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Autore: Alphesiboei    14/04/2013    3 recensioni
Harry ha alcune certezze nella vita; la più salda è che diventerà un giornalista di successo. Zayn, d’altro canto, è tutto un’insicurezza.
[Zarry]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due.

 

Zayn si svegliò con l’odore di bacon nelle narici. Guardò l’orologio. Aveva poco meno di due ore, prima di doversi vedere con Niall. E doveva solo farsi una doccia, perché puzzava da far schifo, vestirsi e fare colazione. Tutto quello che avrebbe voluto, invece, era tornarsene a dormire.

Ma sentiva odore di bacon, il che – qualcosa gli disse – era strano. A meno che i suoi fornelli e i suoi utensili non avessero deciso di protestare per la mancanza d’uso e di darsi da fare da soli, qualcun altro era di là ad armeggiarci indisturbato.

Si alzò e s’infilò i boxer, l’aria fresca che lo colpiva e gli faceva venire la pelle d’oca.

Stropicciandosi gli occhi, nella speranza di eliminare gli ultimi residui di sonno, camminò fino in cucina, dove Harry stava apparecchiando la tavola.

Si prese del tempo per guardarlo indisturbato. Era piuttosto stupito, di trovarlo lì: non credeva sarebbe rimasto a dormire, figurarsi a fargli la colazione. La cosa, comunque, gli fece piuttosto piacere.

L’altro alzò lo sguardo e lo vide. Gli sorrise, e Zayn giurò che quello era completamente diverso dalla vasta gamma di sorrisi che gli aveva riservato la sera prima. L’avrebbe definito quasi dolce.

«Ho fatto la colazione» annunciò, come se non fosse ovvio. «Visto che ieri hai detto che non me l’avresti fatta tu, mi sono preso il permesso»

«Sono musulmano, niente maiale» disse indicando i fornelli.

Harry fece una faccia vagamente delusa.

«Oh. Posso cucinarti una frittata, vuoi?»

Zayn annuì, mettendosi a sedere. Pochi minuti dopo, Harry gli posò davanti il piatto e si mise seduto pure lui.

Mangiarono in silenzio, e sinceramente Zayn non sapeva proprio cosa dirgli e le occhiate che ogni tanto l’altro gli lanciava non lo aiutavano a mettersi a proprio agio.

«Tra poco devo uscire» proferì, perché davvero non gli veniva in mente altro, anche se sembrava volesse cacciarlo e liberarsi di lui il più in fretta possibile, detta così.

«Oh, certo» commentò Harry, prendendo tre bocconi in fila, neanche gli avesse detto che entro due secondi doveva essere fuori da casa sua.

«Non c’è bisogno che ti strozzi, però» aggiunse, abbozzando un sorriso, non volendo che la conversazione languisse subito. L’aveva piacevolmente stupito, facendosi trovare lì, a cucinare e tutto, magari parlandoci veramente, senza la testa annebbiata dall’alcol e dall’eccitazione, si sarebbe stupito ancora di più.

«Magari, la prossima volta, ti faccio un croissant o una pizzetta salata» disse l’altro, indicando il piatto vuoto.

Zayn arrossì. Il più piccolo aveva appena accennato alla possibilità di una prossima volta e magari non lo aveva neanche fatto apposta, ma la cosa quasi non gli era dispiaciuta. Piuttosto, gli sembrava strano. Ieri sera avrebbe messo la mano sul fuoco sul fatto che Harry non cercasse null’altro che una botta e via. Ma probabilmente era solo lui che leggeva nelle sue parole più di quello che ci fosse scritto.

«Sei capace?» domandò, gli occhi spalancati, perché in fondo lui sapeva farsi giusto il tè.

«Ah-ah» deglutì «lavoro in un panificio da un po’ di tempo»

«Da dopo la scuola?»

«Sì. Non avevo voglia di frequentare l’università. Poi, due anni fa ho capito che avevo fatto una cazzata e mi sono iscritto. Studio inglese, ma lavoro ancora lì part-time» raccontò.

Inglese? Interessante. Probabilmente aveva la faccia illuminata come un pazzo e la sua espressione era emozionata e sicuramente gli avrebbe fatto paura, ma non c’era nulla che gli piacesse più della letteratura e della sintassi e delle virgole.

A proposito di virgole, pensò, devo muovermi davvero, se no Niall chi lo sente.

«Senti, non so tu, ma io avrei proprio bisogno di una doccia» disse, alzandosi e lanciando all’altro uno sguardo che sperava parlasse più di mille parole.

