ma credo che quei due avessero una specie di anima comune. Erano due facce della stessa medaglia, se capisci che intendo. Naruto era la parte spensierata e combattiva. Sasuke era quella oscura e corrotta. Solo insieme erano completi, e splendevano più forte di qualsiasi fiamma.”
Gaara ascoltò in silenzio, pensando che quella definizione ben si addiceva ai due amici/rivali, che erano nati, cresciuti e morti sempre insieme. Dopo un istante di elaborazione, parlò di nuovo: “Perché la cambi allora, se li ha consumati?” Sakura lo guardò con occhi stanchi e tristi, ma rispose ugualmente: “Dove sono ora, la loro forza non può più consumarli.”
Il Kazekage annuì in risposta, poi ricadde il silenzio. Tornando verso casa e ripensando alla loro conversazione, per un solo momento Gaara si domandò se non avrebbero fatto la stessa fine anche loro, consumandosi pian piano come candele, prede del dolore di perdite che non riuscivano ancora a superare.

Angolino dell'autrice :)

Dopo tempo immemore, finalmente finisco questa raccolta. Anche a causa di motivi personali, io e la scrittura stiamo facendo un po' a pugni (eufemismo del secolo) ultimamente, quindi ho lasciato incompleto tutto ciò che avevo di incompleto e ho pubblicato solo sporadicamente qualche shot. Spero col passare del tempo di riuscire a scrivere di nuovo a pieno ritmo; nel frattempo ringrazio con tutto il cuore chiunque sia arrivato fin qui, anche senza aver mai commentato. Gli esperimenti servono a migliorare, e chissà che un giorno un'altra fic su Naruto non sia meravigliosa grazie a questo contest che mi ha "lanciata" nel fandom. Un bacione a tutti, spero di ripassare da queste parti presto! ^^ P.s. Questi i bannerini dei premi speciali!