Evidentemente, Harry aveva recepito il messaggio, perché gli sorrise maliziosamente e, dopo essersi alzato a sua volta, lo seguì lungo il corridoio e fino al bagno.

*

Gli mancava quel tipo di doccia, fatta di carezze e occhiate infuocate, pensò mentre si stava vestendo. Era un secolo che non ne condivideva una. L’ultima era stata con una sua ex fiamma che non sentiva da una vita e mezzo.

Harry stava di fronte a lui, ancora senza maglietta, con i tatuaggi in bella mostra. Avrebbe voluto quasi sapere i loro significati, ma non gli sarebbe sembrato giusto chiederglieli, intromettendosi negli affari di un’altra persona, quando lui per primo condivideva i suoi a stento anche con i suoi più cari amici.

Zayn si era sempre considerato abbastanza bravo, a capire la gente, pur essendo fondamentalmente asociale e misantropo. Con Harry, invece, gli restava difficile, a meno che la situazione non fosse di natura sessuale; allora, l’altro diventava un libro aperto.

Quindi, il problema era comprendere se quella notte sarebbe morta lì, ancor prima di nascere o se poteva sperare di ripetere l’esperienza. O magari era un problema solo per lui. Che poi, problema. Non esageriamo, si disse Zayn. Certo, Harry gli piaceva fisicamente e, per quel poco tempo che avevano passato insieme, poteva quasi esporsi a dire che lo stimolasse anche intellettualmente. Ma non è che se lo fosse portato a letto con la speranza di mettere su casa con lui, comprare un cane o adottare marmocchi.

Ma adesso più che mai, con l’uscita attesissima dell’ultimo capitolo della sua saga, aveva proprio bisogno di uno sfogo. E se questo sfogo era fisso, sicuro e sexy da morire, tanto meglio.

Guardò Harry finire di vestirsi, infilandosi i calzoni, a contatto con la pelle perché aveva rifiutato i boxer che Zayn gli aveva offerto, e la camicia della sera prima. Tutto completamente sgualcito per essere stato strappato senza troppa attenzione da dosso ed essere stato gettato a terra; e forse, anche per questo, lo facevano sembrare ancora più eccitante.

Ecco, pensò, e adesso che gli dico? Non gli venne in mente nulla d’intelligente, per cui se ne restò in silenzio. Harry, al contrario, si voltò verso di lui – l’espressione un po’ incerta.

«Ti dispiace, non so, se qualche volta ci rivediamo?» chiese, le mani che non riuscivano a star ferme, e che un attimo erano tra i capelli, quello dopo a lisciare qualche piega inesistente dei pantaloni.

«Sì, perché no» rispose Zayn, cercando di non sembrare troppo galvanizzato dall’idea e sperando di apparire tranquillo e rilassato. «Sai già dove abito, ma magari ti do anche il mio numero, così non rischi di venire qui e non trovarmi a casa» aggiunse, credendo fosse un discorso sensato e non da stalker innamorato, cosa che – ovviamente – non era.

«Certo» fece allegro, iniziando a tirar fuori il cellulare.

Segnatolo, gli fece uno squillo. Così puoi chiamarmi quando vuoi, anche tu, spiegò, sempre più sorridente, le fossette che si facevano via via più accentuate.

E forse non sarebbe successo nulla con Harry, si disse Zayn, ma da tempo aveva imparato a non disperare nel futuro e a non prendere sotto gamba il destino.

*

«Sei in ritardo di cinque minuti» scherzò Niall, quando se lo ritrovò alla porta.

Zayn entrò e si tolse il giacchetto, senza sprecarsi a rispondere.

«Vuoi qualcosa da mangiare?» gli chiese il padrone di casa. Zayn scosse la testa e guardò l’altro sparire in cucina e tornarsene con un enorme pacchetto di patatine in mano. Ormai, non si stupiva neanche più che riuscisse a mangiare cose del genere alle undici della mattina.

Niall si posizionò sul divano, le gambe incrociate sotto di lui e una mano già infilata nel pacchetto. Un sopracciglio era alzato e i suoi occhi azzurri erano fissi nei suoi.

«Allora?» iniziò quando Zayn non diede segno di voler iniziare a parlare. «Col super modello? Harry, giusto? Com’era?»

Zayn sbuffò. Era lì per parlare di lavoro e Niall gli chiedeva com’era andata col tizio che l’aveva rimorchiato la sera prima? Tipico. Non c’era troppo da stupirsi. Praticamente erano amici dalla culla, erano cresciuti insieme e sapevano tutto l’uno dell’altro. E poi Niall era incapace di farsi gli affari propri.

Dunque glielo raccontò, senza troppi particolari. Anche perché era un po’ confuso e magari gli sarebbe servito Liam, in quel momento, Liam che l’avrebbe ascoltato con attenzione e avrebbe saputo consigliarlo, ma visto che non c’era si sarebbe dovuto accontentare di Niall.

Se lo doveva aspettare che Niall avrebbe solo riso per i momenti di silenzio imbarazzante o che l’avrebbe preso in giro per come si era concluso tutto.

«Ahh, non servi a nulla!»

«Ehi, se volevi avere un consiglio serio, potevi andare da tuo fratello! Che ti aspetti da me?!» commentò, mettendo in bocca una enorme manciata di patatine.

«Liam è in palestra, te l’ho detto. Mi sa che non ce la fa neanche per pranzo» disse Zayn, mentre l’altro tornava in cucina a prendersi altro cibo.

Liam, in realtà, era suo fratellastro, perché avevano madri diverse, ma – anche se all’inizio l’altro aveva faticato un sacco per conquistare la fiducia di Zayn – si erano sempre considerati e voluti bene come veri fratelli.

«Senti, non te la prendere troppo, ok, e non perderci il sonno. Anche se sembrava che volesse solo scoparti, magari sei così figo che ha cambiato idea. O magari, anche se ha chiesto di rivederti e ha il tuo numero, non lo risentirai comunque» disse Niall, cercando di fare il serio.

Sì, di sicuro aveva ragione Niall. Solo che quel cambiamento, nel comportamento dell’altro, da seducente a premuroso nel giro di due ore, lo aveva disorientato. E comunque non valeva la pena pensarci troppo, in quel momento, tanto più che come diceva Niall forse non lo avrebbe neanche più rivisto.

«Già» fece Zayn. Come a voler concludere il discorso, tirò fuori il manoscritto dell’ultimo libro, che avrebbe dovuto consegnare una settimana prima. Ma Zayn era talmente maniacale, che se non era convinto che ogni cosa fosse perfetta non avrebbe mai messo nulla nelle mani di Niall, il suo editore.

Tutto gli sembrava ancora assurdo, quando ci pensava.

Due anni prima non era altro che un ragazzino troppo ricco e con la fantasia troppo fervida, che scribacchiava dovunque gli capitasse, perché era l’unico modo che conosceva per liberarsi di ogni problema. Poi Niall era entrato a lavorare nella casa editrice del padre e aveva voluto assolutamente che Zayn provasse a far leggere a qualche loro editore quello che aveva scritto. E così gli aveva dato retta, perché nessuno sano di mente si sarebbe messo a discutere qualcosa con Niall (che non gli avrebbe dato tregua e avrebbe messo su facce da cucciolo per convincerlo e lo avrebbe importunato di mattina, svegliandolo a orari indicibili, e di notte, tenendolo in piedi), ma l’aveva avvertito di  volerli spedire anonimi, e Niall aveva detto che poteva inventarsi un nome e che lui stesso avrebbe garantito per l’amico. E per qualche Santo in paradiso (o per la ruota della Fortuna o qualche congiunzione astrale) si era ritrovato con un contratto e una serie famosa in tutto il mondo su una ragazzina con un’infanzia difficile, che scopre di essere una strega, una specie di caso editoriale senza precedenti e milioni di persone che non volevano altro che conoscere il suo vero nome e vederlo in faccia.

Ma no, grazie. A Zayn piaceva la sua vita, non voleva vedersela distrutta da paparazzi invadenti e cose del genere.

Per questo solo Niall e Liam sapevano che Mick Stone era lui, e così sarebbe rimasto più a lungo possibile.

 

 

 

 

Note:

Alloooora! Lo scrivo in fondo, anche se magari sarebbe stato meglio metterlo all’inizio, ma va be’: la serie di cui Zayn è l’autore esiste, perché io ero troppo pigra per inventarmene una di sana piana, che in più avesse un senso e una trama. E così al massimo ci saranno lievissimi riferimenti, che comunque non sono per nulla importanti ai fini della storia. Ho fatto giusto un cambiamento di sesso al protagonista J

Ah, mi ero dimenticata di dire che il titolo ‘Con gli occhi chiusi’ è un riferimento a un romanzo di Federigo Tozzi. Solo il titolo, il resto non ci azzecca nulla xD

Grazie mille a tutti quelli che perdono due minuti del loro tempo a leggere questa cosa e uno ancora più grande a chi lascia anche un pensiero!

Alla prossima J

  
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